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Troll:

Post n°45 pubblicato il 14 Luglio 2008 da matoluzahan
 

se lo conosci lo eviti, se conosci te stesso non ti massacra gli zebedei.

Capita spesso nelle chat, come nella vita, di avere a che fare con individui capaci di farci trasalire e scaturire in noi reazioni incontrollabili e violente (almeno dal punto di vista verbale).
Anche se è ormai noto che, soprattutto in chat, il metodo migliore per affrontare provocazioni è evitarle ed ignorare il provocatore non sempre questo risulta facile da applicare.
Attribuire unicamente la colpa a comportamenti altrui e a cause a noi esterne tende a farci ricadere nell’ipocrisia[1].
Infatti, ciò che reputiamo come un’intollerabile offesa per noi, spesso è totalmente ignorata da atre persone che considerano (grazie alla consapevolezza della bassezza di tali affermazioni) la cosa indegna di attenzione particolare e, quindi, di coinvolgimento emotivo.
Se ne può facilmente dedurre che, quindi, la provocazione attecchisce facendo prevalentemente leva su problemi sepolti in noi.
Tali provocazioni, infatti, evocano lati del nostro carattere che non accettiamo e tendiamo a nascondere anche a noi stessi. Il riaffiorare di questi problemi, che celiamo senza mai affrontare ci rende insicuri, e ci porta a difenderci con reazioni aggressive.
La stessa ipocrisia[1] ed altri aspetti caratteriali, spesso evidenti in chat, quali egocentrismo[2], istrionismo[3], mitomania[4] e narcisismo[5] tendono a sfociare nell’invidia[6] verso chi ci appare più integrato in ambito da cui portano all’esclusione.
Tale invidia, per sua natura, ci spinge a utilizzare la provocazione come elemento socialmente distruttivo (essendo esso tra i pochi disponibili in una chat).
Quando tale sentimento comincia a sopraffarci rischia di diventare, col suo crescere, un’ossessione che tende a trasformarci in troll-parttime (persone che si creano account alternativi unicamente allo scopo di provocare) fino ad arrivare a dedicarsi unicamente alla provocazione ed essere troll full time.
Spesso il troll è inconsapevole di tale situazione e la giustifica (sempre ricorrendo all’ipocrisia) con una forma di lotta e tutela dei (propri) diritti.
Riporto sommariamente i citati aspetti caratteriali senza la pretesa di approfondirli scientificamente (dal momento che non ne ho capacità ne titolo) ritenendo che possano aiutare ad individuarli meglio soprattutto quando sollecitati dai provocatori.
Una volta imparato il meccanismo delle provocazioni esse non hanno più potere su di noi e possono, anzi, offrire lo spunto per individuare e risolvere i nostri lati negativi.

 

[1] Ipocrisia
Il comportamento ipocrita è strettamente associato all'errore fondamentale di attribuzione, in cui l'individuo è portato a spiegare e giustificare il proprio comportamento come dovuto in gran parte a cause ambientali ed estranee, mentre attribuisce le azioni degli altri a caratteristiche innate.
Alcune persone ingenuamente commettono degli errori di valutazione riguardo ai propri comportamenti caratteriali, che proiettano negli altri, auto-ingannandosi.
L'ipocrisia psicologica è generalmente interpretata dai teorici come un inconscio meccanismo di difesa più che un volontario inganno.
(tratto da wikipedia)

 

[2] Egocentrismo
La persona egocentrica è portata a ritenere che non esistano differenze tra individui e, soprattutto, tra il pensiero degli individui.
Tutti devono pensarla come l'egocentrico. Le persone che interagiscono spesso annuiscono per opportunità, difficilmente condividono il suo pensiero, la comprensione è solo apparente, banale, costruita.
Si evita il confronto per rassegnazione riguardo il risultato.
Per questo motivo, la persona egocentrica è destinata a scardinare i propri rapporti ed a rimanere sola.

 

[3] Istrionismo
Il soggetto istrionico mostra una ricerca di attenzione; tende a esagerare i propri pensieri e sentimenti, facendo sembrare ogni cosa più importante di quando non sia in realtà.
Ha un bisogno senza fine di rassicurazione: può mettere in atto i sui impulsi sessuali per confermare a se stesso di essere attraente nei confronti dell'altro sesso.
Mostra crisi di collera, lacrime e accuse se non è al centro dell'attenzione o non riceve apprezzamento o approvazione.

 

[4] Mitomania
Aspetto spesso derivante dall’istrionismo, che tende a portare l’individuo a indossare maschere fino ad arrivare a mentire su se stesso per suscitare interesse.
Il mitomane talvolta è cosciente della natura fantastica del suo racconto, talvolta invece finisce con il crederci tanto è viva la sua partecipazione affettiva.
Esperto nella suggestione e nell’inganno, evita di esporsi al crollo depressivo che può sortire dal deludente impatto con la vita reale.
Caratterizzata da mancanza di autonomia e forte suggestionabilità, tendenza a lasciarsi andare alla propria immaginazione e deboli tendenze alla sublimazione.

 

[5] Narcisismo
Il sintomo principale del narcisismo è un deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui ed è caratterizzato da una particolare percezione di sé del soggetto definita "Sé grandioso".
Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé (ovvero una forma di amore di sé in realtà fasulla) e difficoltà di coinvolgimento affettivo. Il narcisista manifesta una forma di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole, e le cui conseguenze sono tali da produrre nel soggetto sofferenza, disagio sociale o significative difficoltà relazionali e affettive.

 

[6] Invidia
L'invidia può provocare uno stato di profonda prostrazione: in taluni casi, l'invidioso può assumere comportamenti molto aggressivi e il tentativo di sminuire l'invidiato può raggiungere toni esasperati, arrivando anche al pubblico disprezzo e alla pubblica derisione, come a dire: "io sto male per colpa tua, perché tu metti in luce la mia inferiorità; allora devo assolutamente evidenziare le tue mancanze, i tuoi difetti, facendoti sentire ridicolo: farò in modo che anche tu soffra". Se, tuttavia, il progetto dell'invidioso fallisce, egli si sentirà sempre più debole e ridicolo.
(tratto da wikipedia)

 

Importante: Le informazioni fornite sono di natura generale e con una finalità puramente divulgativa. Non possono sostituire in alcun caso ed in nessun modo l'intervento di un professionista qualificato, quale lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra o il neuropsichiatra infantile. O, nei casi specifici e nei limiti delle loro competenze, di altri professionisti afferenti alla sfera socio-sanitaria, quali infermieri professionali di area psichiatrica, tecnici della riabilitazione psichiatrica, logopedisti, etc.
Tali informazioni hanno unicamente un fine illustrativo e non consentono di acquisire la conoscenza e l'esperienza indispensabili per il loro uso o pratica.

 
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Commenti al Post:
LaVoceDiDigiland
LaVoceDiDigiland il 14/07/08 alle 22:46 via WEB
E non sai quanto hai ragione , bel post , complimenti ;)) Grazie
(Rispondi)
sonia555
sonia555 il 15/07/08 alle 00:28 via WEB
ottimo mato,sante parole... bravissimo
(Rispondi)
fasediluna
fasediluna il 21/07/08 alle 09:42 via WEB
Ciao Mato, leggendo il tuo post la mia attenzione cade sull'aspetto della parte oscura che è in tutti noi.L'eliminazione è impossibile, ma esiste la possibilità di neutralizzare certi atteggiamenti o perlomeno rendeli meno aggressivi, riconoscendoli ovvio. Questo lavoro di riconoscimento oltre a essere mèta conciliante verso noi stessi, può far scaturire quella tolleranza che a lungo andare, si rivela un'adozione positiva per noi stessi e verso gli altri. BUONA CONQUISTA a tutti ;) CIAO //FRA.
(Rispondi)
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