Saggio brevissimo sullamore filosoficamente inteso : Platone e Nietzsche.
Lamore e bisogno, scrive Platone, e mancanza. E la storia, vecchia come il mondo, della ricerca dellaltra meta della mela, di cio che ci completa, di cio che ci rende quello che vogliamo essere piu di qualsiasi altra cosa: interi. Amiamo perche abbiamo atavicamente bisogno di amare, perche siamo spaccati, perche la nostra mente spietatamente razionale puo sopportare solo un vero che sia intero, finito, controllabile, risolvibile. Nellamare noi ricerchiamo realmente la finitudine del nostro essere, la verita intera, e quando crediamo di averla trovata vi ci aggrappiamo perche ne abbiamo un disperato bisogno, perche quello e il pezzo che completa. E ora e nostro, ce lo siamo presi
ma questo cosa significa? Ci rapportiamo alla persona da amare come se fosse un mezzo per realizzare il nostro essere? Per paura della solitudine, per paura dellincontrovertibilita di un essere spezzato, per un bisogno, per una mancanza, insomma, amiamo in funzione di? E tutto un egoisticamente prendere?
Il bisogno e forse la forma di amore piu primitiva, non nel senso di selvaggia, ma nel senso di prima, in quanto e il bisogno dellaltro che ci spinge a cercare laltro. Ma a mio parere non possiamo ridurre lamore ad un primitivo bisogno di interezza, di conferma del proprio essere, di rassicurante cantuccio nel quale nascondersi ogni qualvolta la realta ci sembra infinita, incontrollabile, irrisolvibile.
Lamore e sovrabbondanza dellamore di se, scriveva Nietzsche, rifiutando lidea di bisogno e mancanza, ricucendo le due meta della mela in una originaria e incrollabile e infantile egoistica interezza. Lamore nasce nelluomo, non per mancanza ma per eccedenza, e si diffonde per osmosi, volendo essere scientifici. E un po come la saggezza in Cosi parlo Zarathustra, nella sua forma piu alta, quella che nemmeno sono sicura che esista se non in un eventuale idealizzazione: in ogni caso non credo che le cose debbano esistere per essere vere.
La saggezza si sviluppa in noi, e in noi. Anche se ci ritiriamo nella piu completa solitudine, penso ad un saggio eremita, ad esempio. Ebbene, ad un certo punto si comprende che la saggezza va condivisa, altrimenti resta cosa morta. E allora il saggio che e tra gli uomini, o che torna tra gli uomini, da, semplicemente, e prende, semplicemente, non per scelta, non per bisogno e nemmeno per mancanza, ma perche cosi e, non potrebbe non farlo, e un destino, una necessita, cosi come dall Uno plotiniano tutto procede e da cui tutto necessariamente deve procedere, cosi dalluomo saggio procede la saggezza e cosi dalluomo che ama se stesso procede lamore, non come bisogno ma come destino, non come mancanza ma come eccedenza, egoista e disinteressato come sanno amare perfettamente i bambini, che nellaltro, nella mamma, nel papa, nel gioco, amano loro stessi, amano lestensione di loro stessi che si identifica nella mamma, nel papa, nel giocattolo.
Se noi riuscissimo ancora a vedere laltro come eccedenza di noi stessi, se nel Tu ricominciassimo a scorgere l Io, riusciremmo anche ad amare senza lombra dellopportunismo che invece grava sul bisogno, senza la disperazione della mancanza.
Il nostro amore e estensione dellamore che nutriamo per noi stessi.
Amare come i bambini.
Sovrabbondanza e non Mancanza.
Lamore, come la saggezza, non e abbastanza povero per fare lelemosina.
Malice
Voi che ne pensate? (:
Inviato da: kaos666hoe
il 14/06/2008 alle 09:18
Inviato da: kaos666hoe
il 05/05/2008 alle 19:12
Inviato da: LosT.MiraGe
il 22/04/2008 alle 18:41
Inviato da: kaos666hoe
il 17/04/2008 alle 17:41
Inviato da: ChildOfMurder
il 15/04/2008 alle 18:53