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Bavagli & Sbadigli: la replica!

Post n°777 pubblicato il 22 Agosto 2008 da vocedimegaride
 

riceviamo da Agnesina Pozzi

LA RISPOSTA DI SALVATORE BORSELLINO E ...LA MIA REPLICA
“Dott.ssa Pozzi, I toni sono stati sempre corretti, i contenuti non sono purtroppo compatibili con il mio sito che non è gestito da un giornalista ma da me stesso, ingegnere informatico e fratello di Paolo Borsellino. Penso di avere il diritto che il mio sito non venga adoperato per diffondere false argomentazioni a difesa di un traditore dello Stato condannato in via definitiva e che, a mio avviso, dovrebbe essere indagato per reati ben più gravi di quelli per i quali sta scontando una pena che deve continuare a scontare nel carcere in cui è stato giustamente rinchiuso. Ho tollerato i suoi commenti fino a quando non ha preteso di far parlare chi non può più parlare perché assassinato da quella stessa criminalità mafiosa con la quale il suo protetto collaborava e da quelle istituzioni deviate alle quali lo stesso individuo ritengo appartenesse. Continui a condurre la sua campagna a favore di questo spregevole essere sul suo sito e si tenga lontano dal mio e mi lasci dire che sulla obiettività della perizia di un medico che dichiara di avere baciato le mani alla persona sulla quale in maniera impersonale avrebbe dovuto condurre la sua perizia mi permetto di nutrire qualche dubbio. Distinti saluti.  Salvatore Borsellino “
 
MIA REPLICA:
Lei dunque sta dicendo che non è vero che Contrada abbia ricevuto, tra i 32 encomi, anche quello di Falcone ed Imposimato? Sono atti protocollati! Ma come fa a dire cose del genere! Perchè mi accusa di falsità quando i documenti sono VERI? Io di chi non c'è più ho detto solo che loro, da lassù, sanno come sono andate le cose davvero, perchè mia nonna diceva che i morti sono nel regno "della verità". Non altrettanto mi sembra sia possibile dire per i vivi.  La verità NON TEME CONFRONTI,  non tira i pugni per affermarsi, NON CENSURA IL DISSENSO DEMOCRATICO.  Lei è libero di fare quello che crede sul suo blog ci mancherebbe altro, ma non può ACCUSARMI DI FALSITA' senza dar modo a chi legge di sapere in cosa questa falsità consista, oppure, assumendosi il coraggio delle sue azioni, perfino denunciandomi per aver asserito cose false. Lei continua a buttarmi fango addosso, OSA, dico OSA avere dubbi sulla mia professionalità e questo non glielo consento, fosse pure il fratello del Padreterno in persona. Ribadisco di avere il diritto di replica perchè il suo blog è pubblico e deve sottostare a delle regole. In caso contrario, lei lo deve rendere privato e disponibile solo a chi, come lei, con violenza inaudita non consente la libera e democratica espressione del proprio pensiero. Poi guardi per quanto concerne l'aver baciato le mani a Contrada, appena lo rivedo gliele bacio ancora. Meglio baciare le mani a Contrada che leccare il culo a qualcuno per avere consensi e sovvenzioni. Non mi riferisco certo a lei ma ogni riferimento è puramente causale. Dal momento che io non ho un atteggiamento censorio e non oscuro nessuno, sono ben lieta di pubblicare la sua risposta. Siamo in democrazia, certamente io non temo i suoi giudizi perchè ho la coscienza pulita.  Ma lei..che teme che le mie "falsità" siano divulgate sul suo blog (e che magari, forse, possano essere infette e contaminare qualche cervellino) è proprio sicuro che la sua possa essere candida e immacolata come pretende sia, rispetto a quella degli altri? Le sembra morale il suo comportamento? Io glielo dico per lei, proprio perchè la rispetto: la sua "verità" in questo modo violento e barbaro, perde di forza e credibilità e il suo atteggiamento censorio mi convince ulteriormente della cecità, della parzialità, della strumentale aggressione al "poliziotto" Contrada, memoria storica dell'antimafia, che della sua battaglia per oltre 30 anni ne ha fatto ragione di vita, e NULLA CI HA GUADAGNATO, mentre adesso queste marmaldesche e presunte battaglie "ANTIMAFIOSE" servono solo ad incassare sovvenzioni, oltre che infangare, offendere,tappare la bocca a chi vuole esprimersi DEMOCRATICAMENTE, con correttezza e civiltà.  Riveda la sua decisione censoria, oppure davvero dovrò convincermi che lei non è assolutamente degno neppure di nominarlo, suo fratello!
Cordialmente,  Agnesina Pozzi

 

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Anonimo il 23/08/08 alle 10:31 via WEB
IL GIORNALE sabato 23 agosto 2008, 07:00 Petrella e Contrada, la legge è disuguale per tutti di Paolo Granzotto Caro Granzotto, io non so più se veramente «la legge è uguale per tutti» e se la nostra giustizia è sempre giusta. Quando si trattò della Baraldini, che doveva scontare ancora lunghi anni di carcere, un ministro della nostra Repubblica corse ad accoglierla e la riportò in volo a Roma. Pochi anni di prigione e poi via in libertà con lavoro garantito. Ora, per la danza che dura da decenni, c’è in ballo la Petrella, già condannata per diversi crimini, omicidio compreso, commessi quando faceva la Br con il nome di «Virginia». A certi livelli alti c’è grande agitazione perché non si vuole che dopo la lunga e tranquilla parentesi francese le si ricordi che in carcere è stata solo un anno e che l’ergastolo, a cui è condannata dal 1992, è un po’ più lungo. Il fatto è che la ex Br, pur sempre assassina, è presa da una tristezza tale da renderla «incompatibile con la detenzione». Per lei dunque ci vorrà piuttosto, e ci sarà, la giusta comprensione. Piccolezze: un po’ di buona accoglienza e uno stipendio risolveranno tutto. Invece per quell’uomo che ha dedicato la vita intera al servizio dello Stato, per Bruno Contrada, l’ex comandante del Sisde che ricevette decine di alti elogi sia dalla sua amministrazione, sia dalla magistratura in riconoscimento del grande impegno svolto, per lui contano ancora le «convergenti del molteplice» costituite dalle deposizioni dei cosiddetti «pentiti» che lo hanno accusato di essere vicino alla mafia. I giudici hanno creduto e hanno condannato: Contrada in galera, disonorato e dimenticato. Non importa che sia sofferente e anziano: non si chiama Baraldini, né Curcio, né Faranda, né Bompressi Ovidio. È soltanto Bruno Contrada, già capo de Sisde. A lui, dopo indicibili offese, sono stati da poco concessi i «domiciliari», ma non a casa sua a Palermo. È, sì, distrutto dal dolore, ma in compagnia della moglie malata, sarebbe pericoloso; stia dunque a Varcaturo, presso la sorella e si tenga questo nuovo insulto. A me sembra che fatti di questo genere non siano atti di «giustizia», ma qualcosa di molto vergognoso. Che ne dice, mi sbaglio? Certo che no, caro Maetzke: il trattamento riservato a Bruno Contrada, così stridente se confrontato a quello del quale hanno goduto le Baraldini, i Sofri e che godrà, c’è da metterci la mano sul fuoco, la Petrella, parla da sé. E l’abisso che separa i due pesi e le due misure non può certo essere colmato da giustificazioni di carattere legale, né da arzigogoli dialettici. Per un verso, manica larga e un’evidente, palpabile partecipazione; per l’altro, una condotta che potrebbe anche dirsi persecutoria, certo duramente punitiva e accompagnata dalla sensazione che il pugno di ferro serva a coprire una cantonata commessa non si sa se per inadeguatezza o per cecità ideologica. Se si aggiunge che, incardinato sul più ambiguo, sfuggente dei reati, il «concorso esterno in associazione di tipo mafioso», l’impianto giudiziario che ha portato alla condanna si è retto sulle rivelazioni di pentiti della risma dei Gaspare Mutolo e tenendo in non cale quelle del prefetto Masone o dell’allora capo della Polizia Vincenzo Parisi, nessuna meraviglia se per l’opinione pubblica non fanatica del tintinnar di manette Bruno Contrada sia visto come un perseguitato. Ciò che non aiuta ad alimentare fiducia e rispetto nei confronti delle istituzioni e della magistratura in particolare, che tanto si lamenta per la perdita di credibilità nel popolo a nome del quale amministra la giustizia. Paolo Granzotto
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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