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il senso di noi... nel cammino del tempo

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la città,la collina e..il mare

Post n°19 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da IoDomenico

traghetti 

 

 

Con le mani stava appoggiato al parapetto della nave, su di sé sentiva il peso
degli anni e il suo sguardo aveva le pieghe che nel tempo lasciano i sorrisi, le
rughe tracciate da una vita di stenti.

Il vento si trastullava coi suoi brizzolati capelli, con il riporto che lambiva la
tempia, mentre sul viso si adagiavano i cristalli di sale che nell'aria il traghetto sollevava allontanandosi dalla costa al massimo dei motori.

Il suo sguardo stava in un tuffo tra la schiuma biancastra che si allargava
con le onde e la sponda calabra, mentre cresceva il frastuono della gente
che si affollava sul ponte, lasciava che ogni ricordo fosse accompagnato
dalle onde, che lievi si accavallavano dinanzi ai suoi occhi.

Stava ad osservare con le palpebre strizzate per il sole la distanza che si
creava fra l'azzurro del mare e il verde dei boschi, chiazzati dai profili delle
case distanti.

Accanto a lui un uomo indicava il punto in cui sarebbe stato costruito il
ponte....

 

I traghetti erano stati parte della sua vita, non saprebbe dire a che età
iniziò a salirci, ma gli è rimasto dentro l'odore dei motori, della nafta che
aleggiava nei corridoi che portavano in coperta, sino a percepire quello
dei saloni, delle stoffe dei divani occupati dal chiacchierio della gente che
li riempiva....

 

L'attraversamento da Reggio durava circa un'ora e non sempre l'orario
di partenza e quindi di arrivo veniva rispettato, causa il ritardo dei treni
a cui la nave faceva da coincidenza, e che portavano soprattutto d'estate
i tanti emigranti che rientravano nella loro terra.

Ma per lui quel viaggio non aveva mai fine, ricominciava dopo che aveva
toccato l'altra sponda sino all'imbrunire.

 

stralci da...Il traghetto di D.Nava

 

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