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Il paese degli "Sballocchi"

Post n°28 pubblicato il 09 Novembre 2011 da loredanafina1964
Foto di loredanafina1964

Il paese degli "sballocchi" traeva il suo nome dai suoi abitanti, benappunto un pò "sballati" e un pò "allocchi".

Arrivandovi in auto per la prima volta, ci si accorgeva immediatamente che quel paese aveva qualcosa di "diverso" dagli altri paesi limitrofi, infatti le sue strade erano completamente prive di segnaletica stradale dipinta sull'asfalto, le poche strisce pedonali a ridosso delle scuole erano sbiadite, le linee di arresto agli STOP degli incroci erano inesistenti. Le carreggiate del paese erano dissestate e piene di buche profondissime e gli automobilisti si erano abituati a guidare facendo lo "slalom" con le loro auto il chè, faceva registrare notevoli incassi ai meccanici, ai carrozzieri ed ai rivenditori di ammortizzatori e pezzi di ricambio per auto.

Anche le norme del Codice Stradale ufficiale in vigore in tutti gli altri paesi e città, nel paese degli "sballocchi" erano sostituite da un tacito e "diverso" codice..tutto ..particolare e strampalato, ad esempio: agli incoroci, in barba alle normali regole di precedenza a destra, passavano prima di tutti ...i macchinoni diplomatici eleganti.. perchè incutevano un certo timore o pseudo-rispetto, poi passavano i TIR (quando c'erano), i pulman perchè erano enormi, ingombranti e pericolosi perciò era meglio non averli trà i piedi, dunque era la volta di furgoni, auto fuori-strada ed auto monovolume, perchè erano più alte rispetto alle altre auto, infine per ultime ..passavano le le auto normali...le utilitarie che erano la maggioranza.

I motorini smarmittati e le moto di grossa cilindrata sfrecciavano via velocemente con il loro rombo assordante, noncuranti di tutti gli altri veicoli.

Le AMBULANZE per fortuna avevano la meglio su tutti, infatti, al suono delle loro sirene, ci si doveva accostare per tempo affinchè potessero passare velocemente. Questo fatto, fortunatamente denotava che, nel paese degli "sballocchi" i malati e i moribondi erano tenuti in seria considerazione.

Gli abitanti del paese, erano alquanto strani e quando dicevano qualcosa, non si era mai certi che avessero detto la verità. Se capitava di avere uno screzio con qualcuno, immediatamente tutti i suoi amici e parenti diventavano un pochino scostanti, ostentando un'apparente riservatezza.

Come tutti i paesi, anche il paese degli "sballocchi" poteva vantare i suoi  "personaggi illustri": persone particolari, un pò fuori dalle righe...che però conferivano al paese un tocco di originalità.

Il primo della lista era.."BEBERT", un omino basso e panciuto, con un testone calvo, le gote scarlatte e paffute ed un'espressione sempre sorridente. Indossava un paio di pantaloni a vita altissima, sostenuti da bretelle colorate su una maglietta intima a girogola.

"BEBERT" ..trascorreva parte delle sue giornate in cerca di sigarette.. e, lo faceva in una maniera singolarissima e divertente. Durante le ore di punta, si accostava infatti presso le vie più trafficate del paese e, quando avvistava un'auto, lui da lontano cominciava immediatamente a gesticolare con la mano e l'avambraccio mimando ripetutamente il gesto di portare una sigaretta alla bocca, finchè l'autista in arrivo, incuriosito da quell'atteggiamento un pò ridicolo, gli si accostava accanto. A quel punto, "BEBERT" con un sorrisone si chinava presso l'autista e gli diceva ..semplicemente: " NA SIGARETTA...PEFFAORE". L'autista un pò perplesso, gli consegnava così due o tre sigarette e poi, ridendo sotto i baffi, se ne andava. "BEBERT" riprendeva cosi nuovamente a mimare rivolgendosi alle altre auto che arrivavano in seguito.  Quando rientrava a casa, all'ora di pranzo, "BEBERT" passava in rassegna tutte le sue sigarette e le sistemava in ordine di marca. Le marche più in uso erano destinate al suo consumo quotidiano, mentre quelle più ricercate venivano conservate nella sua ricca collezione che fungeva anche da scorta in caso di necessità.

Un'altro personaggio del paese, che trascorreva il suo tempo in cerca di sigarette e di caffè era "PINICCHIO TITONE", un'uomo di mezza età dall'aspetto trasandato che si aggirava sempre nei paraggi della piazza principale, parlando e gesticolando animatamente da solo. Non rivolgeva la sua parola a nessuno ormai da anni; forse era arrabbiato col mondo intero, forse il mondo lo aveva fatto soffrire troppo e cosi si rivolgeva alla gente solo per chiedere ....una sigaretta... oppure ....un caffè... quando entrava al bar.

"PINICCHIO TITONE", aveva escogitato un sistema personalissimo per la "caccia" alle sigarette:  appostato nei pressi del bar più frequentato che si trovava pergiunta a fianco ad un'edicola, attentamente teneva d'occhio tutti gli avventori che parcheggiavano  li vicino per scendere velocemente a prendere un caffè e comprare il giornale, lasciando l'auto aperta per qualche minuto. Cosi, appena gli era possibile, PINICCHIO si avvicinava all'auto, guardingo spiava dentro dai finestrini e se si fosse accorto della pesenza di un pacchetto di sigarette ecco che..., lestamente apriva la portiera, acchiappava le sigarette e se ne andava via.

Con questo sistema, a volte PINICCHIO riusciva a passare in rassegna anche 10 auto in un sol colpo!

Le persone che lo conoscevano, vedendolo "all'opera"... ridacchiavano divertiti e gli urlavano appresso: "HEI...PINICCHIO....CHE FAI...CHE FAI..." Ma lui, noncurante di nulla e nessuno, si defilava in un battibaleno portantosi via tutti i pacchetti di sigarette dei malcapitati.

Un'altro singolarissimo personaggio, conosciuto in tutto il paese era l'"UFOLOGO" : un'omaccione di grossa stazza con le sopraciglia foltissime ed un'andatura lentissima nel camminare.

L'"UFOLOGO" era stato da giovane in America e, quando fece rientro in paese, comunicò a tutti di essere in diretto contatto con forme di vita extraterrestri che l'avrebbero informato circa l'andamento degli eventi previsti sulla terra.

Fu memorabile, la volta in cui l'"UFOLOGO" di notte imbiancò con la farina l'asfalto della via di casa sua, per segnalare dove avrebbero dovuto atterrare, in previsione dell'arrivo di una navicella UFO, in visita sulla terra proprio a casa sua!

Per quell'occasione, l'"UFOLOGO" si era premurato di informare tutta la cittadinanza con una serrata attività di volantinaggio che l'aveva visto freneticamente impegnato nei giorni precedenti alla data fissata per quello straordinario...evento. Fatto stà che, quando tutti i vicini di casa si svegliarono al mattino..., rimasero sconcertati per tutto quel biancore sull'asfalto della loro via, in particolar modo perchè il fatto avvenne durante il periodo estivo del solleone e quindi, mai e poi mai si sarebbe potuto verificare un fatto eccezionale di un'abbondante nevicata notturna.

Nessuno riuscì a capire cosa fosse, tutta quella polvere bianca sparsa sul manto stradale, sui gradini delle case, era una polvere simile alle polveri degli estintori antincendio, pertanto dovettero chiedere l'intervento delle forze del Servizio Civile e ai Vigili del fuoco che, arrivarono immediatamente  sul posto con le loro divise coloratissime. Naturalemente, si apprese subito che si trattava di semplice ...farina..., la strada venne ripulita e la situazione tornò alla normalità.

Nel paese degli "sballocchi", viveva anche "SCONNECCHIA" un'ometto esile e dinamico che sostava nei paraggi del mercato coperto tutti i giorni e vendeva le cozze.

"SCONNECCHIA", oltre ad essere un personaggio veramente caratteristico ed esemplare nel suo genere, era anche "un'istituzione"  per i suoi compaesani perchè le sue cozze erano le migliori in circolazione sul mercato in quanto ogni mattina alle prime ore dell'alba, "SCONNECCHIA" andava a rifornirsi personalmente presso l'allevamento. Rientrato in paese, col suo carico di cozze, "SCONNECCHIA", preparava do buon ora un'esposizione alquanto singolare, usando come banco d'appoggio e vendita, il cofano della sua auto che decorava scupolosamente con foglie di lattuga e limoni freschissimi.

Apriva infine un coloratissimo ombrellone per riparare le cozze dal sole cocente dell'estate del Sud e, proteggeva la sua testa con un fazzoletto bianco annodato ai quattro angoli oppure, a volte, con un'enorme sombrero di paglia.

Durante le ore più torride, "SCONNECCHIA" si rinfrescava buttando la testa sotto l'acqua corrente di una vicina fontana.

La gente del paese, era a lui molto affezionata, tutti sostavano da lui, per assaggiare le sue cozze che premurosamente egli riempiva con succo di limone prima di porgerle con generoso orgoglio.

Vi era anche un'altro venditore particolare e pittoresco in paese, era "CIOCCO'", un ragazzotto che si esprimeva usando un linguaggio misto frà il napoletano e il pugliese. Sentire parlare "CIOCCO' " era divertentissimo e, molta gente si fermava a comprare i suoi prodotti per conversare un pò con lui canzonandolo affettuosamente.

"CIOCCO' " se ne andava in giro per le vie del paese, con un furgone sul quale aveva installato un megafono che usava per mandare in onda canzoni napoletane a tutto volume oppure, per attirare l'attenzione a sè quando, trovandosi in pieno traffico vedeva per strada i suoi amici e conoscenti che salutava stoppando la musica per  parlare loro usando il microfono. Quando questi gli rispondevano con un sorriso oppure alzando un braccio in cenno di saluto, "CIOCCO' " si sentiva veramente gratificato.

Alla lista dei personaggi "illustri" non era possibile tralasciare "MITICUS": un tipo grassottello che se ne andava in giro con svariati testi "sacri" sotto al braccio e parlava volentieri alle persone, enunciando loro una serie di argomentazioni assolutistiche su .."pace", "carità", "santità". Nessuno mai, riuscì a capire perchè "MITICUS" non diventò nè prete nè frate, dato che quella sembrava fosse stata da sempre la sua vera vocazione. Forse, in realtà egli era molto felice semplicemente predicando le "sue verità" in tutte le occasioni che si presentavano nell'arco della giornata, persino al supermercato.

Nel paese degli "SBALLOCCHI" vi erano moltissimi altri personaggi che, come quelli descritti, a volte venivano guardati con una punta di diffidenza, alcuni di loro conducevano vite "ai margini" ma, al di là di questo, vi era sicuramente una certezza nella parte più intima delle coscenze di ogniuno e cioè, quella che, se mai anche soltanto uno di quei personaggi fosse (haimè) ...venuto a mancare, si sarebbero spenti in un sol tocco, tutti i colori vivaci dell'arcobaleno e il paese, sarebbe immediatamente diventato tristemente grigio e buio.

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dal libro " LE PAROLE DEL SILENZIO " di Loredana Fina

Pulsano, anno 2005

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