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Trovate le 40 carte nascoste nella foto (lo ammetto, la 40esima è quasi impossibile):immagine



Consigli per l'uso: scaricate la foto originale sul pc e visualizzatela a grandezza naturale, altrimenti non riuscirete mai a notare tutti i particolari.
 

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Sfida

Post n°41 pubblicato il 29 Settembre 2006 da logaritmo_83

04, il mio biglietto. 32, il display. Un'attesa infinita ma dovevo restare non posso rimandare ad un altro giorno, non ho tempo da perdere, e quindi aspetto.
Tutti posati, chi in piedi da ore chi seduti sul bordo dell'aiuola ormai con le chiappe a strisce. Non conosco nessuno poi, come passo il tempo? A mo' di radar scandaglio il paeseggio circostante, osservo in un lampo i modi di fare delle persone atteggiamenti chiacchiere, il colore dei muri la grana della malta le finestre lucide sporche chiuse socchiuse, la siepe verdastra bassa attorniata d'individui di ogni specie, tutti venuti per lo stesso motivo ma pochi si parlano.
Mi siedo per terra paff, apro la cartella estraggo il romanzo, gambe incrociate e comincio a darci dentro. Verso la fine del terzo capitolo mi accorgo che il contatore ha compiuto la sua rivoluzione, 00, quindi mi appresto a concludere le frasi restanti e ripongo il libro nella zaino.
04, entro. Mi trovo di fronte ad una bella ragazza, ma non ho nessuna voglia di fare il Don Giovanni, sono tutto sudato, odio a morte le code anche quelle di 5 minuti e non vedo l'ora d'andarmene da qui pur sapendo benissimo che per qualche astruso motivo, ancora purtroppo sconosciuto, dovrò tornare qui; è la fortuna ad avere gli occhi bendati. Dentro di me sorrido, ognuno che entra in quest'ufficio si presenta con una cantellina in mano ed i suoi bei fogli tutti ordinati, io invece miro la mia sedia e ci sbatto sopra la cartella, la apro ed estraggo i fogli velocemente cercando per lo meno di non arricciare gli angoli. Li porgo alla signorina mentre mi sto per sedere, utilizzando la cartella come cuscino.
Zac! e ti pareva, manca un foglio, ma niente paura dice la ragazza poichè basta andare all'aula computer di un ufficio qua vicino per stampare il documento che mi manca. Ma ecco arrivare il patatrac: non essendo capace di star zitto la informo che so benissimo dove si trova il laboratorio perchè anche l'anno scorso ci sono dovuto andare per lo stesso motivo. E la tipa comincia a ridacchiare, rispondo a tono - mancava soltanto "Ehi ciccia, stai tranquilla". Quando è venuta a sapere che per di più sono iscritto ad informatica è passata a quasi-sfottere, tutto in tono amichevole nonostante fossimo due sconosciuti. Posso comprendere perfettamente il suo stato d'animo: centinaia di persone ogni giorno e tutti vengono qui senza quel documento e non hai saputo resistere allo sprovveduto che ti risponde a tono. All'inizio ridevo pure io, ma poi è stata sfida.
Da quando mi sono seduto non ho mai staccato gli occhi dai suoi, era chiaro che la guerriglia fosse già in corso fin dal momento in cui mi sono seduto; il ragazzo precedente mi ha lasciato il testimone della battaglia.
Smetto improvvisamente di sorridere, i suoi occhi sobbalzano stupiti, il mio indice e medio si alzano a formare una V, punto le punte delle dita verso i miei occhi e poi le giro rapidamente verso le sue pupille; ci resta di stucco. E' sfida vera e propria.
Alla fine ha prevalso la burocrazia. Ammetto che mi stessi divertendo a battibeccare con lei, sempre puntandola negli occhi. Mi alzo dalla sedia afferro la cartella e, flash, con fare da spia leggo il suo cartellino.
"Ciao Eleonora". Avrei voluto vedere la sua faccia.

 
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