Creato da luisapiccarreta il 24/04/2010

luisa piccarreta

la divina volontà e luisa piccarreta

 

 

L'acqua miracolosa della Madonna del Divino volere di porto Empedocle

Post n°10 pubblicato il 04 Maggio 2012 da luisapiccarreta

Apparizione della Madonna a Porto Empedocle (AG) nel maggio 2000 nella villa IMMACOLATA del DIVINO VOLERE  a Porto Empedocle(AG) nel 2000 forse nel mese di Maggio la Madonna mi aiuto, liberandomi da un falso profeta nella villa che io chiamo :Immacolata ,luna crescente del divin Voler . Quest’uomo mi disse che gesù parlava nella sua bocca e che se io gli p domandavo qualcosa lui mi avrebbe risposto per bocca di quest’uomo. io gli dissi che prima di rispondere ad ogni mia domanda doveva dirmi :Gesù , Maria vi amo .Lui lo diceva fino a sette mie domande circa mi rispose cosi’ come io gli chiesi e poi rispondeva alla domanda che gli avevo posto ;allora io mi sentivo l’anima turbata da queste risposte e dissi alla Madonna nel mio pensiero :O donna che sciaccia la testa al serpente ,schiaccia la testa al serpente, subito quest’uomo disse :che mi importa di dire Gesù , Maria vi amo ,mostrandosi per quello che era realmente cioè il demonio ,la Madonna era scesa ad aiutarmi da satana e da quest’uomo obligando satana a dire la verità che Lui non gli interessava di dire Gesù ,Maria vi amo perchè lo diceva senza amore ed interesse vero. adesso dopo 10 anni ho messo una statua della madonna di circa 80 cm e abbiamo fatto un bel giardino alla novella Eva:Maria, come lo meritava .qui io credo che la Madonna vorrà un giorno trasformarlo in un nuovo e più glorioso eden dove non vi sarà la sconfitta dell’uomo ma la sua vittoria infatti nello stesso anno maria mi fece conoscere gli scritti di Luisa Piccarreta che Gesù dice, sono l’antidoto al veleno del serpente e faranno ritornare l’uomo allo stato d’origine prima del peccato originale affianco alla villa dell’immacolata del Divino Volere Gesù , Maria e Luisa Piccarreta desiderano da me che faccia costruire un Satuario ( una Chiesa ) intitolata:” Immacolate del Divino Volere novella Eva del Paradiso” Questa Chiesa sarà uguale a quella di Medjugorje però più piccola e sarà dedicata alle verità che la serva del Divino Volere Luisa Piccarreta ha ricevuto da Dio a riguardo della Divina Volontà e del suo Regno che sta per venire ed è già venuto e al nuovo paradiso che Maria SS. sta preparando per noi suoi amabili figli rievocherà la benedetta frase che Dio Padre disse al serpente nell’eden cioè :la donna ti schiaccerà il capo e tu le insiederai il calcagno e porrò inimicizia tra la tu stirpe e la sua stirpe. Perciò vi chiedo di donare sal numero di posta pay che trovate nella finestra:” donazioni per creare una comunità di figli del Divin Volere” e Dio vi benedica tutti infin. nella Divina Volontà oggi 2 gennaio 2012 ho per la prima volta assaggiato l’ acqua della sorgiva che scorre sotto il quadro di Gesù Misericordioso del Divino Volere nella villa dell’Immacolata del Divino Volere di Porto Empedocle , e credo sia quella che ho domandato a Gesù e a Maria già da molti anni ; e credo sia infinitamente miracolosa e aiuti la volontà umana ad unirsi con quella Divina e guarisca ogni specie di malattie iniziando da quelle spirituali e della volontà umana che ha bisogno estremo di unirsi con quella infinitamente santa di Dio . Dio ne sia sempre lodato e amato all’infinito e dentro la sua santa Volontà Amen

 
 
 

luisa piccarreta

Post n°9 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta

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tutti i libri di luisa piccarreta

Post n°8 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta
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l'inno al divino volere

Post n°5 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta
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Ottavo giorno

La Regina del Cielo nel regno della Divina Volontà ebbe il mandato dal suo Creatore di mettere in salvo le sorti del genere umano.

L’anima alla divina mandataria

Eccomi a te, Mamma celeste. Sento che non so stare senza la mia cara Mamma. Il mio povero cuore è irrequieto, e lo sento in pace quando sto nel tuo grembo, come piccola piccina stretta al tuo cuore per ascoltare le tue lezioni. Il tuo dolce accento addolcisce tutte le mie amarezze, dolcemente lega la mia volontà, e mettendola come sgabello sotto la Divina Volontà, mi fa sentire il dolce impero, la vita e la felicità della Divina Volontà.

Lezione della celeste mandataria

Figlia mia carissima, sappi che ti amo assai; fidati della Mamma tua e sii sicura che riporterai vittoria sulla tua volontà. Se tu mi sarai fedele, io prenderò tutto l’im­pegno su di te, ti farò da vera mamma. Perciò ascolta ciò che feci per te presso l’Altissimo. Io non facevo altro che portarmi sulle ginocchia del mio Padre celeste. Io ero piccina, non nata ancora. Il Volere Divino, di cui io possedevo la vita, rendeva possibili le mie visite al mio Creatore; per me le porte e le vie erano tutte aperte, né io avevo paura o timore. Solo la volontà umana mette paura, timore, sfiducia, ed allontana la povera creatura da colui che tanto l’ama e che vuole essere circondato dai suoi figli. Se la creatura ha paura, teme e non sa stare, come figlia al padre, con il suo Creatore, è segno che la Divina Volontà non regna in lei; perciò, è la torturata, la martire della volontà umana. Non fare mai la tua volontà per non volerti torturare e martirizzare; ciò è il più orribile dei martìri, poiché è senza sostegno e senza forza.

Ascoltami: io mi portavo nelle braccia della Divinità; mi aspettavano e facevano festa nel vedermi. Mi amavano tanto, che al mio apparire versavano altri mari d’amore e di santità nell’anima mia; non ricordo mai di essere partita da loro, senza avere ricevuto altri doni sorprendenti. Mentre stavo nelle loro braccia, io pregavo per l’umano genere, e molte volte con lacrime e sospiri piangevo per te, figlia mia, e per tutti. Piangevo per la tua volontà ribelle, per la tua triste sorte di essere schiava di essa, che ti rendeva infelice. Vedere infelice la figlia mia, mi faceva versare lacrime amare fino a bagnare le mani del mio celeste Padre.

E la Divinità, intenerita dal mio pianto, mi diceva: “Figlia nostra diletta, il tuo amore ci lega, le tue lacrime smorzano il fuoco della divina giustizia, le tue preghiere ci tirano tanto verso le creature, che non ti sappiamo resistere. Perciò diamo a te il mandato di mettere in salvo le sorti del genere umano. Tu sarai la nostra mandataria in mezzo a loro; a te affidiamo le loro anime. Tu difenderai i nostri diritti, lesi per le loro colpe; starai in mezzo, tra loro e Noi, per aggiustare le partite d’ambo le parti. Sentiamo in te la forza invincibile della nostra Vo­lontà Divina, che per mezzo tuo prega, piange. Chi ti può resistere? Le tue preghiere sono comandi, le tue lacrime imperano sul nostro Essere Divino. Perciò avanti nella tua impresa!”.

Figlia mia carissima, il mio piccolo cuore si sentiva consumare d’amore, a causa dei modi amorevoli del parlare divino; e con tutto amore accettai il loro mandato, dicendo: “Maestà altissima, sono qui fra le vostre braccia, disponete di me come volete. Io sacrificherò an­che la vita. Se avessi tante vite quante sono le creature, io le metterei a loro e vostra disposizione, per portarle tutte salve nelle vostre braccia paterne”.

Senza sapere allora che sarei stata la Madre del Ver­bo Divino, sentivo in me la doppia maternità: maternità per Dio, per difendere i suoi giusti diritti; maternità per le creature, per metterle in salvo. Mi sentivo madre di tutti. Il Volere Divino che regnava in me, che non sa fare opere isolate, portava in me Dio e tutte le creature di tutti i secoli. Nel mio materno cuore sentivo il mio Dio offeso che voleva essere soddisfatto, e sentivo le creature sotto l’impero della giustizia divina.

Oh, quante lacrime versai! Volevo far scendere le lacrime mie in ogni cuore, per far sentire a tutti la mia maternità, tutta d’amore. Piansi per te e per tutti, figlia mia. Perciò ascoltami: abbi pietà del mio pianto; prendi le mie lacrime per smorzare le tue passioni e per far sì che la tua volontà perda la vita. Deh! Accetta il mio mandato, cioè che tu faccia sempre la Volontà del tuo Creatore.

L’anima

Mamma celeste, il mio povero cuore non regge nel sentire quanto mi ami. Ah, mi ami troppo, fino a piangere per me! Le tue lacrime le sento scendere nel mio cuore, e come tante ferite, mi feriscono e mi fanno comprendere quanto tu mi ami. Io voglio unire le mie lacrime alle tue e pregarti, piangendo, affinché non mi lasci mai sola e mi vigili in tutto. Se occorre, battimi pure, fammi da mamma. Ed io, come piccola figlia tua, tutto mi farò fare da te, affinché il tuo mandato sia il mio benvenuto e tu possa portarmi, fra le tue braccia, al nostro Padre celeste, come atto compiuto del tuo mandato divino.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, darai la tua volontà, le tue pene, le tue lacrime, le tue ansie, i tuoi dubbi ed i tuoi timori, nelle mie mani materne, affinché, come Mamma tua, li tenga in deposito nel mio cuore materno, come pegni della figlia mia; ed io ti darò il prezioso pegno della Divina Volontà.

Giaculatoria: Mamma celeste versa le tue lacrime nell’anima mia, affinché guariscano le ferite che mi ha fatto la mia volontà.


Nono giorno

La Regina del Cielo nel regno della Divina Volontà viene costituita da Dio celeste paciera, vincolo di pace tra il Creatore e la creatura.

L’anima alla sua celeste Regina

Sovrana Signora e Mamma mia carissima, vedo che mi chiami perché senti la forza dell’amore che brucia nel tuo cuore, e mi vuoi narrare ciò che facesti nel regno della Divina Volontà per la figlia tua. Com’è bello vedere rivolgere i tuoi passi verso il tuo Creatore, che sente il calpestio dei tuoi piedi. Ti guarda, si sente ferire dalla purezza dei tuoi sguardi e ti aspetta per essere spettatore del tuo innocente sorriso, per sorriderti e trastullarsi con te. Deh! Mamma Santa, nelle tue gioie, nei tuoi casti sorrisi con il tuo Creatore, non ti dimenticare della tua figlia che vive nell’esilio e che ha tanto bisogno. Spesso la mia volontà, facendo capolino, vorrebbe travolgermi, per strapparmi dal regno della Divina Volontà!

Lezione della Regina del Cielo

Figlia del mio materno cuore, non temere, non ti dimenticherò mai. Anzi, se tu farai sempre la Divina Volontà e vivrai nel suo regno, saremo inseparabili. Ti porterò sempre stretta per mano, per farti da guida e per insegnarti a vivere nel Fiat supremo. Bandisci il timore, poiché nel Fiat Divino tutto è pace e sicurezza. La volontà umana è la turbatrice delle anime, mette in pericolo le opere più belle e le cose più sante. Tutto è pericolante in essa: in pericolo la santità, le virtù, la stessa salvezza dell’anima; la caratteristica di chi vive di volere umano è la volubilità. Chi mai può fidarsi di chi si fa dominare dalla volontà umana? Nessuno! Né Dio, né gli uomini. Infatti egli somiglia a quelle canne vuote che girano ad ogni soffio di vento. Perciò, figlia mia carissima, se qualche soffio di vento ti vuole rendere incostan­te, tuffati nel mare della Divina Volontà e vieni a nasconderti nel grembo della Mamma tua, affinché ti difenda dal vento dell’umano e, stringendoti fra le sue braccia, ti renda ferma e sicura nel cammino verso il suo regno divino.

Figlia mia, seguimi innanzi alla Maestà suprema, ed ascoltami. Io, con i miei rapidi voli giungevo nelle loro braccia divine. Appena giungevo, sentivo il loro amore rigurgitante, che come onda impetuosa mi copriva. Oh, come è bello essere amata da Dio! In quest’amore si sente felicità, santità, gioie infinite; e ci si sente talmen­te abbellita, che Dio stesso viene rapito dalla particolare bellezza, che egli infonde nella creatura nell’amarla. Io volevo imitarlo, e sebbene piccola, non volevo restare dietro al suo amore. Dalle onde d’amore che mi aveva dato, formavo le onde per coprire il mio Creatore con il mio amore. Nel fare ciò, io sorridevo, perché sapevo che il mio amore mai avrebbe potuto coprire l’immensità del suo amore; nonostante ciò io ci provavo, e sul mio labbro spuntava il mio sorriso innocente. L’Ente Supremo sorrideva al mio sorriso e con la mia piccolezza festeggiava e si trastullava. Durante i nostri stratagemmi amorosi, io ricordavo lo stato doloroso della mia famiglia umana sulla terra, alla quale io pure appartenevo. Oh, come mi doleva! Io pregavo che scendesse il Verbo eterno a porvi rimedio, e lo dicevo con tale tenerezza che giungevo a cambiare il sorriso e la festa in pianto. L’Altissimo si commuoveva tanto alle mie lacrime, anche perché erano lacrime d’una piccina. E stringendomi al seno divino, mi asciugava le lacrime e mi diceva: “Fi­glia, non piangere, fatti coraggio. Nelle tue mani abbiamo messo la sorte del genere umano, ti abbiamo dato questo mandato. E per consolarti ti facciamo paciera tra noi e l’umana famiglia. A te è dato rappacificarci: la po­tenza del nostro Volere, che regna in te, s’impone su di Noi per dare il bacio di pace alla povera umanità decaduta e pericolante”.

Chi può dirti, figlia mia, ciò che provava il mio cuore a causa di questa condiscendenza divina? Era tanto il mio amore che mi sentivo venir meno. Delirando, spasimavo, cercando altro amore per ristoro del mio amore.

Ora una parola a te, figlia mia: se tu mi ascolterai, mettendo al bando il tuo volere e dando il posto regio al Fiat Divino, anche tu sarai amata con amore particolare dal tuo Creatore; sarai il suo sorriso, lo metterai in festa e sarai vincolo di pace tra il mondo e Dio.

L’anima

Mamma bella, aiuta la figlia tua. Mettimi tu stessa nel mare della Divina Volontà, coprimi con le onde del­l’eterno Amore, affinché non veda, né senta altro che Volontà Divina ed Amore.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, mi chiederai tutti gli atti miei e li chiuderai nel tuo cuore, affinché tu senta la forza della Divina Volontà che regnava in me. Poi, li offrirai all’Altissimo, per ringraziarlo di tutti gli uffici che mi affidò per salvare le creature.

Giaculatoria: Regina di pace, fammi dare il bacio di pace dalla Divina Volontà!

 

 
 
 

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Post n°4 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta
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Quinto giorno

Il quinto passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo: il trionfo della prova.

L’anima alla Vergine

Sovrana celeste, vedo che mi tendi le braccia per prendermi sulle tue ginocchia materne, ed io corro, anzi volo per godermi i casti amplessi, i celesti sorrisi della mia Mamma celeste. Mamma Santa, il tuo aspetto oggi è di trionfatrice, e con aria di trionfo vuoi narrarmi il trionfo della tua prova. Ah! Sì, ben volentieri ti ascolterò, e ti prego di darmi grazia, affinché io sappia trionfare nelle prove che il Signore disporrà per me.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia a me carissima, oh, come sospiro di confidare i miei segreti alla figlia mia, segreti che mi daranno tanta gloria e che glorificheranno quel Fiat Divino che fu causa primaria del mio immacolato concepimento, della mia santità, sovranità e maternità! Tutto al Fiat Divino io debbo; io non conosco altro. Tutte le mie sublimi prerogative, che la Santa Chiesa tanto onora, non sono altro che gli effetti di quella Divina Volontà che mi dominava, regnava e viveva in me. Perciò sospiro tanto che si conosca chi era colei che produceva in me tanti privilegi ed effetti mirabili, da far stupire cielo e terra. Ora ascoltami, figlia cara. L’Ente Supremo mi domandò il mio volere umano, ed io compresi il male grave che può fare la volontà umana nella creatura e come essa metta tutto in pericolo, anche le opere più belle del suo Creatore.

La creatura con il suo volere umano è oscillante, de­bole, incostante, disordinata. Dio, nel crearla, l’aveva creata unita, per natura, con la sua Volontà Divina, che doveva essere la forza, il moto primo, il sostegno, il cibo e la vita dell’umana volontà. Non dando vita alla Vo­lontà Divina nella nostra, respingiamo i beni ricevuti da Dio nella creazione ed i diritti ricevuti in natura, nel­l’atto in cui fummo creati. Oh, allorché compresi bene l’offesa grave che si fa a Dio ed i mali che piovono sulla creatura, ebbi orrore e paura di fare la mia volontà! Giustamente temetti, poiché Adamo, pur essendo stato crea­to da Dio, innocente, avendo fatto la sua volontà, fece cadere lui e tutte le generazioni in tanti mali. Io, presa da terrore, ed ancor più dall’amore verso il mio Creatore, giurai di non fare mai la mia volontà. Per essere più sicura ed attestare maggiormente il mio sacrificio a colui che tanti mari mi aveva dato, di grazie e privilegi, presi questa mia volontà umana e la legai ai piedi del trono divino, in omaggio continuo d’amore e di sacrificio, giurando che non mi sarei servita mai, neanche per un istante solo della mia vita, della mia volontà, ma sempre di quella di Dio. Figlia mia, forse a te non parrà grande il mio sacrificio di vivere senza la mia volontà; [invece] io ti dico che non c’è sacrificio simile al mio. Anzi, si possono chiamare ombre tutti gli altri sacrifici di tutta la storia del mondo, paragonati al mio. Sacrificarsi un giorno, ora sì ed ora no, è facile; [ma] sacrificarsi in ogni istante, in ogni atto, nel bene che si vuole fare, per tutta la vita, senza dare mai vita alla volontà propria, è il sacrificio dei sacrifici. Questo è l’attestato più grande e l’amore più puro, trafilato dalla stessa Volontà Divina, che può offrirsi al nostro Creatore. È tanto grande questo sacrificio, che Dio non può chiedere di più alla crea­tura, né essa può trovare di più, per potersi sacrificare al suo Creatore.

Figlia mia carissima, allorché feci dono della mia volontà al mio Creatore, io mi sentii trionfante nella prova voluta da me, e Dio si sentì trionfante nella mia volontà umana. Dio aspettava la mia prova, cioè un’ani­ma che vivesse senza volontà, per aggiustare le partite del genere umano, per atteggiarsi a clemenza e misericordia. Perciò ti attendo di nuovo per narrarti la storia di ciò che fece la Divina Volontà dopo il trionfo della prova. Ed ora una parolina a te figlia mia. Se tu sapessi come sospiro di vederti vivere senza la tua volontà! Tu sai che ti sono Madre e la Mamma vuole vedere felice la figlia sua. Ma come puoi essere felice se non decidi di vivere senza volontà come visse la Mamma tua? Se ciò farai, tutto ti darò. Mi metterò a tua disposizione, sarò tutta della figlia mia, ed avrò il bene, il contento, la felicità di avere una figlia che viva tutta di Volontà Divina.

L’anima

Sovrana trionfatrice, nelle tue mani di Madre metto la mia volontà, affinché tu stessa, come Mamma, me la purifichi e l’abbellisca, ed insieme con la tua la leghi ai piedi del trono divino, affinché io possa vivere non con la volontà mia, ma sempre, sempre con quella di Dio.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, in ogni atto che farai consegnerai nelle mie mani materne la tua volontà, e mi pregherai di fare vivere, al posto della tua, la Divina Vo­lontà.

Giaculatoria: Regina trionfatrice, rubami la mia vo­lontà e cedimi la Volontà Divina.


 
 
 

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Post n°3 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta
 

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Il quarto passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo: la prova.


Quinto giorno

Il quinto passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo: il trionfo della prova.

L’anima alla Vergine

Sovrana celeste, vedo che mi tendi le braccia per prendermi sulle tue ginocchia materne, ed io corro, anzi volo per godermi i casti amplessi, i celesti sorrisi della mia Mamma celeste. Mamma Santa, il tuo aspetto oggi è di trionfatrice, e con aria di trionfo vuoi narrarmi il trionfo della tua prova. Ah! Sì, ben volentieri ti ascolterò, e ti prego di darmi grazia, affinché io sappia trionfare nelle prove che il Signore disporrà per me.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia a me carissima, oh, come sospiro di confidare i miei segreti alla figlia mia, segreti che mi daranno tanta gloria e che glorificheranno quel Fiat Divino che fu causa primaria del mio immacolato concepimento, della mia santità, sovranità e maternità! Tutto al Fiat Divino io debbo; io non conosco altro. Tutte le mie sublimi prerogative, che la Santa Chiesa tanto onora, non sono altro che gli effetti di quella Divina Volontà che mi dominava, regnava e viveva in me. Perciò sospiro tanto che si conosca chi era colei che produceva in me tanti privilegi ed effetti mirabili, da far stupire cielo e terra. Ora ascoltami, figlia cara. L’Ente Supremo mi domandò il mio volere umano, ed io compresi il male grave che può fare la volontà umana nella creatura e come essa metta tutto in pericolo, anche le opere più belle del suo Creatore.

La creatura con il suo volere umano è oscillante, de­bole, incostante, disordinata. Dio, nel crearla, l’aveva creata unita, per natura, con la sua Volontà Divina, che doveva essere la forza, il moto primo, il sostegno, il cibo e la vita dell’umana volontà. Non dando vita alla Vo­lontà Divina nella nostra, respingiamo i beni ricevuti da Dio nella creazione ed i diritti ricevuti in natura, nel­l’atto in cui fummo creati. Oh, allorché compresi bene l’offesa grave che si fa a Dio ed i mali che piovono sulla creatura, ebbi orrore e paura di fare la mia volontà! Giustamente temetti, poiché Adamo, pur essendo stato crea­to da Dio, innocente, avendo fatto la sua volontà, fece cadere lui e tutte le generazioni in tanti mali. Io, presa da terrore, ed ancor più dall’amore verso il mio Creatore, giurai di non fare mai la mia volontà. Per essere più sicura ed attestare maggiormente il mio sacrificio a colui che tanti mari mi aveva dato, di grazie e privilegi, presi questa mia volontà umana e la legai ai piedi del trono divino, in omaggio continuo d’amore e di sacrificio, giurando che non mi sarei servita mai, neanche per un istante solo della mia vita, della mia volontà, ma sempre di quella di Dio. Figlia mia, forse a te non parrà grande il mio sacrificio di vivere senza la mia volontà; [invece] io ti dico che non c’è sacrificio simile al mio. Anzi, si possono chiamare ombre tutti gli altri sacrifici di tutta la storia del mondo, paragonati al mio. Sacrificarsi un giorno, ora sì ed ora no, è facile; [ma] sacrificarsi in ogni istante, in ogni atto, nel bene che si vuole fare, per tutta la vita, senza dare mai vita alla volontà propria, è il sacrificio dei sacrifici. Questo è l’attestato più grande e l’amore più puro, trafilato dalla stessa Volontà Divina, che può offrirsi al nostro Creatore. È tanto grande questo sacrificio, che Dio non può chiedere di più alla crea­tura, né essa può trovare di più, per potersi sacrificare al suo Creatore.

Figlia mia carissima, allorché feci dono della mia volontà al mio Creatore, io mi sentii trionfante nella prova voluta da me, e Dio si sentì trionfante nella mia volontà umana. Dio aspettava la mia prova, cioè un’ani­ma che vivesse senza volontà, per aggiustare le partite del genere umano, per atteggiarsi a clemenza e misericordia. Perciò ti attendo di nuovo per narrarti la storia di ciò che fece la Divina Volontà dopo il trionfo della prova. Ed ora una parolina a te figlia mia. Se tu sapessi come sospiro di vederti vivere senza la tua volontà! Tu sai che ti sono Madre e la Mamma vuole vedere felice la figlia sua. Ma come puoi essere felice se non decidi di vivere senza volontà come visse la Mamma tua? Se ciò farai, tutto ti darò. Mi metterò a tua disposizione, sarò tutta della figlia mia, ed avrò il bene, il contento, la felicità di avere una figlia che viva tutta di Volontà Divina.

L’anima

Sovrana trionfatrice, nelle tue mani di Madre metto la mia volontà, affinché tu stessa, come Mamma, me la purifichi e l’abbellisca, ed insieme con la tua la leghi ai piedi del trono divino, affinché io possa vivere non con la volontà mia, ma sempre, sempre con quella di Dio.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, in ogni atto che farai consegnerai nelle mie mani materne la tua volontà, e mi pregherai di fare vivere, al posto della tua, la Divina Vo­lontà.

Giaculatoria: Regina trionfatrice, rubami la mia vo­lontà e cedimi la Volontà Divina.


Sesto giorno

Il sesto passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo: dopo il trionfo nella prova, il possesso delle proprietà divine.

L’anima alla Vergine

Mamma Regina, vedo che mi aspetti di nuovo, e stendendomi la mano, mi prendi sulle tue ginocchia, mi stringi al tuo cuore, per farmi sentire la vita di quel Fiat Divino che tu possiedi. Oh, quanto è refrigerante il suo calore e penetrante la sua luce! Deh! Mamma Santa, se tanto mi ami, tuffa il piccolo atomo dell’anima mia nel sole della Divina Volontà che tu nascondi, affinché an­ch’io possa dire: “La mia volontà è finita, non avrà più vita, ma la mia vita sarà la Divina Volontà”.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia carissima, fidati della Mamma tua e presta at­tenzione alle mie lezioni. Esse ti serviranno per farti aborrire la tua volontà e per farti sospirare in te quel Fiat Divino, che tanto ama formare la sua vita in te. Figlia mia, tu devi sapere che la Divinità fu assicurata da me dopo la prova che volle. Tutti credono che io non ebbi alcuna prova e che sia bastato il gran portento che Dio fece di me, di essere concepita senza macchia originale. Oh, come s’ingannano! Dio chiese a me una prova che non ha chiesto a nessuno. Questo lo fece con giustizia e con somma sapienza, perché dovendo scendere in me il Verbo eterno, non solo era decoroso che non trovasse in me la macchia d’origine, ma neppure era decoroso che trovasse in me una volontà umana operante. Sarebbe stato troppo disdicevole per Dio scendere in una creatura in cui regnasse l’umana volontà. Ecco, perché volle da me per prova e per tutta la vita la mia volontà, per assicurare nell’anima mia il regno della Divina Volontà. Assicurato questo in me, Dio poteva fare ciò che voleva di me; tutto poteva darmi, e posso dire che nulla poteva negarmi.

Ritorniamo al punto dove siamo rimasti. Mi riserverò, nel corso delle mie lezioni, di narrarti ciò che fece questa Divina Volontà in me. Ora senti, figlia mia. Dopo il trionfo nella prova, il Fiat Divino fece il sesto passo nell’anima mia, col farmi prendere il possesso di tutte le proprietà divine, per quanto sia ad una creatura possibile ed immaginabile. Tutto era mio, cielo e terra, e lo stesso Dio, di cui possedevo la stessa Volontà.

Io mi sentivo posseditrice della santità divina, del­l’amore, della bellezza, della potenza, della sapienza e della bontà divina. Mi sentivo regina di tutto. Non mi sentivo estranea nella casa del mio Padre celeste; sentivo al vivo la sua paternità e la suprema felicità d’essere la sua figlia fedele. Posso dire che crebbi sulle ginocchia paterne di Dio, né conobbi altro amore, né altra scienza se non quella che mi somministrava il mio Creatore. Chi può dirti ciò che fece questa Divina Volontà in me? Mi elevò tanto in alto, mi abbellì tanto, che gli stessi angeli restarono muti e non sapevano come cominciare a parlare di me. Figlia mia carissima, tu devi sapere che quando il Fiat Divino mi fece prendere possesso di tutto, mi sentii posseditrice di tutto e di tutti. La Divina Volontà, con la sua potenza, immensità ed onniveggenza, racchiudeva nell’anima mia tutte le creature, ed io sentivo un posticino nel mio cuore materno per ciascuna di esse. Da quando fui concepita io ti portai nel mio cuore. Oh, quanto ti amai e ti amo! T’amai tanto che ti feci da Madre presso Dio. Le preghiere, i miei sospiri erano per te; e nel delirio di Madre, dicevo: “Oh, come vorrei vedere la figlia mia posseditrice di tutto, come lo sono io!”. Perciò, ascolta la Mamma tua: non volere riconoscere più la tua volontà umana. Se ciò farai, tutto sarà in comune fra me e te. Avrai una forza divina in tuo potere; tutte le cose si convertiranno in santità, amore e bellezza divina. E io, nella foga del mio amore, come mi decantò l’Altissimo: “Tutta bella, tutta santa, tutta pura sei tu, o Maria”, dirò: “Bella, pura e santa è la figlia mia, perché possiede la Volontà Divina”.

L’anima

Regina del Cielo, anch’io ti saluto: “Tutta bella, pura e santa è la mia Mamma celeste”. Deh! Ti prego, se hai un posto per me nel tuo materno cuore, chiudimi in esso, e così sarò sicura che non farò più la mia volontà, ma sempre quella di Dio. Mamma e figlia, saremo felici tutte e due.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, reciterai tre volte tre Gloria Patri in ringraziamento alla Santissima Trinità, per il regno che ha stabilito in me, della Divina Volontà, che mi ha dato il possesso di tutto. Facendo tue le parole dell’Ente Supremo, in ogni Gloria mi dirai: “Tutta bella, pura e santa è la Mamma mia”.

Giaculatoria: Regina del Cielo, fammi possedere dalla Volontà Divina.


Settimo giorno

La Regina del Cielo, nel regno della Divina Volontà, prende lo scettro del comando, e la Trinità Sacrosanta la costituisce sua segretaria.

L’anima alla divina segretaria

Regina Mamma, eccomi ai tuoi piedi prostrata; sen­to che, come figlia tua, non so stare senza la mia Mamma celeste. Sebbene oggi vieni a me con la gloria dello scettro del comando e con la corona di Regina, sei sempre la Mamma mia; ed io, tremante, mi getto nelle tue braccia, affinché mi sani le ferite che la mia cattiva volontà ha fatto alla povera anima mia. Senti, mia Mamma Sovrana, se tu non fai un prodigio, se non prendi il tuo scettro del comando, per guidarmi e tenere il tuo impero su tutti gli atti miei, per fare sì che il mio volere non abbia vita, non avrò la bella sorte di venire nel regno della Divina Volontà.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia mia cara, vieni nelle braccia della Mamma tua. Prestando attenzione nell’ascoltarmi, sentirai gli inauditi prodigi che il Fiat Divino fece alla tua Mamma celeste, soprattutto perché questi sei giorni simboleggiarono i sei giorni della creazione. La Divinità, pronunciando un Fiat ogni giorno, fece come un passo, passando ora dalla creazione di una cosa e ora ad un’altra. Il sesto giorno fece l’ultimo passo, dicendo: “Fiat! Facciamo l’uomo alla nostra immagine e somiglianza”. Il settimo giorno riposò nelle sue opere, volendo come godersi tutto ciò che con tanta magnificenza aveva creato. E Iddio, nel suo riposo, guardando le opere sue, disse: “Quanto sono belle le mie opere! Tutto è ordine e armonia!”. E guardando l’uomo, nell’enfasi del suo amore, aggiunse: “Ma tu sei il più bello; tu sei la corona di tutte le nostre opere”. Ora, la mia creazione superò tutti i prodigi della creazione; e quindi, con il suo Fiat, la Divinità volle fare sei passi in me e iniziare la sua vita piena. Allorché presi possesso del regno della Divina Volontà, finirono i suoi passi in me ed incominciò la sua vita piena, intera e perfetta nell’anima mia.

Oh, in quali altezze divine fui messa dall’Altissimo! I cieli non potevano né raggiungermi né contenermi, la luce del sole era piccola innanzi alla mia luce; nessuna cosa creata poteva raggiungermi. Io valicavo i mari divini come se fossero miei. Il mio Padre celeste, il Figlio e lo Spirito Santo, mi sospiravano nelle loro braccia, per godere la piccola figlia loro. Quanto contento provavano nel sentire [che], come amavo, pregavo ed adoravo la loro altezza suprema, il mio amore, la mia preghiera e la mia adorazione uscivano da dentro l’anima mia, dal centro della Divina Volontà. E la Trinità sentiva uscire da me onde d’amore divino, casti profumi e gioie insolite che partivano da dentro il cielo che il loro stesso Volere Divino aveva formato nella mia piccolezza, tanto che non finivano di ripetere: “Tutta bella, tutta pura, tut­ta santa, è la piccola figlia nostra! Le sue parole sono catene che ci avvincono, i suoi sguardi sono dardi che ci feriscono, i suoi palpiti sono frecce che, colpendoci, ci fanno andare in delirio d’amore”. Sentivano uscire da me la potenza e la fortezza della loro Divina Volontà che ci rendeva inseparabili, e perciò mi chiamavano ‘la figlia invincibile, che porterà vittoria anche sul nostro Essere Divino’.

Ora ascoltami figlia mia. La Divinità, presa da eccesso d’amore verso di me, mi disse: “Figlia nostra diletta, il nostro amore non regge e si sente soffocato se non ti affidiamo i nostri segreti. Perciò ti eleggiamo nostra fedele segretaria. A te vogliamo affidare i nostri do­lori ed i nostri decreti. A qualunque costo vogliamo salvare l’uomo. Guarda come va a precipizio: la sua volontà ribelle lo trascina continuamente al male; senza la vita, la forza ed il sostegno del nostro Volere Divino, l’uomo ha deviato dalla via del suo Creatore e cammina strisciando per terra, debole, malato e pieno di tutti i vizi.

Non ci sono vie di mezzo per salvare l’uomo, né altre vie d’uscita, [se non] che scenda il Verbo eterno, prenda le sue spoglie, le sue miserie, i suoi peccati sopra di sé, si affratelli con lui, lo vinca per via d’amore e di pene inaudite, per dargli tanta fiducia da poterlo portare di nuovo nelle nostre braccia paterne. Oh, come ci duole la sorte dell’uomo! Il nostro dolore è grande, né potevamo affidarlo ad alcuno, poiché non avendo una Volontà Divina che li domina, gli uomini non potevano mai comprendere né il nostro dolore, né i gravi mali dell’uo­mo caduto nel peccato. A te, che possiedi il nostro Fiat, è dato comprendere ciò; e quindi, come a segretaria nostra, vogliamo svelarti i nostri segreti e mettere nelle tue mani lo scettro del comando, affinché tu domini ed imperi su tutto, ed il tuo dominio vinca Dio e l’uomo per portarceli[1] come figli, rigenerati nel tuo materno cuore”. Chi può dirti, figlia cara, cosa sentì il mio cuore dopo questo parlare divino? S’aprì in me una vena d’intenso dolore e mi proposi, anche a costo della mia vita, di vincere Dio e la creatura, per unirli insieme.

Ora figlia mia, ascolta la Mamma tua. Ti ho visto sorpresa nel sentirmi narrare la storia del possesso del regno della Divina Volontà. Sappi che anche a te è data questa sorte, se decidi di non fare mai la tua volontà. Allora il Volere Divino formerà il suo cielo nell’anima tua, sentirai l’inseparabilità divina; ti sarà dato lo scettro del comando su te stessa, sulle tue passioni, e non sarai più schiava di te stessa. Solo la volontà umana mette in schiavitù la povera creatura, le tarpa le ali dell’amore verso colui che l’ha creata, le toglie la forza, il sostegno e la fiducia di slanciarsi nelle braccia del suo Padre celeste. In questo modo, la creatura non può conoscere né i segreti del Padre, né l’amore grande con cui il Padre l’ama, e perciò la creatura vive come estranea nella casa del suo Padre divino.

Che lontananza getta tra Creatore e creatura l’uma­no volere! Perciò ascoltami, fammi contenta: dimmi che non darai più vita alla tua volontà, ed io ti riempirò tutta di Volontà Divina.

L’anima

Mamma Santa, aiutami. Non vedi quanto sono debole? Le tue belle lezioni mi commuovono fino alle lacrime, e piango la mia grande sventura di essere tante volte caduta nel labirinto di

 
 
 

tutti i libri di luisa piccarreta li trovi su:http://divinewill.altervista.org/blog/

Post n°1 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da luisapiccarreta
 
Foto di luisapiccarreta

“La Piccola Figlia della Divina Volontà”


J.M.J.

 

LA REGINA DEL CIELO

NEL REGNO DELLA DIVINA VOLONTÀ

Preghiera alla celeste Regina per ogni giorno del mese di maggio.

Regina immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia nelle tue braccia, per chiederti, coi sospiri più ardenti, in questo mese a te consacrato, la grazia più grande, cioè di ammettermi a vivere nel Regno della Divina Volontà. Mamma Santa, tu che sei la Regina di questo regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò sovrana Regina, a te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel regno del Volere Divino; stretta alla tua mano materna, tu guiderai tutto l’essere mio perché io viva perennemente nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma, ed io ti consegno la mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà e così [io] possa essere sicura di non uscire dal regno suo. Perciò ti prego di illuminarmi per farmi comprendere cosa significhi Volontà di Dio.

Ave Maria...

Fioretto del mese: Mattina, mezzo giorno e sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma celeste e dirle: “Mamma mia, ti amo; tu amami, dà un sorso di Volontà di Dio all’anima mia e dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno”.


Primo giorno

La Regina del Cielo nel regno della Divina Volontà.
Il primo passo della Divina Volontà nell’immacolato concepimento della Mamma celeste.

L’anima alla sua immacolata Regina

Eccomi o Mamma dolcissima, prostrata innanzi a te. Oggi è il primo giorno del mese di maggio, sacro a te, in cui tutti i tuoi figli vogliono offrirti i loro fiorellini per attestarti il loro amore, e per impegnare il tuo amore ad amarli; io ti vedo scendere dalla patria celeste, corteggiata da schiere angeliche, per ricevere le belle rose, le umili viole ed i casti gigli dei figli tuoi, che ricambi con i tuoi sorrisi d’amore, con le tue grazie e benedizioni. Stringendoti al seno materno i doni dei figli tuoi, li porti al cielo per serbarli come caparra e corona nel momento della loro morte. Mamma celeste, in mezzo a tanti, io che sono la più piccola, la più bisognosa delle figlie tue, voglio venire fin nel tuo grembo materno, per portarti non fiori e rose, ma un sole ogni giorno. Ma la Mamma deve aiutare questa figlia, dandole le sue lezioni di cielo per insegnarle come formare questi soli divini, affinché ella possa darle l’omaggio più bello e l’amore più puro. Mamma cara, tu hai capito cosa vuole la figlia tua: vuole imparare da te a vivere la Volontà Divina. Io, trasformando i miei atti e tutta me stessa nella Divina Volontà, secondo i tuoi insegnamenti, ogni giorno porterò nel tuo grembo materno tutti i miei atti cambiati in sole.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia benedetta, la tua preghiera ha ferito il mio materno cuore, attirandomi dal cielo; sono già vicina alla figlia mia, per darle le mie lezioni, tutte di cielo. Guardami figlia cara: migliaia di angeli mi circondano e riverenti stanno tutti in attesa di sentirmi parlare del Fiat Divino, di cui posseggo, più di chiunque, la sorgente. Conosco i suoi mirabili segreti, le sue gioie infinite, la sua felicità indescrivibile ed il suo valore incalcolabile. Sentirmi chiamare dalla figlia mia, perché ella vuole le mie lezioni sulla Divina Volontà, è per me la festa più grande e la gioia più pura. Se tu ascolterai le mie lezioni io mi dirò fortunata d’essere la Mamma tua. Oh, come desidero di avere una figlia che vuole vivere tutta di Volontà Divina! Dimmi figlia, mi contenterai? Darai il tuo cuore, la tua volontà, tutta te stessa nelle mie mani materne, affinché ti prepari, ti disponga, ti fortifichi, ti svuoti di tutto, per poterti riempire tutta di luce di Divina Volontà e per poter formare in te la vita divina? Poggia il capo sul cuore della tua Mamma celeste e sii attenta ad ascoltarmi, affinché le mie sublimi lezioni ti facciano decidere di non fare mai la tua volontà, ma sempre quella di Dio.

Figlia mia ascoltami, è il mio cuore materno che ti ama tanto e che vuole versarsi sopra di te. Sappi che ti ho scritta nel mio cuore, e ti amo da vera figlia, ma sen­to un dolore perché non ti vedo simile alla tua Mamma. Sai cosa ci rende dissimili? La tua volontà, che ti toglie la freschezza della grazia, la bellezza che innamora il tuo Creatore, la fortezza che tutto vince e sopporta, l’amore che tutto consuma. Insomma, la tua volontà non è quella che anima la tua Mamma celeste. Tu devi sapere che conobbi la mia volontà umana solo per tenerla sacrificata in omaggio al mio Creatore; la mia vita fu tutta piena di Volontà Divina. Dal primo istante del mio concepimento fui plasmata, riscaldata e messa nella sua luce, la quale purificò con la sua potenza il mio germe umano, in modo che fui concepita senza macchia originale. Il mio concepimento fu senza macchia, e così glorioso da formare l’onore della famiglia divina, solo perché il Fiat onnipotente si riversò sul mio germe, e pura e santa fui concepita. Se il Volere Divino non si fosse riversato sopra il mio germe, come e più di una tenera madre, per impedire gli effetti del peccato originale, avrei avuto la triste sorte delle altre creature che sono state concepite con il peccato originale. Perciò la causa primaria fu solo la Divina Volontà. Ad Essa sia l’onore, la gloria, il ringraziamento per essere [io] stata concepita senza macchia d’origine.

Ora figlia del mio cuore, ascolta la Mamma tua: metti da parte la tua volontà umana, contentati di morire anziché concederle un atto di vita. La tua Mamma celeste avrebbe preferito morire mille e mille volte, anziché fare un solo atto di sua volontà. Non vuoi tu, dunque, imitarmi? Se tu terrai la tua volontà sacrificata in onore del tuo Creatore, il Volere Divino farà il primo passo nell’anima tua e ti sentirai plasmata da un’aura celeste, purificata e riscaldata; ti sentirai annientare i germi delle tue passioni e ti sentirai messa nei primi passi del regno della Divina Volontà. Perciò, sii attenta. Se tu mi sarai fedele nell’ascoltarmi, io ti guiderò, ti porterò con mano nelle vie interminabili del Fiat Divino, ti terrò difesa sotto il mio manto azzurro, e tu sarai il mio onore, la mia gloria, la mia e la tua vittoria.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, fin dal mattino ed in tutte le tue azioni, darai la tua volontà nelle mie mani, dicendomi: “Mamma mia, offri tu stessa il sacrificio della mia volontà al mio Creatore”.

Giaculatoria: Mamma mia, chiudi la Divina Volon­tà nell’anima mia, affinché ivi prenda il suo primo posto e formi il suo trono e la sua dimora.


Secondo giorno

Il secondo passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo. Il primo sorriso della Trinità Sacrosanta sul suo immacolato concepimento.

L’anima

Eccomi di nuovo sulle tue ginocchia materne, per ascoltare le tue lezioni. Mamma celeste, alla tua potenza si affida questa tua povera figlia. Sono troppo povera, lo conosco, ma so che tu mi ami da mamma e ciò mi basta per slanciarmi nelle tue braccia. Avendo tu compassione di me, ed aprendo le orecchie del mio cuore, mi farai sentire la tua voce dolcissima, per darmi le tue sublimi lezioni. Tu, Mamma Santa, purificherai il mio cuore con il tocco delle tue dita materne, affinché il mio cuore possa racchiudere la celeste rugiada dei tuoi celesti insegnamenti.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia mia ascoltami: se tu sapessi quanto ti amo, ti fideresti di più della Mamma tua e non ti faresti sfuggire neppure una sola mia parola. Tu devi sapere che non so­lo sei scritta nel mio cuore, ma che dentro questo mio cuore vi è una fibra materna, che mi fa amare, più di una madre, la figlia mia. Voglio farti sentire il grande prodigio che operò il Fiat supremo in me, affinché tu, imitandomi, potrai darmi il grande onore di essere mia figlia regina. Come sospira il mio cuore, affogato d’amore, perché io desidero avere intorno a me la schiera nobile delle piccole regine. Dunque ascoltami, figlia mia diletta. Non appena il Volere Divino si riversò sul mio germe umano per impedire i tristi effetti della colpa, la Divinità sorrise, si mise in festa nel vedere nel mio germe: quel germe umano, l’umanità pura e santa, come uscì dalle loro mani creatrici nella creazione dell’uomo. E il Fiat Divino fece il secondo passo in me con il portare questo mio germe umano, da Esso purificato e santificato, innanzi alla Divinità, affinché la Divinità si riversasse a torrenti sopra la mia piccolezza in atto d’essere concepita. La Divinità, scorgendo in me bella e pura la sua opera creatrice, sorrise di compiacimento, e volendomi festeggiare, il Padre celeste versò su di me mari di potenza, il Figlio mari di sapienza, lo Spirito Santo mari d’amore. Sicché io restai concepita nella luce interminabile della Divina Volontà, ed in mezzo a questi mari divini, che la mia piccolezza non poteva contenere, si formavano onde altissime che ritornavano come omaggi di amore e gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo.

La Trinità era tutt’occhio su di me, e per non farsi vincere da me in amore, sorridendomi e vezzeggiandomi, mi mandava altri mari, i quali mi abbellivano tanto che, appena fu formata la mia piccola umanità, acquistai la virtù rapitrice di rapire il mio Creatore, e lui si faceva veramente rapire.

Tra me e Dio fu sempre festa; nulla ci negammo a vicenda: io non gli negai mai nulla e lui neppure a me. Ma sai tu chi mi animava con questa forza rapitrice? La Divina Volontà. Ella, come vita, regnava in me, perciò la forza dell’Ente Supremo era la mia, ed avevamo eguale forza per rapirci a vicenda.

Figlia mia, ascolta la Mamma tua: sappi che io ti amo assai e vorrei vedere l’anima tua riempita dei miei stessi mari. Questi miei mari sono gonfi e vogliono versarsi, ma perché ciò avvenga, devi svuotarti del tuo volere, affinché il Volere Divino possa fare il secondo passo sopra di te. Egli, costituendosi come principio di vita nell’anima tua, chiama l’attenzione del Padre celeste, del Figlio e dello Spirito Santo, a riversarsi su di te con i loro mari rigurgitanti. Ma per fare ciò, vogliono trovare in te la stessa loro Volontà, perché non vogliono affidare alla tua volontà umana i loro mari di potenza, di sapienza, d’amore e di bellezza indicibile. Figlia a me carissima, ascolta la Mamma tua, metti la mano sul tuo cuore, dimmi i tuoi segreti: quante volte sei stata infelice, torturata, amareggiata, perché hai fatto la tua volontà? Sappi, tu hai messo fuori la Volontà Divina e sei caduta nel labirinto dei mali. Essa voleva renderti pura e santa, felice e bella d’una beltà incantevole, e tu col fare la tua volontà l’hai guerreggiata e con dolore l’hai messa fuori dalla sua cara abitazione, che è l’anima tua. Senti figlia del mio cuore, questo è un dolore per la Mamma tua che non vede in te il sole del Fiat Divino, ma le dense tenebre della notte della tua volontà umana. Ma su, coraggio: se tu mi prometti di dare la tua volontà nelle mie mani, io, la tua Mamma celeste, ti prenderò nelle mie braccia, ti metterò sulle mie ginocchia e riordinerò in te la vita della Divina Volontà. Anche tu, dopo tante mie lacrime, formerai il mio sorriso, la mia festa ed il sorriso e la festa della Trinità Sacrosanta.

L’anima

Mamma celeste, se tanto mi ami ti prego di non permettere che io scenda dalle tue ginocchia materne. Appena vedi che sto per fare la mia volontà, vigila la povera anima mia e, chiudendomi nel tuo cuore, con la forza del tuo amore brucia il mio volere, cosicché cambierò le tue lacrime in sorrisi di compiacimento.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, per ben tre volte verrai sulle mie ginocchia, facendo la consegna del tuo volere, dicendomi: “Mamma mia, questa mia volontà voglio che sia tua, affinché me la scambi con la Volontà Divina”.

Giaculatoria: Sovrana Regina, con il tuo impero divino, atterra la mia volontà, affinché spunti in me il ger­me della Divina Volontà.


Terzo giorno

Il terzo passo della Divina Volontà nella Regina del Cielo. Il sorriso di tutta la creazione per il concepimento della celeste bambina.

L’anima alla Vergine

Sovrana Mamma, questa tua piccola figlia, rapita dalle tue celesti lezioni, sente l’estremo bisogno di venire ogni giorno sulle tue ginocchia materne per ascoltarti e deporre nel suo cuore i tuoi materni insegnamenti. Il tuo amore, il tuo dolce accento, lo stringermi al tuo cuore fra le tue braccia, mi infondono coraggio e fiducia che la Mamma mia mi darà la grande grazia di farmi comprendere il gran male della mia volontà, per farmi vivere della Divina Volontà.

Lezione della Regina del Cielo

Figlia mia, ascoltami. È un cuore di madre che ti parla; poiché vedo che mi vuoi ascoltare, il mio cuore gioisce e sente la speranza certa che la figlia mia prenderà possesso del regno della Divina Volontà, che io posseggo nel mio materno cuore, per darlo ai figli miei. Perciò sii attenta ad ascoltarmi; scrivi tutte le mie parole nel tuo cuore, affinché vi rimangano sempre, e modella la tua vita secondo i miei insegnamenti. Senti figlia mia, non appena sorrise la Divinità e festeggiò il mio concepimento, il Fiat supremo fece il terzo passo sulla mia piccola umanità piccina piccina, e mi dotò di ragione divina; mosse tutta la creazione a festa e mi fece riconoscere da tutte le cose create per loro regina; riconobbero in me la vita del Volere Divino, e tutto l’universo si prostrò ai miei piedi, sebbene fossi piccina e non ancora nata. Ed inneggiandomi, il sole mi festeggiò e sorrise con la sua luce. Il cielo mi festeggiò con le sue stelle, sorridendomi con il loro mite e dolce scintillio, ed offrendosi come fulgida corona sul mio capo. Il mare con le sue onde, alzandosi ed abbassandosi, pacificamente mi festeggiò. Insomma non ci fu cosa creata che non si unì al sorriso ed alla festa della Trinità Sacrosanta. Tutti accettarono il mio dominio, il mio impero, il mio comando, e si sentirono onorati dopo tanti secoli, da quando Adamo perdette il comando ed il dominio di re, sottraendosi alla Divina Volontà, di trovare in me la loro Regina, e la creazione tutta mi proclamò Regina del cielo e della terra.

Mia cara figlia, tu devi sapere che la Divina Volontà, quando regna nell’anima, non sa fare cose piccole, ma grandi. Vuole accentrare nella fortunata creatura tut­te le Sue prerogative divine; e tutto ciò che è uscito dal suo Fiat onnipotente circonda l’anima e resta ubbidiente ai suoi cenni. Che cosa non mi diede il Fiat Divino? Mi diede tutto: cielo e terra erano in mio potere, mi sentivo dominatrice di tutto, persino dello stesso mio Creatore. Ora figlia mia, ascolta la Mamma tua: oh, come mi duo­le il cuore nel vederti debole, povera e senza il vero dominio di dominare te stessa! Timori, dubbi, apprensioni, ti dominano, tutti miseri cenci della tua volontà umana. Sai il perché? Perché non c’è in te la vita integra del Volere Divino che, mettendo in fuga tutti i mali del­l’umano volere, ti renderebbe felice e ti riempirebbe di tutti i beni che lui possiede. Ah! Se tu, con un proposito fermo, decidi di non dare più vita alla tua volontà, sentirai morire tutti i mali e rivivere in te tutti i beni. Allora tutto ti sorriderà ed il Volere Divino farà anche in te il terzo passo, e tutta la creazione festeggerà la nuova arrivata nel regno della Divina Volontà. Dunque figlia mia, dimmi: mi ascolterai? Mi dai la parola che non farai mai, mai più, la tua volontà? Sappi che se ciò avverrà, io non ti lascerò mai. Mi metterò a guardia dell’anima tua e ti avvolgerò nella mia luce, affinché tu possa comandare su tutti i mali della tua volontà.

L’anima

Mamma celeste, le tue lezioni mi scendono nel cuore e me lo riempiono di balsamo celeste. Ti ringrazio, che tanto ti abbassi verso di me, poverella. Ma senti, o Mamma mia, ho timore di me stessa; ma se tu vuoi, tut­to puoi, ed io con te tutto posso. Mi abbandono come una piccola bimba nelle braccia della Mamma mia. Sono certa che appagherò le sue brame materne.

Fioretto: Oggi, per onorarmi, guarderai il cielo, il sole, la terra; ed unendoti con tutti, per ben tre volte, reciterai tre Gloria per ringraziare Dio d’avermi costituita Regina di tutti.

Giaculatoria: Regina potente, domina la mia volontà per convertirla in Volontà Divina!

 
 
 

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