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Il disegno criminale degli Illuminati (2)

Post n°44 pubblicato il 02 Maggio 2014 da myfriend.mi
 

24 aprile 2013: in Bangladesh crolla il Rana Plaza


La catastrofe del Rana Plaza (più di 1.100 morti e oltre 1000 feriti) ha risollevato le polemiche sull’industria dell’abbigliamento del Bangladesh che esporta in tutto il mondo grazie alla produzione low-cost. Il crollo del Rana Plaza, l’edificio di otto piani venuto giù come un castello di sabbia, dopo giorni di scricchiolii, crepe che si aprivano nei muri e ispezioni mal fatte, ha indignato il mondo intero.

I MARCHI COINVOLTI - Nel Rana Plaza si producevano, tra gli altri marchi, vestiti per Mango, per l’inglese Primark, per l’italiana Yes-Zee. Sul loro sito web le aziende che producono abiti 24 ore su 24, elencano tra i propri clienti noti brand tra cui Wal Mart, C&A, Kik (già noti per l’incendio nella fabbrica Tazreen, dove sono morti in novembre 2012 112 lavoratori; e, per quanto riguarda la tedesca KIK, per l’incendio della pakistana Ali Enterprises, dove quasi 300 lavoratori sono morti lo scorso settembre), oltre a Gap e l’italiana Benetton, che però ha negato il proprio coinvolgimento con un comunicato stampa ufficiale. I marchi della moda che portano la produzione in paesi, dove il costo del lavoro è infinitamente inferiore, la tassazione favorevole, i governi compiacenti, si trovano con le spalle al muro.

La lista dei marchi internazionali che si rifornivano direttamente o tramite agenti al Rana Plaza e alla Tazreen è lunga e comprende pezzi da novanta come Walmart, Mango, Benetton, C&A, El Corte Ingles, Kik, Walt Disney, oltre alle altre italiane Piazza Italia, Manifattura Corona e Yes Zee. Segno di una industria dinamica e in crescita che deve oggi la sua fortuna principalmente alle commesse estere e alla compressione dei costi, anche quelli della sicurezza. Ma la tragedia del Rana Plaza, l’ultima di una lunga serie in Bangladesh, è stata troppo grande per essere rapidamente cancellata.

Le vittime del Rana Plaza e della Tazreen attendono ancora un giusto risarcimento per la perdita dei propri cari, la sofferenza e il dolore vissuti, la perdita di reddito e lavoro. Per questo i sindacati internazionali hanno convocato un incontro a Ginevra lo scorso 11 e 12 settembre, alla presenza dell’ILO, ove discutere con le imprese coinvolte, la definizione di un meccanismo equo e trasparente per il risarcimento effettivo di tutte le vittime, senza alcuna distinzione. Si tratta di 54 milioni di euro per il dramma del Rana Plaza e di 4,3 milioni di euro per la Tazreen. Ad oggi nessuna delle imprese italiane coinvolte ha espresso la volontà di partecipare e contribuire al fondo negoziato e trasparente messo a punto a livello internazionale.

8 marzo, 25 aprile, 1 maggio: davvero tutte queste celebrazioni fanno parte del passato e sono, ormai, anacronistiche? Non siamo, forse, davanti a dei nuovi nazifascisti? A dei nuovi Lager o Gulag? Davvero questi bastardi vorrebbero farci credere che la soluzione alla crisi sta nello loro riforme?


Parliamo, dunque, di questi nuovi fascisti, che producono il cosiddetto “made in italy”. Che tolgono il lavoro alle famiglie italiane e che lo comprano a prezzi stracciati dal Bangladesh, dove comprano non solo il lavoro, ma anche la vita dei nuovi schiavi.
Mentre loro, i fascisti, vanno in giro col 4×4, hanno la barca che sfoggiano d’estate al club con gli amici, e vivono in ville-bunker perchè hanno paura di mostrare al mondo la loro faccia di merda.

United colors of Benetton

«L’industria paga i salari più bassi al mondo, ma non ha la decenza di assicurare la sicurezza di chi lavora per vestire mezzo mondo”, ha detto Brad Adams, direttore per la sezione asiatica dell’organizzazione Human Rights Watch. La paga mensile di un operaio è di circa 30 euro e l’industria tessile impiega 3 milioni di persone, in maggioranza donne. L’organizzazione accusa il ministero del Lavoro di Dacca di non fare controlli nelle fabbriche. «Non possiamo continuare ad assistere a un tale sacrificio di vite umane dovuto alla totale irresponsabilità di un sistema produttivo basato sulla competizione al ribasso» – afferma Deborah Lucchetti, referente della Campagna Abiti Puliti (la sezione italiana della Clean Clothes Campaign).

Queste cose avvengono all’estero. Ma gli imprenditori che manovrano i fili sono anche imprenditori italiani. Quegli imprenditori che delocalizzano la produzione in paesi in cui non ci sono diritti per i lavoratori e i lavoratori vengono usati come schiavi.
E non ci sono solo imprenditori. C’è tutto un sistema produttivo in Italia, fatto di impiegati e di catene di negozi, che prospera sullo sfruttamento degli schiavi.
E poi magari questi signori vanno in piazza l’8 marzo a omaggiare le donne. 

 

 
 
 

Il disegno criminale degli Illuminati (1)

Post n°43 pubblicato il 02 Maggio 2014 da myfriend.mi
 

Lo scopo degli Illuminati, che manovrano i nostri politici come marionette, è quello di distruggere le conquiste sociali e democratiche dell'Europa al solo scopo di ridurre tutti noi a schiavi ricattabili e manipolabili. Si creano delle crisi ad arte con lo scopo preciso di distruggere il benessere e, con esso, la democrazia. Una volta creata la crisi, questi bastardi usano i mass media per venderci l'dea che la soluzione alla crisi consiste nelle loro riforme.

E le loro riforme hanno un solo obiettivo: distruggere le Costituzioni democratiche, togliere sovranità ai popoli e instaurare una dittatura europea governata da loro e dalla loro èlite finanziaria.

Lo strumento principale di questa strategia è la globalizzazione e la delocalizzazione. E cioè togliere il lavoro ai popoli europei per trasferirlo nei cosiddetti paesi emergenti. Si ottiene, così, il duplice obiettivo di usare i popoli dei paesi emergenti come schiavi e di trasformare i popoli europei in morti di fame ricattabili e manipolabili.

Tazreen Fashions a Dhaka in Bangladesh

Il 24 novembre 2012, la Tazreen Fashion a Dhaka, da cui si rifornivano marchi internazionali dell’abbigliamento, è stata avvolta dalle fiamme.
112 persone hanno perso la vita restando intrappolate nella fabbrica.

Mentre emergono nuovi dettagli sull’incendio alla Tazreen Fashion, c’è il problema dei grandi marchi stranieri. Essi spiegano di aver rescisso i contratti con la ditta già da tempo, ma indumenti venduti dal colosso Usa Wall-Mart sono stati trovati tra i resti dello stabile. Condizioni al limite per gli operai delle fabbriche: turni diurni e notturni da 12 ore; stipendi di circa 30 euro al mese; edifici senza uscite d’emergenza e con grate alle finestre.

Magliette con Topolino e altri personaggi Disney; prodotti sartoriali della scozzese Edinburgh Woollen Mill; maglioni della francese Teddy Smith: a produrli erano, tra gli altri, anche i 112 operai morti nel rogo della Tazreen Fashion, in Bangladesh.

Tra ciò che resta dell’edificio, è facile riconoscere pantaloncini, magliette e altri capi venduti da Wall-mart, il colosso statunitense e terzo rivenditore al mondo. Vestiti cuciti in uno stabile di otto piani, con tre scale interne, senza uscite d’emergenza, in stanze dall’areazione scarsa e con le grate alle finestre.

Nella zona industriale di Ashulia (periferia di Dhaka), dove sorgeva la Tazreen Fashion, sono centinaia gli stabili di otto, nove, dodici piani che sorgono uno accanto all’altro, senza nemmeno lo spazio vitale per costruire uscite e scale di emergenza a norma di legge. Dentro, la situazione è ancora peggiore: corridoi ostruiti da materiale, stoffe e fili; stanze affollate da vecchi macchinari, con centinaia di persone che vi lavorano 12 ore al giorno, con turni diurni e notturni.

La paga media di un lavoratore non qualificato è di 40 dollari al mese, circa 30 euro. Con tali cifre, sopravvive chi riesce a dividere una stanza con altri colleghi. Pagare l’affitto per una famiglia intera è impossibile. Di solito, gli operai sono giovani provenienti dalle zone rurali: mandano un po’ di soldi al villaggio, e sperano di cavarsela e di trovare presto un lavoro migliore. Altri invece sono sposati, ma lasciano la famiglia al villaggio. Chi viene con moglie e figli conduce una vita di estrema miseria, perché non c’è sicurezza di lavorare, né assistenza sanitaria. In modo paradossale, proprio questa condizione di grande precarietà fa sì che trovare lavoro in fabbrica sia facile. Alla fine di ogni mese vi sono centinaia di persone in fila per iscriversi alle liste di attesa. Il mestiere dell’operaio è altalenante: lavorano qualche mese, poi si ammalano o sono troppo deboli per continuare, e lasciano. Altri prenderanno il loro posto: la gente resta disoccupata per breve tempo; intanto, il datore di lavoro ha sempre manodopera disponibile, e a bassissimo prezzo.

Fino ad oggi solo C&A si è prodigata per erogare fondi e per sviluppare un processo che ne garantisca la distribuzione alle vittime, e anche Li & Fung ha effettuato pagamenti. Mentre alcuni marchi hanno dichiarato di voler erogare contributi volontari, nessuno ha finora pagato quanto dovuto. Questi marchi comprendono: l’italiana Piazza Italia, Delta Apparel (USA), Dickies (USA), Disney (USA), Edinburgh Woollen Mill (UK), El Corte Ingles (Spagna), Enyce (USA), Karl Rieker (Germania), KiK (Germania), Sears (USA), Teddy Smith (Francia), and Walmart (USA).


 

 
 
 

Frammenti: Danae

Post n°42 pubblicato il 30 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Eros

 

Immagine di sensualità ed erotismo perenne,
l'erotismo come un sogno
e quel seno pieno di femminilità, delizioso.

 

 

Dalla stanza del desiderio,
il mondo resta fuori.
Come fosse una frase scritta tra parentesi.

Ma lei si lascia guardare,
nella sua segreta femminilità.
Perchè conosce il suo potere.

 
 
 

Riscaldamento globale

Post n°41 pubblicato il 29 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Scienza

 

Che i ghiacci del Polo Nord si stiano sciogliendo a causa del riscaldamento globale del pianeta non è certo una novità; ma vederli sparire in appena 60 secondi fa comunque un certo effetto. Questo video realizzato a partire dalle immagini satellitari dell'Artico negli ultimi 25 anni, mostra il graduale ma inesorabile assottigliamento della sua calotta glaciale.

Da un lato è possibile osservare l'annuale espansione e contrazione dei ghiacci a seconda delle stagioni; dall'altro si nota la progressiva scomparsa del ghiaccio più vecchio e spesso: quello, per intenderci, in grado di resistere all'arrivo dell'estate e di fare da base agli strati successivi.

Dal 1987 all'ottobre 2013 la porzione di mare coperta da ghiaccio di almeno 4 anni di età (indicato in azzurro e bianco) è passata dal 26% al 7%. Notiamo invece una prevalenza di blu, indicante il ghiaccio giovane, formatosi da un anno a questa parte: questo ghiaccio d'estate si scioglie, scorrendo attraverso lo stretto di Fram, a est della Groenlandia, e lasciando il mare scoperto.

 

 

Passaggio a nord-ovest e passaggio a nord-est

Ormai, in estate, si sono aperti sia il passaggio a nord-ovest che il passaggio a nord-est. In questa animazione, diffusa dalla Nasa, è visibile la "ricostruzione" dell'andamento dei ghiacci nel periodo compreso tra marzo e settembre 2011. Si vede come l'area chiara del ghiaccio, dalla sua estensione massima, si riduca sempre più, lasciando spazio a quella, più scura, occupata dall'acqua degli oceani, fino ad arrivare al valore minimo annuale. Un valore minimo che, secondo i ricercatori dell'Università di Brema, è assimilabile a quello registrato nel 2007, il più basso degli ultimi 32 anni.

http://www.focus.it/ambiente/polo-nord-il-ghiaccio-e-al-minimo_C7.aspx

Nel 2013 è avvenuta, al Polo Nord, un aumento della massa dei ghiacci rispetto al 2012; si è verificata, quindi, una inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni.
La NASA, però, afferma e conferma che la calotta di ghiaccio artico si è notevolmente assottigliata negli ultimi dieci anni e continuerà a farlo in futuro.

Ma alcuni eminenti scienziati controcorrente ritengono che i dati diffusi dalla NASA sono il segnale che il mondo si sta dirigendo verso un periodo di raffreddamento che si prolungherà fino alla metà di questo secolo.

Per poter trarre delle conclusioni, i fenomeni vanno osservati in un arco temporale molto lungo. E l'osservazione degli ultimi 25 anni dimostra in modo inequivocabile che c'è stato un assottigliamento dei ghiacci (come mostra chiaramente il primo filmato che ho postato).
Quindi, il "rimbalzo" del 2013 potrebbe essere una anomalia temporanea in un trend che dura da 25 anni, oppure potrebbe essere il segno di qualcosa di diverso, una inversione di tendenza.
Vedremo.

Sta di fatto che la calotta polare si è ridotta notevolmente. Questo è un dato oggettivo. E l'apertura dei passaggi nord-ovest e nord-est è un fatto che non si era mai verificato.

Grafico che illustra l'andamento della quantità di ghiaccio nel mese di settembre negli ultimi 35 anni al Polo Nord.

 
 
 

Le nuove frontiere della fisica quantistica

Post n°40 pubblicato il 27 Aprile 2014 da myfriend.mi
 

 

Hans-Peter Dürr, fisico delle particelle, è nato nel 1929 a Stoccarda. Collaboratore per 20 anni di Werner Heisenberg, già direttore del Max-Planck-Institut, autore di saggi e articoli sul rapporto tra scienza, politica, economia e spiritualità, Premio Nobel per la Pace con il gruppo Pugwash nel 1995 e premio Nobel alternativo 1987.

Questa è una sua intervista dal titolo: "Dove finisce la materia e inizia lo spirito".

Intervistatore (I): Il pensiero occidentale, a un certo punto della sua storia, ha separato ciò che da sempre l'uomo ha considerato un’unità: si separò, cioè, la materia dallo spirito. A un certo punto l’uomo fu considerato l’unico essere dotato di spirito e quindi si è pensato che tutto il resto fosse riducibile a materia, soprattutto le piante e gli animali: materia inanimata da usare come macchine. Da qui nacque il "disprezzo" dell'uomo per la natura, ritenuta inferiore; da qui nacque il senso di superiorità nei confronti della natura e il sentirsi i dominatori della natura.

Poi, con l'Illuminismo, si credette che lo spirito risieda nel cervello e sia semplicemente il prodotto  “della attività della macchina cervello”. Si credette che lo spirito altro non è che il prodotto della attività della macchina cervello, esattamente come il fuoco di un accendino è il prodotto del funzionamento della macchina accendino.

La fisica dei quanti ha superato questo materialismo, e ripropone il concetto di “unità della natura”.

Durr (D): si, forse il concetto di “unità” è stato riscoperto ma non è stato ancora recepito dal nostro modo comune di pensare perchè è estraneo alla nostra esperienza che ci porta a vedere e percepire corpi e oggetti materialmente distinti e separati gli uni dagli altri. Siamo talmente legati al materialismo, che ci fa percepire gli individui/oggetti come materia distinta e separata, che è difficile separarcene.

Il pensiero illuminista/materialista ci ha portato a vedere la natura composta da oggetti materiali governati da leggi. Questo ci ha portato a trattare la natura come fosse una macchina e questo ci ha dato enormi vantaggi. Ma ci ha portato a vedere la natura come una macchina da dominare; ci ha portato a considerare la natura come una macchina da dominare tramite la tecnologia.


Dove nasce, quindi, il dualismo uomo-natura? Risposta: se la natura è una macchina allora l’uomo non può farne parte poichè noi consideriamo di avere lo spirito, ciò ha generato una estraneazione dell’uomo dalla natura rendendo l'uomo “a immagine di dio” e, al tempo stesso, ha significato, per la natura, la privazione della sua origine divina. Questo è il meccanismo che ha portato al dualismo uomo-natura, al sentimento di superiorità dell’uomo verso la natura e al disprezzo per la natura ritenuta una semplice macchina priva di natura divina (animali, piante e materia non hanno anima).

Dove nasce, quindi, la separazione tra uomo e natura? Risposta: dalla visione secondo la quale solo l’uomo è dotato di spirito/anima, tutto il resto della natura non ha anima, è solo materia, il cui decorso è pari a quello delle macchine (animali, piante, materia etc).

Facciamo fatica a separarci da questa concezione. Noi consideriamo il resto della natura come una macchina da usare per i nostri scopi o a cui diamo degli ordini, visto che non sottostiamo alle sue leggi.

Nonostante la fisica moderna (fisica quantistica) domini la nostra tecnologia, il concetto di base della fisica moderna non ha ancora attecchito nel pensiero dell’uomo moderno che è ancora fermo al dualismo uomo-natura del 20 secolo.


I: la fisica dei quanti ha scoperto che la materia (così come noi la vediamo) in realtà non esiste, ma tutto è energia, tutto è spirito (che assume forma nella materia). Quindi la separazione e il dualismo corpo-anima, materia-energia in realtà è una illusione generata dai nostri sensi.

D: Il concetto è molto più profondo. La fisica dei quanti non solo dice che sia scomparsa la materia - poichè la materia è energia - ma, anche, che sia scomparsa  l’energia. Ciò che è emerso è che la "visione ontologica" non vale più, anche se si dice che le cose esistono, indipendentemente dal fatto che siano particelle o energia. E' emerso che non esistono "le cose", c’è solamente un legame, esiste solo un legame. Esiste solo un legame senza che questo sia collegato a qualcosa che comprendiamo e non esiste un linguaggio adatto a descriverlo. Ci manca qualcosa che definisca solamente "legame", anzichè dire "cosa è collegato a cosa", ma solamente che l’elemento originario della realtà non è realtà, realtà oggettiva, bensì puro legame.

Gli elementi più piccoli non sono unità materiali ed energetiche, bensì "elementi di realtà", perchè sono "parti della realtà" che agiscono senza essere materiali. Questo possiamo immaginarcelo come una specie di "campo unificante" che fa da sfondo...possiamo immaginare di essere in un mare che non è materiale e dalle onde in superifice si forma la materia. Ciò significa: la materia è come la scoria dello spirito. Lo spirito segue olisticamente la natura (è un tutt'uno con la natura), questo è il motivo per cui non lo afferriamo; lo spirito è la realtà effettiva che ci tiene uniti.

Quando parliamo tra di noi (tu ed io) non stiamo agendo sullo scambio di onde di luce o suoni tra due entità/individui materiali distinti e separati (questo è quanto percepiscono i nostri sensi)...al contrario!; le parole servono solo a ricordarci qualcosa che in realtà già conosciamo, le parole ci consentono di scavare nella esperienza personale. In questo modo ci incontriamo al livello dello spirito (il campo che fa da sfondo dal quale originiamo) nel quale tutti siamo innestati; e le parole servono giusto a comprendersi per poterci poi incontrare là dove siamo tutti collegati...nello spirito.

Lo spirito, l’elemento accomunante, è in effetti l’elemento primario.

Oggi si dovrebbe rispondere alla domanda: come è possibile che la nostra percezione di questa componente unificante e non divisibile (lo spirito) siano, invece, tante parti separate e scollegate tra loro (gli individui e la materia)?
Noi due siamo, di fatti, uno solo, eppure ci percepiamo come due individui separati e distaccati ..è questo il mistero: che cosa crea distacco?

Lo spirito di fatto non è divisibile, ma la nostra corporeità, ovvero la scoria, è separata e non la componente su cui essa galleggia.

I: ammesso che due scorie..o tutti gli esseri viventi...siano in realtà un unico spirito, quando vanno uno contro l’altro (uomo contro uomo o uomo contro animale) si potrebbe dire che questi fanno del male a se stessi?

D: E’ proprio così! Tutti gli esseri viventi sono collegati nello spirito, sono innestati nello spirito unificato, ma si percepiscono come individui distinti e separati. Ciò significa che non sappiamo vederci e comunicare a livello dello spirito tra i vari individui. Percepiamo un legame più o meno stretto, ma ci percepiamo distinti. Tuttavia il dolore del mondo, ovunque esso sia, tocca anche me perchè il mio dolore non è separato da quello del mondo.

Quindi la comprensione o compassione, questo sentire con l’altro, non ha nulla a che fare con l’altruismo, ma origina dal fatto che siamo tutti collegati con il Tutto, innestati nello stesso spirito, anche se i nostri sensi ci fanno percepire separati. Perciò quando il mondo soffre...quando qualcosa soffre nel mondo...anche io ne soffro, ma la mia consapevolezza (mente-cervello) non sa qual’è il motivo. Sono depresso ed anche se ho tutto ciò di cui ho bisogno, c’è qualcosa che mi rende infelice e questo ha a che fare con un sentimento molto profondo (a livello del campo unificante)...quindi non con un sentimento superficiale (cioè percepito dai nostri sensi)...qualcosa di costitutivo radicato in profondità.

 
 
 

Uno più uno fa (quasi) sempre due

Post n°39 pubblicato il 24 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Scienza

 

Sistemi di numerazione

Quanto fa 1+1? Col sistema decimale fa 2.
In binario, invece, 1+1=10

Il sistema binario è il sistema numerico utilizzato dai calcolatori elettronici. Noi Homo usiamo il sistema decimale perchè abbiamo due mani e dieci dita. Ed è proprio da questo fatto che è nato il sistema decimale. Il sistema binario, invece, si basa sul fatto di avere due mani con un solo dito ciascuna.
Quindi come si conta in binario?

In decimale si conta così: 1,2,3,4,5 - 6,7,8,9,10; 11,12,13,14,15 - 16,17,18,19,20....
In binario, invece, si conta così: 1 - 10; 11 - 100; 101 - 110; 111 - 1000; ....

Come si può vedere, l'affermazione 1+1 fa sempre 2 è falsa.
Dipende. E' tutto relativo.


La logica del sistema binario

Nel sistema decimale una "decina" è fatta da 10 unità (le famose dieci dita delle mani).
Un centinaio (100) da dieci decine.
Un migliaio (1000) da dieci centinaia.
E così via.

Nel sistema binario una "decina" (10) è fatta da 2 unità (per questo 1+1=10).
Un centinaio (100) da 2 decine (per questo 10+10=100).
Un migliaio (1000) da 2 centinaia (per questo 100+100=1000).

Quindi se io ho un certo numero di oggetti sul tavolo li posso contare col sistema decimale o col sistema binario. Questi sono gli oggetti:

X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X

Domanda: quante X ci sono sul tavolo?

Per contarle usiamo la tecnica di contare le "decine".

Col sistema decimale (si dice anche "in base 10"):

X X X X X X X X X X
X X X X X X X X X X
X

Ci sono 2 decine + 1 unità: due decine fanno 20 più una unità fa 21.
In base 10 abbiamo 21 oggetti.

Col sistema binario (si dice anche "in base 2"):

X X una decina (10)
X X seconda decina (fa 100, perchè 2 decine fanno un centinaio)
X X
X X qui siamo a 1000 (perchè 2 centinaia fanno un migliaio)
X X qui 1010
X X qui 1100
X X qui 1110
X X qui 10000 (qui abbiamo 10000, perchè 2 migliaia fanno diecimila)
X X qui 10010
X X qui 10100
X

cioè 10100 + una unità spaiata. Cioè 10101 (diecimilacentouno).

Allora in definitiva quante X ci sono sul tavolo?
In base 10 sono 21 (ventuno)
In base 2 sono 10101 (diecimilacentouno)

Ma allora le X quante sono in realtà? 21 oppure 10101? Dipende. Se le conto col sistema decimale sono 21. Se le conto col sistema binario sono 10101.
Due numeri diversi che esprimono la stessa realtà delle cose e cioè quanti oggetti ci sono sul tavolo.

Il calcolatore elettronico "ragiona" col sistema binario. Un modo diverso di contare, ma che esprime la medesima realtà delle cose. Anche se le vediamo con un numero diverso.

Ovviamente il concetto si può estendere.
Potremmo ad esempio utilizzare una aritmetica in base 4.
Cioè fatta da quattro dita.

Come si conta in base 4? Così: 1,2 - 3,10; 11,12 - 13,20.....31,32 - 33,100...e così via.
In base 4 una "decina" (10) è fatta da 4 unità.
Un centinaio (100) da 4 decine.
Un migliaio (1000) da 4 centinaia.

Quante sarebbero, in questo caso, le X sul tavolo?

X X X X qui siamo a 10
X X X X qui a 20
X X X X qui a 30
X X X X qui siamo a 100 (poichè 4 decine fanno un centinaio)
X X X X qui a 110
X

Quindi 110 + una unità spaiata = 111.
In base 4 abbiamo 111 (centoundici) oggetti.


Sistema di numerazione in base 16 (esadecimale)

In informatica si usa molto anche "base 16". Perchè scrivere una "treno" di zeri e uno può essere fastidioso.
Come si conta in base 16? Così: 1,2,3,4,5,6,7,8 - 9,A,B,C,D,E,F,10; 11,12,13,14,15,16,17,18 - 19,1A,1B,1C,1D,1E,1F,20...


Cioè una decina è fatta da 16 unità.
Un centinaio da 16 decine...e così via.
Si sono utilizzate le lettere dell'alfabeto per arrivare ai 16 simboli base che costituiscono una decina.
Un esempio di numero in base 16: 2A93DF.

 

 
 
 

Frammenti: Metamorfosi

Post n°38 pubblicato il 23 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Eros

 

Metamorfosi: il Cigno Nero

In quel momento sentì finalmente il suo profumo, il profumo della sua pelle. Il profumo dei suoi capelli. Completamente immerso nel suo profumo, stordito dal suo profumo, ebbe, finalmente, la percezione di Giuditta. Potè toccare con mano il suo intimo segreto.

Attira gli sguardi maschili. Incantevole nel suo vestito di seta. Elegante, raffinata, pudica. La bocca socchiusa e le rosse labbra. I seni tondi e chiari, simbolo della sua femminilità sottile e ammaliante; un seno velato e un seno mostrato. Al tempo stesso pudica e sfacciata. L’ombelico è un pertugio che rimanda al centro del suo piacere.

Metamorfosi è il suo segreto: un cigno nero e un cigno bianco che convivono nella stessa anima, nello stesso corpo.

Ed ora lui stava osservando il Cigno Nero.

La testa appena piegata verso l'alto, le palpebre socchiuse e uno sguardo tra il pigro e il lascivo. Nel Cigno Nero si muove la sua anima seduttiva. Le labbra, i capezzoli, l’ombelico: sono indicazioni, inviti, per gli occhi che la guardano. Inviti a seguire un percorso tracciato da una sottile linea rossa. Perchè Giuditta ti guarda, ma, al tempo stesso, vuole essere guardata. Lei gode nel guardarti e gode nell’essere guardata.

Le piace guardare mentre fa godere, le piace godersi lo spettacolo, sentire il dolce piacere che le procura la consapevolezza del suo potere.
Le piace guardare negli occhi la sua preda, le piace leggere negli occhi l'implorazione a non fermarsi. Le piace sentire quando lo chiedono. Le piace sentire tutto quello che passa per la mente.
Si sente appagata quando legge negli occhi il desiderio per lei. Si sente pienamente femmina, pienamente donna.

Giuditta gode nel guardare. E gode nell’essere guardata. Lei si svela lentamente e si lascia guardare. Non teme il potere che emana dal suo corpo, dalla sua mente, dal suo cuore. Al contrario, quel potere lo abbraccia, le dà un profondo senso di gratificazione. Il suo potere lo usa. Lo maneggia con disinvoltura e consapevolezza. Neanche per un istante è colta dal dubbio perchè è consapevole di attirare lo sguardo su di sè e di accendere desiderio. Solo puro e totale desiderio.

Il suo sguardo è un invito e al tempo stesso una preghiera sussurrata: “Lo senti ora il profumo? Lo senti il profumo della mia pelle? Il profumo dei miei capelli? Parlami...Quanto vorrei sentire la tua lingua tra le cosce, sono già bagnata. Quanto vorrei sentirti dentro. Dimmi cosa mi faresti ora. Sono nuda, guardami.”

Ed è così che Giuditta trova il suo Oloferne; nel momento in cui si trasforma in Cigno Nero.
Lei, al tempo stesso, preda e predatrice.
E la mano scivolò sul suo seno.

 
 
 

Frammenti: Leggende

Post n°37 pubblicato il 19 Aprile 2014 da myfriend.mi
 

Walden ovvero Vita nei boschi


Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.

Henry David Thoreau

 

Leggenda

Se ci credi accade. E io ci credo.
Gli anziani dicono: se segui il tuo cuore i desideri si avverano.

Il pettine

Tieni, conservalo tu.
Me lo restituirai appena tornerai da me.
Ti avverto che se non lo farai verrò a cercarti io, però allora mi sarà difficile perdonarti.

 
 
 

Galassie

Post n°36 pubblicato il 18 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Scienza

La sorella maggiore della Via Lattea

NGC 6744 è una galassia a spirale situata a circa 30 milioni di anni luce di distanza in direzione della costellazione australe del Pavone. È una galassia di dimensioni notevoli e si dispone quasi di faccia verso la nostra galassia, cosicché si mostra ben evidente la sua struttura a spirale e il nucleo allungato.

Sita nella costellazione del Pavone a poco più di 30 milioni di anni luce dalla Terra, è una galassia di aspetto molto simile alla Via Lattea. Se potessimo osservare la nostra galassia da lontano, ci apparirebbe più o meno come NGC 6744.

Ciò che distingue le due galassie è principalmente la dimensione. La Via Lattea ha un diametro di circa 100.000 anni luce. NGC 6744 è grande invece quasi il doppio, con un’estensione stimata in circa 175.000 anni luce.

 

 

Provo a fare due calcoli, sperando di non sbagliare.

L'anno luce è l'unità di misura delle distanze interstellari e interplanetarie. Un anno luce è la distanza che la luce percorre nel vuoto, in un tempo di un anno terrestre, alla sua velocità standard che è di circa 300.000 km/s.

Considerando che in un anno terrestre ci sono circa 31 milioni di secondi (31.536.000 per l'esattezza, considerando 365 giorni, cioè, arrotondando per difetto, 3*10^7 secondi) a quale distanza in km corrisponde un anno luce?
Corrisponde a una distanza pari a 300.000 km * 31 milioni.
E cioè, approssimando per difetto, 3*10^5 * 3*10^7 = 9*10^12 = 9000*10^9.
Cioè un anno luce corrisponde a circa 9mila miliardi di km, cioè circa 63 mila volte la distanza tra la Terra e il Sole.

La nostra galassia - la Via Lattea - ha un diametro di circa 100.000 anni luce, cioè circa 900milioni di miliardi di km.
Muovendosi alla velocità di 1000 km/h (un Boeing 747 ha una velocità di crociera di circa 900 km/h), ci vorrebbero circa 900mila miliardi di ore per andare da una parte all'altra della nostra galassia, che corrispondono a circa 37mila miliardi di giorni, cioè circa 100 miliardi di anni.

 
 
 

In viaggio nel nostro sistema solare

Post n°35 pubblicato il 18 Aprile 2014 da myfriend.mi
 
Tag: Scienza

La Terra

Nel lungo viaggio interplanetario che ha portato la sonda Deep Impact all'incontro con la Hartley 2, la telecamera della sonda ha ripreso una sequenza di eccezionali immagini del sistema Terra-Luna da una distanza di circa 50 milioni di chilometri.


La nostra "casa" appare di colore bianco (nubi), azzurro (oceani) e marrone (continenti), ed è possibile osservare il transito della Luna sul disco del nostro pianeta. È la visione che si presenterebbe a dei viaggiatori spaziali che stanno tornando a casa.

 

 

La sonda Cassini, che raccoglie dati su Saturno e il suo sistema di satelliti, qualche tempo fa ha inviato una foto della Terra da circa 1,5 miliardi di km; la foto, scattata il 19 luglio, è arrivata a destinazione il 20.

 

 

Si può provare a calarsi in questa prospettiva, in questa "mente" e in questo punto di vista, almeno solo per un attimo.

E, dopo averlo fatto, si può provare a immaginare cosa siamo noi dal punto di vista dell'universo. Si può provare a immaginare che cosa sia la nostra presunzione di essere al centro di tutto, dal punto di vista dell'universo.

A volte le cose si comprendono nella loro giusta dimensione solo cambiando prospettiva e punto di osservazione. Finchè rimaniamo "nella nostra mente" le cose hanno una certa dimensione. Ma se usciamo da essa e proviamo ad osservarci da un altro punto di vista, da un punto di vista d'insieme, la percezione delle cose cambia.

 

Saturno

Il 27 marzo 2004 Cassini getta l'ultima occhiata completa del sistema Saturno-anelli. Da quel momento la distanza non permetterà più foto complete. In questa foto alla luce visibile è possibile scorgere con chiarezza le differenze tra le fasce degli anelli e alcuni fenomeni atmosferici. Gli anelli e i fenomeni atmosferici sono due dei principali campi di indagine della sonda.


Lo spicchio di luce azzurra che si nota nell'emisfero nord è la luce del Sole riflessa dall'atmosfera. In quello meridionale si scorgono due deboli punti neri. Si tratta di tempeste la cui origine non è chiara.

 

 

Giove

Elaborazione da una serie di scatti dalle fotocamere del telescopio spaziale Hubble. Tra il 16 e il 22 luglio 1994 ventuno frammenti identificabili come parti della cometa Shoemaker-Levy 9 sono precipitati su Giove: è stata la prima volta nella storia che si è potuto prevedere e poi osservare la collisione tra due corpi del Sistema Solare, un evento considerato molto raro. Per quanto riguarda il pianeta gassoso si ritiene infatti che comete di quella grandezza lo colpiscano una volta ogni millennio.

 

 

Una passeggiata su Marte

http://mars.nasa.gov/multimedia/interactives/billionpixel/index.cfm?image=PIA16918&view=pano

 

 
 
 
 
 
 
 

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