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« La città e la collina...5 partela città e la collina... »

La Città e la collina

Post n°16 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da librodelfuturo1

 

reggio

 

 

 

...6 parte...

 

La città altrettanto.

l'aria cavalleresca dei Reali sembrava averla contagiata ed i vigili urbani che ora vanno inseguendo per tutta la città i malcapitati onesti mentre le macchine sostano in tripla fila e mentre il traffico sconvolto inonda ogni dove,allora erano cosi' integerrimi e rispettati che per la Befana tutti gli portavano un dono.

Al centro del corso il pizzardone  come su un podio da direttore d'orchestra ,faceva scorrere il traffico mentre tutto attorno si accumulavano bottiglie di vino e liquori,panettoni

 

E nel bel mezzo di tanta felicità scoprii la morte

 

Fu all'improvviso e per la curiosità che fin d'allora costituiva la sigla della mia mente.

Mi era stato proibito di passare per i trabocchetti,strettissime viuzze come budelli che percorrevano la collina,

Io mi immaginavo che lì nascosti agli angoli gli assassini proprio quelli incappucciati come in Pinocchio attendessero le loro vittime per estorcergli denaro

 

O la borza invece di borsa o la vita

I malcapitati talora perdevano entrambe-

E dunque era una prova di coraggio passarci.

Rabbrividendo lo feci e proprio mentre passavo una porta si spalanco' e vidi nel centro quasi in strada un corpo immobile coperto da un lenzuolo meno la faccia

La faccia era di un pallore spaventoso,le membra totalmente immobili,gli occhi sbarrati e sopratutto orrore nell'orrore ,il volto era coperto di mosche

Era solo e per sempre morte significo' solitudine,mosche,pallore,occhi aperti.

Un corpo che non poteva piu'difendersi

 

La sera ebbi la febbre e sempre ogni qualvolta l'orrore riprendeva forma,la febbre mi torno'

Cosi' la prima volta che lessi un libro giallo che Carmelina all'insaputa del professore leggeva

Cosi' quando vidi schierate in Duomo le vittime dell'alluvione

 

Sebastiana mi porto' le proposte dell'altro suo nume tutelare

-Che venga in palestra a far di scherma

 

E cosi' si seppe che lui,il lettore di riviste e letteratura americana aveva una palestra di scherma

Il quadro dei reali di Francia era completo

 

L'idea della morte porto' con se' la passione delle civiltà antiche che della morte si erano occupate come gli Egiziani,la passione dei luoghi di gigantesche sepolture come Pompei ma cancello' anche il lieto fine dei reali di Francia,chiuse il ciclo della vittoria finale

 

Il gruppo cosi' prese a leggere altro

La signora di Montpensier

Li' la conclusione era assurda.

I protagonisti che erano gli Enrichi,Enrico di Guisa,Enrico di Navarra non facevano tutti una buona fine e quando Enrico di Guisa muore,Crillon dice

 

-Amen

Quella frase

 Amen,disse Crillon,

 divenne celebre e parte del lessico comune

Orlando biondo e spigoloso era un adolescente ombroso

Un giorno mi attiro' circospetto nel cortile

-Giuriamo,disse

-Che cosa?

-Che non lasceremo mai la città

-Giuro,dissi e non sapevo come il giuramento mi avrebbe tragicamente impegnato

 

 

 

Tutto cambio' d'improvviso

E fu il vento del capoluogo

-Amen disse Crillon

 

Finimmo di leggere e quasi tutti scendevano dalla collina per vedere la rivoluzione

Dalla città salivano fumo,suoni laceranti di sirene.

Orlando tornava periodicamente a portare notizie

L'esercito si era accampato vicino.

L'esercito?

Come contro Catilina e i catilinari:

Ma chi era Catilina?

C'era stato un primo morto.
Perchè ? Chiedevo

-Ma per il capoluogo.
Non riuscivo a comprendere

C'era una parola magica che faceva iniziare tutto

-Sciopero Generale

 

Al suono di quella parola partivano camion pieni di breccio che veniva buttato per le strade a costituire le barricate

Come la Comune di Parigi

Ma qui dov'era la Comune?

Le somiglianze storiche finivano qui perche' il resto era folclore

Pupazzi impiccati,parole d'ordine alle barricate, due repubbliche proclamate nei quartieri nord e sud della città e poi poesie.

Rime baciate

Dialetto e italiano

Se non ci fossero i morti tutto poteva sembrare un divertimento

Se non ci fossero i morti

La rivoluzione si interrompeva all'ora di pranzo e di cena e la notte per riprendere la mattina

Facevo di tutto per dimenticare la vicenda,per estraniarmi per ritrovare la bellezza della città

Essa stava ancora nelle piante  e nei fiori.
Tutto quell'acre odore di fumogeni,quella polvere suscitata dalle rincorse dei celerini e dal gioco sadico a rimpiattino dei dimostranti ,aveva come  antidoto il fiore della magnolia

La città era nominata per la zagara  ma da qualche tempo non se ne vedevano di zagare:troppo

 breve la loro vita,troppo esigua la loro piantagione.

Ora invee la magnolia sorgeva a tratti sulla via Marina ma il suo profumo era cosi' intenso ed inebriante che neppure l'odore dei fumogeni riusciva a soverchiarlo

Cosi' mi ero trovato un angolo dove l'odore poteva raggiungermi mentre ero per cosi' dire al sicuro da quel gioco che ogni tanto diveniva mortale

 

Finchè non fu rapita la Madonna

Il quadro della Madonna protettrice della città

Fu portato a furor di popolo,o meglio con furore in piazza e li' vegliato

 

L'arcivescovo venne a pregare con angoscia infinita

ed alla fine il quadro fu restituito al santuario

 

Allora compresi

E fui piena d'orrore

Da queste parti e in certo tipo di civiltà primordiale

rapire una donna significava obbligare i suoi parenti ad un matrimonio di riparazione,ad un'alleanza forzata

No,non era uno scherzo

Qui si voleva ottenere lo stesso

 

 

Ed intanto la casa restava sola come la città esposta nella solitudine

E fu cosi' che la cosa penetro' nella città senza cavallo di legno e senza Sinone

 

 

Piansi.

 
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Commenti al Post:
luli.11
luli.11 il 20/10/12 alle 14:40 via WEB
la copertina del libro se non l'hai ancora realizzata, ti aiuto io!
(Rispondi)
 
IoDomenico
IoDomenico il 26/10/12 alle 13:22 via WEB
il racconto è stato scritto e pubblicato da Carmelina Sicari...ma la tua proposta potrà essermi utile per il prossimo mio libro ...se la tua proposta sarà sempre valida :) ciao Domenico
(Rispondi)
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