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« ricordando un altro tempouna meno un quarto di notte »

ventitrè e trentacinque

Post n°567 pubblicato il 25 Aprile 2013 da liberante

.

Da quando è nato questo posto di parole ho scritto una storia per il 25 aprile. Quest'anno niente. Non ci riesco. Già scrivo pochissimo e quel poco è per me, su di me, visione egoista e lamentosa del mio vivere quotidiano. Però ho pensato ed ho anche provato ad elaborare un racconto di montagne e fatica, ideali e responsabilità, coraggio e azione, ma niente, non è uscito niente, se non la consapevolezza che resistere è nella fatica di vivere in un mondo che non mi appartiene. Non riesco più a riconoscermi, nè trovo consonanze o affinità. Solo resto aggrappata con forza al sentimento di libertà e di volontà che mi appartiene e che ha lo stesso colore del mio sangue. Rosso. Ero, sono e resto comunista.
Un'amica mi ha scritto un sms, che è lo specchio del mio sentire:
"Un'altra settimana se n'è andata portandosi via le ultime fragili e deboli speranze ideali. Un'altra è cominciata e non ci resta che l'amicizia, l'amore e il rispetto per le persone vicine e lontane che stimiamo."

 

Una canzone. Leonard Cohen "The partisan"

 

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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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