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« Messaggio #199SOLO FUOCHI »

NEREO

Post n°200 pubblicato il 04 Settembre 2006 da lucaalbanese

Nereo ha un problema, che a dirlo sembra una cazzata, una cosa passeggera o forse un banale scherzo. Nereo non ricorda più. Non fraintendetemi. Non ha perso la memoria, almeno non quella passata. Nereo non ricorda più il presente. Strano vero? Lui sa perfettamente come si chiama, dove vive, che lavoro fa. Semplicemente non si ricorda nulla di ciò che succede dal 9 aprile 2006, così ogni giorno per lui è il 9 aprile 2006. Il suo compleanno. Non chiedetevi cosa è successo di particolare quel giorno, nessuno potrebbe soddisfare la vostra curiosità, è successo è basta, un fenomeno rarissimo e tragico se ci pensate bene. La moglie lo ha lasciato, stanca di sentirlo ripetere le stesse cose, ma lui non se ne preoccupa, anzi non se ne ricorda, quel 9 aprile lei era andata a trovare sua madre e per lui la sua assenza era imputata a quello. Ogni giorno Nereo si alza dal letto, va in bagno si guarda allo specchio e si da il buon compleanno. Si fa una doccia veloce ed esce. I primi giorni lo aspettavano al lavoro, poi lo hanno licenziato, perché il 9 aprile aveva preso un giorno di permesso e non era più tornato. Lui tutti i giorni va al parco, ed è felice, perché si gode il giorno di permesso. Al parco da il grano ai piccioni. Tutte le persone che incontra gli tengono testa per qualche giorno, poi mollano la presa e fanno finta di non conoscerlo. Lui non se ne preoccupa, non se lo ricorda proprio. A mezzogiorno torna a casa per mangiare, si addormenta davanti al televisore poi alle 16 si sveglia e va al cinema. Dorme anche li. Al cinema non paga perché è il suo compleanno e alla cassa oramai lo conoscono, gli fa pena, è solo, dicono. Alle sette torna a casa, prepara la cena per lui e la moglie, poi si siede e aspetta. Fino alle 22.30 quando preoccupato telefona ai carabinieri, che puntualmente mandano una volante a casa sua. Loro lo rassicurano poi se ne vanno e lui piange. Prima no, i primi giorni sua moglie era a casa, e lui rimaneva stupito "non dovevi andare da tua madre?" e ogni giorno a spiegargli che era già andata giorni prima. Finché una mattina ci andò e ci rimase, esausta di un uomo che non conosceva più e che infondo non aveva mai amato. Ma la sera che si concludeva tra lacrime disperate passava il testimone a mattine allegre, mattine di compleanno. Tutto questo per 11 mesi. Il giorno che incontrò Silvia, pioveva. Lui stava tornando a casa e si soffermò ai margini del parco. Lei era seduta sulla panchina, sguardo smarrito, sotto l'acqua senza nessun riparo. Nereo si avvicinò incuriosito ma allo stesso tempo intenerito da quei luoghi capelli mori e da quegl'occhi così caldi da farti dimenticare la pioggia, lui si sedette li, vicino a lei, senza dire nulla. La riparò dalla pioggia con il suo ombrello, lei si volto lentamente e con il volto semi coperto dai capelli bagnati, le sorrise e rimasero li finché la pioggia, stanca, lasciò spazio ad un leggero venticello primaverile. Tornò a casa e quella notte non pianse. Stranamente l'indomani non si fece gli auguri, uscì di casa e corse al parco. La cercò con lo sguardo e lei era li sulla panchina. Si voltò. Le sorrise. Nereo tirò un grande sospiro e fece un cenno di saluto allegro. Era iniziato il suo 10 aprile

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LE SIRENE

 

Andavamo per sirene in riva al mare

quell’inverno mite

con la sua brezza che ci assaporava.

Le sirene forse erano nascoste

o forse non c’erano già più

mentre noi con insistenza le davamo la caccia.

Eravamo bambini

giocavamo e le sirene di nascosto sorridevano

andando a tempo con le onde.

Ora ansimiamo d’innanzi al mare

perché le sirene non ci sono più

al loro posto, relitti galleggianti

che come anni passano coccolati

alla deriva

nel mare dei ricordi

che non ha mai smesso di ritmare i nostri pensieri.

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