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« la città e la collina...la città,la collina e..il mare »

la città e la collina...

Post n°18 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da librodelfuturo1

case del sud

Andai via,Mi scelsi delle città o meglio esse scelsero me

Dapprima Roma e provai a viverci e dimenticare.

Li' in fondo confluivano generazioni di meridionali.Se ne contavano cento,o forse più.Avevano formato circoli,club.Organizzavano mostre.

Roma non era piu come ai tempi di D'Annunzio la ceneriera d'Italia,non era la città del Papa,era la meta dell'esodo dei meridionali.

Non la terra promessa si badi bene ma una meta provvisoria.Il cuore dei meridionali come quello di Ulisse era il ritorno

Io tornavo spesso e mi si stringeva il cuore quando osservavo le case che nelle periferie e nell'entroterra si ergevano incompiute

tutti sapevamo che erano degli emigranti che sognavano di completarle per poter tornare

Ulisse sognava solo Penelope e Telemaco i nostri la casa.

Per lo piu' restavano incompiute e le mura si annerivano i ferri che le sostenevano si arrugginivano e poi tutto lentamente precipitava nel nulla.

Mi facevano una tristezza immensa come i sogni arrugginiti,le memorie perdute

Mi facevano pero' maggior tristezza le case compiute fresche di fabbrica per cosi' dire

Erano come in attesa di qualcuno che non arrivava

Ne avevo vista una a ridosso degli scavi.Un poveraccio si era affrettato a costruire in attesa del ritorno prima che la sovrintendenza ponesse il veto.

Era quasi compiuta e cosi' un altra rosa nel greto del torrente.

Ora qui si sa che le fiumare sono addormentate ma possono avere risvegli inopinati ed improvvisi e che fine in questo caso poteva fare quella casa in attesa era facilmente immaginabile

tutto parlava del ritorno-

Dovevano essere le profezie

ponevano al centro di gradi cambiamenti la regione e tutti volevano esserci.

Il sogno della rigenerazione che non era solo una sorta di revanche quanto proprio l'idea che la terra dove grandi eventi si sarebbero verificati,non poteva essere abbandonata-

e le case sorgevano

Non c'era casa per quanto lussuosa

a Roma che potesse uguagliare la casa ridosso degli scavi o quella sul greto del torrente

 

Collegata alle fiumare doveva essere il sogno del movimento.

Le fiumare a giudicare dal loro letto in alcuni casi davvero maestoso dovevano essere stati mezzi di comunicazione un tempo tra la montagna ed il mare

Perche' i meridionali hanno

il duplice sogno della montagna e del mare.I loro racconti nascono dalla montagna,il regno dei morti,la porta dell'aldi là.ma il mare esprime la libertà.contiene l'identico sogno dei Greci.

A roma mancano entrambe.

A volte il Palatino,o l'Aventino sembra sopperire in qualche misura alla voglia di montagna

Colle Oppio o il Quirinale

Ma il mare non non puo' simularlo il Tevere neppure quando era biondo

Sapevo di uno che si era arricchito ed aveva comprato una casa in Trastevere miliardaria con i tetti dipinti che sospirava ogni volta che li guardava.

Ricordava ineluttabilmente le travi sulla soffitta del casolare di campagna

Il cuore era laggiu' e non si puo' vivere espropriati del cuore

ed un altro riuscito,di successo indubbiamente che aveva ora un panfilo mi ricordo' con un sospiro di nostalgia il tempo in cui per andare a scuola scendeva dalla montagna a piedi nudi.Sentiva i rovi entrargli nei piedi ed ancora ora provava nostalgia di quella sofferenza.

Diceva che lo faceva sentir vivo.

Ora i panfili o i soffitti affrescati sembravano invece zone di morte,dove come cadaveri si aggiravano

Il bello era che per mantenersi quel tenore aveva lottato e continuavano a lottare con una tenacia,con una determinazione con una violenza assolutamente inaudita

Roma mi accoglieva con quella sonnolenza,con quell'indifferenza con cui aveva accolto dominazioni,barbari,sacri romani imperi,religioni.

Aveva visto di tutto e non poteva vedere altro.Tutto era già accaduto

Il sacco di Roma.Lo stupore di Agostino fu tale che la sua opera ne è rimasta impregnata

La presenza di Alessandro Vi in confronto non poteva destare alcuno stupore

Mi aggiravo tra musei e rovinemtra barocco e settecento tra Porta Pia e il Vaticano anch'io senza stupore

yifiutai l'adescamento dei club dove si parlava con vanto il dialetto.

Dovevamo ancora parlare l'italiano e facevamo esercizi di lingua locale.Roba da matti

Rifiutai di aggregarmi ai circoli cosiddetti intellettuali

Andavo scappando da tutto e da tutti_

La fuggitiva,mi disse un giorno alla Feltrinelli dove sfogliavo nervosamente riviste.Alessio Gregori.

Lo conoscevo di fama e quell'interpellarmi col titolo di Colette mi parve il non plus ultra dell'intelligenza.

Finii cosi' col trovarmi nella sua sequela

Uno scrittore di successo che collaborava ai piu' importanti quotidiani

Mi trovo' piccole collaborazioni.mi inizio' al lavoro dei giornali ed in cambio volle la piu' assoluta obbedienza

Espressi una volta il desiderio di andare allo Strega e si apri' un terribile litigio

Io che passo tanto tempo ad occuparmi di te e tu che vuoi andare in quella sentina...

Perdo il mio tempo

E poi aggiunse la frase che segno' la fine

Pensavo che la civiltà fosse giunta dalle tue parti

 

COME DALLE MIE PARTI ERA NATA LA CIVILTA' ?

 

La delusione fu cosi' cocente che decisi di tornarmene dalle mie parti

...continua

 
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