Jill Greenberg ha ritratto il pianto dei bimbi a cui è stato tolto un lecca lecca. La rivolta sui blog e su Internet: "E' violenza" Tam-tam web contro la fotografa che ruba le caramelle ai bambini L'autodifesa: "E' una campagna contro l'America di Bush" RUBARE le caramelle a un bambino, vederlo piangere e poi fotografarlo. E giustificare l'operazione con l'arte o la denuncia politica. Salvo poi scoprire che non solo la denuncia è andata a vuoto, ma l'unico effetto che si è ottenuto è stata una sollevazione popolare - che si è mossa soprattutto attraverso Internet - e una l'accusa di aver usato violenza sui bambini. E' quello che sta accadendo a Jill Greenberg, californiana, una delle più note fotografe americane. Nel suo curriculum ci sono campagne pubblicitarie per colossi come Microsoft e Procter & Gamble e foto di scena sui set di Hollywood e a divi come Clint Eastwood o David Bowie. I problemi per lei sono incominciati qualche mese fa quando ha avuto l'idea della campagna e della mostra End Times. Avendo fotografato un bambino che stava per piangere e, dice Jill, notando la forza evocativa di quell'espressione sul viso, usò la foto per chiosare la rielezione del presidente George W. Bush alla Casa Bianca con la feroce didascalia: "Altri quattro anni". Da lì le nacque l'idea: perché non fotografare più bambini che piangono e usare quelle immagini come metafora del declino politico Usa, delle campagne contro terrorismo e Iraq, dei fatti di Abu Ghraib e, pensò la fotografa, della nefasta influenza della destra religiosa e calustrofobica dell'America di Bush? Così fece. Decine di bambini affollarono l'agenzia fotografica e Greenberg spiegò ai loro genitori l'idea. La madre o il padre avrebbero dato un lecca lecca ai piccoli e poi glielo avrebbero tolto e lei avrebbe fotografato la loro reazione (alcune si possono vedere in questa galleria di immagini). Solo un attimo, poi la caramella sarebbe stata resitutita e i genitori avrebbero potuto interrompere in qualsiasi momento la seduta fotografica. Gli adulti accettarono. Nacque così End Times, un portfolio suddiviso in sezioni dai nomi presi dal linguaggio dell'amministrazione Bush: Armageddon, Shock and Wave eccetera. E per Jill Greenberg incominciarono i guai. Nel giro di poco tempo (la campagna è pronta a maggio ma inizia a conoscersi a giugno-luglio con le prime mostre negli Stati Uniti) un movimento d'opinione che si diffonde sui blog e quando la rivista dell'American Photo intervista Jill Greenberg, il riscontro di vendite e di interesse dei lettori è il più alto dai tempi dell'11 settembre. L'indignazione è altissima anche perché i bambini fotografati sono nudi e questo contribuisce ad aumentare l'idea della loro fragilità di fronte alla violenza subita. La Greenberg si difende negando qualsiasi tipo di implicazione di carattere sessuale e addirittura accusa i suoi accusatori di "proiettare su quelle foto le loro pulsioni e i loro desideri". Insomma, i toni sono accesissimi. Non è poi così facile rubare le caramelle a un bambino. (27 agosto 2006) |
Post n°807 pubblicato il 25 Agosto 2006 da liebekuh
Stupratore in libertà Il rilascio da parte del giudice del giovane algerino arrestato domenica dalla polizia per il presunto stupro di una 17enne a Chieti suscita indignazione
"Donna, moltiplicherò i tuoi travagli" Aspettiamo con trepidazione le reazioni al durissimo articolo di Francesco Merlo, apparso su Repubblica di oggi, dal titolo "Stupratore in libertà, giudice sotto accusa". Merlo si indigna per la decisione del Gip Marco Flamini di rimettere in libertà il ventiduenne algerino Abderramene Lazarec, che ha stuprato una diciassettenne in una discoteca di Chieti. Secondo il giudice, non esisterebbe pericolo di fuga né di inquinamento delle prove. Che ne sa?, si chiede il giornalista. E dove sono le femministe, i cortei davanti al palazzo di giustizia, la stampa di denuncia? "Abbiamo il sospetto - scrive Merlo - che in Italia un atteggiamento 'pudico', una capziosità giudiziaria, il silenzio dei telegiornali, la complicità caritativa del clero, un'amnesia del femminismo, uno stupido terzomondismo residuale di fatto proteggano gli stupri etnici". C'è di che riflettere, dato il puntuale ripetersi di violenze sulle donne, che si chiamino Hina o Elena, che abbiano venti o quarant'anni, che conoscano o meno i loro aggressori. Merlo parla di "predatori a loro volta preda di un impulso primario animalesco che - bisogna dirlo liberamente - il Corano legittima nella considerazione di scarso conto in cui mette la donna". E cita la Sura 4 del Corano: leggere per credere. Obiettiamo che anche nella Genesi non si va troppo sul tenero, condannando il genere femminili a travagli e subordinazione perenni. Ma si tratta di testi religiosi, di per sé culturali, frutto di mani e di teste sicuramente maschili. Da prendere con le molle, insomma. Da questo spazio, che ormai è diventato una specie di veranda dei nostri pensieri, abbiamo spesso denunciato le difficoltà del femminismo contemporaneo, senza però mai negarne il valore e l'utilità. Ci sembra che le strade obbligate che la civiltà occidentale ha imboccato - il multiculturalismo, il relativismo tanto odiato dal Papa, il consumismo elevato a dimensione esistenziale ordinaria, l'invadenza delle tecnologie fin dentro ai corpi e alle loro origini - richiedano uno sforzo duplice: Merlo chiede di tenere desta l'attenzione sullo stupro etnico, sostenendo che "va spiegato a chi viene in Italia che, come non esiste una civiltà delle posate, qui da noi c'è anche una civiltà della sessualità, minoritaria magari... ma la sola che non viola la persona, la sola protetta dalla legge". Gradiremmo che lo si spieghi anche ai nostri amici colti e rispettabili che partono per Cuba o per Bangkok alla ricerca della giovanissima di turno da spupazzarsi per qualche settimana, salvo poi autogiustificarsi quasi come "benefattori" di quella "povera gente che altrimenti non avrebbe un soldo". Bisognerebbe dirlo anche agli automobilisti italianissimi, molti dei quali padri di famiglia, che ogni sera affollano via Cristoforo Colombo per pagare l'ucraina, la rumena o la polacca minorenne. Che approfittano della miseria altrui, senza farsi scrupoli. O ai mariti devoti che picchiano indisturbati mogli e figlie o che le umiliano quotidianamente a parole e nei fatti. La verità è che per molti uomini, cattolici o musulmani, la natura della donna è sempre quella antica e vergognosa - questo sì, bisogna gridarlo - descritta nella Genesi e nel Corano. E che per molte donne l'emancipazione è diventata un cappio, come ben testimoniano i Monologhi della Varechina: significa lavorare come e più degli uomini fuori casa, lavorare sole dentro casa, dedicarsi come sempre ai figli più dei padri, non avere più un briciolo di tempo per sé, sfruttare persino altre donne, come dimostra lo straordinario esercito di colf e badanti sottopagate. Perché dovrebbe stupire il risultato dell'analisi condotta dalla rivista Forbes, secondo cui le donne manager d'Occidente fanno meno figli, non si sposano, quando lo fanno divorziano di più, hanno case più sporche (!) e si ammalano più facilmente? "Per chi ha la nostra storia alle spalle è facile capire che 'veline e velate' sono accomunate dal loro essere ancora donne nel patriarcato, di cui sono semplicemente facce contrapposte". Lo scrive Luciana Percovich nel bel volume "La coscienza nel corpo - Donne, salute e medicina negli anni Settanta", edito da Fondazione Badaracco e FrancoAngeli. E' la sintesi perfetta di quello che pensiamo. Per dire basta alla violenza bisogna dire basta al patriarcato. Biosgna spiegarlo a chi viene in Italia, come vuole Merlo, e a chi in Italia vive beato tra tette e culi esibiti su ogni canale, volgarità e molestie, ricatti grandi e piccoli. Confidando in una sua presunta superiorità, che farebbe ridere i polli se non fosse il substrato culturale di veri orrori. Etnici e non. Tratto da: blogodot.ilcannocchiale.it
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Post n°806 pubblicato il 24 Agosto 2006 da liebekuh
MA CHE RAZZA DI ROBA POTRA' MAI ESSERE QUESTA!?!? -liebe- Nove concorrenti "sepolti vivi" e 1 milione di euro in palio: è lo schema di gioco di Unan1mous, il reality condotto da Maria De Filippi, in onda su Canale 5 Cinque uomini e quattro donne attorno a un tavolo di cristallo, un milione di euro in palio e tre settimane per conquistarsi la posta in palio: questa, in cifre, la sostanza di Unan1mous, il nuovo reality condotto da Maria De Filippi, in onda dal 1 settembre su Canale 5. (fonte:Libero News) |
Violentata nel bagno di una discoteca a 17 anni. E' quanto successo iad una ragazza n un locale da ballo di Chieti, in Abruzzo. Il suo aggressore, un cittadino algerino di 22 anni già arrestato dalla polizia, l'ha trascinata in un bagno della discoteca ed ha abusato di lei indisturbato. "Urlavo ma nessuno mi sentiva - ha detto la ragazza - era la seconda volta nella mia vita che andavo a ballare". Il violentatore, Abderramane Lazerec, è cittadino algerino giunto in Italia nel 2001 con un permesso di soggiorno per motivi di studio. Nella notte tra sabato e domenica ha conosciuto la ragazza sulla pista della discoteca "Stellario" e l'ha convinta a seguirlo nel bagno dove poi l'ha immobilizzata violentandola. La ragazza, dopo la violenza, ha avuto la forza di avvisare il 118 ed ha raccontato agli agenti intervenuti quanto accaduto. A dolo un'ora dalla denuncia le manette sono scattate ai polsi del giovane , trovato a casa di alcuni amici connazionali dove si era nascosto. A incastrare il giovane straniero pare siano state alcune tracce organiche trovate sui suoi abiti che dimostrerebbero in maniera inequivocabile le sue responsabilità. fonte : www.tgcom.it |
Post n°800 pubblicato il 17 Agosto 2006 da liebekuh
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Post n°799 pubblicato il 14 Agosto 2006 da liebekuh
Junior Senior - Move your feet Don't stop , don't stop the feet |
Post n°795 pubblicato il 03 Agosto 2006 da liebekuh
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Post n°793 pubblicato il 31 Luglio 2006 da liebekuh
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Post n°790 pubblicato il 27 Luglio 2006 da liebekuh
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