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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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STORIA DI ALESSANDRA di FERRARA

Post n°108 pubblicato il 07 Marzo 2008 da librodade

Questa vuole essere una testimonianza positiva, sperando che possa essere d’aiuto a qualcuna :-)

La mia storia inizia il 25 aprile del 2004, giorno in cui una violenta e inaspettata colica addominale mi sconvolge. Abitavo a Lendinara da poco, non avevo ancora scelto il medico curante, quindi quello del mio ragazzo e convivente viene a visitarmi e resta confuso; appendicite senza febbre gli sembra strano..... mi da del Buscopan e mi dice che vediamo cosa succede.

Dopo 36 ore un’altra violenta colica mi porta al pronto soccorso, dove mi liquidano con una diagnosi di blocco intestinale dovuto ad un colpo di freddo e mi mandano a casa consigliandomi di farmi un bel clisterino!!

Nel pomeriggio il mio nuovo medico curante, scelto in fretta e furia, mi consiglia di farmi vedere da un ginecologo, che con un’ecografia vede una ciste sull’ovaio destro e azzarda una diagnosi di endometriosi, mi fa fare il CA 125 che era a 85 e mi dice che dobbiamo operare perché i dolori si sono presentati al ciclo successivo.

A giungo 2004 mi operano in laparoscopia, rimuovono la ciste, delle aderenze tra ovaio e tuba, controllano la situazione e mi dimettono con diagnosi di endometriosi al 1° stadio, tube e ovaie sostanzialmente sane.

Però i dolori ritornano dopo un solo mese, e io piango.....

Viene ipotizzata la presenza di minuscoli focolai, dolorosi nonostante siano piccolissimi, e viene stabilito che sono uno di quei casi di endometriosi non severa ma molto dolorosa. Mi prescrivono la pillola per 6 mesi (con regolare intervallo mensile di 7 giorni) per diminuire i dolori, ed in effetti dal terzo mese di pillola inizia ad andare un po’ meglio, i dolori sono migliorati, ma io sono sempre stanca, triste, piango.

Poi decidiamo che vogliamo cercare una gravidanza; in condizioni normali avremmo aspettato ancora, ma viste le novità io sento che il tempo stringe, quindi smetto la pillola e iniziamo i tentativi a febbraio 2005, non dicendo niente a nessuno, per non sentirmi “sotto pressione”.

Nel frattempo partecipo ad un incontro di un gruppo di sostegno con una psicologa, che ci parla della relazione mente-corpo, e di come molte malattie siano riconducibili a traumi passati, magari legati al rapporto con la famiglia o con l’altro sesso nel caso di patologie ginecologiche. Ci penso su e mi riconosco perfettamente in questo, riconducendo il tutto ad una drammatica relazione durata 3 anni e finita malissimo, che mi trascinavo nonostante fossero passati 7 anni.

A quel punto in me scatta qualcosa, e decido di prendere il toro per le corna e fare qualcosa per me stessa. Mi rivolgo quindi ad una riflessologa che conoscevo tramite amici comuni, le parlo della malattia e della mia ipotesi sulla sua origine e decidiamo insieme di iniziare un percorso mirato ad ottenere i due obiettivi che mi ero preposta: non tornare sotto i ferri e concepire un figlio.

Grazie ad un passato di arti marziali avevo avuto la possibilità di avvicinarmi alla medicina cinese e alle filosofie orientali, che insieme alla fitoterapia hanno costituito gli elementi del mio cammino. Come immaginavo, i primi tre mesi di trattamento (due volte la settimana) sono stati molto pesanti, sia fisicamente che psicologicamente, facendomi sentire peggio, ma io ben sapevo che era una fase da superare per arrivare a stare meglio. Infatti un giorno, durante un trattamento, ho sentito che quel nodo che avevo nel cuore e in gola si era dissolto, mi sono metaforicamente rialzata e ho iniziato il vero e proprio cammino di consapevolezza che avevo deciso di intraprendere. Da quel preciso momento non ho più avuto dolori, e i controlli medici hanno sempre confermato l’assenza di cisti, ipotetiche aderenze e valori sballati. Naturalmente stando attenta all’alimentazione, prendendo le mie erbe e soprattutto lavorando ogni minuto di ogni giorno sul lato psicologico della cosa.

I mesi passavano, io continuavo a cercare la mia gravidanza, finché un giorno ho fatto il test ed è risultato positivo! Proprio quando non me l’aspettavo! Era il 20 ottobre 2005.

Samuel è nato il 23 giugno 2006, è la gioia della mia vita, tanto che mentre scrivo queste parole mi scendono le lacrime..... le lacrime più calde e profonde che abbia mai versato......

E sotto i ferri non ci sono ancora tornata.

E’ da marzo 2005 che seguo questo percorso di consapevolezza, filosofia di vita, medicina parallela (cioè sempre in coppia con quella tradizionale), alimentazione controllata, omeopatia, riflessologia e, soprattutto, gioia: gioia di vivere, di sentire, di piangere, di ridere, di comunicare.

L’endometriosi mi ha dato la possibilità di conoscere me stessa, accettarmi, perdonarmi e amarmi profondamente. Quando ho scoperto la malattia ero molto sola, non avevo amici, solo conoscenti con cui tra l’altro non andavo d’accordo, ero a disagio nel nuovo posto in cui vivevo, per la prima volta nella mia vita non ero più la popolare Alessandra. L’endometriosi ha portato nella mia vita tante persone speciali, donne e uomini, e mi ha fatto capire che bisogna trarre insegnamento dalle esperienze di vita.

Ora sono la coordinatrice del gruppo A.P.E. di Ferrara, fatto di ragazze meravigliose, che sono diventate parte della mia vita. Mi sono convinta che questa malattia è arrivata a me per farmi aprire gli occhi sulle cose che contano ed ora la mia “missione” è cercare con la mia esperienza di aiutare altre donne a fare lo stesso e vivere meglio nonostante, o forse “grazie” all’endometriosi.

Alessandra

Grazie Alessandra ... per fortuna da qualche giorno arrivano belle storie su questo Blog ... troverò il modo di tenerle sempre in evidenza, perchè è giusto condividere soprattutto la speranza e le buone notizie. Sperando che le esperienze positive, diano forza e fiducia a tutte le altre amiche che ora vivono un momento difficile.
Mi è piaciuta molto la tua storia perchè dimostra soprattutto apertura mentale. Nuove filosofie di vita, nuove discipline, che spesso non si conoscono e che si tengono lontane. Ma credo che tutto ciò che porti ad una maggior conoscenza del nostro corpo e delle sue reazioni possa farci bene.
Ti abbraccio, ci rivedremo sicuramente l'11 maggio alla Feltrinelli di Ferrara.
Vero

 
 
 
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