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Post N° 213

Post n°213 pubblicato il 07 Novembre 2006 da lucaalbanese

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Qualcuno vi spia...ve ne siete accorti? Governo? Voyeur? Chiesa? Alieni? Poco importa...non voltatevi, qualcuno è dietro di voi...vi spia

 
 
 

IL PARADOSSO

Post n°212 pubblicato il 06 Novembre 2006 da lucaalbanese

  1. In questo elenco ci sono due errori. immagine
  2. Roma è la capitale dell'Italia.
  3. Due per due è uguale a cinque.
  4. Il gatto è un mammifero.

Quali sono gli errori?

 
 
 

LA TRISTEZZA DELLO SCRITTORE

Post n°211 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da lucaalbanese
 

immagineL’uomo che scrive è colui che non vuole dimenticare…che tristezza, l’uomo che scrive. Vuol far rimanere parole. Le parole che una volta dette sono fuggite, le parole che non rimangono se non un fugace secondo, nei nostri pensieri.
Che triste essere scrittori, e non parlo di scrittori famosi, ma di tutti, di qualsiasi persona che sente il bisogno di farlo.
Scrivere è da bastardi, masochismo fatto inchiostro. Il lento capire che infondo siamo mortali, siamo un uscita per l’inferno… o il paradiso, che importa. Siamo destinati a scrivere per essere ricordati, che triste. Quello che facciamo lo facciamo per quando non ci saremo più. E questo è triste.
L’uomo che scrive è pericoloso a se stesso, perché è l’autolesionismo in carne ed ossa, Ma a chi le dico queste cose?
Io non ci credo…
Ma so già che una volta arrivato alla fine del Mondo vedrò un ombra, o una luce, che importa, e mi dirà:
- Scrittore?
- No assolutamente
- Ma se hai scritto per tutta la vita!!!
- Non era scrivere, quello.
- E come lo chiami allora?
- Perdere tempo…
- Ma sono state parole bellissime
- Ma non pensate, solo scritte
- Chi mai scrive ciò che non pensa?
- Colui che vuol essere, ma non è
- E pensavi di venir qui ed ingannarci a tutti?
- Come ogni scrittore mi sono illuso, ma anche voi siete illusione, non vi hanno forse inventato gli scrittori?
- Come osi?
- Non oso…so. E non crediate che la cosa mi faccia gioire, perché so che ora che aprirò gli occhi, tutto sarà buio
- E tu non aprirli
- No mi dispiace, li ho tenuti chiusi per troppo tempo, è arrivato il momento di prendere coraggio delle proprie azioni
- Ma ne sei certo?
- Come non mai…ed ora Apro

….

 
 
 

IL CANTAUTORE

Post n°210 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da lucaalbanese
 

immagineIl cantautore era seduto sul letto, lo sguardo assente, il ventre duro da conati di vomito. Aveva ancora la musica in testa, ma l'avrebbe voluta scacciare, dimenticarla per sempre, la stanza era buia, solo una piccola luce sopra al comodino. E la musica continuava. Il cantautore borbottava frasi incomprensibili. Nella sua assenza c'era un forte dolore, un milione di domande in una testa senza neppure una risposta. Il cantautore non era solo, ma lui non lo sapeva ancora. Stanza 219. La notte aveva deciso di entrare nella storia e quell'uomo solo, ma non troppo, aveva deciso di fargli da tramite. Fissò la walther ppk, la sua pistola, ma con aria amichevole, come se volesse offrirle da bere. Rialzò lo sguardo e si accorse di quell'ombra, un ombra che lo aveva seguito dalla hall alla sua camera. Ma rimase tutto sfuocato. L'odore di lei ancora lo affascinava, perché forse lei lo aveva stregato e lui ne sentiva tutto lo strazio dentro. In questi casi un uomo sa come comportarsi, ma lui era più di un uomo e aveva più possibilità. Una era di fronte a lui. La voce che proveniva da quell'ombra era cupa, lenta ma allo stesso tempo rassicurante. Forse non era quello il momento di decidere, era troppo fragile, però decise. Mentre l'ombra, pacata lo rassicurava, prese la pistola, un gesto fulmineo, senza pensiero. E si sparò. Ci fu però un istante, una frazione di secondo prima dello sparo in cui sentì l'ombra farsi carne afferrargli il braccio e spingere con lui il grilletto, dopo che lui però aveva levato il dito. Provare dolore era l'unica sua preoccupazione, ma ne aveva provato già tanto prima, quel dolore che ti logora da dentro, quel veleno che ti fa morir piano piano. Morì in silenzio. Poi lo showman dice "lo spettacolo deve continuare" tutti applaudono e un ombra in platea sorride compiaciuta.

 
 
 

QUALCUNO ERA COMUNISTA

Post n°209 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da lucaalbanese
 

di Gaber - Luporini


1991 © Edizioni Curci Srl - Milano

immagineUh? No, non è vero, io non ho niente da rimproverarmi. Voglio dire... non mi sembra di aver fatto delle cose gravi.
La mia vita? Una vita normale. Non ho mai rubato, neanche in casa da piccolo, non ho ammazzato nessuno, figuriamoci!... Qualche atto impuro ma è normale no?
Lavoro, ho una famiglia, pago le tasse. Non mi sembra di avere delle colpe... non vado neanche a caccia!
Uh? Ah, voi parlavate di prima! Ah... ma prima... ma prima mi sono comportato come tutti.
Come mi vestivo? Mi vestivo, mi vestivo come ora… beh non proprio come ora, un po’ più… sì, jeans, maglione, l’eskimo. Perché? Non va bene? Era comodo.
Cosa cantavo? Questa poi, volete sapere cosa cantavo. Ma sì certo, anche canzoni popolari, sì… “Ciao bella ciao”. Devo parlar più forte? Sì, “Ciao bella ciao” l’ho cantata, d’accordo, e anche l’“Internazionale”, però in coro eh!
Sì, quello sì, lo ammetto, sì, ci sono andato, sì, li ho visti anch’io gli Inti Illimani... però non ho pianto!
Come? Se in camera ho delle foto? Che discorsi, certo, le foto dei miei genitori, mia moglie, mia…
Manifesti? Non mi pare... Forse uno, piccolo proprio... Che Ghevara. Ma che cos’è, un processo questo qui?
No, no, no, io quello no, io il pugno non l’ho mai fatto, il pugno no, mai. Beh insomma, una volta ma… un pugnettino, rapido proprio…
Come? Se ero comunista? Eh. Mi piacciono le domande dirette! Volete sapere se ero comunista? No, no finalmente perché adesso non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte, ohhh!
Se ero comunista. Mah! In che senso? No, voglio dire…
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la borghesia il proletariato la lotta di classe. Facile no?
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente…
Qualcuno era comunista perché “Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-Tung”.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava sempre Rai Tre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo il peggiore Partito Socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi viscidi e ruffiani.
Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di se stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.

 
 
 

LA PORTA DELLA VITA

Post n°208 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da lucaalbanese
 

immagineAvete mai visto la porta del Mondo? Insomma la vita inizia, veniamo partoriti, il Mondo diventa un enorme stanza. La porta del mondo non è certo da dove noi usciamo fisicamente, sarebbe troppo semplice. La porta del Mondo si apre già da quando noi siamo un idea, una forte sensazione di dover essere.
La porta del Mondo si apre quando noi non decidiamo,  ma c'è chi decide per noi. Non abbiamo le capacità di aprire questa porta ma l'istante in cui essa si apre, quello che ancora non ci circonda cambia. E' inspiegabile, ma è così.
Forse nessuno se ne accorge, ma quell'istante in cui la porta si apre, il respiro dieventa suono, un alito di vento sul mare, ma nessuno se ne accorge.
E nella pace più assoluta inizia un nuovo viaggio

 
 
 

IL CANNETO AL VENTO

Post n°207 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da lucaalbanese

immagineMi dovete dire che succede...allora la legge dice che se fumo sono punibile penalmente, se però fuma chi la legge l'ha approvata dobbiamo far di tutto per cancellare le tracce. Ma il signor pinco pallino che sta in parlamento e (diciamocelo sinceramente) non si ammazza di lavoro percependo stipendi vergognosamente pomposi, bene, se lui si fa una canna può tranquillamente farla e nessuno può dire nulla altrimenti la privacy va a puttane.  Se io vengo pizzicato con qualche canna finisco sul giornale e magari mi ci mettono pure la foto.  Che differenza c'è tra Serena Grandi (ricordate cosa successe l'anno scorso) e questi poco di buono che pretendono di governarci????

A volte mi vergogno di essere italiano...
a volte mi vergogno di essere uomo
a volte mi vergogno di non riuscire a reagire
ma non mi sono mai vergognato delle mie idee
dall'altra parte Signori e Signore deputati dovreste farvi un esame di coscienza...se ancora ne avete una, ma sinceramente ho forti dubbi.

Fanculo

 
 
 

BILANCIA DEL SE O IL SUO ANAGRAMMA

Post n°206 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da lucaalbanese
 
Tag: poesie

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Sento odore di magra cultura

come il sangue aspro e grondante

aria a schizzo sporcata e pura

tra poche delizie ne trovo tante.

Qualcuno riesce a fuggire solo

correndo verso lidi più vitali

nessuno vuol lasciare il molo

corde e spilli in ellissi mentali.

Ti prendono le undici puttane

sono la dolce catena di carne

vaghi tra strade malate e sane

creando buone cose senza farne.

Poi bestemmi con follia di un orco

vedi il velo pulito e sporco.

Cerchi ora gli undici dispersi

con l’illusione di farli versi

 
 
 

Post N° 205

Post n°205 pubblicato il 27 Settembre 2006 da lucaalbanese
 

immagineBASTA!!!!
Accidenti a voi, quanta gente deve morire ancora? Non è una questione di italiani francesi o chiunque altro, ma quanta gente deve ancora lasciarci le penne per questo petrolio? Perchè sappiamo tutti che le presunte Missioni di Pace sono in realtà Missioni di Interessi. Come mai si parla solo di afghanistan e iraq, mentre di Burundi, Uganda o Congo non se ne parla quasi mai? Che esiste il Darfur lo sappiamo perchè  Bonolis e Povia hanno fatto fare Oh ai bambini, ma i milioni di bambini che ogni giorno non fanno solo Oh ma non hanno neppure le lacrime per piangere, a quei bambini cosa dobbiamo dirgli? Che non possiamo aiutarli eprchè tutte le nostre forze sono impegnate in guerre di denaro? A GRIDARE VERGOGNA DOVREMMO ESSERE IN TANTI, ma in fondo noi stiamo bene nella nostra civiltà, che a questo punto sembra una grossa parola per definire lo stato di degrado umanistico in cui ci siamo rifugiati.

 
 
 

FACCIA DI CULO

Post n°204 pubblicato il 25 Settembre 2006 da lucaalbanese

Forse non sappiamo ancora tutto
forse siamo stati raggirati
messi in mano a un farabutto
che in giro ci ha pigliati

Forse è un principe ricco e potente
forse è un semplice animo avido
non gli importa proprio niente
ma messo solo è piccolo e pavido

Agli arresti ora pare sazio
fino a che non paga dazio
ma che piaccia o non piaccia
pare un culo la sua faccia



ROMA - Viveva come un moderno faraone Sergio Billè, contornato da stucchi e quadri antichi, da busti in alabastro e specchiere del '700 . Nella sua magione romana in via dell'Ara Coeli, tra soffitti a cassettone e disimpegni affrescati, custodiva persino un «mobile del XVIII secolo dell'alto Veneto acquistato per 250 milioni di lire e sottoposto a tutela dal ministero dei Beni Culturali». Per soddisfare la sua passione per l'antiquariato non ha mai badato a spese, anche perché quelle spese erano a carico degli associati della Confcommercio.
Come del resto l'affitto della casa: 110.000 euro pagati ogni anno nonostante avesse a disposizione un altro appartamento in via dell'Anima, a due passi da piazza Navona. Il trucco era quasi banale, i magistrati lo spiegano nell'ordinanza notificata due giorni fa. «Billè — scrivono — faceva versare i contributi dovuti dalle aziende su un conto bancario a lui intestato nella sua qualità di presidente e gestito fuori dal bilancio ufficiale. Successivamente trasferiva alla Confederazione solo una quota minima dei contributi pari a 3 milioni di euro ogni anno a fronte di finanziamenti per oltre 17 milioni di euro». Il calcolo è presto fatto: ogni dodici mesi Billè incassava almeno 14 milioni di euro. Oltre due giorni sono serviti ai finanzieri del Nucleo Valutario per compilare l'inventario dei «beni e degli arredi» da mettere sotto sequestro. Un elenco che occupa tredici pagine di verbale, roba da far invidia a una casa d'aste. Come Christie's o Finarte, di cui Billè era un cliente abituale.

(da un articolo del Corriere di Fiorenza Sarzanini)

 
 
 

Post N° 203

Post n°203 pubblicato il 15 Settembre 2006 da lucaalbanese
 
Tag: poesie

immagineIl mio silenzio è un dolce suono
il mio silenzio è non abbandonarti
il mio silenzio è volerti accanto
il mio silenzio è dolci note
uomo senza barriere
uomo senza resistenze
solo una rete
il mio cuore sarà il mio coraggio
per il resto il mio silenzio combatterà con voi

l'opera nella foto è di Pietro D'Angelo. Titolo: "Fadiesis"


 
 
 

NON BISOGNA ESSERE COMPLOTTISTI PER CAPIRE QUESTO

Post n°202 pubblicato il 13 Settembre 2006 da lucaalbanese
 

immagineSono passati 5 anni, non sono pochi e non sono molti, abbiamo però avuto il tempo di pensare e molto probabilmente abbiamo avuto il tempo di confonderci le idee ancora di più.
Mi fa “sorridere” ancora quella gente che pensa sia successo tutto così, per la malvagia trama del popolo islamico, eppure c’è persone che ancora vedono il nemico con la carnagione olivastra. Forse non abbiamo ancora capito che le prime vittime dell’11 settembre sono state loro. Vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo senza quegli attentati? Pensate veramente che l’Islam si sarebbe messo contro l’occidente? Ma su siamo un po realisti, la storia ci insegna che ogni volta che l’Islam si è messo in guerra con l’Occidente è sempre stata causa nostra. Se ci pensate bene, il mondo arabo non aveva nessuna motivazione di venirci contro visto che noi siamo i suoi migliori clienti per quanto riguarda il petrolio.
Ora io non voglio passare per il solito “complottista” ma è evidente che ci siano delle incongruenze  in tutta questa storia, per ora voglio solo mostrarne una, abbastanza inquietante che forse dovrebbe farci pensare, infatti penso che queste foto possano mettervi più dubbi di quanto in realtà già ne avevate

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Questa foto satellitare vi fa notare l’edificio adiacente alle torri gemelle ancora in piedi nella parte alta della foto.

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Qua potete vedere le torri gemelle colpite ma non crollate, se spostate lo sguardo a sinistra noterete un fungo di fumo alquanto inspiegabile

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E qua potete vedere lo stesso edificio che fine ha fatto, se si guarda bene si può notare che ha tutta l’aria di un edificio esploso, il problema è che l’esplosione è avvenuta prima del crollo delle torri.

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Semplice fuga di gas?...che strana coincidenza, visto che i palazzi intorno non hanno subito lo stesso danno, forse bisognerebbe indagare cosa ci fosse in quell’edificio

 
 
 

SOLO FUOCHI

Post n°201 pubblicato il 05 Settembre 2006 da lucaalbanese

Semplici fuochi oltre il monte
sono le vostre anime
silenziose
anime importanti
che seguono una luce
oltre il monte
mentre altri fuochi minimi cercano conforto
volteggiando il buio
ancora distanti
ma certi di arrivare laggiù
dove quel fuoco che brucia è solo fuoco
solo fuochi

 
 
 

NEREO

Post n°200 pubblicato il 04 Settembre 2006 da lucaalbanese

Nereo ha un problema, che a dirlo sembra una cazzata, una cosa passeggera o forse un banale scherzo. Nereo non ricorda più. Non fraintendetemi. Non ha perso la memoria, almeno non quella passata. Nereo non ricorda più il presente. Strano vero? Lui sa perfettamente come si chiama, dove vive, che lavoro fa. Semplicemente non si ricorda nulla di ciò che succede dal 9 aprile 2006, così ogni giorno per lui è il 9 aprile 2006. Il suo compleanno. Non chiedetevi cosa è successo di particolare quel giorno, nessuno potrebbe soddisfare la vostra curiosità, è successo è basta, un fenomeno rarissimo e tragico se ci pensate bene. La moglie lo ha lasciato, stanca di sentirlo ripetere le stesse cose, ma lui non se ne preoccupa, anzi non se ne ricorda, quel 9 aprile lei era andata a trovare sua madre e per lui la sua assenza era imputata a quello. Ogni giorno Nereo si alza dal letto, va in bagno si guarda allo specchio e si da il buon compleanno. Si fa una doccia veloce ed esce. I primi giorni lo aspettavano al lavoro, poi lo hanno licenziato, perché il 9 aprile aveva preso un giorno di permesso e non era più tornato. Lui tutti i giorni va al parco, ed è felice, perché si gode il giorno di permesso. Al parco da il grano ai piccioni. Tutte le persone che incontra gli tengono testa per qualche giorno, poi mollano la presa e fanno finta di non conoscerlo. Lui non se ne preoccupa, non se lo ricorda proprio. A mezzogiorno torna a casa per mangiare, si addormenta davanti al televisore poi alle 16 si sveglia e va al cinema. Dorme anche li. Al cinema non paga perché è il suo compleanno e alla cassa oramai lo conoscono, gli fa pena, è solo, dicono. Alle sette torna a casa, prepara la cena per lui e la moglie, poi si siede e aspetta. Fino alle 22.30 quando preoccupato telefona ai carabinieri, che puntualmente mandano una volante a casa sua. Loro lo rassicurano poi se ne vanno e lui piange. Prima no, i primi giorni sua moglie era a casa, e lui rimaneva stupito "non dovevi andare da tua madre?" e ogni giorno a spiegargli che era già andata giorni prima. Finché una mattina ci andò e ci rimase, esausta di un uomo che non conosceva più e che infondo non aveva mai amato. Ma la sera che si concludeva tra lacrime disperate passava il testimone a mattine allegre, mattine di compleanno. Tutto questo per 11 mesi. Il giorno che incontrò Silvia, pioveva. Lui stava tornando a casa e si soffermò ai margini del parco. Lei era seduta sulla panchina, sguardo smarrito, sotto l'acqua senza nessun riparo. Nereo si avvicinò incuriosito ma allo stesso tempo intenerito da quei luoghi capelli mori e da quegl'occhi così caldi da farti dimenticare la pioggia, lui si sedette li, vicino a lei, senza dire nulla. La riparò dalla pioggia con il suo ombrello, lei si volto lentamente e con il volto semi coperto dai capelli bagnati, le sorrise e rimasero li finché la pioggia, stanca, lasciò spazio ad un leggero venticello primaverile. Tornò a casa e quella notte non pianse. Stranamente l'indomani non si fece gli auguri, uscì di casa e corse al parco. La cercò con lo sguardo e lei era li sulla panchina. Si voltò. Le sorrise. Nereo tirò un grande sospiro e fece un cenno di saluto allegro. Era iniziato il suo 10 aprile

 
 
 

Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 24 Agosto 2006 da lucaalbanese

La follia...
a volte sembra così facile
docile densa
ma resta follia,
...e io l'amo così

 
 
 

Post N° 198

Post n°198 pubblicato il 24 Agosto 2006 da lucaalbanese

Sono il silenzio di un periodo di lavoro intenso, perdonatemi, ma presto sarò dinuovo dei vostri

 
 
 

Post N° 197

Post n°197 pubblicato il 13 Agosto 2006 da lucaalbanese

Nessun uomo ha diritto d'uccidermi
nessuna comandante può solcare le mie rotte
questo è quel che la mia anima osserva
e vede lontano,
oltre il mio naso,
oltre il mio sguardo
chè possa essere un lungo e appassionante viaggio
che dalla mia bocca giunge sulle tue labbra

 
 
 

Post N° 196

Post n°196 pubblicato il 04 Agosto 2006 da lucaalbanese

Scusate l'assenza ma ho avuto problemi con il pc!! Maledette macchine!!! :)

Comunque ho risolto tutto (almeno spero) e presto mi ributto nella bolgia

 
 
 

Post N° 195

Post n°195 pubblicato il 26 Luglio 2006 da lucaalbanese

Donna, dolce pelle

carezze che per il loro soffice sfiorare paiono nuvole

mentre ti guardo, e succede spesso

l’anima ribolle

stringo le mani a pugno

per afferrare l’istante che ci unisce a ogni respiro

e capisco, lunghi silenzi e occhi ammiccanti,

che il mondo non potrebbe essere più lo stesso senza te al mio fianco.

Vivono miliardi di amori

si sfiorano miliardi di mano alla ricerca del fuoco

milioni i sospiri sul collo

ma un solo tuo sguardo, un movimento impercettibile delle tue labbra

e capisco che noi siamo il nettare di quello che in giro chiamano Amore

e anche se la vita ci porta alla quotidianità

so che ogni volta che incontrerò il tuo sguardo

anche per una frazione di secondo

sarò eterno

e di questa eternità tu sei il mio involucro.

 

 

 
 
 

Post N° 194

Post n°194 pubblicato il 23 Luglio 2006 da lucaalbanese

E' il mare
forse la solitudine
ma il solo vento che mi muove
mi rende ramoscello.

E' una danza la nostra,
la danza dei minuti immortalati
mentre a guardarti tremo
e credendolo vento, barcollo
ma è solo l'amore che trovo
però nessuno potrà testimoniarlo
                                 in questo solo strato di mondo
                                                                         dove nessuno vede
                                                                      perchè nessuno c'è

 
 
 
 

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LE SIRENE

 

Andavamo per sirene in riva al mare

quell’inverno mite

con la sua brezza che ci assaporava.

Le sirene forse erano nascoste

o forse non c’erano già più

mentre noi con insistenza le davamo la caccia.

Eravamo bambini

giocavamo e le sirene di nascosto sorridevano

andando a tempo con le onde.

Ora ansimiamo d’innanzi al mare

perché le sirene non ci sono più

al loro posto, relitti galleggianti

che come anni passano coccolati

alla deriva

nel mare dei ricordi

che non ha mai smesso di ritmare i nostri pensieri.

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L' ETERNA SALITA

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