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TUTTI DIETRO - Il Napoli sonnecchia per un quarto d'ora prima di entrare in partita. Forse per il robusto turnover che Reja dispone (Bogliacino, Grava, Contini, Rullo), i reparti appaiono poco collegati tra loro. Nel frattempo ci pensa la Reggina a vivacizzare un po' il gioco; anche se la missione di Ulivieri, con cinque difensori e tre centrocampisti di rottura, è "prima di tutto non prenderle". Poi si sveglia Hamsik, il vero uomo-chiave di Reja, e son dolori per la difesa amaranto. Campagnolo si deve superare su un sinistro al volo dello slovacco, poi deve preoccuparsi in particolare di bloccare i tanti angoli conquistati (ma battuti male) dagli azzurri, che dovrebbero spingere molto di più per scavalcare la Maginot reggina. Diventa facile per i calabresi, quindi, controllare la situazione e ri-addormentare il match. Ceravolo là davanti è frizzante, ma nulla più, e Iezzo finisce il primo tempo con i guanti intonsi.

CALAIO', CHE ERRORE - Cambia l'aria, nella ripresa. La Reggina prende decisamente in mano l'iniziativa, trascinata da un Hallfredsson in versione taglia e cuci. Da un angolo dell'islandese sbuca la testa di Vigiani, che gira imparabilmente in rete. Il Napoli è sotto choc, in chiara difficoltà fisica. Reja butta dentro due punte, Calaiò e Sosa, per sperare nel colpo vincente. Mentre i calabresi sprecano almeno tre contropiede invitanti, i padroni di casa puntano al sodo. Lavezzi si incunea in area alla mezz'ora e va a sbattere contro Aronica. Un rigore tipo quello celebre, tra Ronaldo e Iuliano, che però Rizzoli concede. Dal dischetto ci si aspetta Domizzi e invece va Calaiò: tiro molle, che Campagnolo respinge senza problemi. Sarebbe il dramma completo, ma all'ultimo minuto dei tempi regolamentari, in mischia, sbuca il destro di Lavezzi. Tiro imparabile ed è pareggio, meritato. Anche se Ulivieri, forse, sperava in qualcosa di più