Creato da johann_gutenberg il 25/10/2008

Lettere a inchiostro

Il nostro piccolo salotto letterario privato dove solo gli iscritti potranno parteciparvi ma TUTTI potranno commentare.

 

MAGGIO 2009

Post n°12 pubblicato il 24 Maggio 2009 da johann_gutenberg
 

BASTARDO NUMERO UNO
Janet Evanovich
Salani
2007

Stephanie Plum è carina, solida, spiritosa, cresciuta nel pittoresco quartiere chiamato il Borgo di una città del New Jersey che invece di pittoresco non ha nulla. Quando malauguratamente si ritrova disoccupata, pensa di andare a chiedere aiuto al cugino Vinnie, che ha un’agenzia di cauzioni: presta soldi a chi deve uscire di prigione fino alla data del processo, ma se i debitori non si presentano in tribunale spedisce sulle loro tracce degli agenti incaricati di catturarli e portarli alla polizia. E Stephanie capita proprio al momento giusto per occuparsi dell’incarico migliore: acciuffare l’irresistibile, affascinante, canagliesco Joe Morelli, con cui aveva avuto una torrida avventura (come peraltro metà delle donne del New Jersey), ora poliziotto in fuga accusato di omicidio. Munita di pistola, manette e spray antiaggressione, Stephanie si improvvisa agente di recupero cauzioni; ha a che fare con un campionario di maniaci sessuali, ubriaconi e perditempo, e si ritrova coinvolta in vicende paradossali che però conducono tutte allo stesso mistero di cui Morelli sembra la chiave. E come se non bastasse, un pericoloso assassino, completamente pazzo, non vede l’ora di metterle le mani addosso e ridurla in fin di vita...

Se state cerando un libro leggero e ironico, con un pizzico di suspance e un risvolto romantico (qui ha pochissimo spazio) allora questo é proprio il libro adatto a voi. Questo é il primo di una lunga serie in cui vengono narrate le vicende della simpatica Stephanie Plum che per evitare di morire di fame diventa un agente di recupero.
Il linguaggio con cui si esprimono i personaggi é rude e crudo ma del resto, il mondo in cui si muovono non permette qualcosa di diverso,  lo stile é scorrevole e coinvolgente infatti si legge tranquillamente in un giorno.
La protagonista é sicuramente originale infatti non é Wonder Woman ma semplicemente una donna comune con le sue debolezze, le sue pazzie, i suoi dubbi, le sue incertezze ma possiede una grande forza di volontà per riuscire a far bene un lavoro che chiaramente tutti le sconsigliano. Cercherà di superare tutto con autoironia e un pò di avventatezza per cui sotto quest'aspetto risulta abbastanza credibile come personaggio.
Per il fatto che il libro sia stato pubblicato nel 1994 non ci troverete cellulari o tecnologie avanzate perfino l'abbigliamento é in linea con l'epoca in cui é stato ambientato.
Per quel che riguarda il risvolto poliziesco non é niente d'intricato ma risulta intrigante. In questo libro il lettore fa conoscenza di Joe  Morelli (il classico cattivo ragazzo dal quale stare alla larga ma del quale rimani affascinata) con cui Stephanie ha avuto una storia da adolescente e che ora dovrà catturare ma non sarà cosa facile (i due si scontrano continuamente). Inoltre, non manca la presenza di personaggi secondari un pò strambi come la nonna di Stephanie.
Può sicuramente risultare inverosimile il fatto che la protagonista si ritrovi da un giorno all'altro alle prese con spacciatori e assassini senza saper usare una pistola e senza conoscere arti marziali o simili ma nonostante questo rappresenta una bella ventata di novità.
 

Lady Aileen

 
IL CLUB DEI PADRI ESTINTI
Matt Haig
Einaudi
2008

La storia di un ragazzino timido e ansioso, irriverente e saggio, costretto ad affrontare il proprio destino portando sulle spalle il peso degli adulti e del loro mondo di fantasmi, commuove, appassiona e diverte in modo irresistibile. Un inno alla fragilità dell'adolescenza, alla sua voce acerba e miracolosamente indulgente.

Philip ha tutte le tristezze , le allegrie, le paure di un ragazzino che si affaccia all’ adolescenza. E ora il padre sostiene che la sua morte non è stata un incidente , ma c’ entra lo zio Alan che vuole la mamma di Philip e il pub di famiglia , e continua a tormentare Phili con la storia del club dei padri estinti , una sgangherata congrega di spettri che si ritrova davanti al pub. Philip cercherà di portare a termine la vendetta del padre fantasma in un crescendo di avventure e disavventure ed episodi esilaranti fino alla tragedia finale. Un libro strano , un po’ da ragazzini , anche se il succo è cosa è il bene e il male, il vero e il falso.Irreale l' idea di fantasmi prigionieri in un limbo di terrore. Voto 6

iononsonoio2  

Più riguardo a Un angelo improbabile

UN ANGELO IMPROBABILE
Betina Krahn
Euroclub
1997

Viso d'angelo, sguardo limpido, aspetto innocente, Madeline Duncan non ha affatto l'aria della efficiente e smaliziata donna d'affari. Non stupisce quindi che, nella vittoriana Ottocento, la sua risoluzione di trasformarsi in imprenditrice susciti un certo clamore .... destinato a strasformarsi in vero e proprio scandalo quando si scopre che l'articolo che l'intraprendente giovane intende produrre non altro che biancheria femminile completamente innovativa. Va da sè che non si può permettere a una simile scriteriata di dilapidare così l'immensa fortuna ereditata, quindi il Tribunale decide di affiancarle quale supervisore agli investimenti il cinico, arrogante, disilluso e soprattutto refrattario lord Cole Mandeville. Nel continuo sforzo di mostrarle l'assurdità dei suoi comportamenti, l'impassibile Cole si imbatte nella sorpresa della sua vita, trovandosi a subire l'incantesimo di una donna incapace di credere il peggio di chiunque... persino di una consumata canaglia come lui.

Ambientato in Inghilterra pprimi del novecento, ultimo dell'ottocento.Madeline una giovane ragazza eredita dalla zia un ingente somma di denaro e con essa decide di rimettere in piedi una fabbrica abbandonata e di produrre abiti moderni, ideali, gonne pantalone e biancheria comoda senza stecche o corsetti per signore. Inutile dire che la società non la vede di buon occhio ma un giudice e suo nipote finiranno per accordarle una minima fiducia e da lì partirà la sua avventura. Inutile dire che lei e Cole, il nipote del giudice si innamorano.
Romance atpico pieno di scene in tribunale e di idee ideali per abiti ed industria. Interessante. Molto interessante, anche se avrei voluto più scene d'amore. Carinissime alcune frasi ironiche tipo: Scusi vostro onore ma profumava talmente di buono che ho dovuto mangiarlo a morsi.

Weirde

Più riguardo a La ragazza drago

LA RAGAZZA DRAGO - L'ALBERO DI IDHUNN 
Licia Troisi
Mondadori
2009

La vita di Sofia è cambiata da quando un eccentrico professore di antropologia l'ha adottata e l'ha portata con sé in un'antica casa sul Lago Albano. Qui ha scoperto di essere l'erede di Thuban, l'ultimo dei draghi, colui che imprigionò Nidhoggr nelle viscere della Terra. Il sigillo che incatena la perfida viverna sta per rompersi e lo spirito di Thuban deve risvegliarsi in Sofia per combattere l'ultima lotta e difendere l'Albero del Mondo. Cullata dal guscio protettivo della casa del Professor Schlafen, dopo un primo feroce scontro, la ragazza sta imparando a fare i conti con i propri poteri. Ma proprio mentre la vita sembra scorrere tranquilla, oscuri sogni e premonizioni la tormentano. La guerra è ancora in corso e la condurrà lontano dal Lago Albano, in una città dall'ambiguo passato in cui antiche leggende stanno per riprendere vita. E intanto, nuovi nemici si profilano all'orizzonte...

Continuazione de "L'Eredità di Thuban", questo volume continua sulla scia del precedente, con un maggiore contenuto a livello d'azione. Come il pimo, è adatto ad un pubblico giovane:è inutile che la gente leggendolo si dichiari frustrata, il target era ben evidente già dal libro precedente. Sapendo ciò, mi sono accostata alla lettura senza particolari aspettative, ed il libro si è rivelato estremamente piacevole e coinvolgente. Apprezzo molto l'ambientazione italiana, ed anche Fabio, il nuovo personaggio, è molto interessante.

BlackMokona

Più riguardo a L'eleganza del riccio

L'ELEGANZA DEL RICCIO 
Muriel Barbery
E/O
2007

Siamo a Parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maîtres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all’idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all’insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta, che adora l’arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant… Dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Poi c’è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno, per l’esattezza). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l’ambiente che la circonda.
Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l’uno dell’impostura dell’altro, si incontreranno solo grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.

Ennesimo caso letterario in cui ci si imbatte girando per librerie, L'eleganza del riccio è sostanzialmente la storia di due solitudini che si incrociano in quel microcosmo privo di confini e di riservatezza che è un condominio.
E' anche una storia di "apparenze" e di ruoli, quelli che la vita ci dà, e quelli che invece assumiamo per conformarci alle aspettative e ai preconcetti della gente.
La storia ci viene narrata a due voci (che l'edizione italiana cerca di rendere ancora più riconoscibili affidando la traduzione a due persone diverse) quella  della portinaia Renèe, che dietro la sciabattante sciatteria che il ruolo le impone nasconde animo raffinato e vasta cultura, e quella di Paloma, insopportabile tredicenne, prodotto tipico, pare, della famiglia alto borghese, così come stereotipo ce la impone, inclusa sorella disturbata con fidanzato al traino.
Se la figura di Renèe (che fortunatamente ha più spazio) ha una sua dignitosa simpatia, ho provato una immediata avversione per il personaggio di Paloma, che peraltro dichiara da subito l'intenzione di incendiare casa e di suicidarsi. Probabilmente tredicenni così esistono, ma sinceramente spero di non incontrarle mai.
Ho trovato il libro pesante, anche se fortunatamente ogni tanto l'autrice riesce a smettere di scrivere "perle di saggezza" per descrivere alcuni simpatici siparietti, come quelli che coinvolgono il povero cocker Neptune, o le vicissitudini di Renèe per trovare un abito decente per una cena elegante con il sig. Kakuro, personaggio che funge da catalizzatore della storia.
Trasferendosi nel palazzo in cui Renèe lavora e Paloma vive, questo personaggio scardina l'immutabile routine del condominio, non solo scatenando la curiosità di tutti i vicini (sarà anche un condominio di gente-bene, ma quanto somiglia al mio) ma cogliendo l'eleganza del riccio delle due protagoniste, che fa finalmente incontrare.
Cosa che succede davvero troppo tardi, rendendo francamente inverosimile l'attaccamento che queste due dovrebbero provare l'una per l'altra quando la fine del libro, peraltro tragica, arriva.
Il libro non mi è piaciuto, l'ho trovato troppo didascalico e moraleggiante. Alcune parti sono pesanti, come i capitoli dedicati alle letture di Renèe sulla fenomenologia, e non servono a nulla se non a rendere edotti i lettori della cultura del personaggio (e quindi dell'autrice). Nell'economia del libro tutte quelle pagine avrebbero potuto essere utilizzate meglio approfondendo il rapporto tra le protagoniste. I personaggi secondari, inoltre, sono stereotipati (soprattutto la famiglia di Paloma  e gli abitanti del palazzo). Si salvano dal marasma moraleggiante solo poche figure, il marito di Renèe, la cui agonia viene descritta con delicatezza, Manuela, amica di quest'ultima, e pochi altri.

Krissy

 
 
 

APRILE 2009

Post n°11 pubblicato il 25 Aprile 2009 da johann_gutenberg
 

GLI ORFANI DEL MALE
Nicolas D'Estienne D'Orves
Sperling & Kupfer
2008

Un ricco collezionista di cimeli del Terzo Reich convoca la giovane reporter Anaïs Chouday per farle una proposta: centocinquantamila euro in cambio di un'indagine su una valigetta pervenuta al collezionista, contenente quattro mani mummificate. L'indagine di Anaïs inizia con la scoperta di una macabra coincidenza: esattamente dieci anni prima, in Germania, erano stati ritrovati i corpi di quattro anziani avvelenati da cianuro, con il braccio mutilato all'altezza del polso. Un dettaglio ancora più spaventoso li accomunava: erano tutti nati nei Lebensborn, i centri di fecondazione umana istituiti dal Reich... Si riapre così un inquietante capitolo di Storia che sembrava ormai concluso: il folle sogno di Hitler è davvero svanito con la sua caduta? Che fine hanno fatto i bambini concepiti dal Male?

Che dire di questo libro? Un libro dentro un altro libro, una storia complessa, dove si mischia la realtà del nazismo e la (si spera) fantasia della clonazione umana, la riproduzione di uomini e donne identiche e di razza perfetta. Alla ricerca della propria origine, celata da una passione per la storia del terzo reich , si muove un ambiguo personaggio che coinvolge la giovane anais nella ricerca. Anche Anais ha un passato che non ricorda, così come Vidkun non sa in effetti chi sia . storie intricate che avvengono in epoche diverse, poi alla fine la matassa aggrovigliata si dipana e .. pazzesco scusate ma è pazzesco semplicemente. Poi il finale in quell´ isola piena di cloni ( in questo momento mi viene in mente un film con al centro una comunità di cloni su un´ isola, te lo ricordi?) Anche io ho fatto fatica a seguire la trama, ma ho cercato di resistere, Ho abbandonato due giorni per poi ritrovarmi a rileggere indietro i capitoli. Non sono molto amante dei romanzi storici, per fortuna questo non lo è molto, per me storici sono quelli che non hanno altro che narrazione dell´ evento. È un giallo , un po´ di alta tensione , e sono anche io convinta che non va letto alla leggera. Come voto si merita un 7.

Iononsonoio2

 
CHE FINE HA FATTO MR Y.
Scarlett Thomas
Newton Compton
2008

Strani eventi accadono intorno ad Ariel Manto, studentessa della British University. Prima scompare il suo professore, poi l’università crolla davanti ai suoi occhi, infine in un negozio di libri usati si imbatte in una copia di un libro rarissimo e maledetto, Che fine ha fatto Mr Y. Scritto da Thomas Lumas, uno scienziato del XIX secolo che compiva esperimenti sui poteri della mente umana, il libro è in grado di trasportare chi lo legge nella “Troposfera”, dove è possibile viaggiare nel tempo e nello spazio entrando nelle menti di altri uomini. È una porta dimensionale che schiude un mondo di conoscenze, ma anche molti pericoli da cui Ariel dovrà fuggire… o è soltanto un’affascinante allucinazione?

Credo che questo sia il libro più brutto che abbia mai letto e credetemi è rarissimo che decida di dare un parere così negativo. Ne avevo sentito parlare un gran bene e anche sul retro non mancano numerosi pareri positivi, così mi sono decisa all'acquisto. 
Questo è il chiaro esempio che forse non è sempre un bene fidarsi di chi decanta tanto un'opera. 
Un romanzo che si è rivelato inconsistente anche se dalle prime pagine (un centinaio circa) si prospettava intrigante, invece é diventato di una noia mortale tanto che stavo meditando di non finirlo o di saltare pagine e pagine per raggiungere al più presto la fine.
Una  lettura lenta, macchinosa e ampollosa e a renderlo tale sono soprattutto le continue e numerose dissertazioni di filosofia, fisica e scienza che in conclusione non portano praticamente a nulla, i personaggi, invece, non hanno alcuno spessore né riescono a suscitare simpatia (a cominciare dalla protagonista Ariel che si descrive come una ninfomane ribelle) e per finire lo stile narrativo non coinvolge per nulla nonostante sia stato definito un thriller. L'autrice si perde in descrizioni troppo minuziose (a volte anche volgari quando si parla di rotolamenti) che rendono ancora più pesante il romanzo.
L'unico pregio è la copertina e il fatto che esista una versione tascabile  ma per il resto vi sconsiglio di leggerlo a meno che non abbiate bisogno di un sonnifero.

LadyAileen

SELINA PENALUNA
Jan Page
Mondadori
2008

Selina Penaluna è una sirena, così le diceva sempre sua madre, prima di abbandonarla. Raccontava che sua fi glia neonata le era caduta in una pozza senza fondo, e il mare le aveva restituito lei: bionda, pallida come il marmo e dagli occhi viola. Così Selina è cresciuta come una sirena: bellissima e selvatica, senza scuola, in riva all'oceano. Jack ed Ellen sono due gemelli sfollati in Cornovaglia all¿inizio della guerra e affi dati a una ricca famiglia. L'incontro con Selina lascerà nelle loro vite un segno indelebile, che riapparirà prepotente quando Ellen, ormai anziana e alle prese con un trasloco, sarà costretta ad affrontare il ricordo di Jack innamorato della sua sirena.

Selina Penaluna è un romanzo molto particolare, talvolta denigrato da chi, acquistandolo, si aspettava tutt'altro:anche a me è successa la medesima cosa, con la differenza che questo libro mi ha estremamente stupito. Cominciamo col dire che non è un fantasy:se è questo quello che cercate non acquistatelo. Amnientato durante la guerra, trasporta i lettori all'interno di una vicenda familiare molto sfaccettata e complessa:sino alla fine non si sa esattamente quale sia la verità, e non si può dire che manchino sorprese. Insomma, una scoperta piacevole, ricca soprattutto di sentimento e di tristezza:spesso mi sono arrabbiata con i protagonisti mentre altre volte mi sono commossa nel leggere le loro vicende. Un libro un po'melanconico, ideale da leggere sul divano, davanti al caminetto.Chissà se c'è una sirena in mezzo a noi.

BlackMokona

  
L'OMBRA DEL VENTO
Carlos Ruiz Zàfon
Mondadori
2004

A Barcellona, una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julián Carax, l'autore di quel libro. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la sua vita.

Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.
Per una serie di coincidenze sembra che, contrariamente a quanto succede a Daniel all'inizio di L'Ombra del vento, sia stato questo libro a scegliere me, e non il contrario. Caldamente consigliatomi da un amico l'ho prima preso in prestito in biblioteca, dove era appena stato restituito quando sono andata a iscrivermi, e poi in seguito mi è stato anche regalato. Il pratica non sono riuscita a liberarmene.
La narrazione si svolge a Barcellona, nell'immediato dopoguerra; l'autore ci descrive una città ben diversa da quella attuale, che ancora soffre delle conseguenze del conflitto ma ancora di più dalla precedente guerra civile, che sta cercando di rialzarsi e guarire le proprie ferite ma nella quale ancora si muovono i fantasmi del passato.
E' la storia di Daniel che, accompagnato dal padre al Cimitero dei Libri Dimenticati sceglie L'Ombra del Vento, un libro misconosciuto di un ancora più sconosciuto autore, Julian Carax. Completamente affascinato dall'opera si mette alla ricerca di tutte le informazioni possibili su Carax e su altri suoi libri. E' attraverso la ricerca di Daniel conosciamo  la vita di Carax, protagonista di un amore ossessivo e tragico, la cui aura di disperazione sembra spingersi dal passato al presente, fino a minacciare di distruggere anche la vita di Daniel stesso.
Ben scritto e di facile lettura, il libro ha il suo maggior pregio nella descrizione dei personaggi e degli ambienti, sempre brillanti ed azzeccate, e nei dialoghi, che contengono alcune frasi che ho avuto la tentazione di sottolineare.
La levità della scrittura non fa comunque dimenticare all'autore di dare una visione  realistica del periodo, e non ci vengono risparmiate situazioni dolorose, e descrizioni dettagliate della brutalità e della sempre devastante cattiveria cui possono arrivare gli uomini, quando la banalità del male viene messa a servizio di un regime, qualunque esso sia.
Purtroppo una eccessiva dose di melodramma rovina un poco il finale, che non mi ha convinto.
Un libro sicuramente da leggere, più per assaporare frasi e dialoghi (che offrono molti spunti di riflessione) che per la trama.

Krissy

LA MARCHESA DEGLI ANGELI
Anne e Serge Golon
TEA
1997

Dall'infanzia nel diroccato castello paterno alle nozze con un misterioso gentiluomo di Tolosa, la giovinezza, i primi turbamenti amorosi, l'inizio delle vicissitudini della bellissima e affascinante Angelica.

Avevo visto tutti i film tratti da questa sreie di libri, ma non avevo mai letto i libri. Per ora ho letto solo Angelica la marchesa degli angeli, primo libro della serie e devo dire che mi ha stupito per l'attenzione ad ogni dettaglio storico e la minuziosità e globalità delle descrizioni. Tantissimi personaggi appaiono tra le pagine, tanti piccoli ritratti a volte ironoivci a volte malinconici ma tutti interessanti. Questo libro è uno stupendo romanzo storico degno di essere paragonato ai Tre moschettieri o al Conte di Montecristo. Non è un romanzo d'amore, ma un romanzo storico a tutti gli effetti e dovrebbe essere rivallutato dalla Letteratura.

Weirde

 
 
 

IO, ROBOT

Post n°10 pubblicato il 01 Aprile 2009 da johann_gutenberg
 

Isaac Asimov
Mondadori
2003

Pubblicata per la prima volta nel 1950, questa celebre antologia raccoglie i più significativi racconti che il più prolifico e famoso scrittore di fantascienza di tutti i tempi ha dedicato ai robot. È proprio in questo libro che Asimov detta le tre Leggi della robotica, che regolano appunto il comportamento delle "macchine pensanti" e che da allora in poi sono alla base di tutta la letteratura del genere. 

iononsonoio2 scrive:

Non ho mai letto libri di fantascienza, non è ilmio genere . Sono nove racconti che hanno come protagonisti dei robot che fanno le più disparate mansioni , da baby sitter  a controllori di astronavi e costruttori di altri robot  Sono sicuri: infatti in base alle leggi che regolano la loro programmazione non possono diventare criminali né nuocere ai datori di lavoro , devono sempre obbedire agli ordini degli esseri umani. Ma ogni tanto qualche robot si ribella o dà segni di squilibrio ( come gli umani) , in questo caso interviene la robot psicologa. In ogni racconto si vede l' interazione tra l'uomo e il robot e la morale.
Voto 6.

Weirde scrive:

Che dire di questo piccolo capolavoro? Si tratta di fantascienza è vero, ma forse prima di tutto di un ben congeniato giallo che lascia spiazzato il lettore fino al finale. Innumerovoli i film, che anche solo lontanamente, si sono ispirati a questa trama. Giustamente, poichè Asimov, non sono con questa opera, ma anche con gli altri suoi libri, ha aperto un nuovo mondo alla letteratura. Io ho sempre pensato a Lui come ad uno scrittore-meccanico, poichè in lui vedo che le trame sono come meccanismi bene oliati pronti a scattare al momento giusto. Adoro io robot, così come adoro il ciclo della fondazione.

Kris1969 scrive:


Io, robot di Asimov è stata, per me, una piacevole sorpresa. Se letteratura di evasione deve essere, preferisco immergermi nel passato piuttosto che proiettarmi nel futuro. La lettura di questa antologia di racconti, invece, mi è piaciuta molto, tanto che ho finito il volume in un solo, piovoso, pomeriggio. In verità mi aspettavo un romanzo unitario, invece si tratta di una raccolta di nove racconti nei quali si ripetono alcuni personaggi . Quello che ricorre la maggior parte delle volte è la robopsicologa Susan Calvin, seguita dai collaudatori di robot Mike Donovan e Gregory Powell, le cui avventure mi hanno molto divertita. Alcuni racconti sono molto ironici, altri, soprattutto il primo, con il robot che ama ascoltare le favole, li ho trovati decisamente teneri. La cosa che ho trovato più buffa, però, è che i racconti sono ambientati ai giorni nostri più o meno, e Asimov già si immaginava robot baby sitter e salti interstellari, mentre io domani dovrò andare al lavoro con la mia comunissima automobile, e penso che la fantascienza più incredibile sia trovare, in tempi ragionevoli, un idraulico che mi aggiusti il lavandino che perde e non dover fare un mutuo per pagarlo. Per quanto il libro sia di evasione, e i racconti ben scritti, tuttavia mi ha portato a farmi alcune domande su quello che è il mio rapporto con la tecnologia, e sugli eventuali rischi di un eccessivo utilizzo della stessa senza il necessario senso critico, e su cosa si possa definire in realtà macchina senziente. L'ultimo racconto, in particolare, ovvero "Conflitto evitabile", con una umanità gestita da enormi cervelli elettronici mi ha lasciato un vago senso di inquietudine. Per me, comunque, una lettura decisamente consigliata.

Krissy scrive:

Io, robot di Asimov è stata, per me, una piacevole sorpresa. Se letteratura di evasione deve essere, preferisco immergermi nel passato piuttosto che proiettarmi nel futuro. La lettura di questa antologia di racconti, invece, mi è piaciuta molto, tanto che ho finito il volume in un solo, piovoso, pomeriggio. In verità mi aspettavo un romanzo unitario, invece si tratta di una raccolta di nove racconti nei quali si ripetono alcuni personaggi . Quello che ricorre la maggior parte delle volte è la robopsicologa Susan Calvin, seguita dai collaudatori di robot Mike Donovan e Gregory Powell, le cui avventure mi hanno molto divertita. Alcuni racconti sono molto ironici, altri, soprattutto il primo, con il robot che ama ascoltare le favole, li ho trovati decisamente teneri. La cosa che ho trovato più buffa, però, è che i racconti sono ambientati ai giorni nostri più o meno, e Asimov già si immaginava robot baby sitter e salti interstellari, mentre io domani dovrò andare al lavoro con la mia comunissima automobile, e penso che la fantascienza più incredibile sia trovare, in tempi ragionevoli, un idraulico che mi aggiusti il lavandino che perde e non dover fare un mutuo per pagarlo. Per quanto il libro sia di evasione, e i racconti ben scritti, tuttavia mi ha portato a farmi alcune domande su quello che è il mio rapporto con la tecnologia, e sugli eventuali rischi di un eccessivo utilizzo della stessa senza il necessario senso critico, e su cosa si possa definire in realtà macchina senziente. L'ultimo racconto, in particolare, ovvero Conflitto evitabile, con una umanità gestita da enormi cervelli elettronici mi ha lasciato un vago senso di inquietudine. Per me, comunque, una lettura decisamente consigliata.

 
 
 

IL MASTINO DEI BASKERVILLE

Post n°9 pubblicato il 01 Marzo 2009 da johann_gutenberg
 


Arthur Conan Doyle
Mondadori
2005

Il mastino dei Baskerville è il romanzo più famoso fra quelli che vedono Sherlock Holmes e il dottor Watson come protagonisti. Un romanzo che, secondo le intenzioni dell'autore, non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Perché nell'avventura precedente Sherlock Holmes era precipitato, insieme al suo acerrimo nemico Moriarty, in un crepaccio, inghiottito dalle tenebre.
Un finale che non lasciava via di scampo, e che non riuscì gradito ai lettori, ormai stregati dalla ferrea logica e dall'infallibile fiuto del detective. E così, costretto dalle insistenze del pubblico e dell'editore, Conan Doyle fece "resuscitare" il suo celebre personaggio, abbandonando il genere del romanzo storico cui avrebbe preferito dedicarsi.

LadyAileen scrive:

Ad essere sincera anche se sono una grande appassionata di gialli non sono una grandissima fans di Sherlock Holmes questo perché come personaggio-investigatore non mi ha mai ispirato molta simpatia e anche qui nutro lo stesso rifiuto.
Considerato ormai un classico del giallo la vicenda è raccontata dal fedele Watson che segue passo passo il suo amico Holmes nell'intricata vicenda fino alla completa risoluzione.  
Il mistero da risolvere l'ho trovato coinvolgente e intrigante come del resto anche lo stile narrativo. Elementi horror e atmosfere gotiche rendeno il romanzo ancora più denso di mistero.
Descrizioni dettagliate soprattutto della brughiera del Devonshire che ho apprezzato molto ma nonostante ciò io rimango fedele alla mia adorata Agatha Christie e il suo Poirot.

BlackMokona scrive:

Essendo una rilettura, non c'è stato tutto il pathos provato durante la prima lettura che mi aveva letteralmente entusiasmata, dato che ricordavo piuttosto bene le vicende. E' comunque sempre un piacere seguire Sherlock Holmes nei suoi ragionamenti, nelle sue deduzioni logiche che paiono in un primo momento assurde ma, non appena ci pensi un attimo, ti dici"Ma è vero, che sciocca!". Il caso è costruito alla perfezione, e sino alla fine non si riesce ad essere pefettamente sicuri del colpevole, anche se i sospetti abbondano. Lo stile è scorrevole e chiaro, una piccola perla del giallo.

iononsonoio2 scrive:


Il mastino dei Baskerville è stato un piacere rileggerlo,come sempre holmes risolve i misteri più strani.Qui vengono chiamati in seguito alla morte di Sir Charles Baskerville rinvenuto cadavere nel parco della sua villa, apparentemente stroncato da un attacco cardiaco. Il suo medico personale e amico, James Mortimer, è invece convinto che ne sia responsabile una creatura diabolica, la quale si aggirerebbe nella brughiera sotto forma di gigantesco cane. Sulla famiglia dei Baskerville aleggia infatti una maledizione, provocata dal comportamento blasfemo e criminale di sir Hugo Baskerville, Da allora il mostro sembra perseguitare gli eredi maschi di Baskerville Hall, portando loro una morte violenta.Sherlock Holmes rifiuta l'idea di una maledizione e, attirato dalla particolarità della vicenda, accetta di occuparsi del caso e chiede al dottor Watson di accompagnare Mortimer e sir Henry a Dartmoor, per svolgere le indagini preliminari.Sherlock Holmes, nascostosi nella brughiera all'insaputa di Watson rientra.


medebai scrive:

Questo romanzo di Sir Arthur Conan Doyle, scritto intorno ai primi anni del XX Secolo, rappresenta una pietra miliare nella storia del romanzo giallo. Si tratta infatti del primo esempio completo di come adesso si intende questo genere di storia; certo, per noi che lo leggiamo a cento anni di distanza, allenati dai tantissimi gialli scritti da scrittori più moderni, non è difficile, seguendo il metodo deduttivo del protagonista, individuare per tempo il vero colpevole, ma esso viene rivelato al pubblico solo verso le ultime pagine. Escludendo i racconti raccolti in antologie, la differenza si evidenzia se lo mettiamo a confronto col primissimo romanzo della serie, quello “Studio in rosso” che vede l’esordio dell’investigatore di Baker Street. Nello “Studio in rosso” il colpevole viene scoperto circa a metà libro e il seguito è costituito dal  racconto che questo fa per spiegare i motivi della sua spietata vendetta, quindi non vengono rispettati i canoni del giallo classico.Vorrei finire questa mia mini recensione rivelando una curiosità: esistono tantissimi club di appassionati di Sherlock Holmes e alcuni scrittori si sono divertiti a farne il protagonista dei loro romanzi, con ambientazioni che vanno dalla spy story alla fantascienza. Ma pochi sanno che c’è stato qualcuno che ne ha anche ricostruito un’improbabile ma affascinante discendenza; secondo questo appassionato, Holmes avrebbe avuto un figlio naturale dall’attrice Irene Adler, in seguito quest’ultima avrebbe sposato un nobile montenegrino che adottò il bambino. Ebbene, questo figlio di Sherlock Holmes altri non sarebbe che il grande (in tutti i sensi) Nero Wolfe!



Kris1969 scrive:



Il mastino dei Baskerville è sicuramente il migliore dei quattro romanzi lunghi di cui è protagonista Sherlock Holmes, indimenticabile personaggio inventato da Conan Doyle, autore  cui molto meglio si addiceva il racconto breve.
Il romanzo si svolge per una breve parte a Londra, per poi spostarsi nel Dartmoor, territorio splendido e terribile assieme, con le sue distese di erica e i pantani nascosti, la nebbia che si alza all'improvviso a nascondere ai protagonisti cose e persone, l'inquietante isolamento che ben si presta a rendere l'angoscia di una famiglia segnata da una secolare maledizione.
Tocca ovviamente a Holmes e alla sua ferrea logica, con l'aiuto del fidato Watson, scoprire se la maledizione è vera o, molto più prosaicamente, la stessa viene utilizzata per nascondere la banalità di un crimine.
Un libro breve, perfetto per un pomeriggio o una serata di lettura avvincente e non scontata, scritto da uno dei più straordinari (almeno per me) autori del genere, con un protagonista e un coprotagonista la cui fama ha ben presto superato i limiti della letteratura di genere, e della letteratura in generale, tanto che ancora oggi a Holmes si dedicano libri, fumetti, pagine Web e film.

 
 
 

MOLL FLANDERS

Post n°8 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da johann_gutenberg
 

Daniel Defoe
Einaudi
2008

Nata nella prigione di Newgate, avventuriera, prostituta, cinque volte sposata (una delle quali con il proprio fratello), per oltre dodici anni ladra, per otto deportata in Virginia: e poi finalmente ricca ed in odore di onestà. Questa è la storia di Moll Flanders, che Defoe racconta calandosi completamente nei panni della protagonista, provando così l'ebbrezza di «vivere» le sue travolgenti esperienze. Il racconto in prima persona gli consente di confondere la propria anima borghese con quella di una povera delinquente, senza peraltro tradire la realtà: la storia di Moll la tagliaborse è infatti ispirata alla vita di una celebre ladra morta a Londra nel 1659 e ben presto divenuta una figura leggendaria nell'immaginazione popolare.

LadyAileen scrive:

Dopo aver letto questo romanzo non starò qui a spiegarvi il significato letterario o a fare la critica del romanzo perché per questo ci sono i libri di letteratura. Mi limiterò, invece, a dare il mio modesto parere su questo libro.
Sicuramente per chi mi conosce sa bene che questo non è esattamente il mio genere preferito ma nonostante ciò mi sono appasionata alle vicende di questa donna sin dalla prima pagina.
Una persona, figlia di una ladra, che desidera diventare una signora e per far questo ruba, si prostituisce, abbandona i figli, commette incesto e quando ormai ha toccato il fondo (rischia di essere impiccata per furto) ritrova finalmente la retta via (forse).
Il libro non ha alcuna divisione in capitoli (avrei preferito diversamente) e le vicende sono narrate dalla stessa Moll Flanders (anche se alcune sembrano incredibi sono proprio queste ad aver catturato la mia attenzione). Interessante vedere come l'autore descriva quella che è la condizione di una donna sola a quell'epoca.
Una lettura scorrevole e senza troppo ma continuo a non apprezzare i classici.
  

Kris1969 scrive:


Moll Flanders è, nella versione che ho letto io, un “tomo” di 282 pagine, scritto in caratteri minuscoli, con una interlinea così ridotta che le pagine sembrano un blocco unico, fittissimo, quasi il libro non fosse sufficiente a contenere la narrazione della vita che la protagonista stessa ci racconta in prima persona. Introdotta da una breve prefazione dello stesso autore, la storia di Moll dovrebbe avere intenti morali. In realtà quella che ci  viene narrata è la storia, divertita e divertente, di una donna che, armata di intelligenza, bellezza, fascino e mancanza di scrupoli, riesce a sopravvivere a un numero notevole di rovesci di fortuna e a farsi strada nel mondo, finendo la propria vita da “onesta e penitente". Sarà poi vero tutto questo pentimento? Così dice Defoe, ma persino lui non sembra poi crederci molto.
Quello che si percepisce, invece, è l'incontrovertibile affetto dell'autore per la propria protagonista, persino quando ne descrive i comportamenti più bassi e immorali. Del resto non è possibile non provare una simpatia irresistibile per Moll, non solo per la sfortuna che la colpisce ogni volta che sembra aver trovato un proprio equilibrio ma soprattutto perché è sempre assolutamente sincera nel racconto della propria vita, anche e quando le scelte che fa sono estremamente discutibili. Alla fine comunque si tifa per lei, a dispetto di tutto. Devo dire che nonostante la trama tipo teleromanzo (Dafoe potrebbe davvero dare dei punti a molti moderni sceneggiatori di telenovela) la lettura scorre veloce e piacevole, anche se l'autore ha secondo me esagerato nel raccontare le peripezie di Moll Flanders e tra tutti quei mariti (legittimi o meno) e quei figli abbandonati con completa noncuranza mi sono un poco persa.
Dopo aver letto Moll Flanders mi sono posta per l'ennesima volta una domanda: cosa fa di un libro un “classico”? Da lettrice di generi minori devo dire che non c'è poi tanta differenza tra questo libro e buona parte dei romanzi rosa che leggo io, anzi, a volte la bilancia pende decisamente verso i “romanzetti, sia per stile di scrittura che per la trama. Chissà che un giorno uno dei miei libri preferiti non sia fatto leggere a scuola! (Credo proprio di no, ma non si sa mai).

Medebai scrive:

Moll Flanders è il romanzo della maturità di Daniel Defoe. Scritto quando l’autore aveva ormai 62 anni, un’età avanzata per l’epoca. Riletto a distanza di anni, ho preferito concentrarmi sugli aspetti sociali denunciati da Defoe; L’evoluzione della storia in sé è prevedibile, se si considera l’ambiente nel quale fu scritta, Defoe non poteva permettersi di esagerare, in un’Inghilterra puritana e conservatrice, già osava per la prima volta in assoluto mettendo come protagonista una donna, dei ceti più bassi della società, ladra, prostituta e truffatrice, un’eroina negativa quindi, e rimedia con un finale di pentimento e redenzione. Quel che è veramente importante è il distacco netto con tutte le tradizioni letterarie precendenti, coi romanzi che vedevano come protagonisti esclusivamente nobili e cavalieri con le rispettive dame e il popolaccio infame relegato al massimo a far da sfondo a cortei e avventure; qui invece l’abbrutimento è protagonista fin dal primo momento, riflesso delle vere disavventure patite dall’autore che nelle alterne fortune conobbe pure la galera. Non siamo ancora al romanzo sociale che comparirà solo un secolo dopo e in altri ambienti, ma ne è il prodromo indispensabile.

iononsonoio2 scrive:

Moll parla in prima persona della sua vita, da quando abbandonata perché la madre era stata arrestata e mandata in esilio venne presa in casa di una donna che per avere soldi li accoglieva fin quando potevano andare a servire. Molli è decisa a non fare la serva ma diventare una dama, che per lei significa non fare la serva e vivere del proprio lavoro Racconta in prima persona tutta la sua vita, corrotta fin dalla gioventù, viziosa, i suoi mariti e figli sparsi, di quel marito , che poi scoprì essere suo fratello e del suo desiderio di pentirsi e redimersi. Non mi è piaciuto molto come libro , non è il mio genere.
voto 5

Arcenciel13 scrive:

Questa storia mi ha presa anche se ha dei momenti tristi, perché il fatto di lottare contro tutti, comunque e sempre, senza arrendersi mi conquista sempre. Certo non è giusto tutto quello che ha vissuto la protagonista, ma la forza dei suoi sentimenti l’aiuta ad andare avanti, questo coraggio mi chiedo dove lo trova.

Weirde scrive:

Ho letto questo libro anni fa e rileggerlo mi ha fatto scoprire nuove angolazioni di lettura. Moll Flanders è la storia di una donna coraggiosa, le sue avventure sono avvincenti, ma rileggendolo, mi sono accorta che il sottofondi morale del libro è molto forte.
E' come se l'autore dicesse :ecco vedi lei ha fatto questo e per questo le capita questo e quest'altro.
Ciò non toglie che il libro sia molto piacevole da leggere e che Moll sia molto moderna per i suoi tempi, cosa che rende l'autore a sua volta molto moderno. O almeno a me sembra così.
Nonostante Hardy sia posteriore a Defoe la sua Tess dei D'uberville la trovo molto meno moderna ad esempio.

 
 
 

CONTATTI

Post n°7 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da johann_gutenberg

Per inviare le recensioni:

johann_gutenberg@libero.it

 
 
 

LIBRI E IDEE

Post n°6 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

Questo spazio è riservato ai membri che dovranno comunicare il libro che leggeranno nel mese di GIUGNO e voterete le idee proposte.

 
 
 

DIVENTA MEMBRO

Post n°5 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

Il club è completamente GRATUITO e TUTTI possono partecipare. Non ci sono limiti di tempo ed entrerete in gara non appena si comincerà un nuovo libro. Basterà inviarci un messaggio se siete iscritti a Libero mentre se non lo siete lasciate un commento a questo post e un recapito (blog o email) dove potervi rintracciare.
Chiediamo solo di rispettare le regole del club.
 

 
 
 

IL MERCATINO

Post n°4 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

Questo spazio è riservato ai membri che decidono di vendere/scambiare/regalare/prestare i libri che leggeranno.
Basterà inserire il commento a questo post o contattarmi tramite email o messaggistica.

 
 
 

NUOVE PROPOSTE

Post n°3 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

In questo spazio tutti i membri possono proporre le loro idee inerenti alla grafica del blog, dei contenuti e del club stesso.
Giustificate sempre la vostra scelta quando votate per una proposta.

Aprofitto per avvisarvi che in realtà il nome per il blog che aveva vinto era:
Il nostro piccolo salotto letterario (piumadi1angelo) 5 voti
purtroppo lo spazio messo a disposizione da Libero era troppo poco così ho dovuto scegliere il secondo classificato (e per farlo entrare ho dovuto togliere la d):
Lettere ad inchiostro (lafantasianata) 3 voti.

 
 
 

REGOLAMENTO

Post n°2 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

1. Tutti coloro che decidono di aderire a questo club sono tenuti a rispettare il seguente regolamento e a seguire le seguenti attività se vuole continuare ad essere membro: visionare il blog, indicare il titolo scelto, leggerlo, scrivere e inviare un commento/recensione. Senza una reale giustificazione il membro riceverà una comunicazione se continuerà a mancare nelle attività del blog.    
2. Ogni membro può scegliere qualsiasi libro esistente al mondo (non ci sono limiti di pagine né di lingua) 
3. Il 15 di ogni mese i membri saranno tenuti a indicare il titolo che leggeranno nel mese successivo.
4. Tutti i membri sono tenuti a leggere il libro scelto quel mese. Dopo 3 rifiuti non giustificati sarete esclusi dal club.
5. Non sono ammesse persone litigiose, polemiche e maleducate e non verranno tollerati comportamenti scorretti.
6. Ogni membro può proporre idee per quanto riguarda la grafica del blog, dei contenuti e del club stesso. Basterà inserire la propria proposta (a partire dal 15 di ogni mese) come commento nel post Nuove Proposte e 7 giorni si passerà alla votazione da parte dei membri.
7. Ogni proposta diventerà effettiva se otterrà la maggioranza dei voti. Per i parimerito verranno rivotate fino al raggiungimento di una scelta definitiva.
8. Le recensione dei libri letti sono a lunghezza libera.
9. I membri sono tenuti a visionare il blog di tanto in tanto per leggere gli avvisi e novità.
10. Finita la lettura del libro dovrete scrivere un commento  (niente di professionale) entro la fine del mese e inviarlo tramite email o come commento al post LIBRI E IDEE così che si possa provvedere alla pubblicazione.

 
 
 

CHI SIAMO

Post n°1 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da johann_gutenberg
 

Siamo un gruppo di persone che nutre una grande passione per la lettura e per tale motivo abbiamo deciso di creare questo spazio (GRATUITO e APERTO A TUTTI) che sarà una sorta di club del libro on line.
Ogni mese ogni membro s'impegnerà a leggere un libro che avrà indicato in anticipo quindi scriverà un breve commento al riguardo (niente di professionale ma semplicemente le proprie considerazioni) pena l'esclusione (salvo giustificazione seria).
Non siamo né critici letterari professionisti né lavoriamo per case editrici o per librerie ma attraverso questo blog desideriamo passare momenti piacevoli, condividere la nostra passione con altri, conoscere gente nuova e apprezzare nuovi generi letterari.
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