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L' UNICORNO

Post n°223 pubblicato il 04 Gennaio 2006 da liebekuh
 
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I vari Bestiari in ogni parte del mondo parlano dell’unicorno - altrimenti detto liocorno - e ne danno un’immagine fiabesca, talvolta mostruosa.
Plinio lo descrive con corpo di cavallo, testa di cervo, zampe di elefante e coda di cinghiale.
Ctesia ne parla come di un asino bianco, velocissimo, con testa purpurea, occhi azzurri e corno acuminato di varia colorazione: bianco alla base, rosso in punta e in mezzo nero, con chiaro riferimento alla trasformazione alchemica della materia nelle sue fasi di albedo nigredo e rubedo.
In Cina rappresenta virtù regali: la comparsa dell’unicorno segnala la presenza di un saggio; mentre la sua natura androgina è resa linguisticamente dal fatto che, mentre il maschio è chiamato K’i, e la femmina Lin, con la denominazione composta K’i-Lin si indica il genere come tale.
Tutti ne riconoscono la velocità, la crudeltà nonchè la natura selvaggia.
Generalmente è ritratto come cavallo di grosse dimensioni, dotato di un unico lungo corno posto in mezzo alla fronte ritto verso il cielo.
Numerose sono le superstizioni sul suo conto: il suo corno era considerato oggetto oltremodo pregiato e dotato di poteri sovrannaturali, motivo per cui l’unicorno fu spesso cacciato dall’uomo, avido di ogni tipo di potere.
Pare che tale corno avesse la proprietà di preservare dai veleni, per cui se ne costruivano vasi per bere, oppure se ne immergeva un frammento nella brocca in cui era contenuta la bevanda prima di consumarla.
I grandi del mondo pare si disputassero queste corna, vendute a peso d’oro.
Su un piano più profondo - o più elevato, che è lo stesso - rispetto a quello superstizioso, il corno è simbolo di sovranità, forza, fecondità: "freccia spirituale, raggio solare, spada di Dio".
Le corna rivolte verso l’alto, simbolicamente rimandano al mondo dello spirito, basti pensare alle corna che Michelangelo appose sul capo del suo Mosè. E’ inoltre un simbolo bipolare, unificatore dell’aspetto maschile, penetrante, fallico e di quello femminile, creativo: se solo viene capovolto mostra la sua forma cava, a calice, che contiene e produce le ricchezze (il simbolo della cornucopia).
Allora anche l’unicorno, suo portatore per eccellenza, accanto alla natura androgina di cui si è detto, porta in sè una potente spinta ideale e spirituale: nell’alchimia è associato al Mercurio, elemento di sostanziale importanza quale "aurum non vulgi", spirito di vita.
Tuttavia anch’esso ha un punto debole, una fragilità: nel Medioevo il motivo dell’unicorno si arricchisce del simbolo della vergine, come unica esca per la sua cattura; ella sola lo poteva avvicinare e di lei spesso si servirono gli avidi cacciatori.
Nella simbologia cristiana l’associazione con la Vergine, fa sì che l’unicorno venga assimilato al Cristo, come appare in numerosi testi gnostici, dove diventa il simbolo della fecondazione attraverso lo Spirito Santo.
La sua cattura è così descritta: "Si espone sul campo una vergine, e l’animale le si avvicina; e mentre esso si posa nel suo grembo, viene catturato." Qui il contatto con la vergine e l'abbandonarsi dell'unicorno nel grembo di lei, sta ad indicare il prender corpo del divino in forma umana, il che lo rende più reale e insieme più corruttibile.

 
 
 
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