Tana del Leprecano

Non vorrei sembrare cattivo, ma ogni tanto penso che i giornalisti dovrebbero essere ridotti in segatura e usati per imbottire le palle mediche da 5 chili… Film Tv, rivista miracolistica di cinema, compie due prodigi: resuscita Jacques Villeret, il grandissimo protagonista de La Cena de Cretini, e ridà la voce ai muti. Sulla rivista c’è il bigliettino da ritagliare per entrare gratis all’anteprima di L’Antidoto, ultima interpretazione del bravo Jacques, prima che nel Gennaio 2005 si involasse verso le Verdi Praterie a duettare con Jacques Tati o Louis de Funès. In due pagine di articolo non si fa cenno del fatto che Villeret non è più tra noi. Perché? Ma perché, suppongo, legare la visione di un film comico al fatto che il protagonista sia stato falciato nel fiore degli anni dal Tristo Mietitore non invoglia certo gli spettatori ad andare al cinema. Con evidenti contraccolpi per la promozione organizzata da Film Tv. Il film, infatti, è uscito in Francia un anno fa, ma solo ora lo vediamo nelle sale italiane. All’interno dell’articolo pradossale, che parla sempre al presente di Villeret, come se niente fosse la perla di umorismo involontario è rappresentata dall’accenno al prossimo film del regista de Brus e del co-protagonista Clavier, girato “questa volta senza Villeret”. E ti credo, a meno di non voler fare una seduta spiritica per ogni ripresa! (o ricostruire digitalmente la gommosa sagoma dell’attore).
Dopo questa squallida operazione di marketing dei poveri, arriva la chicca. Nella sezione recensioni DVD si parla di Professione: Reporter, uno dei capolavori di Antonioni. Il recensore, Cristiano Taglioretti, chiarisce che i contenuti speciali dell’edizione non sono strepitosi, però valgono comunque l’acquisto. Ci sono infatti due commenti audio. “Peccato che non sia stato coinvolto Antonioni…” dice Taglioretti. Ora, dato che com’è noto, Antonioni, oltre a consumare con gli ultimi orrendi film la fama guadagnata nei decenni precedenti, è praticamente muto (a causa mi pare di un ictus) e viaggia con moglie al seguito che fa da traduttrice e interprete dei suoi tentennanti pensieri di ottuagenario, il commento audio sarebbe stato quantomeno difficoltoso. Quindi mi chiedo quali soluzioni sarebbero state adottate a seguito del fantomatico “coinvolgimento del regista”. La moglie di Antonioni avrebbe commentato il film giurando e spergiurando che le sue parole erano il riflesso fedele dei pensieri del regista? Oppure lo stesso Antonioni sarebbe apparso in sovrimpressione al film commentando a gesti le vicende dei protagonisti? Rimane un’ultima alternativa: il commento sarebbe stato quello di Andy Milonakis, dato che Antonioni è grande amico (nonché autore dei testi) del popolare finto ragazzino di MTV.