Creato da angiolhgt il 01/09/2011

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librerie morenti

Post n°120 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da angiolhgt

Le librerie stanno sparendo, al loro posto magazzini di libri scaffalati e assortiti come scatolame nei supermercati.

A torino stanno chiudendo una ad una quelle vecchie, storiche dove trovavo il libraio: era l'anima della libreria, ne condensava  il carattere, chiedevo e mi indirizzava schiudendomi orizzonti sconosciuti oppure, molto spesso, senza cercare aiuto  sfogliavo in piedi a volte per troppo tempo  leggiucchiando... passim ..poi, spesso per l'eterogenesi dei fini, uscivo con un libro che non c'entrava nulla con quello che avrei voluto acquistare entrando.

Le librerie erano avventuroso territorio  di caccia: libri incontrati per caso o consigliati da amici ma più spesso libri citati in altri libri. I migliori promoters di libri sono i libri stessi:  un po' come adesso navigare in internet.

La lettura per me è stata una missione impossibile,  da sempre ignorante e per fortuna o cocciutaggine non ancora rassegnato ad arrendermi, continuo ad insistere nel tentativo di imparare qualcosa, ma vedo che solo pochi libri  mi hanno nutrito seppure solo un po, il resto solo gomma da masticare: puro esercizio mandibolare - (sull'esperienza e l'osservazione come fonti importanti di conoscenza mi trovo abbastanza in sintonia con Cartesio - nomen omen!)

Lo  scorso anno ho passato un lungo periodo a genova dove, tra i vicoli ,resistono ancora piccole librerie caostematiche con tanto di libraio con mezzemaniche nere; trovi libri introvabili altrove, edizioni defunte di remainders che odorano di umido liofilizzato.

Mi è capitato di diventare assiduo di  un libraio che sembrava averli letti tutti e dopo infinite chiacchiere me ne uscivo dall'antro semi ipogeo  con la preda golosa custodita in un sacchetto riciclato  per sedermi da Klainguti, nel bar di Verdi e Mazzini ,  oppure in quello degli specchi dove Dino Campana scriveva i suoi Canti: tè e biscotti del Lagaccio o della casa.

Genova muore più lentamente di Torino, pare mummificarsi lentamente nei suoi caruggi , nei vicoli bui ciondolano ancora "le graziose", tante come un tempo e affacciate o sedute sulla soglia,  solo la  nazionalità è diversa, e poi incontri piccole botteghe incorniciate da magnifici marmi scolpiti: tripperie ,  friggitorie , focaccerie..e finalmete una  vecchia libreria che sa di stantìo e che ti attende per la  scoperta di un mondo nuovo da sfogliare....Colombo vive ancora tra quei libri, l'ho visto, solca quei mari cartacei per buscar el levante por el poniente, anche lui cercava un libro e ne ha trovato un altro.

 

 

 

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Commenti al Post:
gratiasalavida
gratiasalavida il 22/02/15 alle 18:17 via WEB
Se i libri che vanno per la maggiore sono gli istant book, le cinquanta sfumature di grigiume e le amenità più o meno agonizzanti dei protagonisti dei salotti televisivi più apprezzati dal pubblico del piccolo schermo, allora l'acquisto dei libri in un grande magazzino ha un senso che va rinvenuto nella transitorietà del valore (solo commerciale?) del prodotto offerto. Nei supermercati si vende e si offre la merce che deve essere consumata giornalmente o nell'arco di poche settimane. Il senso c'è. Il libro? Meno. Ma che importa? A chi importa?
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 24/02/15 alle 00:57 via WEB
letteratura di consumo , dai feulletons, romanzi di appendice dei primi 800 a puntate per vendere più quotidiani con autori talvolta eccellenti..e poi a calare sempre più in discesa verso il sentimentalismo semianalfabeta del fotoromanzo. Due libri chiave ci difendono dal pericolo di una certa letteratura perniciosa: Don chisciotte che divenne pazzo infatuato dalle storie di amadigi di gaula e m.me bovary ingannata da romanzetti rosa con romantiche e svenevoli storie d'amore di cui si era nutrita in collegio....in certi casi gomma da masticare tossica che danneggia la mente ma non demonizzo certa letteratura scadente , può essere un mezzo per coltivare la lettura che di per sè è un gesto che induce alla riflessione...l'importante è che si legga... almeno per rilassare lo spirito se non per nutrirlo. Il problema è che l'offerta di una scadente letteratura di evasione copre un consumo sempre maggiore di lettori ...scadenti.
 
ossimora
ossimora il 22/02/15 alle 18:54 via WEB
Come per ogni forma di attività artigianale ( ed una libreria di nicchia lo è ) ormai gli spazi sono risicatissimi . Ha perfettamente ragione Gratiasalavida , a pochi cale...ed il libro fra EB ed Istant Book ( che definire libri veri e propri e' eccessivo ) sta ( per quanto non e' proprio detto , le ultime segnalazioni mediche sulla poca " sanezza" della lettura elettronica credo che avranno il loro peso) diventando aristocratico. Sono convinta comunque che il libro avrà sempre forza e rinnovato spazio; sono ottimista . Le tue parole su Genova mi hanno fatto venire in mente De Andre' , Paolo Conte ed il Guccini di piazza Alimonda .
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 24/02/15 alle 01:03 via WEB
il mercatismo porta ad omologare i media: televisione come libri, libri come televisione....giornali che scrivono per essere televisivi con i loro giornalisti star...la tivuzzazione della cultura di massa allaga anche gli outet dei libri..non ci sono più librerie..
 
Luxxil
Luxxil il 23/02/15 alle 13:39 via WEB
mi hai fatto venire voglia di tornare a Genova, descritto benissimo. Le librerie hanno vita grama, probabilmente diventeranno in futuro (lontano) come gioiellerie, dove va solo chi se lo puo permettere, perchè il cartaceo è unico come il miglior diamante. ciao ;) :)
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 24/02/15 alle 01:10 via WEB
genova è la città che sento più vicina al mio temperamento, la amo da quando la vidi la prima volta a 6 anni di età ...fu per un pellegrinaggio al Padre Santo..un cappuccino che non ha avuto successo come l'altro....mi trasferirò a Genova... a pösâ e osse ......
 
gaza64
gaza64 il 23/02/15 alle 19:18 via WEB
Che bello il tuo racconto, nonostante la malinconica sensazione che qualcosa, di quel mondo anche da me molto amato, si stìa inesorabilmente perdendo...
Perciò leggo e rileggo i miei libri impolverati riscoprendoli ogni volta "nuovi", o vado per mercatini a ricercare, tra le bancarelle, qualche antica edizione rilegata in pelle rossa o verde.
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 24/02/15 alle 01:14 via WEB
un mondo che muore e mi stringe il cuore vederlo appassire nelle bancarelle del bric a brac, penso alle cose che amo che finiranno per terra o su un banchetto per qualcuno che vuol ancora salvare per qualche euro il profumo del passato
 
ziryabb
ziryabb il 23/02/15 alle 22:41 via WEB
Genova per noi.
Per fortuna ci sono ancora le biblioteche pubbliche. Per quanto tempo?
Il libraio è pericoloso. È una minaccia. Lo sapeva già Napoleone Bonaparte quando condannò a morte il libraio tedesco Johann Philip Palm per avere stampato un pamphlet anonimo in 10 esemplari che incitava il popolo prussiano alla ribellione. Lo ricorda E.Luttwak in un articolo sul la London review of books.

In città una nota libreria espone in vetrina un cartello fisso "Si cerca personale. Lascia il tuo C.V
"Qui? Davanti a tutti? Ci sono le signore!" direbbe Totò. Identico cartello esposto dal Mc Donald. Si assumono giovani precari a rotazione ora di qua ora di là. La libreria e il McDo sono sempre affollati. Leggo un panino e mangio un libro ergo consumo.
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 24/02/15 alle 01:25 via WEB
E venne il giorno che fu deciso a Torino che potevi girare e sfogliare i libri tra gli scaffali, come a casa tua . Prima potevi richiederli col codice dello schedario ma i libri erano nascosti nel ventre della biblioteca. Che meraviglia! Che scoperte! Ho acquistato più di un libro preso in biblioteca: ne leggevo qualche capitolo poi andavo a comprarlo ...non avrei mai potuto restituirlo! Nelle librerie Mcdonald i ragazzi in divisa appollaiati davanti un monitor volenterosi e disarmanti ti sanno dire ciò che sanno leggere...sul monitor.
 
woodenship
woodenship il 24/02/15 alle 22:46 via WEB
Un tocco di poesia che riempie di mestizia,oltre che portarmi ancora una volta nel cuore di Genova,tra quelle stradine così cariche di storia da sprofondarci come tra le pagine di un libro...Sì,speriamo che resistano e sopravvivano le librerie.......Un saluto e grazie per il post.........W....
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 25/02/15 alle 02:51 via WEB
un mondo che sparisce.
 
lorifu
lorifu il 25/02/15 alle 00:11 via WEB
A Udine ha chiuso la libreria storica della città ed è stata una frustata per tutti coloro che si erano nutriti tra gli scaffali e i banchi di quell’antico negozio sotto i portici che ci vedeva radunati ad ogni vero evento letterario. Ci si sente un po’ perduti ora ad annaspare tra i vari centri Feltrinelli, Mondadori, Ubik dove vige la legge del mercato e manca la guida, il libraio che ricordo sapeva orientarti, suggerirti sulla base di una robusta conoscenza e preparazione culturale. Con lui potevi conversare e alla fine ritrovarti con un libro del tutto diverso da quello che pensavi ma con la sensazione di essere stata ben consigliata. Ora, l’eccessiva offerta, non sempre di qualità, e non solo riferita ad autori sconosciuti o emergenti, ci ha disorientati e per quanto mi riguarda preferisco rileggermi un classico da poter gustare con uno spirito diverso che rischiare di leggere un indigeribile best seller fatto passare per caso letterario. Quanto a Genova mi fa pensare alla saudade che si respira a Lisbona: da provare.
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 25/02/15 alle 02:54 via WEB
oltre all'offerta e alla qualità editoriale talvolta discutibile è un fatto estetico come se al posto di una vecchia stube arrivasse mcdonald.
 
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