L'Archetipo

Una donna come tante, un passato da scoprire, l'inizio di una fantastica avventura

 

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La notte non è mai così nera come prima dell'alba, ma poi l'alba sorge sempre a cancellare il buio della notte. Così ogni nostra angoscia, per quanto profonda prima o poi trova motivo di attenuarsi e placarsi, purchè lo vogliamo. Sappiamo che c'è la luce perchè c'è il buio che c'è la gioia perchè c'è il dolore che c'è la pace perchè c'è la guerra e dobbiamo sapere che la vita vive di questi contrasti. (R. Battaglia)

 

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GANDALF IL GRIGIO

Non tutto è oscuro, abbi fede.

 

E TRA POCO, TUTTI AL CINEMA!

 

 

 

Le paludi (continua...)

Post n°12 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da Tabita.G
 

Paralizzata con il braccio ancora alzato sopra la testa, Hanna ebbe la spiacevole sensazione di aver appena compiuto la scelta sbagliata e, per tutta risposta, una serie di acuti richiami, schiocchi e sibili si susseguirono a breve distanza.

Tonfi e passi pesanti s'avvicicnarono fulminei, poi qualcosa la punse sul collo ed il mondo ricominciò la sua folle danza.

Prima di svenire ebbe appena il tempo di sfiorare il dardo conficcato nel collo, poi si accasciò nel fango.

- Oh, no... ancora! - protestò debolmente prima di sprofondare in un sonno senza sogni.

 

 
 
 

Le paludi (continua...)

Post n°11 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da Tabita.G
 

Hanna riemerse dal buio.

Il dolore che l'aveva poco prima stordita, la riportò alla realtà, strappandole un sospiro di dolore.

Una mano sudicia le tappò la bocca.

Spalancò gli occhi e si specchiò dentro due enormi occhi blu. Un volto pallido, quasi argenteo, incrostato di sudiciume le si parò davanti. L'uomo si portò un dito alla bocca e le fece segno di tacere. 

Per un fugace secondo, Hanna non riuscì a reprimere un brivido. Paura e incantamento per quel volto così perfetto, così puro e dolce, ma allo stesso tempo teso e deciso le tolsero il fiato, ma subito dopo ricordò.

"La battaglia in mare, angeli in volo... freccia! Era lui!"

D'improvviso prese e divincolarsi morsa da una rabbia feroce.

"Può anche essere l'uomo più bello del mondo, ma ha cercato di uccidermi!"

Le sue dita si chiusero su attorno ad una sasso appuntito e afferratolo lo calò calò con forza sulla testa dell'uomo, che si accasciò su di un fianco barcollante. 

- Stupida femmina! - imprecò prima che gli si annebbiasse la vista.

 

 

 
 
 

Le paludi (continua...)

Post n°10 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da Tabita.G
 

Accovaciato su se stesso in preda agli spasmi, annaspò alla ricerca d'ossigeno. La ferita al fianco aveva ripreso a sanguinare copiosamente e per quella che gli sembrò un'eternità, continuò ad agonizzare in un interminabile dolore.

Ebbe l'impressione che qualcosa di molto pesante gli sfondasse il petto e solo la disciplina militare lo salvò dall'isteria.

Con estrema lentezza tornò padrone delle proprie azioni e, dopo qualche tentativo riuscì ad issarsi in piedi, barcollando, con la vista appannata ed il sangue ed il sudore a coprirgli il volto cereo come una maschera funebre.

Debole ed ansante sbirciò tra le canne alla ricerca della sua preda e, con costernazione vide che si era volatilizzata.

"No!"

Ondeggiò su se stesso, come se dovesse svenire da un momento all'altro.

"Se non avessi aspettato tanto a quest'ora mi sarei già risanato, sono stato un imbecille, imbecille!" ripetè costernato sbucando allo scoperto in cerca di tracce.

"Se solo non fossi stato assalito dal dolore!"

Poi le vide.

Le impronte s'addentravano in un intricato groviglio di vegetazione.

Disorientato corrugò la fronte "Nemmeno il più stupido dei Tiraremi si addentrerebbe mai in quella selva. Probabilmente mi trovo davanti ad uno degli esseri più imbecilli del pianeta!"

Un urlo improvviso sembrò confermare le sue supposizioni e, senza perdere un attimo, si aprì un varco tra le  canne.

"Per tutti i Custodi della Corona, non mi morire, stupida bestia, non mi morire!"

Fatti pochi passi, per poco non inciampò sulla femmina semi sepolta dai cespugli.

Il sangue colava denso attorno alla freccia d'argento conficcata nel suo braccio.

- Sei ancora più imbecille di quel che pensassi! - constatò afferrandola per un braccio e trascinandola senza troppi complimenti sul sentiero.

Sopraffatto dallo sforzo, le si sedette accanto, risucchiando l'aria a fatica.

Mentre cercava di riprendersi dallo sforzo, studiò la sua preda.

"Per essere una femmina, sei una femmina" appurò fissandole il petto che s'alzava e abbassava tra un rantolo e l'altro "Probabilmente adolescente, sei troppo minuta per essere una donna pirata... Forse un'amazzone?" continuò poco convinto "Una sirena è da escludere, troppo brutta e sgraziata"

La freccia però indicava senza ombra di dubbio che aveva partecipato alla battaglia e, di colpo, gli tornò in mente l'immagine della scialuppa, in balia delle onde e della freccia che lui stesso aveva scagliato.

Stupefatto sgranò gli occhi incredulo "Le mie frecce sono avvelenate, non può essere sopravvissuta... " e nello stesso momento, un altro terribile ricordo lo fece sospirare d'angoscia.

Per un istante rivide il suo compagno sfoderare la spada e colpirlo a tradimento, affondando la lama nel fianco.

- Quando porterò la triste notizia a corte il re sarà già morto e noi potremo finalmente costruire un regno di ricchezza e abbondanza! Salute alla mia Signora! -

Colto totalmente alla sprovvista, incredulo e confuso da quello che gli stava succedendo, non aveva avuto nemmeno il tempo di difendersi ed era precipitato nel vuoto, affondando nelle acque scure del mare.

Solo per il volere degli Dei si era salvato e, agonizzante, aveva raggiunto Le Paludi dove si era imbattuto in questo essere curioso e l'aveva inseguito.

Scosse la testa con vigore, scacciando le lacrime di rabbia che gli pizzicavano gli occhi e tornò a fissare la sua preda.

Incuriosito le alzò una palpebra e rimase sorpreso.

"Almeno adesso ho la certezza che non sei un pirata, ma allora cosa?!"

Indugiò sul volto incrostato di fango e sangue, quando un suono improvviso lo mise in allerta.

"Tiraremi!"

Un altro suono, acuto e prolungato, rispose al primo, questa volta più vicino.

"Troppo vicino!"

Preso dalla frenesia si guardò attorno cercando un riparo.

Poco lontano notò una specie di avvallamento semi nascosto da un basso canneto e, senza indugiare oltre, trascinò il corpo della femmina in quella direzione, acquattandosi nel fango accanto a lei.

Costernato notò la precarietà del suo nascondiglio, ma non ebbe il tempo di fare altro, che due grossi esseri bassi e tarchiati, simili a degli orsi, coperti da una folta pelliccia scura balzarono a pochi passi da lui, grugnendo e fischiando, lanciando richiami.

"Dannazione! Esploratori corazzati!" 

La cotta di piastre di legno cingeva il busto possente dei Tiraremi, le braccia muscolose e le grandi mani palmate stringevano i corni da caccia. Sul collo taurino, sotto la folta pelliccia, s'aprivano e chiudevano,  con schiocchi regolari le grandi branchie che permettevano loro di respirare anche sott'acqua.

La testa, piccola e sproporzionata si protendeva in avanti, ruotando a destra e a manca, fiutando l'aria, mentre gli occhi, scavati nella carne scura e grinzosa coperta di peluria saettavano attenti sopra la bocca, che si spalancava come una sottile fenditura da cui giungevano strani rumori schioccanti e gutturali.

Uno dei due passò oltre con un balzo, scomparendo lungo il sentiero.

L'altro s'immobilizzò nel punto in cui poco prima era scivolata la femmina e, grugenndo e facendo schioccare le branchie si mise a fiutare la zona, avvicinandosi al nascondiglio.

 

 
 
 

Le paludi (continua...)

Post n°9 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da Tabita.G
 

Hanna si riscosse guardinga. 

Le mosche ronzarono infastidite.

C'era qualcosa dietro al fitto canneto. 

A fatica si rialzò, cercando di muoversi in silenzio, il che risultò più difficile del previsto, visto che lo strato di fango le si era appiccicato ai pantaloni e i talloni si erano incuneati nel terreno, ma sgusciando e sbuffando riuscì ad indietreggiare, fino ad un groviglio di canne e cespugli, tenendo d'occhio il punto da cui provenivano quegli strani rumori.

Con il braccio buono, cercò di aprirsi un varco, stando bene attenta a non sfiorare la punta della freccia con qualche movimento involontario.

"Prima o poi dovrò estrarla" pensò inorridita.

Fu un attimo. Un brandello del pigiama s'impigliò in una canna, che si piegò senza spezzarsi e dopo pochi passi, Hanna si sentì sbalzare all'indietro caracollando miseramente tra la vegetazione.

Presa alla sprovvista non ebbe il tempo di proteggersi la spalla ferita. Una scarica bruciante le risalì il braccio e, incapace di trattenersi prese ad urlare dal dolore, mentre davanti agli occhi esplodevano miriadi di puntini colorati.

 

 

 
 
 

Le paludi (continua...)

Post n°8 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da Tabita.G
 

Dietro un fitto canneto, una figura nascosta osservò la scena sconcertata.

Non si era mai trovata davanti ad un esemplare così idiota come quella femmina seduta nel pantano.

Un fugace sorriso divertito gli increspò le labbra, ma fu un attimo, spazzato via dal dolore pulsante al fianco.

Inalò a fatica l'ossigeno rarefatto di quell'aria satura di umidità e anidride carbonica, ma i suoi polmoni abituati alle immense distese del cielo gli si strinsero nel petto indolenziti.

La penombra lo circondava e solo di rado sottili raggi di sole s'intrufolavano attraverso l'intrico dei rami sulla sua testa.

Uno spasmo più forte l'assalì d'improvviso, laddove la spada aveva lacerato la carne, affondando nel fianco in profondità.

Sopraffatto vacillò, trattenendo a stento un mugolio. Dal naso uscì copioso un liquido caldo dal sapore ferrigno.

"Non posso più perdere tempo"pensò guardandosi le dita sporche di sangue.

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: Tabita.G
Data di creazione: 08/02/2012
 

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"...come quand'ero piccola e nel bel mezzo della notte chiamavo la mamma perchè avevo sentito un rumore sotto il letto o dentro all'armadio. Lei allora socchiudeva la porta, i capelli scarmigliati sul viso assonnato e si infilava nella stanza per rassicurarmi ch'era tutto a posto, che andava tutto bene. Adesso vorrei tanto fosse qui, per rassicurarmi ancora, per riaprire gli occhi e scoprire che l'incubo è finito e ritrovarmi in quel letto, in quella vita di cui tanto detestavo la monotonia che ora rimpiango" disse Hanna al drago.

 

 

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