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I bambini disabili, come suggerisce il titolo, nascono due volte:
la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una
rinascita affidata all'amore e alla intelligenza degli altri. Coloro
che nascono con un handicap devono conquistarsi giorno per giorno,
più degli altri il proprio diritto alla felicità.
Questa foto dovrà comparire in TUTTI i blog
per dare alle persone diversamente abili un
sostegno morale.
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personalizzato.
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Post n°43 pubblicato il 06 Marzo 2007 da leo_55
C'era 'na vota 'n re, bafè, viscottu e minè
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Post n°42 pubblicato il 06 Marzo 2007 da leo_55
Nel centro esatto dell'Isola, fra il lieve ondulare di fertili colline, si eleva un picco dalla forma simile a una piramide la cui cima sia stata tagliata dall'improvviso colpo di un'enorme accetta. Sul piano risultante è posta Enna, celata dalla nebbia per buona parte dell'anno. Poco lontano dalle basi del monte lo sprofondamento del terreno, come un naturale contrappasso, ha provocato, in tempi remoti, la formazione di un lago di forma ellittica. Un vasto, fecondo territorio, una rupe al centro di tutto, coronata di nubi come una dimora divina, un misterioso laghetto. Insomma, ce n'è abbastanza per partorire un mito: quello di Demetra, la dea delle messi, che avevva insegnato agli uomini a coltivare il grano, che pattuisce con Ade, dio degli Inferi, la restituzione, almeno per una parte dell'anno, della figlia Kore, da lui rapita proprio in prossimità del lago. Per le altre città siciliane si hanno solo pochi punti di vista dai quali cogliere l'insieme urbano, essendoci sempre una barriera naturale a proteggere i lati più esposti. Il monte di Enna, invece, proietta a raggiera la propria immagine su tutto il panorama di alture e valli della sicilia interna, contrappuntato soltanto al di là del nastro autostradale, dalla rocca di Calascibetta. Per la sua centralità, contrapposta alla frontalità delle città marittime, e per la molteplicità, di comodi punti di osservazione del territorio all'interno, Enna è stata definita "l'ombellico della Sicilia". Ma anche se non è stata trascurata, nel corso dei secoli, dal traffico interno della regione, diventando uno dei nodi principali del sistema viario, come Nicosia, conserva ancor oggi il suo aspetto di città storica. I suoi ambienti e edifici, la città parla un sobrio linguaggio medioevale poco contaminato dagli svolazzi barocchi e settecenteschi. La conservazione di un'economia a base essenzialmente agricola, ostacolando la nascita di velleierà di terziarizzazione, ha contribuito, probabilmente, anche alla salvaguardia dei valori storici locali. Il pianoro in cima al monte era forse la sede di una città sicula quando Siracusa, nel 664 a.C., 70 anni dopo la sa stessa nascita, vi fonda la colonia di Henna, mirando allo sfruttamento delle sue ricche risorse agricole; rimangono, nel periodo greco arcaico, le necropoli, e di quello ellenistico tratti del muro di cinta, in località Santo Spirito. |
Post n°41 pubblicato il 06 Marzo 2007 da leo_55
Per una buona causa Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi ,pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale......CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma.....come dire IO CI STO!! Combattiamo insieme: blosky1974 occhineri2000 Il mio Video-Messaggio |
Post n°40 pubblicato il 06 Marzo 2007 da leo_55
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Post n°38 pubblicato il 04 Marzo 2007 da leo_55
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Post n°37 pubblicato il 02 Marzo 2007 da leo_55
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Post n°34 pubblicato il 02 Marzo 2007 da leo_55
Secondo un’antica leggenda popolare, a chiamarsi Sicilia, quando ancora l’isola si chiamava Trinacria, era una bella giovinetta figlia di un re del Libano; e a questa ragazza un tremendo oracolo aveva predetto che, se al compimento del suo sedicesimo anno fosse rimasta ancora in patria sarebbe stata divorata da un terribile mostro; quindi l’oracolo prescriveva che, giunto quel giorno fatale, la povera Sicilia fosse messa in una barca, con viveri e acqua per tre mesi, e abbandonata al suo destino, lungo le onde del mar Mediterraneo. Così fu fatto; e al compimento del suo sedicesimo anno, Sicilia, fu affidata al suo destino. La barchetta andò vagando per tre mesi, finalmente un giorno, ecco che il mare spinse la barca sulla lussureggiante spiaggia di un’isola meravigliosa, ricca di sole, di fiori, che però era assolutamente deserta; su quell’isola si era abbattuta una pestilenza che aveva cancella to ogni traccia di vita umana, tranne un forte ed aitante giovine, che si avvicinò a Sicilia, la rincuorò, e le mostrò le infinite bellezze di quella terra su cui era passata la morte. Tra i due giovani sbocciò subito l’amore: e da questa unione rifiorì la stirpe che ripopolò l’isola, che dal nome di colei che gli aveva fatto rinascere la vita fu chiamata Sicilia e non più Trinacria... |
Post n°32 pubblicato il 01 Marzo 2007 da leo_55
Bedda chi di li beddi si la cchiù bedda, u culuri i l’occhi toi, fa divintari russu puru u celu! E u tò mussuzzu! -na girasedda matura a puntu giustu- Mi fa squagghìari u cori si pensu: chi m’ma vurrìa manciàri. Chi delicatu modu di parràri! Chi cosa bedda è u to caminari, mancu sognannu si po’ arrivari a tantu! Puru lu sognu s’inchina e to biddizzi… e si metti i cantu! (Agratius - gennaio 2005)
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Post n°31 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da leo_55
E' convinzione diffusa a Mazara che il barbone, di nome Tommaso Lipari, vissuto dal 1940 al 1973 nella città e che veniva chiamato "l'uomo cane" ("Omu Cani") fosse in realtà Ettore Majorana, il famoso scienziato scomparso misteriosamente nel 1938. Diceva di venire dall’Africa. Mangiava quel che trovava rovistando tra i rifiuti; al suo arrivo a Mazara, all’inizio del 1940, dormiva all’aperto in un incavo dei ruderi del Castello Normanno. Si appoggiava ad un bastone munito di uno spillo all'estremità inferiore con il quale raccoglieva mozziconi con cui confezionava sigarette che poi fumava (l'unico lusso che si permetteva). Non ha mai chiesto l’elemosina: al contrario, rifiutava con fare scorbutico qualunque offerta gli venisse fatta. Se poi qualcuno provava a porgli delle domande, si allontanava scontroso senza degnare di uno sguardo il curioso passante. Indossava sempre strani berretti e strati di abiti uno sull’altro; portava sempre con sé contenitori, buste e sacchetti pieni non si sa di cosa. Stranamente non è mai stato molestato da alcuno; anzi, sembrava godere della comprensione e del rispetto di tutti. Col tempo i mazaresi si abituarono alla sua presenza silenziosa e finirono per considerarlo parte della loro città, per cui avrebbero fatto fatica ad immaginare Mazara senza l`Uomo-cane. Tuttavia una mattina dell`estate 1973 i primi che passarono per la piazza principale lo videro morto sui gradini della statua. La notizia fece, rapidissima, il giro della città. Ai funerali partecipò una folla immensa. Qualcuno addirittura prese la parola per commemorarlo dicendo che quell`uomo era vissuto per trent`anni con riservatezza e discrezione nella città che l`ospitava. Era stato il suo unico, ma grande merito. Tommaso é rimasto nell`immaginario collettivo di Mazara. A distanza di molti anni ancora qualche mamma, per sgridare il figlio che porta in bocca ciò che ha raccattato per terra, usa queste parole: E chi sì, l`Omu-cani? E per indicare che qualcuno si trascura nella persona si suole dire: Pari chi é addivintatu peggiu di l`Omu-cani! Per avvalorare la tesi che si trattasse di Ettore Majorana, si racconta di un episodio occorso circa 50 anni fa allorché un padre, preoccupato delle difficoltà incontrate dal proprio figlio in matematica, si recò da Tommaso e gli raccontò degli esami molto vicini del figlio; Tommaso allora, per aiutare lo studente, si prodigò in chiarimenti su argomenti di fisica e matematica. Alla fine Tommaso raccomandò all'uomo di non riferire a nessuno di quell'evento. Di Tommaso Lipari, da ricerche compiute alcuni anni fa, si sa che era un muratore nato a Tunisi il 14 aprile 1900. Una testimonianza di particolare importanza fu quella di Edoardo Romeo che in un'intervista così si espresse: "Mi disse di chiamarsi Ettore Majorana e di essere un ex-professore di matematica e fisica". Fu proprio perché convinto di questa tesi che Edoardo Romeo, insieme col fratello, si rivolse all'allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, chiedendo di accertare la verità. Il giudice accertò che, un mese dopo la scomparsa di Majorana, un certo Tommaso Lipari usciva dalla prigione di Favignana. Poiché l'uomo cane, per un banale episodio, era finito in prigione nel 1948, fu facile confrontare le firme apposte dai due nei registri carcerari, anche se in momenti diversi. Il giudice Borsellino considerò le firme molto simili e pertanto, convinto che Tommaso Lipari e l'"uomo cane" fossero la stessa persona, chiuse l'inchiesta. Ma non sono dello stesso parere altri studiosi che invece si dichiarano convinti che le firme dell'uomo cane e di Ettore Majorana appartenevano alla stessa persona. Il mistero rimane ancora.
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Post n°30 pubblicato il 25 Febbraio 2007 da leo_55
Per una donazione Con pochi euro a testa aiutamo AZZURRA. Link della mamma di Azzurra http://insieme_per_azzurra.blog.tiscali.it/ mail della mamma di Azzurra per sapere qualcosa sulla malattia |
Post n°29 pubblicato il 25 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°26 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°25 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°24 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°23 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°22 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°21 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°20 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da leo_55
Di ‘sta terra sugnu ‘nnammuratu |
Post n°19 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da leo_55
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Post n°17 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da leo_55
Una donna di mezza età è in ospedale per un banale intervento, ma mentre è sotto anestesia vive una strana esperienza.... vede Dio che le tende la mano . |
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