Creato da: luz.azul il 02/12/2004

Déjà vu
   
rapiti per un istante

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   Messaggio N° 12 11-12-2004 
 

Post N° 12

Alcune frasi dette, spesso distrattamente, da chi fa o ha fatto parte della mia vita sono ancora per me una carezza gentile. Un profumo buono.
Altre un’àncora, oppure un tetto.
Altre ancora un faro.

Ho imparato presto a non sottovalutare quanto ad una parola si possa esser grati. Quanti fuochi possa accendervi chi la riceve, quando chi la dice nemmeno sapeva fosse fatta di legno.

Che non esistono parole di vento.

E` bello quando i rifugi di dentro son di mattoni venuti da fuori.


 
Inviato da luz.azul @ 15:56
COMMENTI: 27
 
   Messaggio N° 11 09-12-2004 
 

Post N° 11

Ci sono archivi, nel mio cervello, sui cui file non ho la libertá di intervenire. Non li posso né cancellare né, tantomeno, aprire e chiudere a piacimento.
Ma la cosa in assoluto piú strana è che, nella maggior parte dei casi, non riesca nemmeno a comprendere quale sia la ragione per cui si siano creati.
Alcune inezie, marchiato a fuoco il mio immaginario in un’occasione, sbucano fuori, poi, ogni qualvolta io compia una determinata azione. Involontari flash della durata di un secondo.

Non posso sentire la parola bastardo senza ritrovarmi in mente le parole “che colpa ne ho, se bastardo io son?”, sentite chissá quando e chissá da chi.

Tenere per mano qualcuno senza pensare a “Il giovane Holden”.

Prendere in mano un manga senza figurarmi un amico (…un po’ fissato, per la veritá ;o) ) che li legge tenendoli praticamente semichiusi, tanta è la sua paura di rovinarne il dorso.

Scrivere “un altro” oppure “un amico” senza ricordare quante pagine la mia maestra mi strappasse, per averci trovato scritto “un’altro” o “un’amico”.

Andare a capo con la “s” senza sentire in testa la frase “la esse vuole sempre il vestitino nuovo”.

Tritare una cipolla (ed io cucino spessissimo) senza pensare ad un amico (ZAC! Maestra…) che lo fa indossando gli occhialini da nuoto.

Aggiungere latte al caffè senza pensare…beh, indovinate a chi…

 
Inviato da luz.azul @ 14:33
COMMENTI: 38
 
   Messaggio N° 10 08-12-2004 
 

Post N° 10

Credevo che covando un uovo preso dal frigo, alla fine, avrei avuto un pulcino.

Credevo che le lucette degli aerei fossero frecce di direzione.

Credevo che il mio pesce rosso, finito per sbaglio nello scarico del lavandino, attraverso le tubature avesse davvero raggiunto il mare.

Credevo che le stagioni fossero contemporanee su tutta la terra.

Credevo che i palloncini sfuggiti di mano volassero per sempre nello spazio.

Credevo che fosse la polverina sulle loro ali a permettere alle farfalle di volare.

 

 Sapere come vanno davvero le cose non è poi, però, questo gran che.

 
Inviato da luz.azul @ 12:53
COMMENTI: 31
 
   Messaggio N° 9 07-12-2004 
 

Post N° 9

Dieci anni fa ho visto per la prima volta mio padre.
La stanza era piena di luce, le finestre insolitamente aperte. Nel letto accanto al mio una ragazza sui vent’anni, ricoverata quella mattina, taciturna.
Suo padre è entrato poco dopo, nel viso voleva esserci un sorriso, si è avvicinato al mio letto e ha detto: "Ciao, sono papà".

Acqua, farina, lievito e un po’ di latte, ma poco, se no poi son dure, e le mie domande ho imparato a impastarle con le tigelle. E a bermi le risposte col vino, alla salute. E a dirla adesso, amnesia selettiva sembra una cosa grossa.
E invece è soltanto vedere tuo padre per la prima volta, dopo averci vissuto insieme una vita.

 
Inviato da luz.azul @ 03:13
COMMENTI: 20
 
   Messaggio N° 8 06-12-2004 
 

Post N° 8

La terra rallenta, la luna si allontana, ma ci sono convinzioni di mia nonna su cui lo scorrere del tempo non ha effetto.
La più radicata fra queste è, senza dubbio, quella che l’aggiunta di un po’ di latte al caffè abbia il potere di neutralizzarne la caffeina.

Mia mamma che ripete che no, ai bambini il caffè non si da. E mi toglie di mano la tazza.
Mia nonna che sorride ma rimane zitta, con quell’aria di sufficienza delle nonne, che non ha nulla della presunzione ma dice solo "Tu, prima vivi, poi ne riparliamo".

Quell’ansia nel vivere che mi strozza lo stomaco.
Poi penso che, in fondo, basta un goccio di latte e persino il caffè non agita più.

 
Inviato da luz.azul @ 14:03
COMMENTI: 18
 
   Messaggio N° 7 05-12-2004 
 

Post N° 7

Domenica! Profumo caldo di arrosto già sulla porta, col cappotto ancora addosso, quando rientrare non è rientrare ma rincasare. Vapore in cucina, vetri appannati, tavola da finire di apparecchiare. "Cosa c’è di buono?" finché già si sta alzando qualche coperchio. Alla fine il vassoietto di paste, con tutti che vorrebbero il bignè ma solo qualche fortunato che riesce ad ottenerlo, gli altri a ripiegare su cannoncini o greche. Alla fine "Fallo tu il caffè, che sei l’unica che lo fa buono…" "Eh…bravi…solo una scusa per non farlo!", sorrisi soddisfatti, rassicuranti rituali, chi comincia ad alzarsi da tavola che c’è il Gran Premio.

Adesso che la domenica è molto meno domenica, che da messa non rientro più, sento che la consapevolezza che la vita sia fatta di fasi è forse la più amara tra quelle con cui ogni giorno devo reimparare a convivere.

Adesso che posso comprarlo io un vassoio di soli bignè, avrei voglia di dovermi ancora accontentare di una greca.

 
Inviato da luz.azul @ 11:38
COMMENTI: 18
 
   Messaggio N° 6 04-12-2004 
 

Post N° 6

Sará anche un cipresso di Natale, ma una certa atmosfera la crea comunque…mi sento tutta un po’ gíngol béll…vorrei affacciarmi alla finestra e vedere tetti bianchi e camini fumanti…

Quando l’inverno mi sembrava molto piú inverno, e le giornate erano piú di ventiquattr’ore, quella della Befana era senza dubbio una delle figure meno rassicuranti che sapevo introdursi in casa mia. Ne ero terrorizzata. Tanta era la paura di imbattermici, che la notte in cui sapevo sarebbe passata non osavo mettere piede fuori dal letto. Di andare in bagno non se ne parlava.
Mia nonna preparava sul tavolo della cucina un bicchiere di vino e un piatto di panbiscotto e salame, che la mattina dopo ritrovavo pieni soltanto delle briciole piú cariche di significato che io ricordi. La calza, di solito la gamba di un vecchio collant con dentro mandarini, noci, qualche cioccolatino e caramelle, era sempre in un posto diverso. La cercavo con un misto di eccitazione e paura e, quando appariva, allo stomaco mancava il fiato per un attimo.
Ma la prova indiscutibile dell’esistenza della Befana era la scomparsa del mucchietto di fieno preparato in giardino: lo spuntino avrebbe anche potuto mangiarlo mia nonna, ma a far sparire il fieno non poteva essere che el musséto (l’asinello) della Befana.

 
Inviato da luz.azul @ 14:20
COMMENTI: 8
 
   Messaggio N° 5 03-12-2004 
 

Post N° 5

Non sono mai riuscita a capire se mi piaccia di piú pensare alla totale casualitá degli incontri o all’esistenza di una specie di Destino, o quel che é…

Certo, poi sta a noi decidere se salirci o meno, ma cos’è che ha portato quel treno proprio alla nostra stazione? Pensare a quanti altri binari poteva percorrere, a quanto un solo scambio (magari anche azionato da me) poteva deviarlo lontano mi fa girare la testa. Immaginare altri treni che sarebbero perfetti per me, ma che magari stanno sfrecciando chissá dove mi toglie il fiato…mi prende come una specie di ansia di andare, vedere, conoscere. Di salire su quanti piú treni possibile. La paura di star sprecando l’attimo.

E allo stesso tempo è come se avessi dentro di me la certezza che sul treno giusto, in un modo o nell’altro, si sale sempre.

 
Inviato da luz.azul @ 22:30
COMMENTI: 19
 
   Messaggio N° 4 03-12-2004 
 

Post N° 4

Mia nonna è senza dubbio uno dei personaggi piú strani che io conosca…ha un universo tutto suo in cui le leggi fisiche sono diverse, i nessi causa effetto non hanno nulla a che fare con quelli a cui siamo abituati, e i percorsi logici seguono strade cosí particolari che seguirli a volte è davvero un’impresa.

Ma voglio presentarvela e dividerla un po’ con voi, perché ha un modo tutto suo di saper regalare una risata, coi sui comportamenti strambi e le sue assurde manie… Gli scoppi gustosi, con le lacrime agli occhi e il fiato che manca, sono purtoppo riservati solo a me che vivo con lei e conosco a fondo il personaggio e i precedenti, ma spero comunque di potervi ogni tanto regalare un sorriso…anche solo un piccolo sollevamento degli angoli della bocca…sí…ecco…esatto, cosí!…sarebbe un regalo per me ancora piú che per voi.(…sembro Pollianna con ‘ste frasi…peró lo penso davvero!)

Rientro verso sera e noto subito qualcosa di diverso nel marasma perenne di oggetti di qualsiasi tipo che sparge ovunque…ma certo! L’albero di natale! Solo che qualcosa di diverso lo noto subito anche nell’albero, pur senza capire all’istante di cosa si tratti. E` uno di quegli alberi finti, coi rami simil veri che poi si ripiegano verso l’alto prima di riporre tutto in garage, a feste finite. (un po’ tristi, è vero, senza quel buon odore di resina e legno…manca quel che di magico che ha l’abete vivo…ma se conosceste giá mia nonna sapreste che con lei di piante vive non se ne parla neanche)
Poi mi accorgo: ha addobbato l’albero senza tirar giú i rami, attaccando le palline all’esterno e avvolgendo tipo salamella le fronde, ancora chiuse. Insomma, un cipresso di Natale.
Ripreso fiato dalle risa, le ho fatto notare la cosa e il suo placido commento è stato: “Ecco perché quest’anno mi sembrava di avere piú palline del solito!”

 
Inviato da luz.azul @ 21:16
COMMENTI: 7
 
   Messaggio N° 3 03-12-2004 
 

Post N° 3

A volte penso di essere nata con le antenne, centinaia, migliaia di invisibili antennine sensibilissime, che inviano instancabilmente messaggi con precedenza assoluta.

Non importa quanto importante sia quello in cui sto impegnando la parte cosciente di me, un loro segnale scollega qualsiasi altro spinotto e mi ritrovo rapita da un colore, immersa in un profumo, persa in un ricordo, stupita da uno scorcio, lieta di uno sguardo, innamorata di una forma, cullata da un suono...

 
Inviato da luz.azul @ 14:27
COMMENTI: 2
 
 
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