Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
Ritmo. Danza. Piedi.
Solitudine. Silenzio. Eternità.
Critica degli archetipi.
Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
Da capo.

 

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« BonsaiMessaggio #116 »

memento

Post n°115 pubblicato il 10 Maggio 2007 da MirtilloGirl
 

Costruirò una tenda. Abbastanza grande per entrarci dentro insieme a te, ma non troppo, per poter stare abbastanza stretti e scaldare il tuo piccolo corpo di notte. Non avere paura, ti porterò all'ombra di un grosso ulivo, su un terrazzo d'erba e terra, staremo accanto ai nostri simili, circondati da voci, e passi, e canti festosi di primo mattino, non sarai sola nemmeno se mi allontanerò un momento da te, perchè sempre il mio odore ti avvolgerà, il tutto di me ti farà sua in ogni istante. Che ne dici piccola?
Dico che vengo, non ho paura. Scelgo di respirarti senza sosta, di soffocarmi nella tua presenza, che così bella, così gioiosa è. Dio mio, ogni volta che ti guardo penso finalmente, finalmente la gioia di vivere, finalmente sento scorrere l'infinito nelle mie vene.
Sali in macchina, piccola, ti porto via con me. Non ascoltare la voce di chi ti trattiene, e vuole tenerti con sè solo per paura di vederti nuova. Lasciati crescere, lasciati vivere. Sento quanto sei bella lì dove non si vede, sento quanto sei viva lì dove sembri morta, ti sento giovane e fresca sotto i tuoi strati di abiti monacali e cenere e lacrime. Dio mio, ogni volta che ti guardo penso all'infamia di chi t'ha amata senza saperti, senza vederti. Sali in macchina. Giuro che non ti salverò. Sai farlo così bene da sola. Che ne dici piccola?
Dico che corro, vengo con te. E quando tornerò ti prometto, con il cuore, l'anima, e la punta dei capelli, ti prometto, dico, che non morirò.

Salirono in macchina e in poche ore furono davanti al mare. Silenziosi e splendenti come un raggio di sole di luglio. Il sorriso che lei aveva sul viso era un sorriso nuovo: era oltre le labbra, oltre i muscoli del viso, era sotto la pelle, era radicato nel fondo dello stomaco, nel ventre, nella cavità uterina. Come se nel cervello vi fosse una zona adibita al sentimento della gioia, e d'improvviso questa gioia fosse straripata fuori fino a raggiungere la punta delle dita.
Guardò lui. Stava in controluce e sorrideva. Quel suo modo unico di sorridere. Quel sorriso infinito, che esplodeva dal fondo del ventre. Lui le aveva insegnato a sorridere. Per la prima volta, ora capiva perchè amava quel sorriso.
Una fotografia.
Che ancora oggi sta in quella cornice appesa al muro.
Per sempre.

To K.

 
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