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Un blog creato da vocedimegaride il 09/11/2006

La voce di Megaride

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"ARGO" (dim.di LETARGO) il caporedattore de "LA VOCE DI MEGARIDE"/blog, coraggioso foglio indipendente, senza peli sulla lingua... ne' sullo stomaco!
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http://www.napoletano.info/auto.asp

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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Qualcuno la chiama MOBILITA'

Post n°276 pubblicato il 23 Aprile 2007 da vocedimegaride
 

di Emanuela Rullo, giovane emigrante dell'ultima generazione.

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Lontano, ove il tempo tesse cinico la sua tela; lontano, estirpati dal proprio sistema sociale; lontano da casa, dagli affetti, dalla propria vita; lontano per un lavoro, per la possibilità di costruirsi un futuro - ma un futuro in bianco e nero - senza i colori del proprio mondo. Lontano, senza avere scelto, privati della possibilità di vivere in maniera completa la propria esistenza.  Il fenomeno dell’emigrazione giovanile meridionale, un’emigrazione interna, silenziosa, continua ed ignorata, che ogni giorno trasferisce, dal sud al nord del paese, capitale umano e forza lavoro, alimenta il progressivo impoverimento del Mezzogiorno d’Italia esautorando lo stesso oltre che della possibilità di migliorare la propria condizione economica, della forza di combattere sentimenti come la rassegnazione e l’assuefazione allo stato attuale delle cose, sentimenti che sempre più costituiscono una seria minaccia alla sopravvivenza stessa del suo sistema sociale. Non sarà, difatti, il perpetrarsi di uno stato di arretratezza economica né il gozzovigliare di malavita organizzata, né la perdurante assenza dello stato e dei suoi rappresentanti a svilire e progressivamente ad uccidere la mia Terra, bensì la morte della speranza, la rassegnazione, l’assuefazione, il suo popolo che si arrende e progressivamente muore. Essere emigrante vuol dire vivere in un luogo che non è la propria Terra, tra strade e volti che per te non significano nulla, solo e smarrito nei vicoli di un’esistenza che diventa lento scorrere di ore e di giorni, spesso in attesa del ritorno a casa.  Alcuni certo obietteranno come non sia corretto definire emigrazione il trasferimento per motivi di lavoro di un giovane meridionale nell’altra terra di lavoro, purtuttavia Io, Emanuela Rullo, nata ad Avellino il 10 ottobre del 1977 non sono altro che un "emigrante", e lo sono perché per ragioni estranee alla mia volontà ho trasferito la mia dimora in un luogo che non è la mia casa, che questo luogo sia a trecento, milleduecento o a svariate migliaia di chilometri di distanza, poco importa. Nel settembre 2003, a poco più di un mese dalla mia laurea in economia, ho abbandonato la mia Terra per entrare a far parte di quello che io definisco “Il popolo degli emigranti”. E come me, infatti, gran parte dei miei parenti e amici e conoscenti sono a tutt’oggi emigranti, ed in quanto tali ignari protagonisti di una piccola fetta di storia, che nessuno ritiene necessario raccontare. Ed è proprio per dare voce al loro ed al mio dolore, eimmagine insieme alla nostra indignazione e al nostro rimpianto, che nasce questa mia testimonianza, "...il mio bisogno di urlare al mondo che Io esisto e che esiste un fenomeno ovvero quello dell'emigrazione giovanile meridionale di cui nessuno parla, che nessuno denuncia come fosse nel corso normale delle cose, e che invece è ormai una valvola di sfogo fuori controllo che svilisce la mia Terra e incatena il futuro del mio popolo", parole che andrebbero scolpite nella roccia, tanto è amaro il ripetersi di qualuque voce ufficiale del potere, delle istituzioni, che afferma che l'emigrazione giovanile non esiste, che l'emigrazione è finita, che al limite si tratta di mobilità, e tu non sai che fare, sebbene sia talmente evidente che non è così (Alessio da Bruxelles). Ad ogni individuo dovrebbe essere riconosciuto il diritto di vivere la propria esistenza nel luogo ove più desidera ed essere privato di questa possibilità rappresenta una sorta di minaccia all’esistenza stessa dell’individuo (Luisa da Latina). Spesso, infatti, non ci si adatta mai alla nuova terra in cui ti è toccato emigrare e inoltre al ritorno a casa sei uno straniero in Patria, uno "che ha immaginefatto la cosa giusta..." (dicono), uno che cammina nella SUA città come uno stonato ricordando cose, persone e luoghi che ormai esistono solo nella sua memoria. Uno che si incazza quando si sente dire "che è stato furbo", perché "ccà nun se pò campa’, ‘a  fatica nun ce stà, ci arrangiamo come possiamo, ma tu no,’n 'copp fai ‘o signore..."... (salvatore di aversa) “perché è vero può essere doloroso affacciarsi alla finestra la mattina e vedere una città che non si sente propria... ma per una persona che è rimasta giù ve ne sono di molto più dolorose, perché Noi al sud sembra che ce la mettiamo tutta per non cambiare le cose, sembra che ce la mettiamo tutta affinché i nostri giovani continuino ad emigrare. Ce la mettiamo tutta affinché chi ha voglia di lottare si divida e non si unisca. E voi? ed i vostri figli? Bè, voi continuerete, in questo modo, a restare dove siete e noi continueremo a lottare.... inutilmente.” (antonio da napoli). Così accade che chi è emigrato e chi non s’invidia vicendevolmente poiché ognuno vede nella disponibilità dell’altro ciò cui ha rinunciato ed entrambi portano il peso di un’esistenza colma di rimpianto. A tutti loro, a chi è rimasto, a chi ha dato tutto, a chi ha preso troppi calci, a chi è andato troppo lontano e per troppo tempo e casa è meglio che se la dimentica perché non c’è più nessuno, ecco io dedico la mia testimonianza e la mia rabbia nella speranza che questa voce possa trovare finalmente ascolto e tutto questo dolore, finalmente, comprensione e rispetto, e tutto ciò nella speranza di trovare loro un condotto e veicolarli in primo luogo al mio popolo, perché possa ritrovare la forza di combattere, e in secondo luogo all’Italia, quest’Italia di brevi orizzonti, che sembra non comprendere che il conflitto tra Nord e Centro-Sud non esprime altro che la stupidità e la cecità di un popolo che non valorizza le proprie risorse e che non riconosce se stesso come appartenete ad un unico sistema chiamato a perseguire il medesimo fine e a condividere la medesima sorte. (E.R. www.iocolibri.it)

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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