Creato da angiolhgt il 01/09/2011

Deliri di notte

vaneggiamenti inutili

Ultimi Commenti

gaza64
gaza64 il 06/03/15 alle 18:24 via WEB
Fosse per me tornerei all'era dei cacciatori-raccoglitori azzerando il tempo trascorso e che ha portato, con l'eccesso di produzione dei successivi agricoltori, all'introduzione della proprietà privata di cui, ancora oggi, così pesantemente risentiamo in termini morali legati all'ingiustizia sociale.
Ti consiglio "Anatomia della distruttività umana", di Erich Fromm, se non l'hai già letto...
 
angiolhgt
angiolhgt il 06/03/15 alle 12:27 via WEB
non troppi..fai una selezione crestomazica grazie
 
ossimora
ossimora il 06/03/15 alle 11:16 via WEB
Se vuoi ti mando una lista di libri che ti fanno...volare
 
ossimora
ossimora il 06/03/15 alle 11:13 via WEB
il Museo di Mosul è stato costruito da musulmani, e da musulmani è sempre stato gestito, il che naturalmente ci dice poco o nulla sulla correttezza della lettura che essi hanno fatto del Corano relativamente al punto che vieterebbe la rappresentazione di persone e animali («O voi che credete, in verità, il vino, il gioco d’azzardo, gli idoli, le frecce divinatorie, sono immonde opere di Satana» - Corano 5, 90), anche se un’idea possiamo farcela sapendo che «idoli» è espresso dal termine «ansab», che letteralmente è «pietra eretta» (statua, stele, obelisco), e che nel Libro questa relativa agli «idoli» non trova la solita ripetizione che è tipica di tutte le più importanti prescrizioni. La faccenda è ancora più ambigua alla lettura degli hadith, che, com’è noto, sono le sentenze che cercano di far chiarezza sui versetti del Corano che si prestano ad interpretazioni controverse: secondo epoca e luogo, «ansab» conserva il significato restrittivo del termine o accoglie estensivamente tutto ciò che è «immagine», con un ventaglio normativo relativamente ampio, dalla tolleranza dell’«ansab», ma col divieto di produrlo, alla sua condanna, fino all’ordine di distruggerlo (e in quest’ultimo caso siamo nella piena tradizione degli hadith di scuola salafita). Ciò detto, occorre chiederci donde possa trarre giustificazione esegetica la distruzione delle immagini di persone e animali. Qui, senza entrare troppo nello specifico, possiamo limitarci a dire ciò che vale in innumerevoli altre occasioni: il Dio del musulmano è lo stesso Dio dell’ebreo e del cristiano, come d’altra parte ebrei e cristiani non fanno fatica a riconoscere, anche se le differenze – e significative – sorgono quando si tratta di dargli i connotati del legislatore. L’islam, poi, si sente momento compiuto della vera fede che nell’ebraismo e nel cristianesimo vede stadi anteriori e ancora imperfetti. Bene, nel caso del divieto di produrre «immagini», la primigenia fonte islamica è il Vecchio Testamento («Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra» - Es 20, 4). Si tratta del passaggio della consegna delle Tavole della Legge a Mosè, ed è stranoto che, mentre la tradizione che da Filone Alessandrino e Giuseppe Flavio è passata alla Chiesa antica, e dunque a quella greca-ortodossa e a quella riformata, fa del versetto un comandamento a sé stante, quella che la tradizione cattolica romana prende dalla lettura biblica di Agostino d’Ippona lo incorpora nel primo comandamento («Non avrai altri dei di fronte a me» - Es 20, 3), sicché «idolo» e «immagine» diventano «riproduzione di altra divinità che non sia io», e questo pone qualche problema con «quanto è quaggiù sulla terra» e «ciò che è nelle acque sotto la terra», laddove non si tratti di entità divinizzate. D’altronde è questa problematicità a prestarsi come argomento alla furia degli iconoclasti cristiani del VII e dell’VIII secolo. C’è da pensare che distruggessero opere d’arte antiche come abbiamo visto gli uomini dell’Isis distruggere quelle custodite nel Museo di Mosul. In entrambi i casi, anche se per vie diverse, l’ordine veniva dal Monte Sinai.
 
ossimora
ossimora il 06/03/15 alle 00:59 via WEB
Coincidenza ! Stasera mi hanno regalato un bel cestino di uova freschissime , appena raccolte , non le vedevo da tanto così piccole e bianche ! Buone. Il dubbio è testè vanificato dal non porselo . Buonanotte . (ancora sibili il vento che ha stroncato centinaia di alberi nella valle
 
lorifu
lorifu il 05/03/15 alle 23:46 via WEB
La vita é sempre una questione di scelte. Dipende, dalla pazienza, l'obiettivo, la propria visione della vita, il tempo. L'importante è, una volta scelto, non avere ripensamenti o rimpianti.
 
angiolhgt
angiolhgt il 05/03/15 alle 21:10 via WEB
condivido l'approccio che non si debbano interpretare i fatti della storia del presente in modo rigidamente sincronico : dobbiamo percepire la sincronicità come diacronicità quando la temperie culturale di una cultura e una condizione sociale tanto diversa dalla nostra disti dal tempo che noi percepiamo come presente e contemporaneo. Per spiegare meglio il paradosso : nello stesso tempo ci sono più "tempi" ovvero quelli delle diverse condizioni socioculturali. Drammatiche antitesi hanno poi generato sintesi positive come nel caso delle invasioni barbariche...capitalismo e comunismo sfociato nel keynesismo ovvero il capitalismo assistenziale dei democratici americani dopo il guasti della grande depressione anche se poi con reagan è prevalsa la deregulation... Chi ha una visione realizzata nel presente di un tempo futuro o passato vive fuori dal punto del presente convenzionale..il sol dell'avvenire del sogno socialista è stato tradotto in un presente fallimentare ma non si può nemmeno dire che sia completamente abortito. I nostri giudizi hanno per musura il nostro orizzonte limitato e contingente.
 
gaza64
gaza64 il 05/03/15 alle 18:58 via WEB
Di fondo sono convinta che non tutti i contemporanei vivano nello stesso Tempo, e che questa condizione generi, come conseguenza delle enormi difficoltà a sostenerlo, ciò a cui abbiamo assistito così come ciò a cui non ci è stato dato modo di assistere.
Fa parte della nostra "cultura", purtroppo, ascoltare e diffondere solo ciò che soddisfa il nostro necrofilo (contro)senso: ciò che queste persone "comunicano", è solo ciò che noi siamo in grado di recepire: di fatto censurando le voci ed i gesti dei tanti, ne sono convinta, che anche in quelle condizioni disumane qualcosa di grande, ma in silenzio, hanno detto e dicono.
Adeguarsi al Tempo di un altro è inumano quasi quanto averlo determinato.
Un caro saluto, Gabriella.
 
ossimora
ossimora il 04/03/15 alle 17:23 via WEB
rido...Ho fatto un ballo sfrenato con Rosario Crocetta , vestito di veli ,in tempi ormai remoti alla festa gay di Crotone durante il gay camp di Capo Rizzuto , mi piace ricordarlo divertente e pieno di energia , già adesso quando lo vedo incravattato mi prende male , tu me lo davi anche colluso con i ricattatori!!!
 
angiolhgt
angiolhgt il 04/03/15 alle 12:15 via WEB
hai ragione è presidente di un ente gestore dell'aeroporto...nella foga politoclasta meno botte da orbi!!!!!
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ossimoraangiolhgtziryabbgaza64gratiasalavidaamici.futuroierila.cameriera.seccaravagesdaunfioreacquasalata111lorifuLuxxilletteraaluciliomariomancino.m
 

ULTIMI COMMENTI

AREA PERSONALE

 

CITAZIONI DEL GIORNO

Non men che saver, dubbiar m'aggrata.(Dante, Inferno XI)

La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile.(Aristotele)

Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.(Aristotele)

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963