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L'agolo del libro...Cerca in questo BlogI miei Blog AmiciMenuCitazioni nei Blog Amici: 6 counterUltimi commenti |
Post n°161 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da ste262
L’albero della vita L’albero della vita ha radici nodose, un tronco massiccio e tantissimi rami e ramoscelli, la sua immagine ci da un senso di sicurezza e tranquillità, ma se aprite bene gli occhi e lo osservate per un tempo sufficientemente lungo, vi accorgerete che la sua vita è un’eterna lotta, una lotta titanica tra forze che si equivalgono. La terra che nasconde le possenti radici cerca di attrarre l’albero a se, di farlo sprofondare, ma l’albero, tenacemente, per ogni centimetro ceduto all’avversario fa spuntare un nuovo ramoscello altrettanto grande, una nuova promessa di vita. E’ così dalla notte dei tempi, e fino alla fine dei giorni così sarà… Una lotta epica e sovrumana per l’esistenza, che in silenzio consuma la vita e nel dolore ne permette una nuova nascita… Stefano
Post n°160 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da ste262
Gli auguri di Buon Natale da parte del presidente.... "Merry Christmas to everyone! In the Name of Almighty God, the Most Merciful, the Most Compassionate My sincere congratulations to everyone for the Glorious and Auspicious Birthday of Divine Prophet - confirmed and authenticated by Gabriel, the angel of Divine revelation - the Obedient of Almighty God, Jesus Christ, the Messiah (peace be upon Him) He was a messenger of peace, devotion and love based upon monotheism and justice. He was raised in His Mother’s hand – Virgin Mary (peace be upon her) – that Almighty God stood her as impeccable and exalted her above the women of the world. The Mother and the Son that in the Divine Sight are reputable and prestigious. And they are positioned by God – The All Wise- at a sublime level. "
Il post continua sul blog personale del presidente che trovate a questo indirizzo:
Post n°159 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da ste262
A Bali si decide solo di decidere nel 2009
Post n°157 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da ste262
Buone nuove dal mondo... Le donne di Kandahar hanno dato vita a un movimento pacifista nazionale. Le donne afgane scendono in campo pubblicamente per chiedere la pace, la fine della guerra e della violenza che da trent’anni insanguina il loro paese. Un evento epocale per l’Afghanistan, dove le donne non hanno mai osato schierarsi pubblicamente. Il debutto delle donne per la pace era avvenuto circa un anno fa, con una giornata di preghiera che però interessava solo le province di Kandahar e Helmand. “Con l’estendersi delle violenze in tutto il Paese, anche le donne di altre province hanno sentito la necessità di unire le loro voci alle nostre per chiedere la pace”, ha spiegato Hamidi. “La preghiera di ieri è stata solo l’inizio di un vero movimento nazionale: il nostro obiettivo è di estenderlo a tutte le trentaquattro province afgane”. Articolo tratto dal sito "Peacereporter.it"
Post n°155 pubblicato il 12 Novembre 2007 da ste262
La nostra solidarietà a Oceano Elkann Dopo Leone, Oceano. Figlio di Jaki e Lavinia, nipote di Lapo.... Auguri!!! Non che ci si potesse aspettare molto da una coppia di genitori che si chiamano John Jacob Philip Elkann detto Jaki e Lavinia, ma, cribbio, i pezzi ironici se li tirano addosso. Dopo aver chiamato il primogenito Leone, non male per un erede degli Agnelli, hanno battezzato il secondo con il nome di Oceano. Inutile dire che gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza saranno per lui un inferno. Come risparmiarsi le facili ironie quando Oceano si farà la pipì addosso o andrà al mare? E quando si comporterà male come potranno le maestre non sgridarlo con battute di facile presa: "Oceano non sei mica tanto pacifico" "Oceano non fare l'indiano". Perchè condannarlo a tale pena? Va bene che i nomi eccentrici piacciono alla famiglia e passare da Lapo e Jaki a Leone e Oceano è già un passo avanti, ma un dubbio sorge spontaneo. Vorranno mica avere dei figli regnanti. Leone è nome da pontefici, Leone primo, secondo, decimo etc., mentre Oceano finirà per studiare negli Stati Uniti e lì sono già a Ocean Thirteen. Non è che dietro a questa scelta di nomi si nasconda una notevole megalomania? Va be' intanto auguri ad Oceano.... occhio allo zio ! Articolo tratto dal sito "Sabatoseraonline.it" all'indirizzo: http://www.sabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=3&article_id=107193&l=it
Post n°153 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da ste262
Le bellezze artistiche di Pergola si mettono in mostra !! Il crocifisso che è stato esposto sul palco dal quale papa Benedetto XVI ha presieduto all'Agorà dei Giovani di Loreto è una copia del crocifisso ligneo custodito nel duomo di Pergola. In passato quest'opera è stata attribuita prima alla scuola riminese, poi ad uno "pseudo Guido Palmerucci". La critica recente invece ha datato l'opera in prossimità del quinto decennio del 1300 assegnandola al pittore Mello da Gubbio. Quest'opera è stata scelta dalla regione come simbolo della ricchezza artistica delle Marche !
Post n°150 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da ste262
"..I semplici hanno qualcosa in più dei dottori, che spesso si perdono alla ricerca di leggi generalissime. Essi hanno l'intuizione dell'individuale. Ma questa intuizione, da sola, non basta. I semplici avvertono una loro verità, forse più vera di quella dei dottori della chiesa, ma poi la consumano in gesti irrflessi. Cosa bisogna fare? Dare la scienza ai semplici? Troppo facile, o troppo difficile. E poi quale scienza? Quella delle biblioteche? I maestri si sono posti questo problema. Il grande Bonaventura diceva che i saggi devono portare a chiarezza concettuale la vertà implicita nei gesti dei semplici... Ma spesso però avviene in ritardo e, quando avviene, la verità dei semplici si è gia trasformata nella verità dei potenti, buona più per l'imperatore Ludovico che per un frate di povera vita. Come restare vicini all'esperienza dei semplici mantenendone, per così dire, la virtù operativa, la capacità di operare per la trasformazione, il imiglioramento del loro mondo?..L'esperienza dei semplici ha esiti selvaggi e incoltrollabili. Che è come dire che anche nella condotta delle cose pratiche, siano pure esse la meccanica, l'agricoltura o il governo di una città, ci vuole una sorta di teologia. Bacone pensava che la nuova scienza della natura dovesse essere la nuova grande impresa dei dotti per coordinare, attraverso una diversa conoscenza dei processi naturali, i bisogni elementari che costituivano anche il coacervo disordinato, ma a suo modo vero e giusto, delle attese dei semplici." Liberamente tratto da "Il nome della rosa"
Post n°149 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da ste262
Di Gabriele Adinolfi. Quarant’anni fa veniva ucciso Che Guevara. Il comandante guerrigliero aveva cercato di esportare il fenomeno rivoluzionario cubano sia in Africa che in America Latina che, essendo egli argentino, considerava nella sua interezza un po’ come la sua patria. I fuochi di guerriglia dovevano accendere la rivoluzione: è quel “fuochismo” che avrebbe affascinato Giangiacomo Feltrinelli, molto poco leninista ma romantico e garibaldino assai. Il Che e i fascisti In quarant’anni il Che è stato oggetto di tutte le svalutazioni possibili, è stato ridotto a logo pubblicitario, a simbolo di riconoscimento di tribu urbane ultracapitaliste. Allora, quando morì, ma anche prima, quando abbracciò il suo sogno rivoluzionario abbandonando un ministero a Cuba, Ernesto Guevara poteva contare su tante antipatie, molte delle quali tra i farisei del suo campo, ma anche di tante simpatie tra coloro che la stupida logica degli schemi vedeva come suoi avversari. Allora quando la demenza e la sclerosi del dogmatismo alla Tartuffe non era di moda tra gli eredi delle rivoluzioni nazionali, furono in molti a sostenere il Che. Da Jean Thiriart, il fondatore di Jeune Europe e del partito nazionale europeo che avrebbe schierato volontari in Palestina a Juan Peron. Costui, fascista tra i fascisti, esule in Spagna dopo esser stato rovesciato dall’oligarchia clerico/militare legata a Washington, aveva stretto un patto strategico con Fidel Castro ed elogiava particolarmente il Che la cui lotta, secondo il suo parere ufficiale, utilizzava il marxismo come puro e semplice strumento per un ideale superiore. Fu proprio Peron, l’ultimo degli statisti fascisti, ad accogliere il Che nella Spagna franchista – con il beneplacito del Caudillo – e a metterlo in contatto in Algeria con Boumedienne. Del resto Guevara aveva sostenuto Peron contro i comunisti pochi anni prima in Argentina e uno dei suoi fuochi guerriglieri, appunto nel paese natio soggetto a dittatura, fu opera dei peronisti. Il Che vivo, la crème del fascismo post-bellico era con lui, il Che morto gli vennero dedicate molte riflessioni e qualche agiografia come “Une passion pour El Che ” di Jean Cau di sensibilità nazionalsocialista. Bianchi o neri? Potrei quindi onorare Che Guevara sulla base dei miei illustri predecessori e sentirmi per questo molto più fascista dei fascisti che lo denigrano. Ma non sarebbe sufficiente né corretto. Non lo voglio onorare solo perché i migliori fascisti lo onorarono ma perché lo merita di per sé. Conosco le obiezioni, ne sento di continuo: da quando il neofascismo è scaduto nell’ombra reazionaria del codinismo borghese e ha smarrito la sua anima – e il suo più profondo significato esistenziale e sacro – le banalità sminunenti si susseguono. Una di esse è che non si può onorare il Che, non si può non essere contenti della morte del Che, perché egli si batteva per distruggere i nostri valori. Nostri? Valori? Suvvia: scherziamo? Il Che si batteva per liberare il suo continente dall’occupazione americana, dall’oppressione oligarchica e dalle ingiustizie. Possiamo non condividere l’indirizzo dato dal Che alla sua lotta, il suo impianto ideologico e programmatico, ma non possiamo non sentire nostra la sua lotta; e se non la sentiamo tale delle due l’una: o di quella lotta non sappiamo niente o abbiamo sbagliato proprio campo, siamo guardie bianche e non camicie nere! Lotta e Vittoria Infine non si può non onorare il Che perché un uomo che abbandona cariche, onori, denari e privilegi per andarsene a vivere nelle selve, tra i monti, con un pugno di compagni di lotta, passando giornate intere con qualche goccio d’acqua e, se dice bene, una galletta, un uomo che sogna e che resta fedele al suo sogno mettendo carne, muscoli, nervi al suo servizio, non può non essere onorato. Lo detta chiaramente quel sentimento della vita, dell’onore e del sacro che è alla base dell’Idea del mondo che fece grande la nostra antichità e la nostra più recente primavera. Quell’Idea del mondo che – dalla Bhagavad Gita tramite i Luperci le Legioni mithraiche, la Cavalleria fino ai Werwolf – ha significato tutto il meglio che memoria d’uomo ricordi e che si condensa nella “Dottrina di Lotta e Vittoria” (che non coincide con il successo tangibile ma con il trionfo su di sé. Chi non ha perso il bandolo di quel filo non può non rispettare e non onorare l’eroe di Santa Clara. Onore al Che: lotta e vittoria Comandante! 9th Ottobre 2007
Post n°148 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da ste262
Il PD vuole scacciare l'anti politica !!! Secondo voi è questa la strada giusta ???
Post n°146 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da ste262
Quando oramai non lo aspettavo più..... dopo ben' quattro anni di ritardo.... questa sera mi è arrivata una lettera con il mio Sono molto contento !!!!
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Inviato da: pensieroinespresso
il 08/11/2009 alle 12:28
Inviato da: barcallha
il 29/10/2009 alle 13:09
Inviato da: asso_di_quadri_1
il 25/08/2009 alle 18:27
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il 16/07/2009 alle 23:37
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il 25/03/2009 alle 16:11