Tana del Leprecano

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Dramma o Dovere?

Post n°145 pubblicato il 19 Ottobre 2006 da duffogrup
 
Tag: Persone

Ieri girando per internet alla ricerca di qualche libro interessante da comprare, per svuotare definitivamente la mia carta PostePay, sono capitato su WUZ.it. Tra i titoli dei vari articoli mi è caduto l'occhio sulla faccia carina di Camila (Raznovich) e sulla dichiarazione secca e terribile riportata accanto: "io vittima di un pedofilo". Dall'articolo si apprende che Camila da piccola è stata vittima degli abusi di un uomo, amico di famiglia. Una violenza che, come dice lei stessa in un altra intervista sul sito del Corriere, non è mai stata analizzata e che probabilmente è alla base della sua paura di "far entrare troppo gli uomini nella mia anima". Un dramma vero.Qui però non voglio parlare del dolore e della violenza che Camila prova ed ha provato nel corso degli anni, in quanto non potrei mai capirlo del tutto. Nessuno probabilmente, se non qualcuno che ha subito un trauma simile.
Personalmente trovo che usare una frase del genere come lancio d'agenzia per pubblicizzare un libro in uscita (Lo rifarei, 214 pagine edite da Baldini Castoldi) sia per lo meno discutibile, ma non voglio soffermarmi neanche su questo.
Quello di cui voglio parlare e che più mi ha lasciato perplesso, è l'aspetto mediatico del contesto. Camila non è una persona qualunque, è un volto conosciuto della tv seguita soprattutto dai giovani. Ma non è neanche una presentatrice qualunque, Camila è da 6 anni la conduttrice dell'unico talk show della televisione che tratta liberamente e senza censure di amore, sesso ed erotismo: Loveline su MTV. Pur non essendo un assiduo spettatore della trasmissione ho sempre avuto l'impressione che chiunque intervensse in diretta esponendo problemi e quesiti di qualsiasi tipo riguardanti la sfera sessuale, potesse trovare in lei e nell'esperto in studio una controparte aperta, sicura e disponibile. Ma proprio a fronte di questa esperienza televisiva, mi chiedo se Camila non avesse una sorta di dovere etico nei confronti dei suoi spettatori. Lei stessa, che li invita a confidarsi in diretta, gli nasconde il fatto che per tutti gli anni della trasmissione è stata turbata da un trauma terribile legato proprio alla sfera sessuale. In un certo senso lo trovo un venir meno alla fiducia riposta, anche se considero comunque la privacy un diritto fondamentale. Il mio può sembrare un discorso cinico ma penso che chi va in televisione, e instaura un rapporto di fiducia e lealtà con lo spettatore, deve essere pronto a rispettare questo rapporto fino in fondo.

Commenti al Post:
platipuszen
platipuszen il 20/10/06 alle 09:38 via WEB
ciao Duffo, non sono d'accordo col tuo ragionamento sulla fiducia. Quando guardo un programma tv non mi aspetto di vedere persone vere (perlomeno nei presentatori) perché penso sempre che quello che interpretano è un ruolo. Ti dirò, lo penso di quasi tutti quelli che hanno un ruolo pubblico di qualche genere. Non perché ritenga che sono falsi o imbroglino il prossimo, ma perché se hai una visibilità come quella che danno la tv o la politica, per esempio, non credo si possa pretendere che ti mostri per quello che sei. Mi spiego meglio. Se conduco un programma in tv vengo pagata per fare la conduttrice e non per esporre la mia persona, la mia vita, insomma il mio privato, al giudizio (positivo o negativo che sia) di chi mi guarda. Un conto sono io come persona, un altro sono io nella mia professione, che è quella di conduttrice televisiva. Esempio: se guardi il programma rai con i pacchi ed empatizzi con la persona che si affanna a cercare il pacco coi 500.000 euro, non mi dirai che credi alla preoccupazione del presentatore per la sorte del partecipante?? Allora perché credi che Camila debba parlare di sé quando conduce un programma sull'erotismo? Discorso lungo, me ne rendo conto, temo che andrà proseguito davanti a una crepe... Chiudo con una valutazione giudicante: simpatia (o antipatia nel mio caso) a parte per Camila, trovo piuttosto squallido tirar fuori un'esperienza personale come quella della molestia per pubblicizzare un libro. Facendo un ragionamento inverso al tuo, proprio perché C. è un personaggio televisivo mi dà fastidio questo suo mettere in campo il privato in un modo che a me sembra strumentale. A me del privato di Camila non frega proprio niente. ciao
 
 
duffogrup
duffogrup il 20/10/06 alle 10:35 via WEB
Ma Camila, come ho scritto nel post, non è una presentatrice come le altre perchè il programma che conduce non è come gli altri. Loveline chiede allo spettatore di rendere pubblici in TV i suoi dubbi e i suoi problemi legati al sesso, in quanto lì può trovare comprensione e aiuto senza pregiudizi. Se poi vengo a sapere che la conduttrice dello stesso programma non è disposta a parlare dei suoi problemi, allora mi sorge il dubbio che proprio lei non consideri la TV un posto dove si possa parlare in modo così aperto come invece fa credere ai suoi telespettatori. In quanto al privato di Camila ti frega poco perchè non sei una spettatrice di Loveline e quindi non hai instaurato con lei quel famoso rapporto di fiducia che, in teoria, dovrebbe essere favorito dal comportamento etico del presentatore.
 
maestro.perboni
maestro.perboni il 20/10/06 alle 12:49 via WEB
Io credo che ci siano due problemi separati. Il primo riguarda il trauma come leva pubblicitaria, e questa è solo una merdata giornalistica (di Camila e/o dei giornalisti che la usano). Sulla questione del rapporto di fiducia col conduttore, la vedo così. D'accordo con la Platy sul fatto che aspettarsi sincerità da un conduttore è un'ingenuità (sono pagati per fingersi sinceri, poi passano dai programmi a sfondo religioso a Domenica In o dai programmi per bambini a Cucuzza). D'accordo con te sul fatto che però un programma come Loveline presuppone un rapporto di fiducia come parte fondamentale della situazione televisiva. In questo caso ci si potrebbe forse aspettare una sincerità diversa. Rimane però una cosa da dire: il fatto di stare ad ascoltare (per lavoro) i problemi altrui non presuppone che si debba parlare dei propri. Non è che il medico, l'avvocato, il prete o il sessuologo sono più "veri" se parlano con i loro clienti o con chi si rivolge a loro dei propri problemi sessuali o fiscali o medici. FIducia non vuol dire dirsi tutto, ma essere sicuri che la persona sia corretta nella gestione del proprio ruolo (che nel caso di Camila è quello di conduttrice, non quello di amica dalla quale pretendere un'intimità maggiore)
 
 
duffogrup
duffogrup il 20/10/06 alle 13:27 via WEB
Ma la fiducia che intendo io è proprio quella che si instaura con un amico, io dico una cosa a te perchè so che tu l'accetterai come io accetterei la tua confidenza. Non è che perchè questa relazione si svolge nel tubo catodico che allora vale di meno. Il rapporto di fiducia tra Camila e la TV (inteso come pubblico) secondo me si rompe proprio perchè lei non ha fiducia nella TV, e addirittura non si è sentita abbastanza rassicurata dal suo stesso programma.
 
AracnoMania
AracnoMania il 24/10/06 alle 23:59 via WEB
scusate, mi intrometto. Duffo secondo me tu non stai valutando il fatto che Camila, si vuole distinguere dai suoi telespettatori, altrimenti non avrebbe fatto la conduttrice televisiva. Oltretutto per quel che di solito comporta a livello emotivo una molestia pedofila, credo difficilmente che sia reale, altrimenti non avremmo una Camila, ma un'altra persona. Lei non deve niente a suoi telespettatori, sono loro che le si devono prostrare in ginocchio perchè gli vien data la possibilità di raccontare i propri cazzi in televisione (è così che funziona nella testa delle persone "normali"(di cui noi sicuramente non facciamo parte)). Buonanotte. Sbrillo
 
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