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Futuro e Nuove generazioni...prima parte

Post n°63 pubblicato il 07 Agosto 2014 da librodelfuturo1

                                          

Capitolo primo

 

La questione dei giovani

 

Si parla spesso delle nuove generazioni escluse dal lavoro,dalla progettazione come si dice del futuro e non si trova alcun bandolodella matassa.

Non si tratta tanto della consueta polemica tra giovani e vecchi che ha lasciato ampia traccia nella letteratura ma di ben altro.

Pirandello aveva scritto un romanzo I vecchi e i giovani in cui esprimeva la profonda divergenza tra le generazioni e la polemica che ne era conseguenza.
E Carducci, a ridosso delle generazioni risorgimentali tutte imbevute di cultura romantica, inneggIAVA ALLE FERVIDE SCHIERE GIOVANILI,CAPACI DI RINNOVARE IL MONDO E LA STORIA.

In realtà il problema riguarda la capacità di rinnovamento e di ricambio

Non avere giovani a cambiare il volto della storia significa eludere il futuro,significa tagliare l'evoluzione,il cambiamento.

Mai si era corso un simile rischio.

L'arte dei cambiamenti nel significato che al termine davano i maestri orientali,è propria dei giovani.

La capacità della gioventù' è grande rapportata ai mutamenti ambientali e sociali.

                                              


 

Carlo Cassola aveva intitolato una sua opera La terra può'finire.

Si riferiva alla minaccia allora incombente dell'autodistruzione nucleare.

Ma nessuno pensava che potesse finire, per l'assenza di giovani che siano davvero tali.

La rivoluzione giovanile,in ogni epoca, ha una caratteristica fondamentale,ristabilisce i fini rispetto proprio ai mutamenti.

Nel mondo attuale la crisi si rivela come oblio dei fini,specie umani e nella riduzione alla conquista del denaro di ogni finalismo

La corruzione,l'assenza del lavoro,la decadenza del territorio, il disinteresse verso i beni culturali,tutto deriva dall'indifferenza.

                              


La natura ha un profondo finalismo:

E' questa la prima istanza che riconduce la formazione giovanile alla natura

Einstein solea dire che l'universo non è nato da un colpo di dadi;Non è nato a caso:

L'assenza di fini determina il caos.

Ne Il tao della fisica,il fisico nucleare Capra,indicava proprio il profondo finalismo delle particelle subatomiche che pur muovendosi liberamente come in una danza,tuttavia tendono ciascuna ad un fine in un vasto progetto di vita

Ancora una volta bisogna tornare alla natura


Ancora una volta perché' l'invito a tornare alla natura era quello di Rousseau nel celebre incipit diEmilio quando afferma che tutto è buono quando nasce dalle mani di Dio eche tutto diviene malvagio nelle mani dell'uomo.

Allora bisogna azzerare la società,costruita dall'uomo e ritornare all'innocenza primordiale,alla natura,esente dal peccato la cui caratteristica primaria è la libertà

 

                                        

 

segue.....

 
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