La voce di Megaride

NEGAZIONISMO: NO AL SIONISMO SI' ALL'EBRAISMO

Convegno dello IEMASVO e del Comitato 21 e 33
SABATO 20 GIUGNO ore 9,30
Palazzo di Giustizia di Roma
Piazza Cavour, Aula Della Torre
SYLVIA STOLZ E GLI ALTRI
Leggi antinegazioniste, leggi memoriali, mandato di cattura europeo, decisioni-quadro e direttive Ue: l’Europa sta entrando nel tunnel di un nuovo totalitarismo?

Saluti
Vincenzo CARBONE
Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione
Claudio MOFFA
Master Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente, Presidente provvisorio del Comitato 21 e 33
L’arrembaggio alla storia e alle libere opinioni
Ludwig BOCK
Avvocato penalista, difensore di Sylvia Stolz
Oltre ogni limite: l’allucinante caso dell’avv. Sylvia Stolz
Eric DELCROIX
Avvocato penalista, difensore di Robert Faurisson
Il caso Faurisson: 27 anni di una inquietante cronaca giudiziaria
Nino MARAZZITA
Avvocato penalista
Il delitto d’opinione: verso una nuova Inquisizione?
Rosario PRIORE
Giudice
Il mandato di cattura europeo e le Costituzioni nazionali
Presiede
Alessandro CASSIANI
Presidente dell’Ordine degli Avvocati

Posti limitati. Per prenotazioni info@mastermatteimedioriente.it  oppure hli@hli.fr

L’avvocato Sylvia Stolz si trova attualmente prigione in Germania, condannata a 3 anni e mezzo e interdetta dalla professione per 5 anni, per aver difeso con argomentazioni “negazioniste” il “negazionista” Ernest Zuendel. Si tratta del caso limite della cupa e semisconosciuta diffusione delle leggi liberticide in Europa, a partire dall’approvazione in Francia, nel 1990, della legge Fabius-Gayssot. Ma l’aberrante caso di un avvocato che, avendo espresso in aula opinioni di destra, viene impedito con la galera e l’interdizione di svolgere le sue funzioni, è solo la punta d’iceberg di un preoccupante fenomeno cresciuto a dismisura negli ultimi vent’anni: nella Francia dell’accoglienza BR hanno fatto storia le condanne di Roger Garaudy e Robert Faurisson; in Germania l’imprigionamento nel novembre 2005 di David Irving, durato più di un anno, e quello di Germar Rudolf autore di un saggio sulle camere a gas; in Russia è esule dal 2002 il ricercatore Jurgen Graf, la cui condanna in Svizzera risale al 1998; in Austria sono in prigione, estradati dall’estero, Gerd Honsik e Wolfgang Frölich. Nella stessa Chiesa cattolica sono recenti i casi Williamson e Abrahamowicz. Spesso i protagonisti della repressione liberticida hanno opinioni di destra o di estrema destra: ma, universalità dei principi di libertà a parte, il problema è che essi non propongono nei loro scritti mere visioni ideologiche, ma nuovi fatti storici e nuove interpretazioni dei fatti storici, che è interesse e diritto di tutti verificare in piena libertà. Non è un caso che anche intellettuali di sinistra e intellettuali e personalità ebraiche – Israel Shamir, Gilad Atzmon, Gerard Menuhin, Jean Bricmont Mauro Manno – abbiano o denunciato il “invenzione” della dogma olocaustico, o difeso comunque il volterriano diritto di chiunque ad esprimere e diffondere le proprie opinioni. La battaglia in difesa dei principi di libertà garantiti in Italia dagli artt. 21 e 33 è in corso in tutta Europa, e non è semplice: nel 2007 la Corte Costituzionale spagnola ha deciso di depenalizzare il reato di “negazionismo”, nel 2006 in Italia la legge 85 aveva anch’essa positivamente codificato in questa direzione. Ma è un fatto che ormai il virus liberticida investe campi di sapere, luoghi di espressione e snodi giudiridico-normativi che rischiano di sfociare in un nuovo totalitarismo sì settoriale e ad hoc, ma non per questo non pericoloso. Il dirigismo antidemocratico dell’Unione Europa, lesivo delle sovranità e delle magistrature nazionali, minaccia con le decisioni quadro e le direttive europee le libertà sancite dalle Costituzioni dei singoli paesi. Il mandato di cattura europeo è una spada di Damocle liberticida, che ha trascinato in Germania e Austria diversi “negazionisti”, e potrebbe colpire qualsiasi cittadino di qualsiasi paese europeo che osasse criticare il dogma olocaustico. Quanto ai campi di sapere, l’aspetto inquietante del fenomeno è il suo dilagare oltre lo specifico terreno olocaustico verso altri temi del dibattito storiografico. Così in Turchia è proibito affermare il genocidio armeno, e in Francia negarlo. Sempre in Francia è proibito mettere in dubbio la positività presunta delle politiche coloniali francesi, e l’esistenza del genocidio dei Rom. In Italia le leggi memoriali impongono alle giovani generazioni una “verità storica” di Stato su Auschwitz, il 4 novembre, il “terrorismo”, le foibe: ognuno si ritaglia la “sua” verità, anziché capire che il problema è semplicemente garantire la libertà di opinione per tutti. Un risultato di questa deriva è che a Torino, Roma e nel Veneto, alcuni insegnanti contrari alle verità storiche di stato e alle cerimonie commemorative ad esse connesse, sono stati addirittura sospesi o sanzionati. A Teramo, un’aggressione di squadristi romani ha impedito nel 2007 lo svolgimento di una conferenza di Faurisson. La gara perversa è a chi proibisce e imbavaglia di più,: consigli comunali impazziti che decretano il non gradimento di un dibattito culturale; autorità di polizia che, dopo i proclami “indignati” di cittadini e gruppi di destra o di sinistra contro un’iniziativa che non corrisponde alle loro convinzioni, intervengono non per garantire secondo Costituzione il dibattito contestato, ma per vietarlo in base a presunti problemi di “ordine pubblico” minacciati da poche decine di scalmanati. E’ accaduto – con la complicità di certa stampa locale - a Fermo, Avezzano, Teramo, per citare solo alcuni casi, vittime più spesso gruppi di destra ma anche (a Fermo appunto) di sinistra. Ci sembra giusto proporre perciò un momento di riflessione su questo tema sempre all’ordine del giorno, viste le minacce costanti, peraltro, di introdurre anche in Italia leggi restrittive in difesa di una presunta “verità storica” di Stato: siamo nell’Unione Europea e, oltre alla Spagna e all’Inghilterra anche la Francia e la Germania ci sono “vicine”.