Lo usa, lo copia e lo saccheggia spudoratamente, ma soprattutto lo teme. La televisione, inteso come universo di società e persone che sta dietro a quello che esce dal tubo catodico, non sa più che pesci pigliare col pc. Come ho accennato, ormai non c'è programma o tg che non prenda da internet qualsiasi tipo di contenuto. Per farsi un'idea bastava seguire in questi giorni i servizi sui nuovi premi Nobel; le biografie erano pari pari agli articoli su wikipedia. D'altronde la rete è uno straordinario mezzo di informazione e i giornalisti giustamente ne approfittano, anche rischiando clamorose topiche.
Eppure mi sembra che da un po' di tempo il rapporto si sta deteriorando. La tv prende con piacere ma non è disposta a dare niente. Non è disposta a dare il calcio innanzitutto. Sky manda sotto processo quelli di Coolstreaming come plateale vendetta per aver linkato, sul loro portale, i programmi p2p che fanno vedere le televisioni cinesi che trasmettono le partite del nostro campionato. Peccato che non ci si ricordi mai che a queste televisioni i diritti per la trasmissione delle partite, internet compreso, glieli ha venduti proprio Sky. Il mondo dei computer e della rete invece si comportano verso la tele come un entomologo nei confronti di una farfalla tropicale: la guarda, la commenta e se può lo cattura per ammirarselo da solo o in compagnia. Ed è forse proprio per la paura che gli internettomani passino il loro tempo davanti al monitor e non diligentemente alla televisione, cuccandosi così la pubblicità anche delle tre reti ammiraglie, che i capoccia di Mamma Rai hanno chiuso la trasmissione in streaming di due canali satellitari: Rainews24 e Raisport Satellite. Peccato che questi due canali siano finanziati con il canone e quindi pagati anche da chi il satellite non ce l'ha e magari vorrebbe poterseli vedere almeno sul PC.
Capisco che per i matusa di viale Mazzini, Cologno Monzese e vattelapesca l'avvento delle nuove tecnologie sia stato un po' come la comparsa del fuoco nella preistoria, bello ma da maneggiare con cura. Ma sarebbe anche l'ora che venisse gettata la maschera e che si dicesse, una volta per tutte, che le scelte della tv ormai sono solamente economiche. La tv non offre più alcuna direzione culturale e non appena sente minacciato il proprio primato economico contrattacca con l'ausilio dei poteri forti. In questo senso va vista anche l'idea di imporre il pagamento del canone Rai a cellulari e PC, appoggiandosi ad una norma volontariamente ambigua. Un'idea di per sè abbastanza squallida, che sa tanto di disperato colpo di coda, ma che diventa inaccettabile se si pensa ai soldi che la RAI spreca per produrre sconcezze immonde e per pagare degli scalzacani raccomandati.