"Solo due cose contano: l'amore, in tutte le sue forme, con ragazze carine, e la musica di New Orleans o di Duke Ellington. Il resto sarebbe meglio che sparisse, perché il resto è brutto.." (Boris Vian, L'écume des jours)
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Cosa sono questi segni
che hai lasciato sulla parete
sfumati come il respiro sui vetri
tutte le volte che hai pregato alla
finestra, senza colori
un’impressione così indistinta
che si sposa con questo nero
che tradisce le tue intenzioni
se solo parlassimo la stessa lingua
e ti potessi capire, quando fai così
battere questa strada, che non trovo segnata
allora provo a riflettere, se mi raccolgo
un istante potrei sorprendermi
hai usato il colore sulle tue unghie
l’umore che stavo cercando nei cenni
del capo e nel modo di esporre la schiena
al mio sguardo quando sei alla finestra
quanto umore è venuto via, con le dita,
come se volessi strappare una maschera
quando ti sei girata e non ti ho riconosciuta
ma è stato prima di tentare, prima che
imparassi a leggerti tra le righe di questa
conversazione lasciata in sospeso.
Le parole che hai lasciato non si trovano
in alcun indice, scorro le pagine d’apertura
del libro che raccoglie tutti i nostri sottintesi
le lingue perdute, anticamera del nostro
codice dei sospiri, quando il nostro tempo
sembra già passato e ciò che rimane
è suono a percuotere l’aria greve.
Mi prende un senso di spossatezza
perché ho fatto della mia vita, del
mio percorso un viaggio ininterrotto,
come uno che si aspetti di riconoscere
i suoni e le voci dei popoli, insieme
all’aria che respirano nei luoghi
dove non sono stato, per poterli
raccogliere e fartene dono al mio ritorno.
Eppure, mi rendo conto
di non avere mai lasciato questa casa
e le sue gelate costanti
neanche per un tragitto che comporti
la misura della tua strada con i miei passi.
Non ho mai potuto lasciarti davvero
perché sei sempre rimasta a quella finestra
e ora che non so più parlarti, o leggere tra
le righe, riesco finalmente a segnarti col dito.
bizzarro
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"Noi crediamo forse di vedere come il chiaro di luna fosse già in do minore, prima che Beethoven lo scrivesse, come tutte le sinfonie europee fossero già state scritte dal vento sulle pagine degli alberi e i pentagrammi delle foglie, prima che i nostri padri le scoprissero nell’aria. Crediamo nella scoperta della bellezza.."
le_vide
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