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No alla censura! Basta con l'imbroglio!

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Creato da: lunarossa.1974 il 16/02/2007
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Pasolini come ieri oggi e domani?

Post n°35 pubblicato il 21 Giugno 2007 da lunarossa.1974

700 firme per richiedere l'apertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini: ogni firma vista la sua autorevolezza vale il doppio. Ma chi era quest'uomo.

Scrittore, poeta, giornalista, filosofo, soprattutto un uomo scomodo, un uomo libero, un uomo pronto a infrangere le regole del regime.

La sua infanzia segnata dalla guerra, dagli innumerevoli spostamenti, o forse delle vere e proprie deportazioni; il padre accanito giocatore, passò qualche anno in carcere, la madre figura seppur forte rimarrà sempre nell'ombra. Studi eccellenti, sempre educatamente alla ribalta, a scuola nello sport e in qualsiasi cosa si proponesse di fare. Sempre oggetto di chiacchiere, nell'occhio del ciclone, deriso, umiliato, in qualche caso allontanato per vere e proprie ingiurie nei suoi confronti, da redazioni, partiti politici, lavoro.

Pasolini era un uomo nato nel secolo sbagliato: forse sarebbe stato troppo avanti tutt'oggi, forse lo avremmo additato anche noi. Il genio incompreso. Discreto, ma capace d'irrompere il muro omertoso con le sue dichiarazioni al vetriolo. Fragile, ma pronto a sfidare una società bacchettona e intransigente verso i diversi. Umile senza mai abbassare gli occhi dinnanzi verità scottanti.

L'accusa che più gli struggerà l'animo sarà quella marcante la sua omosessualità; vivrà e farà vivere le persone a lui care in un continuo e persuasivo stato di pathos.

Ma cosa può avere indotto la sua morte, chi e perché ha ritenuto di doverlo eliminare?

Di certo non è stato quel ragazzino di 17 anni: qualcuno cerca ancora la verità.

Un crimine irrisolto, l'ennesimo secondo molti, di origine politica; forse ci si dovrebbe fermare.

Ieri sono stata a Roma, nei pressi di piazza della Repubblica, una piazza adiacente la stazione termini. Quando torno in quella che è la mia città, mi rendo conto del perche, incoscientemente ho sempre rifiutato l'idea di tornarci, preferendogli uno sparuto paese vesuviano.

Non sopportano i miei occhi tanto degrado: mi assale rabbia, amarezza, indignazione; al diavolo le belle vetrine, capaci di ostentare una ricchezza frivola e vuota, al diavolo i maestosi portoni degli illustri hotel, al diavolo i monumenti.

Si aggirano le romane, stringendosi a se le borsette, schivando gli sguardi dei senegalesi, nigeriani che non mancano di farti al tuo passaggio qualche apprezzamento vergognoso.

Passano le auto blu, i governatori e gli oppositori, sfrecciano e non sembrano preoccuparsi di come hanno fatto diventare la città; l'impero romano decantato da Marco Valerio Marziale, ridotto ad un ricovero per senza tetto a cielo aperto.

Si aggirano i turisti, assediati ed importunati dagli zingari di strada, veri e propri ladri, esperti borseggiatori.

L'odore nauseabondo e asprigno che ti violenta le narici, che ti colpisce come un pugno attraversando i tanti giardini del centro storico: odore di piscio, urina dei tanti vagabondi che stanno deturpando una delle piu belle città al mondo.

La cosa che piu di tutte mi fa rabbia, è che in questa città ci abitano anche loro, si loro i governatori,  il Presidente della Repubblica e il caro Sindaco. Mi vergogno non poco io per loro.

Perdiamo troppo tempo, troppi soldi ed energie per tentare di svelare vecchi misteri, lasciando incompiuti quelli di oggi. Basta.

Non possiamo sempre rincorrere vecchi fantasmi, seppur con il solo scopo di rendergli giustizia; il tempo tiranno ci priva di concederci tanto.

Lo so è brutale questo mio dire, ma lo è ancor di piu assistere impotenti e subire tanto improprio.

Abbondano le aporie, le apologie, i giudizi gli anatemi, proclami ampollosi, come dei versi, e versi non sono perche la poesia rende tutto dolce anche la morte .

La sporcizia che in superficie si mostra è nulla rispetto allo sporco che abbiamo dentro.

Questo lo aveva capito anche Pasolini, forse per questo è stato ucciso, per aver cercato di lacerare l'allora borghesia benpensante, con la sua delicata e fragile sensibilità.

Non voglio nemmeno io dimenticare, ma non voglio che domani i miei nipoti si ritrovino a dover giustiziare il nostro presente.

 A volte ho come l'impressione che quel che io vedo, sia contemporaneamente invisibile ad altri, oppure, io vivo di allucinazioni o manie di persecuzione.

Non ci credo che nulla si possa fare, non credo si stia facendo abbastanza.

La verità è davanti agli occhi di noi tutti, non bisogna inventarsi sociologi per vederla, o speleologi per scoprirla. È meglio l'esilio dunque?

 

 

 

 

 

 

 
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Commenti al Post:
mdd_m
mdd_m il 24/06/07 alle 14:41 via WEB
ciao,mi complimento per il tuo interessantissimo blog. mi permetto di citarlo tra gli amici,se non ti dispiace.vorrei commentare il tuo post con le parole dello stesso Pasolini, che ci ha fornito una fondamentale lezione:"Il nostro, come disse Sciascia, è un paese senza memoria e verità, e io per questo cerco di non dimenticare."
(Rispondi)
 
 
madevix
madevix il 01/07/07 alle 12:15 via WEB
Mi associo alle citazioni di pasolini che ha scritto mdd_m. Proprio per la sua grandezza e l'essere considerato troppo avanti come dici tu trovo che sia stato più utile che sia vissuto in quell'epoca proprio per la sua capacità di muovere le coscenze.... e devi ammettere che ha spaccato la socità ed ha dato un forte contributo al cambiamento di certi attegiamenti... Grande Pasolini. Peccato che oggi venga ricordato poco. Per il resto sono pienamente daccordo con te. Ciao, sempre grande sei lunarossa.
(Rispondi)
 
stellamaris5
stellamaris5 il 16/07/07 alle 18:01 via WEB
Complimenti x l'analisi che hai fatto sul degrado di Roma....la città più bella del mondo (non esagero) lasciata in balia di sporcizia, di zingari e degrado. La colpa è nostra che glielo permettiamo, del vecchietto sulla matro che continua adare il soldino allo zingaro e loro proligicano....il traffico, lo smog, tutti camminano a testa bassa senza guardare come stanno distruggendo un momumento a cielo aperto. E' cambiata la cultura, siamo in mano al coatto, al motociclista selvaggio, non c'è più amore x la lettura, per la cultura. Rivoglio il SILENZIO, LA QUIETE... Ciao e complimenti ancora. W Roma e W Napoli
(Rispondi)
 
neoalexiei
neoalexiei il 16/07/07 alle 22:23 via WEB
Paradossalmente il tuo giudizio su Roma (sporca e puzzolente, piena di immigrati che disturbano i passanti) è molto poco pasoliniano e molto piccolo borghese. Io a Roma ci vivo, non è un Paradiso, ma ti garantisco che c'è di peggio, molto peggio.
(Rispondi)
 
didascalie
didascalie il 17/07/07 alle 04:01 via WEB
Quando nel 1961 apparve sugli schermi Accattone, il film del debutto nella regia di Pier Paolo Pasolini, per la prima volta la "razza maledetta" del sottoproletariato romano più miserabile e reietto, confinato nell'"inferno" delle borgate, appariva sugli schermi cinematografici senza edulcorazioni e senza pregiudizi, con la sua violenza e la sua disperazione, con la sua fame e la sua degradazione. Come già nei due romanzi pasoliniani ambientati nei "gironi" del sottoproletariato romano, anche il mondo di Accattone si contrapponeva, per la sua stessa storia e natura, all'ordine e alla morale che vigevano nella Città. Accattone, il protagonista, era un "magnaccia", uno sfruttatore di donne, quindi apparteneva ad uno dei gradini più bassi della scala umana. Pasolini scelse proprio l'ultimo fra gli ultimi e, evocando la sua tragedia, mostrò che perfino in un essere come Accattone poteva nascondersi una forma di umanità, che resisteva fra lancinanti contraddizioni. Alla fine del film, era l'umanità di Accattone a gettare una luce diversa sul mondo della normalità, sulle sue leggi e i suoi codici che, implicitamente, silenziosamente, continuano ogni giorno a condannare ad una morte metaforica, senza processo, la gente marginale e disadattata come il protagonista del film. L'intera opera (non solo cinematografica) di Pasolini, è segnata dalla sofferta, lucida e viscerale identificazione con chi è fuori dalla Città, con chi è escluso, con chi è diverso. Questa era la grandezza di Pasolini. E, per quanto riguarda emarginati e soprattutto emigrati, leggiti, di Pasolini, "Alì dagli occhi azzurri". Dopo, Lunarossa, non sarai più costretta per becero conformismo a magnificare un Pasolini di cui, di fatto, mi pare tu abbia compreso ben poco.
(Rispondi)
 
ROBIN1963
ROBIN1963 il 17/07/07 alle 10:20 via WEB
CHI SCRIVE ABITA NELLA ZONA DI CINECITTA' EST (ZONA TOGLIATTI/CHIOVENDA/FILOMUSI GUELFI... MA ANCHE LE ZONE LIMITROFE E LE ALTRE PERIFERIE NON SONO DA MENO! E' drammatico e irritante vivere e vedere il degrado intorno: opere pubbliche abbandonate; sporcizia su marciapiedi, strade e piazze; muri monopolio dei c.d. "writers" , militanti politici anarchico-disobbedienti-noglobal-sinistroestremisti-centrisociali-neonazifascisti inclusi e mischiati a tifosi ancora fieri della propria ignoranza e inciviltà ..., teppisti veri e propri che imbrattano e infestano di manifesti le proprietà di tutti e anche di privati: tutta gente cui non frega nulla degli altri comuni mortali che esistono ! E che dire delle feci canine, complici i "signori" padroni anch'essi noncuranti di pedoni e passanti e suolo pubblico, padroni che non si abbassano a pulire i resti profumati né si preoccupano di rispettare leggi in materia di cani (es. guinzagli) ? E non inventiamoci troppi escamotage sugli immigrati, quelli “puzzolenti”, clandestini o men che siano. Questo semmai è un altro problema. Spesso a fare la figura dei “PORCI PULITI” sono o siamo noi romani, altro che storie! Sull’esempio degli stessi romani che sporcano, beh, l’immigrato non può che continuare a … “puzzare” [per usare sempre una terminologia letta nel blog]. Ci siamo capiti, no? Per non parlare dell'assenza di Istituzioni ed Enti preposti al controllo e alla sicurezza, alla cura dell'ambiente e del patrimonio, della pulizia e dell'igiene: servizi col contagocce se non casuali o del tutto assenti che alla fine istigano alla confusione, al degrado, all'inciviltà, ecc. ecc. Forze dell'ordine come specie in estinzione (ma non è colpa loro se ministeri, comuni e municipi li tagliano personale o lo distribuiscono male o per niente. A proposito: il poliziotto di quartiere? ) E il Comune, appunto. Caro Sindaco e assessori, una Notte Bianca in meno, un Auditorium in meno, un Concerto o un Festival in meno, un Premio Internazionale in meno non gioverebbero all'IMMAGINE VERA (in senso stretto e lato) di ROMA? Lo so, la propaganda elettorale o i compromessi politici, ma non se ne può proprio più!!! Da anni scrivo, telefono alle Autorità più disparate, ma la burocrazia e i passaparola, al massimo, ottengono risultati a breve termine o ad esaurimento progressivo. Poi, tutto come o peggio di prima! Esempio: PIAZZA CAVALIERI DEL LAVORO. Fatto un radicale restyling con tanto di panchine, aiuole, piante e fontana (acqua stagnante o secca: che senso ha?), il X° Municipio, nella persona del Presidente e di un consigliere, nel giorno della inaugurazione e al termine della festicciola si impegnò – proprio su richiesta verbale mia e di altri presenti – alla relativa costante manutenzione dell’opera (?). Tempo alcuni mesi e … il progressivo stato di abbandono. Ancora segnalazioni. E le risposte? Lente, flebili se non ancora in standby. NON FACCIAMONE UNA QUESTIONE DI DESTRA O DI SINISTRA, DI ELEZIONI O REFERENDUM VARI. PER FAVORE, LA POLITICA NON ANDRA’ MAI CONTRO LA POLITICA: SERVE L’EDUCAZIONE CIVICA E LA PRESENZA DEL CITTADINO VERO! Mi appello ai ROMANI e alle ROMANE con …gli attributi (spero ci siano ed abbiano ancora la dignità di cittadini), soprattutto a quelli facoltosi in ogni caso più influenti: FATE LA VOCE GROSSA PERCHE’ RASSEGNARSI ALLA MEDIOCRITA’ E’ COME FAR CADERE UNA SECONDA VOLTA, E FORSE PER SEMPRE, L’IMPERO DI ROMA! Robin1963 ROMA
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