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« La filosofia del Viver Troppo"Arrivederci e buona giornata" »

Conto alla rovescia

Post n°64 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da logaritmo_83
Foto di logaritmo_83

Mi sono perso. So perfettamente dove sono, conosco tutte le persone che mi circondano, ascolto i discorsi di chi mi parla, so cosa rispondere. Ma in realtà non ci sono, sono dentro la mia testa, non so se sto pensando e se penso di pensare. Tutto è stravolto da una sorta di attrazione gravitazionale invisibile che ha presa soltanto su di me che mi attrae mi trascina e modella il panorama a sua immagine. Scordo azioni imparate da bambino, domenica non ho nemmeno pranzato (io che non mangio!?), la notte pare il momento in cui mi convinco che la posso dimenticare per un secondo.
Falso.
E' tutto un conto alla rovescia, per una volta nella mia vita voglio dare tempo al tempo, ma so per certo che finite le dita io mi buttero', qualsiasi sara' la sua reazione non m'importa: al cuor non si comanda.
Blu ...
Sono a casa, sta per terminare un di quella giornate di cui non vedi la fine, preferiresti scalare l'Everest a mani nude piuttosto di trascorrere un'altro giorno come questo: sempre a casa a gingillarsi, a non far niente di niente, sentirsi assolutamente inutile. La materializzazione della noia.
Magicamente il mio cellulare s'illumina: è una ragazza che ho "conosciuto" a capoeira e con la quale ho scambiato il numero di cellulare qualche tempo fa; dice che è stanca di studiare (sclero se leggo un'altra riga). Oltre a qualche messaggio sporadico di tanto in tanto ed agli auguri di Natale, nient'altro. Ma questo messaggio pare un richiamo per mente e corpo e quindi, con il solito mio fare, le rispondo all'istante invandola fuori a mangiare un gelato; vista la temperatura esterna era la cosa più stupida da dire. Immaginavo gia' la sua risposta, una sorta di mix tra sei un'idiota e il no stasera no, facciamo fra 8 mesi, ed invece lei si scusa per non poter uscire quella sera e mi promette un'uscita il giorno dopo. Accetto all'istante.
Nonostante io porti gli occhiali, da lontano specialmente la sera non riesco a distinguere perfettamente i dettagli, figuriamoci distinguere i tratti somatici di un volto di una ragazza che non vedo da oltre due settimane. Giro su me stesso decine di volte attendendo impazientemente il suo arrivo, ero agitatissimo, finchè da lontano scorgo una sagoma, praticamente l'unica nei paraggi in quel momento; wow che bella ragazza, ma di scatto mi giro di spalle per non sembrare di cattivo gusto, non volevo essere scortese nei confronti di quella signorina. Ciao! mi volto. Era lei! Ho un nodo alla gola, mi sono bloccato per un millisecondo ma mi e' parso lungo una vita, non sapevo che dire, sembrava infinito. E lei mi sorride.
Un enorme gong e' risuonato nella mia testa quasi a volermi svegliare e sono partito in quarta cominciando a parlare del piu' e del meno ma era chiaro fin da subito che lei non è come le altre. Cambio argomento, quinta, sesta, decima. Lei mi stava dietro, ventesima, trentacinquesima. Siamo entrambi in centesima e continuiamo, è incredibile. Siamo un treno di parole a folle velocità per le stradine della città ma non è chiaro chi dei due sia la locomotiva, corriamo entrambi paralleli in quello tunnel di frasi e discorsi ma nessuno dei due vuole sovrastare l'altro, anzi, ci cediamo di tanto in tanto il testimone.
Entriamo in un bar piuttosto chic e troviamo posto in un tavolino. Neppure il tempo di ordinare e veniamo assaliti dall'immancabile venditore di rose ed entrambi cerchiamo di levarcelo di torno con cortesia ma ovviamente non funziona mai, ma in quel momento non so come mi è uscita una frase con la quale avrei potuto giocarmi il resto della serata. No grazie, lei è già bella così anche senza rosa. Boom, come mi è uscita una frase del genere? Non capivo se ero io a comandare la mia mente oppure l'opposto. Lei cerca di trattenere il rossore del suo volto, è stato meraviglioso.
Sfoglio il menù, vorrei tanto ordinare un infuso di malva (ovviamente qualcosa di mai bevuto!) ma non vorrei sembrare idiota, insomma non la conosco ancora, dovrei cercare per lo meno di sembrare un ragazzo normale per una serata, solo una serata ce la potro' mai fare? No, non ce la faccio: ordino una tisana. Ma il fantastico è che la ordina pure lei!
Abbiamo trascorso il resto della nostra serata chiacchierando di tutto quello che ci passava per la testa, lei mi racconta del suo cane Pongo, io della filosofia del Viver Troppo, entrambi siamo completamente immersi nelle parole dell'altro.
Che momenti, che serata, che ragazza.

... Viola ...
Sono sempre a casa e mi rimprovero del fatto che devo ricominciare a studiare o per lo meno devo tentare di farlo, altrimenti questa maledetta università non finirà mai. Una lampadina brilla dentro la mia mente. Con un sms le chiedo se per caso oggi si trova in centro per studiare da qualche parte, magari la potrei raggiungere e potremo farci compagnia assieme. Mi risponde che non c'è nessunissimo problema e quindi volo.
Trascorriamo la prima parte del pomeriggio a cercare un posto in cui studiare, sostanzialmente un tavolo vuoto nel quale siamo rimasti per una mezz'oretta. All'unanimità proponiamo una pausa caffè, pausa alla fine protratta per due ore. Ore davanti ad una macchinetta del caffè a chiacchierare del mondo, delle persone, di avvenimenti, come la sera prima a ruota libera. E lei si avventura a parlare del suo ex, non volevo che lei ne parlasse temevo che le potesse portare alla mente brutti ricordi, ma essendo in centesima non riesco a fermarla e lei sta già pronunciando le prime frasi. E lei diventa sempre più incredibile sempre più meravigliosa, ha vissuto una storia praticamente identica alla mia, assieme ad un partner che limitava la sua personalità che non le lasciava spazio, non la lasciava Vivere. Avrei voluto abbracciarla forte ma non volevo ostentare tenerezza, con i pochi dati in mio possesso sulla sua personalità avevo capito che lei è forte e decisa e se ha scelto la strada dell'addio nei confronti del suo ex il motivo c'è di certo e non ha bisogno di una spalla sulla quale cercare conforto. Lei è in gamba.
I minuti volano, la lancette scorrono implacabili di fronte ai nostri occhi, ahimè è giunto il momento di salutarci, nuovamente. Lei decide di accompagnarmi alla mia auto ed ovviamente accetto molto volentieri; non sono pigro, anzi, mi piace camminare, ma poter usufruire di qualche minuto extra assieme a lei per me è altra linfa vitale, sembra che non possa farne a meno. In quell'istante ho desiderato che la mia auto fosse parcheggiata in Norvegia, ma è restata maledettamente al suo posto: troppo vicina; infatti arriviamo in un lampo, ma restiamo per mia gioia a chiacchierare ancora un po'. Ed ecco accadere l'incredibile.
... Respiro un secondo, predo fiato ...
Mi avvicino al suo posto guida con la testa nel tentativo di scovare sul cruscotto della sua auto una qualsiasi sorta di orologio; mi aveva accennato che sarebbe dovuta essere in un posto per le 18 e non volevo farla tardare per colpa mia. Non appena mi avvicino si avvicina pure lei e mi schiocca un bacio sulla guancia. Sono tornato bambino, a quando una timida ragazzina della tua classe di ferma tra gli alberi spogli del cortile di scuola per darti un bacetto. Mi sono sentito volare, era tutto rosa, il parcheggio rosa, la mia auto rossa era rosa, i miei pensieri eran rosa. Quindi ora o mai più. Tenevo in tasca un Bacio Perugina impacchettato, volevo ragalarglielo ancora la serata precedente ma sinceramente parlando non avevo avuto il coraggio di farlo. Potrà sembrare una cretinata assurda, ma quello è un cioccolatino che per me significa moltissimo.
Comprai una confezione di Baci esattamente una settimana dopo esser stato lasciato e pian piano ne regalai alcuni alle persone che per me avevano significato molto, come mia madre, mia sorella eccetera, ma l'ultimo mi ero promesso di donarlo ad una persona Speciale, ad una ragazza con tutte le maiuscole. Non so nemmeno se quel Bacio sia commestibile, insomma ha trascorso per intero estate e autunno, 10 mesi su un comodino non sono pochi; 10 mesi di attesa, fino ad oggi.
Ovviamente ho raccontato brevemente questa storiella anche a lei e ne è rimasta imbarazzatissima. Quindi ho concluso i discorsi con brevi frasi e l'ho salutata, scusandomi per il ritardo in cui l'avevo trascinata.
Chissà cosa avrà pensato su di me.

... Bianco ...
Da buon uomo che Vive Troppo sono in giro con i miei due amici di ventura a recensir pizzerie al taglio e mi giunge inaspettatamente un sms: è lei e mi chiede se mi va d'andare a pattinare lungo l'argine dell'Adige domani mattina. Fingo di voler analizzare la situazione: è lei di sua spontanea volontà che me lo chiede, a pattinare sto a mala pena in piedi e poi sinceramente chi è che a voglia di svegliarsi presto la domenica mattina? Ma come precedentemente detto sto fingendo di ragionare, ho già inviato un gigantesco in risposta!
Giungo al punto d'incontro con qualche minuto d'anticipo mentre lei arriva deliziosamente con qualche minuto di ritardo; sarà semplicemente il suo modo di fare, ma far attendere un uomo trepidante è la maniera più facile per farsi desiderare. Non indossa tutine aderenti all'ultima moda ne ostenta anche solo per un istante la sua capacità di pattinare, è come si suol dire "acqua e sapone": mi fa morire.
Spingi, solleva, trascina, alla fin fine sono riuscito a percorrere la bellezza di 5 km senza mai cadere, ma ora che ci ripenso avrei voluto farlo almeno una volta. Tutte le volte che incespicavo per colpa dei piccoli gradini che si formano col cambio d'asfalto lei era sempre pronta a tenermi su nel qual caso fossi rovinato a terra. Avrei voluto finire tra le sue braccia, ma la tenacia verso una sfida, in questo caso il pattinare decentemente, non me lo ha permesso.
Ma dopo il lungo pattinare non ce ne siamo andati ognuno per la sua strada, io non lo avrei mai voluto fare, volevo restare ancora con lei anche se si fosse parlato di qualche minuto; probabilmente sarà stata soltanto una mia visione ma per un istante ho letto gli stessi pensieri specchiati nei suoi occhi.
Quindi dopo aver tolto i pattini ed indossate le nostre scarpe siamo andati in una pasticceria poco lontano dalle auto e qui abbiamo ricominciato a parlare di tutto e di più. Per tutto il tempo in cui siamo stati in pasticceria ho sempre indossato un suo guanto sulla mano sinistra, giusto per non essere normale insomma! Avrete certamente capito che il guanto a cui mi riferisco e' proprio quello mostrato all'inizio del post.
Oserei dire che quella è stata una giornata in sua compagnia trascorsa tranquillamente, ma se detta verso il mio petto sarebbe solamente una menzogna, li dentro rimbalzava qualcosa, un pugno di vene ed arterie sulle quali da tempo troppa polvere si era posata. Ma ora il rinnovato pulsare ha spolverato la sua superficie e vede nuovamente la luce.

... Fucsia ...
Ecco finalmente giunto il primo giorno del 2007 per gli allenamenti di capoeira. Probabilmente l'istruttore ci massacrera' di addominali e flessioni, giusto per farci soffrire quel che basta per buttar giu' un po' di fette di panettone extra accumulate durante le ferie. Infatti cosi' e' stato.
Dopo essermi cambiato ho appositamente atteso che lei fosse gia' presente in palestra e quindi ho fatto la mia entrata: indossavo la mia divisa di capoeira (rigorosamente bianca da testa a piedi) ed alla mano sinistra indossavo il suo guanto; non contento dopo averla salutata ho cominciato a muovermi come un mimo intrappolato nel classico muro di vetro. Lei ha sorriso, ma poi ha cominciato ad arrossire; probabilmente perche' facevo il cretino di fronte a tutti? Hehe ...
Cercavo di sembrare in forma ma a meta' allenamento ero gia' semi-disintegrato, eravamo tutti nelle stesse condizioni. Ma lei era li ed io mentre facevo stretching la cercavo in ogni momento giusto per rallegrarmi il cuore anche solo per un istante. Quando siamo usciti dalla palestra eravamo i soliti 5 amici e tutti andavamo verso la stessa direzione.
La sfortuna vuole che lei abbia troppa fortuna con i parcheggi, infatti aveva trovato posto a 2 minuti dalla palestra: maledettamente troppo vicino. Vedevo gia' l'immagine di lei che s'allontanava da me con la sua auto, ma pareva non aver nessuna fretta. Bene, mi dico, quindi comincio a chiacchierare; purtroppo ho dovuto escogitare una manovra piuttosto cattivella nei confronti degli altri 3 amici: mi sono messo a parlare soltanto con lei finche' gli altri non si sono annoiati e ci hanno salutato tra l'altro pure prendendomi in giro. Scusate ragazzi!
Lei mi obbliga a salire in auto per accompagnarmi alla mia: ma certo che salgo Stella!
Dopo avermi accompagnato all'auto ed aver compiuto una prodezza automobilistica salendo sul marciapiede, come il nostro solito abbiamo cominciato a chiacchierare.
E' stato in quel momento che la guardavo con degli occhi pieni di ammirazione, per la prima volta in vita mia non ero attratto da una ragazza per il suo aspetto fisico ma dal suo modo di parlare, dalla sua mimica, dal suo modo di raccontare, ma soprattutto dalla sua intelligenza. Che mai pensiate che non mi piaccia d'aspetto! E' un angelo, fin dal primo momento mi ha colpito il suo modo di sorridere e i suoi capelli leggermente scomposti e batuffolosi per colpa dell'umidita' di quella prima serata. Si potrebbe far luce in uno stadio in piena notte con tutta la solarita' e l'energia che porta dentro, la vitalita' e' la sua struttura portante. E se la guardo dalla testa in giu' ... oddio, mi manca il fiato ...
Mai vorrei allontanarmi da lei e quindi continuiamo a starcene nella sua auto a discutere di tutto e lei comincia a confidarmi alcune cose, diciamo, piuttosto private. Mi accorgo in quel momento che pure io le ho raccontato parecchie vicende personali che finora non avevo mai confidato a nessuno. Probabilmente quella magica attrazione invisibile mi sussurava di fidarmi di lei, ma non c'era bisogno di dare ascolto a questa vocina, gia' lo stavo facendo.
Le cedo il testimone ora tocca a lei parlare, si scioglie un secondo e mi confida che per la prima volta in vita sua incontra una persona con la quale riesce a discutere, a chiacchierare senza sentirsi un peso, senza annoiare nessuno, finalmente ha trovato qualcuno che la ascolta, e infine rincara la dose dicendomi che sono Speciale. Esternamente non saprei dire cosa sia accaduto al mio corpo, probabilmente avro' assunto tutte le possibili sfumature del rosso del rosa e del bordeaux, ma cio' che ho sentito dentro e' stato indescrivibile. Caldo, molto caldo, occhi lucidi, pupille che giravano all'impazzata, non sapevo dove posare lo sguardo, alla fine mi sono chiuso a riccio dentro il mio cappuccio della giacca; mai nessuno mi aveva detto certe cose, figuriamoci dopo soltanto tre appuntamenti!
Sei unica e speciale e splendida.

... Nero.
Ecco arrivato l'ultimo dito: dopo di questo che si fa? Non si ci butta a capofitto, non si agisce d'istinto, si segue semplicemente cio' che ci detta il cuore.
Ma prima di narrare il nostro ultimo incontro (finora!) vi racconto un piccolo aneddoto capitato la sera precedente. Sono a casa dopo il lavoro, ho finito da poco di mangiare la mia pizza, la solita pizza la solita routine; questa volta pero' devo restar sveglio fino a mezzanotte perche' devo andare a prendere mia mamma dopo il lavoro. Finche' ecco che ti-ti ti-ti suona il cellulare: e' lei e mi dice che mi ha spedito una mail e spera che mi piaccia. Da buon informatico, ma soprattutto curioso come non mai, mi getto sul computer e la scarico all'istante. Comincio a brontolare: una sola mail da scaricare e l'indicatore di download procede molto lentamente, quindi non penso che abbia scritto molto ma che la mail sia composta semplicemente da un'enorme file. Dopo qualche minuto la mia supposizione si rivela esatta, infatti mi ritrovo di fronte all'ennesima presentazione in PowerPoint; suppongo si tratta della solita pallosissima catena di sant'Antonio o similare e stavo per porre la mail nel dimenticatoio ma dopotutto era una sua mail quindi la guardo. Non e' il solito file ma e' una Guida demenziale di scultura fatta da lei appositamente per me!! Mi luccica il cuore, il messaggio di fondo era chiaro e visibile ad un kilometro di distanza, e poi le prime frasi d'apertura non lasciavano scampo a nessun dubbio: "Guida demenziale di scultura / A guardarla viene voglia d'innamorarsi / (un po' per caso un po' per desiderio)". Sono rimasto senza fiato a girare e rigirare la presentazione per almeno un'ora, non ci credevo.
Il piccolo aneddoto si conclude qui.
Eccomi nuovamente in sua dolce compagnia sempre dopo allenamento come la volta scorsa. Stavolta pero' siamo affianco alla sua auto a chiacchierare e qui non si forma la stessa atmosfera che si ricrea in un luogo chiuso. Quindi siamo restati circa un'ora fuori a parlottare finche' le ho chiesto se non si poteva entrare in auto. I nostri atteggiamenti sono cambiati in un lampo. Ricominciamo a confidarci aspetti della nostra personalita' che non raccontiamo a nessuno ed a turno diventiamo lampadine rosse, tutti e due imbarazzati. A differenza dell'altro ieri non restiamo a discutere fino alle 23.30 bensi' fino all'1 e mezza di notte!! Non riporto i discorsi fatti innanzitutto perche' sono piuttosto personali, ma non da meno perche' sarebbero soltanto rumore di fondo a confronto di cio' che ho detto prima di chiudere la portiera dell'auto.
Decido che e' ora di andare, ma resterei ancora (in realta' lei mi da la forza di stare in sua compagnia anche se lei mie energie stanno a zero), mi avvicino alla sua morbida guancia per darle un bacio smack! e quindi la saluto ed infine compio l'uscita di scena piu' teatrale ed efficace della mia vita. Scendo dall'auto in perfetto silenzio, mi alzo in piedi (lei non vede il mio volto), socchiudo la portiera e dico Eh si', come hai scritto nella presentazione "A volte ci si innamora" ed infine sbam! chiudo la portiera.
Sono una foglia che trema nelle mani del vento, tento di non darlo a vedere, continuo a camminare verso la mia auto. Lei, nonostante nella sua auto ci fosse piu' umidita' che in un bagno turco, e' schizzata via come un missile all'impazzata. Dio mio, si sara' sentita agitatissima e sconvolta, io tremavo gia' di meno e sorridevo come non mai.
Arrivato a casa cominciano i messaggi al cellulare. Botta e risposta, botta e risposta, botta e risposta, le mie idee erano chiarissime nella mia testa ma ahime' non avevo ancora la certezza al 100% che io le piacessi, mancava un'infinitesima parte per colmare il vuoto, insomma vivevo quegli attimi col terrore dell'innamorato che attende il si' definitivo: la paura di restare l'eterno amico. Questa mia fobia mi aveva talmente avvolto nella sua piu' macabra oscurita' a tal punto che ad un tratto ho capovolto il significato di un messaggio tramutandolo in un "restiamo amici".
Non mi andava piu' di mangiare, non mi andava di bere, non mi andava di respirare, volevo soltanto morire. Ho osservato il cordon bleu mal cotto che avevo nel piatto quasi fosse il grillo parlante Miseria! Dimmi qualcosa! ma non diceva niente anzi piangeva formaggio dal suo interno, ed io l'ho seguito con grandi lacrime d'amarezza. Nonostante mi avesse rifiutato (cosi' credevo) le ho scritto un ultimo messaggio per rispetto confidandole che lei restera' sempre nei miei ricordi come una persona speciale e le ho donato il mio ultimo bacio.
Sono le 2.35 del mattino, penso a quanto sia ingiusta la vita, a quanto dovro' ancora soffrire prima di trovare la mia anima gemella. Eros, questa volta la tua freccia non ha fatto centro, lei non mi desidera; al mondo sono certo che non esista un'altra persona nemmeno con meta' della sua grinta del suo carisma della sua tenerezza. Ora sono terribilmente triste. E solo.
Ti-ti ti-ti, un altro messaggio; immagino gia' cosa ci sia scritto: Mi dispiace averti illuso, ma non provo cio' che tu provi per me. Ed invece era tutto l'opposto!!! Mi sono dato del cretino all'inifinito per aver mal compreso il messaggio precedente e sono diventato l'uomo piu' felice della Terra! E continuo ad esserlo tuttora!
Vorrei rivederla, ma e' tardi ci rivedremo probabilmente venerdi' sera, contero' i secondi che mi separano da te. E lei risponde col messaggio piu' romantico che tutte le compagnie di telefonia dell'universo abbiano mai visto ...
Era una vita che li contavo sperando di incontrarti...Sto tremando...Volo a letto...Bacione enorme...


Sono felice come non mai.
Siamo tutti persone, composti di carne ed un'anima e veniamo riconosciuti nel mondo con un nome.
Mia madre, D come Donatella
Mia sorella, A come Alessandra
Lei, S come Sogno

 
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