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Contrada, smettila con i dispetti! Falli contenti: muori!

Post n°714 pubblicato il 20 Giugno 2008 da vocedimegaride
 

Catania 20 giugno 2008 - Al Sig. MINISTRO DELLA DIFESA On.le Avv. Ignazio La Russa e p.c . Al Sig. MINISTRO DELLA GIUSTIZIA On.le Angelino Alfano

Oggetto: detenuto BRUNO CONTRADA – trasferimento al “Celio”
Con ordinanza 19/6/2008 il Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, Dott.ssa Daniela Della Pietra, ha rigettato, per l’ennesima volta, l’istanza di differimento pena o di detenzione domiciliare nei confronti del Dott. Bruno CONTRADA, detenuto presso il Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere. Non essendo ancora in coma … Bruno Contrada può stare dov’è! Nella parte motiva di detto provvedimento si legge anche quanto segue: “…Da ultimo si prende atto della disponibilità, di cui alla nota pervenuta a questo Ufficio in data 18.6.08, espressa dal Ministero della Difesa al ricovero del Contrada presso la struttura sanitaria militare “Celio” di Roma, sollecitata dal difensore. Questa A.G. non ritiene però che ricorrano i presupposti per addivenire a un tale provvedimento: non clinici, atteso che l’istituto penitenziario non ha fatto a questo A.G. alcuna richiesta di ricovero ex art. 11 l.p. (a cui, peraltro, si accede in caso di necessità diagnostiche non fronteggiabili in istituto o di particolari urgenze, il che ovviamente esclude – de facto – che in tali casi si possa fare riferimento a una struttura posta a oltre duecento chilometri dal carcere), e non giuridici atteso che, non esistendo presso l’ospedale del “Celio” un centro clinico penitenziario e non ricorrendo le ragioni di cui prima, si darebbe luogo a un ricovero in quel nosocomio “sine die”, con continuo piantonamento del detenuto da parte dei Carabinieri, il che è escluso dalla natura stessa dell’istituto di cui discute. E’ già stato detto, peraltro, in altri provvedimenti che la fruizione dell’opzione di espiare la pena presso il Carcere Militare riconosciuta agli appartenenti alle Forze dell’Ordine, qual è l’istante, condannati per reati ordinari, non può comportare un’applicazione dell’ordinamento penitenziario “diversa” in ragione di carenze strutturali – peraltro note a coloro che dell’opzione si giovano – e che, ovviamente, non possono essere ascritte all’A.G.”. In altre parole: hai scelto Tu il regime di detenzione militare, per cui adesso non Ti lamentare stai zitto e soffri!

Devo necessariamente prendere atto che il Magistrato di Sorveglianza di cui sopra si arroga poteri che non gli competono per legge e per regolamento. Detto Magistrato di Sorveglianza, infatti, non è l’Autorità Giudiziaria avanti a cui pende il procedimento penale di cognizione, che semmai può esprimere meri pareri (non vincolanti peraltro) – e non decisioni - sul trasferimento del detenuto; Egli è competente solo ed esclusivamente ratione territorio, in quanto l’unico carcere militare italiano oggi in funzione si trova in quella giurisdizione, per istanze riguardanti la competenza del Giudice di Sorveglianza (liberazione anticipata, detenzione domiciliare per motivi di salute,ecc..). Il Magistrato non ha alcun potere sul trasferimento dei detenuti, siano essi militari o civili, e il Ministro della Giustizia, che legge per conoscenza, può confermare. Se fosse ancora aperto il carcere di “Forte Boccea” di Roma o di Gaeta, o di Peschiera, l’Amministrazione Militare avrebbe potuto autonomamente decidere il trasferimento senza dar conto alcuno. Ciò detto, va precisato quindi che, per comprendere la normativa applicabile nel caso in parola, bisogna fare riferimento innanzitutto allo status giuridico del Dott. CONTRADA e verificare quali sono le disposizioni applicabili ai soggetti ristretti in istituti di pena militari, ancorchè non militari. Nel caso di detenuti comuni (definitivi e non) è noto che la destinazione del luogo di detenzione, carcere o CDT (nel caso in cui vi siano motivi di salute che lo richiedano), compete al Ministero della Giustizia e segnatamente al D.A.P. (Direzione Amministrazione Penitenziaria). E’ escluso, quindi, che sia potere della Magistratura di Sorveglianza decidere la destinazione di un detenuto (definitivo o no che sia). Per quanto riguarda CONTRADA oltre questo dato acclarato dobbiamo fare riferimento anche alle norme che riguardano i detenuti militari, ovvero ai soggetti comunque ristretti in istituti di pena militari. Essendo il Dott. Bruno CONTRADA un ex Dirigente Generale della Polizia di Stato, come è noto egli ha optato, così come previsto dalla Legge (art. 79 L. 1/4/81 n. 121), per la detenzione nel carcere militare, anziché   in un carcere comune: egli ha operato una scelta che gli offriva, e gli offre tuttora, il nostro ordinamento positivo vigente. E’ risaputo che per i detenuti comuni, specie se anziani ed ammalati, il DAP provvede anche di sua iniziativa, ove necessita, a trasferirli nei Centri Clinici dell’Amministrazione Penitenziaria (V. Messina, Milano, Reggio Emilia, Torino, Secondigliano, ecc.) senza alcun bisogno di un provvedimento del Magistrato. Ed ancora: Nel decreto 11/4/1997 del Ministero di Grazia e Giustizia (si chiamava così allora il Dicastero di Via Arenula) all’art. 6 si legge: “è escluso il trasferimento al Corpo di Polizia Penitenziaria del servizio traduzione e piantonamento dei detenuti militari e dei soggetti comunque ristretti in istituti di pena militari”.Or contravvenendo al preciso disposto normativo e regolamentare di cui sopra, nel dicembre scorso la Dott.ssa Daniela DELLA PIETRA, sua sponte, ha ordinato il ricovero del CONTRADA presso il reparto detenuti (denominato “Palermo”) dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, gestito da sempre dal Corpo di Polizia Penitenziaria, obbligando così il Dott. CONTRADA, contrariamente alla sua volontà (legge 121/81), a stare in un reparto insieme ai detenuti comuni. Oggi le condizioni di salute fisiche e psichiche del settantasettenne ex Dirigente Generale della Polizia di Stato si sono ulteriormente aggravate, anche se la Dott.ssa DELLA PIETRA denega reiteratamente il beneficio del differimento pena o della detenzione domiciliare, e ciò risulta comprovato dalle congrue e motivate relazioni pubbliche e private dei sanitari, ma valga per tutte quella della Direzione Sanitaria Infermeria Speciale del Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere. Per queste ragioni, preso atto che il Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere rimaneva ferma nelle proprie convinzioni, anche se contraddittoriamente aveva affermato che “non ignora l’età dell’istante, né che trattasi di persona che, in ragione delle patologie di cui è affetto, necessita di un continuo monitoraggio” (cfr. sua ordinanza 12/5/08), questo difensore riteneva di dover fare istanza al Ministro della Difesa, quale Capo dell’Amministrazione Militare, unica competente (parliamo – ripeto - di soggetto ristretto in istituto militare), per il trasferimento del detenuto Bruno CONTRADA all’Ospedale Militare del Celio di Roma, non esistendo in Italia CDT militari. Purtroppo il Dott. Bruno Contrada è vecchio ed ammalato, e lo sanno anche le pietre in Italia! Leggiamo nella predetta ordinanza, oggi depositata dal Magistrato di Sorveglianza, che la Dott.ssa DELLA PIETRA - attribuendosi i poteri del Capo di Stato Maggiore della Difesa o del Capo del D.A.P.  (poteri che essa non ha) -  nega il trasferimento al “Celio” di Roma, assumendo addirittura un atteggiamento critico rispetto all’eventuale piantonamento del detenuto da parte dei Carabinieri. Ma cosa c’entrano i Carabinieri? Il Magistrato di Sorveglianza evidentemente non è a conoscenza del fatto che il carcere militare, così come l’eventuale detenuto militare che viene ricoverato in un ospedale militare, non viene piantonato dai Carabinieri (che semmai provvedono alla traduzione): coloro che per Legge e per regolamento svolgono le funzioni di Polizia Penitenziaria in dette strutture (carceri militari ovvero ospedali militari) sono solo gli appartenenti alle Forze Armate e segnatamente i soldati e i graduati dell’Esercito Italiano, cosa di cui essa dott.ssa DELLA PIETRA non è tenuta minimamente a preoccuparsi (allorché il Dott. CONTRADA è stato ricoverato al nosocomio civile di S.M.C. Vetere vero è che è stato piantonato dai Carabinieri, ma là è cosa diversa). Purtroppo, la disponibilità al detto trasferimento, immagino garbatamente espressa dal Ministero della Difesa -  in questa tanto triste, quanto singolare situazione - non è stata ritenuta sufficiente dal Magistrato che, evidentemente, non è a conoscenza del fatto che il Dott. Contrada non è persona soggetta alla sua esclusiva giurisdizione: la dott.ssa Daniela DELLA PIETRA è sì il Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, MA NON E’ IL MAGISTRATO DI SORVEGLIANZA DI BRUNO CONTRADA!  Alla luce di quest’ennesima presa di posizione del detto Magistrato di Sorveglianza, che addirittura rigetta una richiesta sulla quale non ha competenza, sommessamente non posso fare a meno di invitare il Sig. Ministro della Difesa ad intervenire direttamente (così come fece l’allora Ministro della Difesa, Arnaldo Forlani, che nel 1976, proprio a seguito delle gravi condizioni di salute del Generale Herbert Kappler, ne dispose d’iniziativa il trasferimento dal carcere militare di Gaeta all’ospedale del “Celio” di Roma) disponendo d’imperio il trasferimento, dell’ex Dirigente della Polizia di Stato Bruno CONTRADA, dal Carcere Militare di S. Maria Capua Vetere all’Ospedale Militare “Celio” di Roma.Si allega per documentazione copia dell’ordinanza depositata in data 19/6/2008 dal Magistrato di Sorveglianza di S. Maria Capua Vetere dott.ssa Daniela Della Pietra.
Con ossequi - Avv. Giuseppe Lipera
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CONTRADA: LABOCCETTA,DOPO ACCUSE BARBATO CHIEDO GIURI' ONORE NAPOLI  - (ANSA) - NAPOLI, 20 GIU - "Ho chiesto alla Presidenza della Camera dei Deputati un giurì d'onore per essere stato pesantemente offeso in aula ieri dall'on. Francesco Barbato, appartenente al gruppo dell'ex ministro Antonio Di Pietro, con l'accusa di essere amico dei mafiosi e di essermi prodigato per far uscire dal carcere un soggetto condannato per mafia". E' quanto dichiara Amedeo Laboccetta, deputato del Pdl. "E' vero - continua Laboccetta - mi sto occupando dal 2 giugno scorso del caso umanitario del dottor Bruno Contrada, dirigente generale della Polizia di Stato. Mi sto occupando cioé di un uomo che ha 77 anni, che sta morendo nel Carcere Militare di S. Maria Capua Vetere perché affetto da 24 gravi patologie, e che secondo il dirigente sanitario della struttura penitenziaria è assolutamente incompatibile con la detenzione. Del caso Contrada si sono già occupati oltre cento deputati, il governo Berlusconi attraverso il ministro della Difesa La Russa, e se ne sta occupando il Capo dello Stato attraverso il suo Consigliere per gli Affari dell'Amministrazione della Giustizia. Allora, sono tutti mafiosi, o amici dei mafiosi?". "Contrada - conclude Laboccetta - ha già scontato 5 anni di carcere. Non vede la moglie da 13 mesi e 7 giorni e si sta spegnendo lentamente. Al Celio la magistratura italiana ha permesso ad Erich Priebke di potersi curare, così come aveva già fatto in precedenza per Kappler. Ma quel che è stato concesso a due criminali nazisti sembra non debba valere per Bruno Contrada. Io non lo accetto e, soprattutto, non mi lascio intimidire dall'on. Antonio Di Pietro e dai suoi uomini e continuo la mia battaglia umanitaria.
 

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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