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Dagli amici di Agrigento

Post n°763 pubblicato il 08 Agosto 2008 da vocedimegaride
 

Nell'attesa di rendere pubblico in rete lo special  di Lelio Castaldo su Bruno Contrada per TeleAcras, conosciamo meglio il noto anchor-man e la realtà in cui opera.
A tu per tu, con Lelio Castaldo
stralcio da un'intervista di  Gian Joseph Morici

È una calda giornata d’agosto e la striscia d’asfalto del lungomare di San Leone, sembra un nero serpente di fuoco. Seduto al tavolo di un bar, c'è Lelio Castaldo, conduttore del programma “Opinioni” e direttore di agrigentoweb, così ne approfitto per sedermi un attimo anch’io all’ombra, scroccargli una bibita gelata e scambiare quattro chiacchiere. Lelio, che si sta apprestando a partire per le ferie, credo si trovi già con il pensiero nel luogo di destinazione, ma, le mie domande, lo riportano bruscamente con i piedi a terra, in questa sua amata, ma a volte scomoda, città…
Un argomento di grande attualità, che ci riguarda da vicino, altro non  fosse che per il fatto che il Guardasigilli è agrigentino. Il lodo Alfano:
Il lodo Alfano è nato una decina d’anni fa, quando Angelino Alfano non era ancora Angelino Alfano; molti ricorderanno la vicenda Scalfaro, Presidente della Repubblica, che adoperò la frase: “io non ci sto…”. Non riesco a comprendere la meraviglia di alcuni apparati  politici, con a capo Di Pietro, il quale, a suo tempo non provò lo stesso disgusto odierno per Berlusconi; allora si parlava di fondi neri del Sisde che, mensilmente e a palate giungevano a Scalfaro. Quindi, c’era già un lodo Alfano, solo che all’epoca, non aveva né nome né  ufficialità…
 Esiste ad Agrigento un “caso giustizia”?
Leoluca Orlando Cascio, aveva coniato la frase: “il sospetto è l’anticamera della  verità”. Non si può dimostrare nulla di ciò ch’è successo, in questi venti anni ad Agrigento, ma ci sono fatti e circostanze, che ti lasciano quel fumus del dubbio che, senza entrare nel merito dell’onestà intellettuale del magistrato, ti fanno chiedere tanti “perché?”. Agrigento è la patria degli “strillatori”! Ci sono stati processi, che  hanno avuto risalto nella loro fase iniziale, anche a livello nazionale. Molti di questi processi, sono poi finiti in una bolla di sapone. Primo fra tutti, quello delle somme urgenze, che ha massacrato uomini politici, ma anche le famiglie degli stessi. Qualcuno ha anche perso la vita. Poi, abbiamo visto che il tutto ha rasentato il grande bluff. Chi ha subito il carcere per una vicenda giudiziaria che forse non doveva neppure nascere, non solo non potrà mai dimenticare, ma si ritrova ancor oggi, ad averne avuto segnata la vita. Ci sono altri processi, nati grazie a qualche “strillatore” che ha dalla sua parte, non la minaccia, anche se certi interventi televisivi sono apparsi quasi intimidatori, ma ha comunque la possibilità di pubblicare libri,  affiggere manifesti, davvero inquietanti… Ad Agrigento, è successo che un capo della Procura, è stato messo al bando con manifesti, come si faceva una volta con i criminali.
Come si è reagito a tali comportamenti?
 
Non credo che lo stesso capo della Procura abbia fatto finta di ignorare questi incresciosi episodi. Tutto questo, comunque non sarebbe dovuto accadere. Questo forse è dovuto alla libertà che anche negli anni precedenti si è data a qualcuno, affinché potesse fare e sfare ciò che gli veniva in mente, facendolo sentire il reoccio della città. E questi sono i risultati…
Ma esistono anche comportamenti da parte della nostra magistratura, che hanno fatto molto discutere…
Sodano (ex sindaco di Agrigento), ha chiesto il legittimo sospetto, nei confronti di un PM, poiché si sentiva un perseguitato…

Seguendo le cronache giudiziarie, si ha l’impressione che a volte i processi promossi da taluni soggetti, abbiano tempi e modalità di svolgimento diversi da quelli promossi da altri…
Ti rispondo con un esempio che mi riguarda personalmente nel febbraio scorso, ho denunciato il cantautore Roy Paci, il quale in risposta ad un mio articolo, utilizzò termini ingiuriosi nei miei confronti. Della denuncia presentata a marzo alla Procura di Agrigento, a distanza di 5 mesi, non ho ancora alcuna notizia. Ho fatto una richiesta formale per conoscere lo stato delle indagini, ma non ho ottenuto ancora risposta alcuna. Cosa voglio dire con questo? È quantomeno singolare il fatto che per una vicenda che certamente non richiede un grande impegno investigativo (che indagini capillari si devono svolgere quando sei accusato di essere un leccaculo, un disonesto, l'antistato, con la lingua sporca di m..., genoflesso, paraculo ecc ecc? ); Roy Paci sappiamo tutti che appartiene ad una certa area politica. Figurati che dopo mesi e mesi ancora non so chi è il Pm che ha in mano questa vicenda giudiziaria.
 Ma ci sono anche vicende giudiziarie che hanno ben diverso corso…
Io, ho subito una condanna singolare da parte di una donna originaria di Canicatti, che credo si chiami Ferraro. Ho subito la condanna a 500 euro di multa, perché avevo scritto in un mio libro, copiando una frase riportata da atti d’indagine svolta dalla DDA di Palermo, che riguardava un soggetto politico, un ambientalista agrigentino. Ho fatto il copia-incolla, da un atto ufficiale, di un passaggio che riguardava questo soggetto indagato per mafia. La mia condanna, udite udite, scaturisce dalla fedele trascrizione di atti copiati da un’autorevole fonte, quale è la DDA. Volevo provare che quanto da me riportato sul mio libro, non era frutto di mie fantasie e che mi ero limitato semplicemente a copiare alcuni passaggi di un documento ufficiale. Ebbene, questa donna, ha ritenuto opportuno non acquisire agli atti quel documento, che sarebbe stato la prova provata del fatto che quanto da me riportato, non era frutto di miei vaneggiamenti, bensì, quanto dichiarato dagli autorevolissimi inquirenti della DDA.
Come ti spieghi quanto è avvenuto?
 Io non me lo spiego. Visto che io sono stato condannato per quanto copiato da un documento della DDA, avevo chiesto, arrivati a tal punto, che venissero accusati anche tutti quelli che avevano redatto quel documento. Quando mi sono posto il problema, e ho detto a questa donna nel corso di mie dichiarazioni spontanee: “mi scusi, io non posso difendermi se lei non accetta questo documento”; con fare anche rabbioso, questa donna mi ha detto: “questo Tribunale ha deciso così e lei non può assolutamente sindacare l’operato”. A quel punto, ho chiesto, non potendomi più difendere, se non fosse stato il caso di alzarmi e andarmene al mare…
 Questo cosa dimostra?
Il legittimo sospetto invocato da Sodano non è mera fantasia; i processi finiti in una bolla di sapone; qualche processo ancora in corso, come quello sul depuratore di Agrigento che, senza voler essere un buon profeta, mi sembra si stia avviando verso l'enorme bolla di sapone; quello che è successo a me in questo procedimento giudiziario che ho appena riferito; i silenzi inquietanti relativamente alla denuncia presentata nei confronti di Roy Paci. Tanti piccoli tasselli che ingenerano, e non solo in me, una serie d’interrogativi per i quali siamo tutti ancora in attesa di una risposta…
Restando in tema di giustizia, noi abbiamo una Procura, che, definita “di frontiera”, registra una carenza di magistrati… Cosa ne pensi tu di questa fuga di magistrati da Agrigento?
 
Bisogna distinguere il tipo di “fuga”. Se c’è un trasferimento ad altra sede, che rappresenta un avanzamento, e quindi un miglioramento della carriera, è un conto. Altro, invece è la “fuga per la vittoria”. Cioè la fuga da una città dove il clima è da vent’anni, certamente avvelenato. Mi auguro che queste “fughe”, non siano dettate dal fatto che il Ministro della Giustizia è di Agrigento e che qualcuno possa essere agevolato da questa presenza agrigentina. Questa, non sarebbe una gran bella cosa, non sarebbe una promozione, ma solo un fatto di circostanza e di opportunismo.
Ma Alfano, conoscendo la realtà agrigentina, non dovrebbe sguarnire la nostra Procura per…
Per un magistrato che và via, dovrebbe essercene uno che viene…
Ma non conoscendo gli atti dei procedimenti in corso, finirebbe con il penalizzare tutto ciò che è stato fatto, anche sul fronte dell’antimafia. E proprio sul fronte dell’antimafia, voglio chiederti cosa ne pensi di questi imprenditori che iniziano a ribellarsi al racket…
Mi dispiace rispondere con una certa durezza. Alcuni di questi  imprenditori a cui fai riferimento, potrebbero essere chiamati con il più classico “collaboratori di giustizia”. Basti pensare al concetto che noi abbiamo di “collaboratore di giustizia”. Per esempio: Brusca è un collaboratore di giustizia! Di Gati, è un collaboratore di giustizia! Ma tu comprendi che il cittadino, pur apprezzando il lavoro dei collaboratori di giustizia, quando sono sinceri, non dimentica comunque lo spessore criminale di questi uomini, prima che decidessero di saltare il fosso. Giovanni Brusca, è stato Giovanni Brusca, prima di diventare pentito. L’accostamento è brutto e inopportuno con gl’imprenditori che denunciano. C’è gente che ha perso la vita, per non  essersi piegata al racket, ma c’è anche chi prima è stato…poco incline alle leggi. Si passa cioè, dall’essere grandi corruttori a collaboratori.

Quindi, non più vittime, ma carnefici…
Esatto! Io non condivido il fatto che tu, per 2, 3, 4… anni, sei andato forse nella  direzione opposta a quella della giustizia e poi quando ti senti franare sotto il terreno, perché rischi di essere ucciso o arrestato, una mattina ti svegli, collabori e ti consegnano l’auto blu con la scorta, anzi l’auto grigia in questo caso. Ovviamente bisogna comunque riconoscere il valore dei collaboratori di giustizia…

 Ma, tra collaboratori e pseudo vittime, c’è una differenza: il collaboratore è tenuto a consegnare i beni illegittimamente acquisiti. Un politico, un imprenditore, che si arricchiscono grazie a bandi truccati, affidamenti illeciti o illegittimi, affari che spesso riguardano le “cose di mafia”, non sono collusi? Non dovrebbero essere anche loro sottoposti alle stesse misure? E perché quando si decide di “saltare il fosso” gli unici nomi che si fanno sono quelli dei “picciotti” mandati a mettere la bottiglia di benzina e non quelli di chi ha favorito questi percorsi e che, magari è organico ad un certo sistema.
 
Queste sono gran belle domande, alle quali se dovessi dare risposte personalissime, cosa che solitamente faccio, non so cosa rischierei davvero… Certamente sono domande, che dovrebbero essere poste allo Stato, ai giudici, a chi si adopera per aiutare questa gente, che nel momento in cui diventa un collaboratore di giustizia, entra in un limbo dorato: Ma ci sono altri che pur facendo la stessa cosa hanno pagato prezzi molto alti. Non avevano la scorta con l’auto grigia. C’è gente che non si faceva scrupolo di corrompere pur di ottenere un risultato e che a un certo punto, raggiunti gli obiettivi economici, si è tirata indietro.
 Quando si fa il nome di qualche politico, o lo stesso è morto o si trova gia in galera. Ma ci sono anche i casi che riguardano soggetti, nei cui confronti non esistono neppure gli estremi per aprire un procedimento…
Mi viene in mente l’ex sindaco di Siculiana, Giuseppe Sinaguglia, il quale è stato distrutto come uomo, come politico e come tutto. È anche uno stimato medico. Addirittura il pubblico ministero non ha chiesto nemmeno il suo rinvio a giudizio sulla vicenda che ha visto tanto scalpore mesi fa nella nostra provincia; ebbene oggi questo ex sindaco è un uomo finito. Io adesso vorrei capire chi deve restituire la dignità di uomo, di politico, di papà e di professionista a Giuseppe Sinaguglia.
Ma come mai, quando si decide di collaborare con la giustizia, i nomi che si fanno sono solo quelli di personaggi minori o di chi comunque è già oggetto di provvedimenti giudiziari? Non credi che dietro i grandi affari, ci siano ben altri livelli del mondo politico?
Io non credo al fatto che i “livelli superiori” rimangano impuniti. Secondo me è solo una questione di tempo. A meno che, non ci sono delle collusioni ben precise.

 Quanto sono utili i pentiti e fino a che punto sono attendibili?
Mi preoccupa la gestione dei pentiti. Qualche anno fa, ho intervistato a Roma il Presidente di 1^ Cassazione, Corrado Carnevale. Carnevale, il “giudice ammazza sentenze”, che come ben sai, venne poi assolto dalle accuse mossegli. Nel corso dell’intervista per “Opinioni”, Carnevale aveva dichiarato testualmente: “c’erano alcuni PM, che il giorno prima delle udienze che mi riguardavano, andavano nelle carceri, per far fare il ripasso ai pentiti, su quello che avrebbero dovuto dichiarare il giorno dopo nei miei confronti”. Questa è una dichiarazione pesantissima, pericolosissima, drammatica. Io pensavo che dopo simili dichiarazioni, mandate più volte in onda, si scatenasse un vero e proprio putiferio. Ed invece, non accadde proprio nulla...
La legge sui pentiti, prevedeva che la chiamata in correità da parte di due soggetti, secondo il cosiddetto “teorema Buscetta”, facesse prova. proprio per fare chiarezza ed evitare quanto sostenuto da Carnevale a proposito di dichiarazioni concordate, si rese necessaria la modifica della legge…
Proprio in questi giorni, sono stato a Napoli per incontrare la famiglia di Bruno Contrada. La vicenda Contrada, si basa proprio sul principio del teorema Buscetta, dove le dichiarazioni dei pentiti, diventano una quasi certezza di verità. Eppure, leggendo gli atti che riguardano Contrada, c’è da rimanere sbalorditi. Ci sono molte cose, che a voler usare un eufemismo, definirei strane. L’ultima delle quali, la scelta del Giudice di sorveglianza di mandare Contrada a Napoli agli arresti domiciliari a casa della sorella e non della moglie a Palermo,  poiché lo giudica oggi “socialmente pericoloso”. In 15 anni di processo, a Palermo, Bruno Contrada, non è mai stato giudicato da nessuno come soggetto socialmente pericoloso. Oggi, dopo 15 anni, dopo la sentenza di Cassazione… viene giudicato “socialmente pericoloso”.  Questo è un fatto, che deve farci riflettere. Cosa c’è, di vero dietro la vicenda di Bruno Contrada? Come mai, dopo 15 anni, diventa socialmente pericoloso solo nel giro degli ultimi 20 giorni? Questa è un’altra “stranezza”…
Un po’ come le “stranezze” che hanno riguardato il Crimor, che dopo aver ottenuto grandi successi nella lotta alla mafia, infine viene sciolto e molti componenti finiscono sotto processo. Dal capitano Ultimo, al colonnello Mori, che successivamente vengono assolti… Senza fare i colpevolisti o gl’innocentisti, c’è da chiedersi come mai avvengano di queste cose…

 
Senza fare i colpevolisti nè gl’innocentisti… Noi stiamo esaminando una serie di fatti e circostanze, che inevitabilmente ingenerano notevoli dubbi su quello che succede in questo apparato. Senza voler difendere nessuno, i “perché” sono più che legittimi e in certi casi inquietanti. Come ha detto il fratello di Bruno Contrada, da me intervistato, “c’è una prima sentenza di condanna, che quando il giudice la legge, dice: in nome del popolo italiano…” in appello, questa sentenza di condanna viene ribaltata e la frase inizia sempre con “in nome del popolo italiano… Ma non è sempre lo stesso popolo che emette due giudizi diversi?
Ricordo il caso dell’omicidio del maresciallo Guazzelli, quando prima vennero condannati appartenenti alla “stidda” e poi successivamente, sempre su accuse di pentiti, i killer di “cosa nostra”. Due organizzazioni diverse, opposte…
Gian Antonio Stella, parlò di casta dei politici… è fin troppo facile parlare di “casta”. Secondo me esiste un'altra casta ben definita, spessissime volte impunita anche a seguito di clamorosi errori giudiziari. Ma è uguale per tutti o no questa benedetta legge? La morte, non è solo un fatto biologico. Una condanna, un ergastolo, non sono la morte civile di un uomo? Il magistrato non deve avere contezza di questo? Corrado Carnevale essendo stato molte volte presidente di commissione giudicante per giovani che volevano intraprendere la carriera di magistrato, in quella famosa intervista, ad un certo punto fece un esempio: “Vuoi laurearti in legge? Vuoi fare il magistrato? Bene, appena laureato esci dall'ateneo e vai dritto in carcere per un mese! Vai a provare cosa significa il carcere. Sicuramente nel giudizio di una sentenza tale esperienza avrà il suo effetto..."
Ma esiste anche un rovescio della stessa medaglia. Dalle condanne facili, si passa, e qui mi riferisco ad Agrigento, a quelli che sembrano pesanti condizionamenti di parte della magistratura…

Non ci sono elementi per poter arrivare a dare di queste definizioni. Una cosa è certa: ci sono dei casi che creano tanti interrogativi, vedi la vicenda che mi ha visto condannato. Io avevo documenti che potevano comprovare che i miei scritti, non erano frutto della mia fantasia, ma frutto di un Organo dello Stato che si chiama Direzione Distrettuale Antimafia, eppure, quel documento non è stato accettato. Dando per scontata la buona fede del magistrato, almeno parliamo di singolarissime coincidenze.... Questi fatti singolari, avvengono soprattutto, quando c’è uno stesso soggetto politico, che inoltre è il più presente nelle aule dei tribunali negli ultimi decenni.
Cosa ne pensi di magistrati, che avendo rapporti personali con un soggetto, si ritrovano a partecipare a processi che vedono lo stesso soggetto, con il quale magari la sera prima si era a cena insieme, parte attiva del processo?
Non c’è nulla di male. Un magistrato è un essere umano e può quindi avere rapporti di simpatia e affetti. Il problema si pone nel non far interferire il rapporto personale, nelle vicende giudiziarie. È un problema di coscienza e di carattere etico.
Ma come vedi tu, che sei un giornalista, il fatto che l’addetto stampa di un politico, di un ente, scriva dello stesso nella qualità di giornalista?
Questo è un problema che riguarda l’Ordine professionale. Anche in questo senso, c’è un certo tipo di silenzio… Questo è uno scandalo e anche in questo caso, si assiste ad un silenzio assordante, quasi compiacente… Io, ho avuto una sola volta un incarico fiduciario, per due mesi, all’ufficio stampa del Comune di Lampedusa. Per quei due mesi, mi sono astenuto dal fare il giornalista. Molti altri non lo fanno.
Dopo l’arresto di Riina, la mafia si ricostituisce a Trapani e ad Agrigento…
Io penso, che si tratti di una strategia di “cosa nostra”. Ad Agrigento, c’è una forte penetrazione mafiosa, c’è lo zoccolo duro. Ma poi, ci sono anche i grandi interessi, così come accertato anche a Messina sulla vicenda che riguarda il ponte. Che siano state preferite Agrigento e Trapani, certamente ha un significato… Agrigento e Trapani, sono state le roccaforti di criminali di un certo spessore. Sappiamo che Riina è stato coperto in provincia di Agrigento; che Brusca è stato arrestato ad Agrigento; che a Favara, c’è un numero di imprese che è quasi superiore a quello degli abitanti e anche questo avrà un significato… Credo sia tutto studiato, ma sono anche certo che se c’è da colpire la mafia ad Agrigento, viene colpita.
Tu sei stato l'artefice di uno spot televisivo con l'ex governatore della Sicilia Cuffaro. Eravate tutti e due con tanto di coppola e vinello..
Questa esperienza mi ha fatto capire tante cose. Molti sanno che casino si è scatenato con quello spot, ne parlarono in tutto il mondo. Ma c'era da colpire Totò Cuffaro e tutta la sinistra si compattò per dichiararsi sdegnata e "affranta" da quello spot. Figurati che anche a me diedero del mafioso! Dissero e scrissero che la camicia che indossavo, a quadri arancione, presentava i tipici connotati di uno che ha a che fare con Cosa Nostra. Addirittura un tal Saverio Lodato de "L'Unità" scrisse un memorabile ed indimenticabile editoriale in prima pagina definendomi..."il vero compare di Totò Cuffarò..." Insomma, anche io sono finito nel tritacarne mediatico portato avanti da alcuni apparati politici e da giornalisti che pur di colpire l'avversario venderebbero anche le proprie mamme... Che dire di certi colleghi? Qualcuno sosteneva in passato...Non ti curar di loro ma guarda e passa... Cosa che ho fatto io. (.....continua su www.lavalledeitempli.net )

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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