La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
BENVENUTI SU LA FARMACIA D' EPOCA!
La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
Se avete necessità della mia esperienza come collezionista, mandatemi un messaggio e-mail a lafarmaciadepoca@libero.it vi risponderò il prima possibile, fornendovi le informazioni che ho a disposizione.
Per riutilizzare il mio lavoro di ricerca:
-Opere a CARATTERE NON COMMERCIALE: basta citare la provenienza e l'autore dell'articolo o della foto nel rispetto dei diritti di copyright!
-Opere a CARATTERE COMMERCIALE: dal 1/04/2018 le consulenze per musei, scuole, scrittori, articoli, testi, enti, università, siti con pubblicità ed altre opere commerciali sono a pagamento con rilascio di regolare fattura. Contattatemi per chiedere un preventivo.
Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
Grazie per la visita
Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Alzi la mano chi non è mai stato vittima di un'anestesia dentistica, quella pratica molto comune che dovrebbe evitarti di crepare dal dolore, ma che ti lascia intontita peggio di un concerto hard metal.
E meno male che c'è: l'anestesia ha cambiato il mondo più della televisione. Immaginatevi che cosa poteva significare essere operati agli inizi dell'Ottocento: oltre al rischio di morire per le infezioni, o per quel chirurgo cane, c'era anche il rischio di morire per il troppo dolore.
Detto così, sembra una cosa esagerata, ma, se qualcuno dovesse amputarvi anche solo un dito, penso cambiereste idea tutti. L'eliminazione del dolore, durante le pratiche chirurgiche è sempre stato uno tra gli obiettivi principi della medicina fino al 1846, anno in cui William Morton convinse John Warren Jackson, noto chirurgo statunitense, ad usare l'anestesia per operare i suoi pazienti. Già prima di lui il Dr. Crawford Long, aveva utilizzato questa pratica, ma siccome pareva quasi stregoneria, fu costretto a interrompere i suoi studi dopo due operazioni.
Nel campo dell'odontoiatria, nel 1844 il dentista americano Horace Wells (di cui Morton fu studente) si era sottoposto lui stesso ad un'anestesia per togliersi un dente, ma i suoi colleghi non diedero valore ed importanza alla scoperta.
C'è da chiedersi proprio il perchè. Come mai tutta questa reticenza ad annullare il dolore? La risposta è contenuta nella forte matrice religiosa protestante che accomunava l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Tradizionalmente il Protestantesimo vede nel dolore e nella malattia, dei castighi divini, meritati ampiamente dal peccatore, come delle "prove" che Dio stesso ci manda per purificare la nostra anima.
Perciò, eliminare il dolore era inteso come liberarsi di un qualcosa voluto fortemente da Dio: ecco il perchè di tutta questa riluttanza, fino a che, una donna, decise di "sdoganare" l'anestesia. Nel 1852, la Regina Vittoria d'Inghilterra, capo religioso anglicano, chiese di poter subire l'anestesia durante il parto per renderlo indolore. La punizione di Eva era stata superata, e finalmente l'anestesia prese piede. Alla faccia di chi pensa che l' Età Vittoriana sia solo un concentrato di ipocrisie.
Molti furono i composti chimici usati per lo scopo, per esempio l'etere o il cloroformio, solo per citare i più conosciuti, ma dal momento che il post si occupa di anestesia dentistica , è bene introdurre la molecola del giorno: la novocaina.
La novocaina fu scoperta nel 1905 e brevettata con questo nome dalla Farbwerke Hoechst, un laboratorio satellite della Bayer, notissima ditta farmaceutica. Dal punto di vista chimico, la novocaina è un derivato sintetico della cocaina. Infatti, entrambe possiedono un'azione paralizzante sulle cellule nervose periferiche, ma la novocaina ha meno effetti collaterali, dal momento che viene velocemente idrolizzata dai tessuti del corpo umano.
Ad oggi la novocaina viene usata per anestesie da infiltrazione o come bloccante nervoso per la sperimentazione.
In questa sede non starò a dilungarmi su vita, morte e miracoli della Bayer: tratterò l'argomento in seguito, quando parlerò dell'aspirina. Pazientate ed abbiate fede!
Ecco a voi la scatola e un po' di dettagli curiosi:
La scatola è di dimensioni cilindriche, diametro 7,5 cm x altezza di 7,0 cm con il tappo di sicurezza: conteneva delle carpule, cioè le "ricariche" per le vecchie siringhe di metallo da dentista. Trovarla è stato un vero colpo di fortuna: come testimonia la scritta sul retro "confezione ospedaliera di cui è vietata la vendita al pubblico", queste scatole erano nate per essere poi gettate via, infatti non sono litografate ma hanno un'etichetta di carta. Penso risalga agli anni 60.
Le carpule del volume di 1 cc contenevano novocaina, corbasil e acqua distillata per portare a volume.
Il prodotto era distribuito dalla CO.FA. spa di Milano, con sede in Corso Ticinese 1.
Grazie per l'attenzione!
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