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L’INNOCENTE

Post n°161 pubblicato il 23 Aprile 2006 da lucaalbanese

 

Mai come oggi mi sono sentito prigioniero in un paese libero e democratico. Si “democratico” di quella democrazia che si vende in televisione, nelle pubblicità dove ti lasciano scegliere se acquistare un detersivo che lava perfettamente i capi o uno che lascia aloni e macchie…

Torno ora da un aula di tribunale dove troneggia su noi, piccoli mortali, una scritta: “la legge è uguale per tutti” e da oggi mi sento ancora più piccolo perché ho scoperto che ci sono uomini al di sopra di tutto.

Uomini che possono decidere di cambiare il senso a quella frase. Almeno avessero il senno di mettere un punto di domanda in fondo. “la legge è uguale per tutti?”. Sicuramente lasciandoci un incognita saremmo più preparati a quello che potrebbe attenderci.

Esco da un aula dove si è consumato dopo due anni e tre mesi uno dei più crudeli e insensati linciaggi a cui il paese poteva assistere.

Un processo dove viene messo alla gogna un uomo innocente. Un innocente accusato dalla sua innocenza, dove i giudici hanno barcollato nel buio fornendosi poi di luce propria per uscire dal tunnel.

Da due anni assisto ad un festival di accuse assurde, prive di fondamento e addirittura prive di contenuto. Mi ritrovo spettatore involontario di un romanzo kafkiano e mi sento così impotente.

Quell’uomo è stato preso una mattina , ammanettato e portato via senza sapere il perché di quella “farsa”.

Il sole sta tramontando e io penso, ho un brivido, penso a quell’uomo innocente che sta guardando lo stesso sole cadere all’orizzonte, perché in carcere il sole non lo vedi tramontare o  adagiarsi, in carcere il sole lo vedi cadere.

Ho sulla scrivania diversi libri sparsi del mio perenne disordine. Senza spostarli riesco a leggere alcuni titoli, Il simposio di Platone, La metamorfosi e Il processo di Kafka, Molto rumore per nulla, di Shakespeare  e quest’ultimo mi fa sorridere. Chissà il Bardo che titolo avrebbe messo a questa commedia.

Ma il problema è che ognuno di noi, ogni giorno corre questo pericolo.

Se quest’uomo innocente un giorno potrà uscire da questo carcere dell’umiliazione, nessuno potrà mai restituirgli la vita perduta, la serenità di un tempo.

Sono indignato e sconfortato perché sappiamo tutti che questo non è un caso isolato. Sappiamo che il potere di certi uomini può precludere la nostra libertà fino a tal punto di annullarci definitivamente.

Il tempo si sta riannuvolando, forse stanotte pioverà. Chissà come si sente lo scrosciare dell’acqua  nell’abisso dell’impotenza.

Chissà se quell’uomo innocente potrà capire il senso della pioggia in questo mondo parallelo, in questo universo alla rovescia dove quest’acqua dovrebbe essere sole…

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LE SIRENE

 

Andavamo per sirene in riva al mare

quell’inverno mite

con la sua brezza che ci assaporava.

Le sirene forse erano nascoste

o forse non c’erano già più

mentre noi con insistenza le davamo la caccia.

Eravamo bambini

giocavamo e le sirene di nascosto sorridevano

andando a tempo con le onde.

Ora ansimiamo d’innanzi al mare

perché le sirene non ci sono più

al loro posto, relitti galleggianti

che come anni passano coccolati

alla deriva

nel mare dei ricordi

che non ha mai smesso di ritmare i nostri pensieri.

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