"Solo due cose contano: l'amore, in tutte le sue forme, con ragazze carine, e la musica di New Orleans o di Duke Ellington. Il resto sarebbe meglio che sparisse, perché il resto è brutto.." (Boris Vian, L'écume des jours)
« un'altra volta mattina | fine agosto » |
dimmi che non eri tu, davvero,
probabilmente no, lo so,
mi sono sbagliato.
dimmi che non è come mi dicono
e che se non mi sento bene
è perché ho bevuto, bevuto tanto
me ne rendo conto, tanto proprio.
noi eravamo poggiati sui gomiti
e parlavamo in un finto spagnolo
parecchio finto, ma parecchio divertente.
uno disteso, uno spiegava una cosa,
uno faceva finiva e distribuiva,
qualcun'altro sfatto sfinito
proponeva cortesemente sottilmente di andare.
e quella che pensavo fossi tu -
e se eri tu potessero cadermi ora le mani -
quella lì, dicevo, si stringeva
a un tipo tutto storto, perdiaccio, l'Idiota.
non sono proprio fatto per queste cose aggraziate
(né la mattina, né la notte, né mai
evidentemente), né tu né me né noi, tu
io voi, quello che vi pare, va bene tutto, ok?
fatemi ritornare a scrivere, d'accordo,
cento sonetti in un giorno,
datemi un modo per andare all'Inghilterra,
così mi insegno l'inglese per bene,
l'inglese quello delle istruzioni
delle macchinette negli uffici,
l'inglese tutto formale
degli annunci appesi ai muri
sopra i bar alla stazione in piena notte.
ricordatemi come sono stato tragico
finché pensavo di star meglio, per l'altra,
ditemi quanto è stato facile
dimenticarsi di scordare, ogni giorno.
alla fine quello che conta
è reagire, avere un valido motivo per rialzarsi -
come un cavallo, op!, all'orizzonte -
ogni qualvolta si scende nell'abisso,
giù, giù, giù, sino in fondo, e più in basso.
e tu con quella sigaretta in bocca,
tu con quei capelli bianchi sugli occhi,
ed io specie di Ginsberg dilaniato Bacon stupido
che non sarò mai come vorreste farmi essere,
noi non se ne esce più, di qui, noi due
noi possiamo fare molto altro, e lo dovremmo fare
in fin dei conti, che se ci son riusciti
quelli del Fronte, noi potremmo aprirci
l'universo a pedate.
e che cos'è l'amore, mi chiedi, che cos'è
se non un grande unico misero bellissimo sforzo
di rendersi più simili alla diversità ambulante
che ci rende interessanti a questo mondo,
ubriachi come siamo potremmo anche
fingere di non conoscerci e
guardarci da lontano
e prenderci, ora
come non ci siamo mai presi,
come questi cani che sono liberi qui,
prenderci come l'amico col flauto,
come le stelle che là sopra si stanno a arruginire,
come qualsiasi altra sciocchezza ti potrei dire
ora come ora che c'ho il sale nelle vene che brucia,
dolce cara tiepida signorina morte che mi fai entrare
quando posso se voglio, se posso se vuoi,
che mi strapperei la pelle di dosso e te la donerei tutta
compresa la parte migliore della mia zona peggiore, solo per poterti
rivedere con quel tuo seno biancastro, di nuovo,
e poterti rivestire al mattino
come facevo sempre e come sempre farei.
e dimmi che però quella non sei tu,
è che è tutto un gioco di questa mia sporca mente
distrutta, adesso,
dimmi che, non so, d'accordo,
dimmi quello che vuoi, che ti pare più giusto,
che tanto sono andato, e non sono
più abbastanza ubriaco per cascarci.
banditosenzaluna
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"Noi crediamo forse di vedere come il chiaro di luna fosse già in do minore, prima che Beethoven lo scrivesse, come tutte le sinfonie europee fossero già state scritte dal vento sulle pagine degli alberi e i pentagrammi delle foglie, prima che i nostri padri le scoprissero nell’aria. Crediamo nella scoperta della bellezza.."
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