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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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vocedimegaride
vocedimegaride il 10/07/12 alle 12:01 via WEB
DIPENDENTI PUBBLICI… UOMINI SENZA VALORE? Scritto da Sergio Giangregorio ...o semplicemente capro espiatorio a cui far pagare gli sprechi della politica. Dopo aver letto il provvedimento sulla Spending Rewieu relativamente al problema degli statali, pur condividendo la necessità di ridurre lo sperpero di denaro che avviene nella Pubblica Amministrazione sono rimasto scioccato dalle soluzioni descritte nella norma. Perché il Prof. Monti nel suo accorato appello agli italiani sulla necessità di tagliare le spese si accanisce sugli impiegati mentre avrebbe dovuto chiamare in causa esclusivamente la Dirigenza di prima e seconda fascia, che risulta essere attualmente numerosissima? Secondo la vigente normativa i dipendenti della P.A. avrebbero dovuto essere gestiti da Dirigenti –Manager, capaci di governare il cambiamento verso una diffusa meritocrazia, verso una gestione strategica di progetti e non di ripetitivi processi standard. Capaci di prendere decisioni coerenti con i problemi del territorio e sostenibili in ragione delle risorse disponibili. Capaci ancora di valutare, senza bisogno di costosi consulenti, le politiche incentivanti per il personale all’interno dei contratti integrativi, monitorandone poi l’attuazione e verificandone in tempo reale i risultati gestionali che vanno esclusivamente indirizzati verso la soluzione dei problemi e quindi verso l’aumento di una produttività endemicamente bassa per la Pubblica Amministrazione. Tutto questo non è avvenuto ed allora come si può genericamente affermare che i dipendenti pubblici sono troppi, che guadagnano molto, che sono improduttivi, che non amano al mobilità, quando solo i Dirigenti nella P.A. sono aumentati nel numero. I Ministeri in percentuale sono diminuiti ma i posti da Dirigente Generale si sono moltiplicati di oltre 50 unità, sicuramente ed è l’unica cosa vera, gli impiegati sono mal distribuiti negli uffici per cui sono sempre più evidenti le realtà in cui ci sono dipendenti in esubero ed altre dopo sono in numero sensibilmente insufficiente. Per quanto riguarda poi, la qualificazione e gli stipendi esagerati, tutto allora, diventa ridicolo, considerando che l’unica formazione di livello viene sempre e solo rivolta alla Dirigenza, così come pure per gli stipendi i Peones della P.A. hanno avuto pochissimi soldi in busta paga: tanto per fare un esempio un funzionario del Ministero dell’Interno con 30 anni di anzianità di servizio percepisce in media uno stipendio mensile di euro 1460,00. La mobilità con questi stipendi diventa davvero un’ipotesi scandalosa considerando la mancanza di alloggi a prezzi equi, come potrebbe un impiegato pagare un affitto che assorbe quasi tutto il suo stipendio mensile; per converso la Dirigenza oltre ad avere ormai uno stipendio faraonico usufruisce sempre di un gratuito e splendido alloggio di servizio nella città in cui viene trasferito per motivi di lavoro. Vogliamo tutti adeguare il lavoro pubblico agli standard europei, ma bisogna essere più attenti nelle valutazioni, smetterla con le false statistiche e con le fin troppo facili accuse che non aiutano la crescita autentica del paese. Nessuno vuole difendere chi non lavora, ma non è giusto criminalizzare una intera classe di lavoratori per pochissime situazione negative che, inoltre, andavano sanate dalla Dirigenza Pubblica ben pagata proprio per questo. Battiamoci, invece contro i veri sprechi della Pubblica Amministrazione (auto blu date a tutti i Dirigenti anche senza titolo, missioni dei Dirigenti, acquisti di materiale,informatizzazione, ristrutturazione immobili, affitti passivi, 40.000 poliziotti – travet impropriamente impiegati in attività burocratiche) e non contro i circa tre milioni di lavoratori che vengono ingiustamente additati quali responsabili di ogni problema della nostra Italia.
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 06/07/12 alle 14:56 via WEB
Avevamo ragione noi! Ora, dopo aver crocifisso Schettino e sputtanatolo a livello mondiale, magari si potrà ACCERTARE la MANIFESTA responsabilità dell'AMERICANA ARMATRICE ed anche di ALTRI PUSILLANIMI http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/07/06/Costa-Concordia-sbarrata-casa-Schettino_7149960.html
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 06/06/12 alle 10:54 via WEB
Onorevolmente, da tifosa napoletana, condivido perfettamente e sottoscrivo la sua indignazione. Abbasso gli scriba ed i farisei!
 
francesco.ienzi
francesco.ienzi il 04/06/12 alle 04:12 via WEB
Le “verità” di Travaglio sulla Juventus A volte non hai nemmeno la forza di indignarti. Succede quando dall’accozzaglia di inesattezze del pezzo che stai leggendo traspare un livore che va al di là dell'auspicabile verità e dell’interpretazione dei fatti. E’ il caso in particolare di Mistero Buffon, l’ultimo pezzo, in ordine cronologico, in cui Marco Travaglio si è occupato della Juventus. Si tratta di un articolo che dà in pasto ai lettori molte mezze verità, spregiudicate rivisitazioni dei fatti, nonché ipotesi vendute come certezze. Il tutto condito con l’arguta ironia che caratterizza il personaggio. Il risultato è il solito articolo che può solo essere osannato da quella mezza Italia che odia la Juventus, non solo disposta a bersi qualsiasi cosa purché lesiva del prestigio della Vecchia Signora del calcio italiano, ma subito pronta a utilizzare in rete e nei bar gli stessi articoli a mo' di Vangelo anti bianconero. Nel pezzo in questione, Travaglio usa il “caso Buffon” per l’ennesimo attacco alla società e ad Andrea Agnelli in particolare, usando Paolo Rossi, Antonio Conte, l’immancabile Luciano Moggi e lo stesso Gianluigi Buffon per amalgamare per bene il fango da gettare contro i suoi veri obiettivi da colpire. Fango su Paolo Rossi. Per l’attacco dello scritto, gli schizzi di fango sono tutti per Paolo Rossi, il Pablito del Mundial '82 nonché ex bianconero. Al di là delle vicende che costarono al giocatore due anni di carriera per squalifica, Rossi, non disse “ho un figlio da mantenere”, come sostiene Travaglio, in risposta a un giornalista che gli chiedeva il perché del suo coinvolgimento nel calcioscommesse; anche perché Alessandro, il primo figlio di Paolo Rossi, sarebbe nato solo il 22 dicembre 1982. Si trattava invece di una battuta ("Sto per diventare padre e dovrei far vivere mio figlio di pura gloria?") che Paolo Rossi fece nell’occasione in cui andò a ridiscutere l’ingaggio con Giampiero Boniperti, presidente della Juventus, dopo la vittoria dei Mondiali di Spagna, poiché riteneva il proprio valore sottostimato. Rossi in quell’anno vinse la scarpa d’oro come miglior marcatore del Mondiale e poi si aggiudicò il Pallone d’oro come miglior giocatore europeo. Non è vero, come scrive l’autore del pezzo, che guadagnava 5 miliardi all’anno all’epoca del calcioscommesse degli anni Ottanta; quella era una valutazione data al giocatore (qualche anno prima) dall’allora presidente del Vicenza Giussy Farina, che se ne assicurò le prestazioni calcistiche alle buste (era in compartecipazione per la prima metà) acquistandone la seconda metà dalla Juventus. Due inesattezze su cinque righe dell’attacco non è male, ma tutto serve per condire al meglio un po’ di fango. Fango sulla famiglia Agnelli. Nell’articolo in questione si trova il modo di utilizzare una vecchia battuta per insultare i presidenti delle squadre di calcio (i “ricchi scemi”), ma l’obiettivo vero è quello di insultarne uno solo, indovinate chi? Qualche idea ve la potete fare proseguendo nella lettura del pezzo perché, dopo l’attacco a Paolo Rossi, parte la stilettata alla famiglia Agnelli “nota per aver sempre professato il massimo rispetto nelle regole della giustizia, anche quando le violava”, giusto per introdurre Andrea Agnelli nel modo più confacente agli intenti travaglieschi. Il presidente della Juventus è colpevole di aver festeggiato l’ultimo scudetto conquistato, facendo riferimento al titolo numero 30, invece di gioire per uno scudetto conquistato “senza aiutini né moggismi” con l’immancabile riferimento ai campionati “truccati da Calciopoli”. Ebbene, qualcuno avverta Travaglio che in nessuna sentenza di tribunale si fa riferimento a campionati truccati, il campionato 2004/05 è stato regolare, come ribadito dalle motivazioni della sentenza del Processo ordinario su Calciopoli che non ha evidenziato nulla di contrario in proposito, mentre il campionato 2005/06 non è stato oggetto di indagine. Evidentemente Travaglio è rimasto fermo alle sentenze mediatiche dell’estate 2006, con tanto di arbitri rinchiusi negli stanzini, sorteggi e partite comprate e tutto l’armamentario di nefandezze mediatiche di quell’estate, oppure alle sentenze sportive di organi rivelatisi improvvisamente "incompetenti" dopo aver creato norme ad hoc, eliminato gradi processuali di giudizio, cambiato gli stessi giudici del tribunale, dando vita a degli aborti giuridici pur di condannare la Juventus a una pena smisurata. Fango su Antonio Conte. Sempre seguendo il filo conduttore dell’attacco ad Andrea Agnelli, Travaglio si occupa della conferenza stampa in cui il presidente della Juventus ha preso le difese del proprio allenatore Antonio Conte. Una conferenza stampa che Travaglio non deve aver seguito con attenzione. Agnelli ha espresso fiducia e rispetto nel lavoro della magistratura, ma ha ritenuto doveroso esprimere la propria vicinanza personale e della società a Conte, in nome della stima e dell'amicizia ventennale che lo legano al tecnico bianconero. Il presidente bianconero ha ribadito l’estraneità della Juventus rispetto alla vicenda, confermando la fiducia all’allenatore e stoppando così la gogna mediatica che già condannava il tecnico facendolo apparire come un ex, con annesse tutte le conseguenti speculazioni del caso sul nome del suo eventuale successore. Ricordiamo a Travaglio che lo stesso gip, nell'ordinanza di perquisizione, scrive che la posizione di Conte è ancora tutta da verificare. Da qui a ipotizzare la radiazione, come scritto da Travaglio, ce ne corre parecchio. La ridicolizzazione della figura di Conte, colpevole di aver auspicato di poter essere chiamato prima della perquisizione, è solo l’ennesima cattiveria che l’autore del pezzo poteva risparmiarsi. Le accuse di Carobbio erano finite sui giornali da mesi. Il legittimo desiderio di un indagato, soprattutto se si ritiene innocente, è di poter fornire la propria versione dei fatti chiarendo la propria posizione, al fine di evitare, fra l'altro, il pubblico ludibrio che tocca a chi è molto esposto mediaticamente al di là della sua eventuale responsabilità su fatti da accertare. Conte non ha attaccato la Procura, ma ha sempre dimostrato la massima disponibilità, ribadendo la propria estraneità ai fatti contestatigli. Fango su Gianluigi Buffon. Non poteva certo mancare un po’ di fango sul portierone della Nazionale. D’altronde Travaglio doveva pur scrivere qualcosa su Buffon, visto che lo ha inserito nel titolo come scusa per attaccare la Juventus e l’operato di Andrea Agnelli. L’ironia di cui tanto si compiace Travaglio è indirizzata alla conferenza stampa in cui Buffon ha avuto il coraggio di denunciare quel perverso legame fra media e certe Procure che, nel nome di una certa interpretazione del diritto di cronaca, rischia di mettere a repentaglio i diritti di quell'indagato che magari scopre di esserlo attraverso la lettura dei giornali e che ritrova a stretto giro sulla stampa le sue eventuali dichiarazioni rilasciate ai PM. Che la questione sollevata da Buffon non sia di poco conto lo evidenzia una firma vera del giornalismo italiano come Piero Ostellino sul Corriere della Sera, in un articolo poco elegantemente bollato come pieno di fregnacce da un quanto mai arrogante Travaglio. Il nocciolo del problema non c’entra nulla quindi con i “verbali depositati” di pubblico dominio ai quali furbescamente Travaglio fa riferimento per contribuire a sbeffeggiare l’uscita di Buffon. E’ falso poi scrivere che un rapporto della Finanza rivela che “Buffon ha scommesso”, vero invece che l’informativa ipotizza, sulla scorta delle informazioni provenienti dalla banca di Buffon, eventuali scommesse come destinazione di quel denaro. C’è una bella differenza (!) anche se, ricordiamolo, anche nel caso di scommesse, chiunque dovrebbe essere padrone di far ciò che vuole dei propri soldi. Semmai il particolare potrebbe interessare alla giustizia sportiva che proibisce, ai calciatori tesserati, di scommettere sugli eventi calcistici, ma non su casinò online, poker, motociclismo, automobilismo, cavalli, tennis, pallavolo, rugby e tutti gli altri eventi sportivi. E comunque non si “vaneggia di privacy", come scrive Travaglio, in un Paese in cui poter accampare ancora qualche elementare diritto. Fango su Andrea Agnelli e la Juventus. Ma il vero obiettivo del pezzo è, come anticipato, attaccare il cuore della Juventus, il suo presidente, Andrea Agnelli. Quello che proviene da una famiglia che, per ripetere le parole di Travaglio, professava “rispetto nelle regole della giustizia, anche quando le violava”, che per la sua Juventus si macchia del delitto di parlare apertamente di 30 scudetti conquistati sul campo, quello che ingenuamente difende il proprio allenatore che "rischia la radiazione” e che ha infine la colpa di trovare singolare come l’informativa della Guardia di Finanza su Buffon sia uscita il giorno dopo la conferenza stampa dello stesso capitano della Nazionale (e non due giorni dopo come, per peccato veniale, il giornalista scrive erroneamente sul suo pezzo). Per Travaglio insomma, che pure ci tiene alla Juventus professandosene tifoso, ogni scusa è buona per attaccare la società scrivendo un tanto al chilo. Ma, trattandosi di un paladino del giustizialismo nostrano non sono certo imputabili a malafede i tanti scivoloni che ad ogni riga si susseguono. L'impressione però, leggendolo, è di qualcuno che sta portando avanti una sua crociata al di là della verità dei fatti. Tuttavia, fino a prova contraria, è meglio pensare che si tratti di una superficiale conoscenza dei fatti stessi per un giornalista impegnato da sempre in battaglie civili e politiche di una certa rilevanza. Una considerazione che porta con sé l'augurio che il Travaglio, quando tratterà in futuro di calcio, abbia a farlo con meno disinvoltura, facendo più attenzione quando punterà l’indice sul solito obiettivo bianconero. Certo sarebbe auspicabile che, di fronte alle continue diffamazioni subite, anche la stessa Juventus la smettesse di fare orecchie da mercante, iniziando a rispondere nelle sedi competenti a certi attacchi a mezzo stampa. L'essere apparentemente passivi sulla questione appare ai più come una ingiustificabile inerzia che legittima la diffamazione stessa. La misura è ormai colma da un bel pezzo, continuare a far finta di niente è autolesionismo spinto. http://www.youtube.com/watch?v=5q3OmwBQlIM PS. Si dia pace poi Travaglio. Come ha ricordato Andrea Agnelli, Luciano Moggi è stato un “grande manager” del calcio italiano, cosa per altro riconosciuta nell’ambiente. Il tutto a dispetto dei processi che lo vedono incriminato e per i quali, fino a sentenza passata in giudicato, vale la presunzione di innocenza. Almeno formalmente, nonostante gli articoli di Travaglio, viviamo ancora in uno Stato di diritto.
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 25/05/12 alle 11:22 via WEB
Nando Dice' (Insorgenza): ... " LO STATO EMANA UNA LEGGE NAZIONALE PER LA COMPENSAZIONE FRA STATO ED IMPRESE.... IL GIORNO DOPO ESCLUDE LA CAMPANIA...IL GIORNO DOPO ANCORA LA CALABRIA...ED IERI HA ESCLUSO LA SICILIA.... AZZ.... NAZIONALE ???!!!!!! MA SAPETA COSA DICONO I PARTITI? PER EVITARE DI DARLI ALLA CRIMINALITà.... CHIVEMMUò....ALLORA ALLA LOMBARDIA DOVEVATE ESCLUDERE PURE L'ARIA....."
 
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Patty Ghera il 11/03/12 alle 10:59 via WEB
Cara Agnese, in Italia non sanno fare nemmeno i colpi di stato. Ricordi i tentativi di golpe italioti? Ebbene, sembravano i partecipanti alla Corrida (dilettanti allo sbaraglio) del compianto Corrado Mantoni. Questo governo, che dire? Non suscita nulla nemmeno ai vignettisti. A ben guardare però qualcosa suscita: agli stitici e ai colitici fa semplicemente cacare.....
 
kuskus0
kuskus0 il 11/03/12 alle 05:02 via WEB
AHHHHHHH FINALMENTE!!!! Ecco in splendida forma una delle rarissime GIORNALISTE d'Italia, DEGNA di essere chiamata tale... aspettavo un succulento articolo al quale inchinarmi ammirata. Grazie Marina, sorella mia, non so che dire, ogni commento sarebbe superfluo. Ci vorrebbe un bel colpo di Stato militare a questo punto. Ma di quelli seri. Meglio l'Esercito Italiano e le nostre divise che tute spaziali di coccodrillo cosmico. Agnesina Pozzi
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
silvana parlagreco il 11/03/12 alle 00:44 via WEB
Tutto esatto ...se non fosse per un piccolo particolare......gli stranieri siamo NOI!
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 01/03/12 alle 23:46 via WEB
COME VOLEVASI DIMOSTRARE!!!...... da IL SOLE 24ORE Carnival ripenserà al marchio Costa di Marco Valsania e di Raoul de Forcade Questo articolo è stato pubblicato il 29 febbraio 2012 alle ore 08:22. di Marco Valsania NEW YORK. Un marchio nella bufera. La Costa Allegra viene rimorchiata in porto, dopo l'avaria ai motori che l'ha lasciata per lunghe ore in balia delle onde nell'oceano indiano in un'area infestata dai pirati. articoli correlatiGiovedì mattina l'arrivo in porto della Costa Allegra al traino Fincantieri in ansia per il saldo di un ordine E se la Carnival, casa madre della Costa, è sopravvissuta in passato a incidenti alle sale macchine - la sua Splendor rimase paralizzata da un incendio nel 2010 - il susseguirsi di drammi in mare potrebbe oggi creare sfide sempre più gravi: a poco più di un mese dall'affondamento di un'altra nave della Costa, la tragedia della Concordia, l'incidente alla Allegra mette in dubbio la credibilita di un marchio italiano storico, che conta per il 7,2% dell'intero mercato globale delle crociere e per il 15% del business della Carnival. Di gran lunga, cioè, la principale controllata del gruppo con responsabilità sulle attività europee. «Si rincorrono voci su quale sarà la decisione di Carnival sul futuro di Costa - dice Harry Curtis, di Nomura Securities -. Non credo che all'ordine del giorno ci sia l'eliminazione completa o una cessione del marchio. È un brand grande e noto, nonostante ora sia un esempio di cattiva fama. Potrebbero piuttosto considerare un rebranding, un cambiamento dell'immagine e del nome. Ma il dilemma è che in questo comparto occorrono molti anni per costruire la credibilità di un marchio. Carnival dovrà dunque effettuare un difficile calcolo: valutare i costi nel breve periodo di un rebranding rispetto a eventuali vantaggi, nel lungo periodo, di drastiche risrutturazione». A far precipitare la crisi potrebbe essere un moltiplicarsi di incidenti e polemiche sulla sicurezza e la qualità delle crociere, oppure sull'efficacia delle risposte e del 'crisis management'. Il mercato osserverà con attenzione, e a lungo, le mosse del gruppo, dove il titolo è ai minimi da quasi due anni: Carnival aveva già stimato, una volta tenuto conto delle coperture assicurative, fino a 175 milioni di dollari di profitti persi all'indomani del disastro della Concordia. E la pubblicità negativa, per Carnival, va oltre Costa: la scorsa settimana 22 passeggeri di una sua crociera - sulla già menzionata Splendor, la nave rimasta bloccata e senza energia elettrica due anni or sono a 200 miglia da San Diego con 4mila persone a bordo - sono stati derubati in Messico durante un'escursione organizzata. La posta in gioco, davanti a quanto accaduto, è ormai alta per l'intero settore, compresa la grande rivale Royal Caribbean. In dubbio sono le prospettiva di crescita: dopo aver trasportato quasi 19 milioni di passeggeri nel 2011, l'attesa era di forse 20 milioni quest'anno e di oltre 22 milioni entro il 2015, con un tasso medio di crescita annuale dal 1990 pari al 7,4 per cento. L'ottimismo sulle prospettive - con strategie di diversificazine delle destinazioni e dei servizi a bordo e a terra per attirare nuovi passeggeri (nonostante la popolarità crescente, solo un quinto degli amerciani ha fatto una corciera) - ha portato all'entrata in servizio di sette nuove navi per il 2012, con altre otto in arrivo tra il 2013 e il 2014. Un incremento che dovrebbe tradursi in ulteriori entrate per forse 4 miliardi di dollari in un settore che ha ormai un giro d'affari superiore ai 30 miliardi l'anno. Cancellazioni di prenotazioni sono però scattate anzitutto all'indomani del naufragio della Concordia, tra il 15% e il 20%, in un periodo considerato cruciale, quello dei primi mesi dell'anno battezzato 'wave season', la stagione dell'onda, che concentra fino alla metà delle prenotazioni annuali. «La domanda per il momento sta ancora tenendo relativamente bene rispetto alle attese, almeno in Nordamerica - precisa Curtis - ma è presto per trarre conclusioni: esistono pressioni per un calo dei prezzi e incognite su quale sarà, alla fine, l'andamento dell'estate e dell'anno». Carnival - con sede a Miami e Londra, un fatturato da 14,5 miliardi e profitti di quasi due miliardi l'anno, entrambi dati in crescita - ha sicuramente un'influenza sproporzionata sulle crociere, leader indiscusso dei mari: ha assemblato una gigantesca flotta, oltre un centinaio di navi, grazie a una decina di grandi marchi frutto di aggressive acquisizioni condotte dalla sua nascita, negli anni Settanta, ad opera dell'armatore statunitense Ted Arison. Suo figlio Micky, con una fortuna personale pari a sei miliardi di dollari, è adesso presidente e amministratore delegato. Costa fu rilevata nel Duemila. L'operazione più ambiziosa: l'acquisto dell'antica firma britannica P&O Princess nel 2002. Carnival, negli anni, ha anche rivoluzionato il modello di business del comparto: ha scommesso su crociere di minor durata e prezzi bassi, caratterizzate da atmosfera stile Las Vegas. Un disegno, la crociera scintillante e low cost, che potrebbe essere messo particolarmente in discussione dal sussesguirsi di incidenti. In risposta alla tragedia della Concordia, costata la vita ad almeno 25 persone, Carnival e le sue rivali hanno annunciato l'avvento di migliori contolli delle navi e addestramento degli equipaggi. Ma ad oggi l'efficacia della risposta rimane da dimostrare. Arison e i vertici di Carnival sono stati criticati per scarsa trasparenza e troppa lentezza. Come troppo lento deve apparire ai passeggeri della Costa Allegra il rientro sulla terra ferma.
 
bahkty
bahkty il 21/02/12 alle 15:56 via WEB
Avrei scelto Londra, e mai più sarei tornato in Italia, scritto divertente pur tragico, buona serata.
 
 
 

PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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