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Punteggiatura: il respiro del cervello

Post n°588 pubblicato il 27 Maggio 2007 da lunedi.bs
 

Da buona amante della lingua italiana, intesa come espressione verbale e non come ricetta culinaria, vorrei fare la "lode alla punteggiatura".

Compito arduo, lo ammetto. Soprattutto si rischia di cadere nel pressapochismo e in modi di dire ormai obsoleti, come il classico "italiano, questo sconosciuto".
Dato per assodato quello, parliamo di punteggiatura. Avete presente quei segnetti appena appena visibili che ogni tanto stanno tra una parola e l'altra come sbaffi di penna o macchie d'inchiostro cadute per caso?
Ecco: quelli.
A volte, mentre leggo, ho davvero la sensazione che li abbiano messi lì tanto per farli vedere, come a dire "so che esistono". Che poi lo "scrittore" sappia a cosa servono è tutta un'altra storia.

Il punto fermo, l'esclamativo e il punto di domanda non fanno testo. Tutti li conoscono, tutti li usano. Perfino troppo, perchè una domanda diventa "più domanda" se è seguita da 30 punti interrogativi. Ovvio, no. Secondo me il 31esimo porta perfino la risposta, provare per credere! (!!!!!!!!! sennò non si capisce che è una presa per i fondelli)

Parliamo invece della virgola. Benedetta virgola. La sua presenza può modificare totalmente il senso della frase. Fantozziano il classico esempio, lo stesso che io avevo sul librone di grammatica alle medie: "si fabbricano impermeabili per bambini di gomma". Eppur ci fu chi, a suo tempo in classe, si domandò dove stava il problema, ma questa è un'altra faccenda.

Il carattere di una persona lo si intuisce molto da come usa, o non usa, la virgola. Se è persona pratica e spiccia ne usa poche. Preferisce il punto, frasi brevi e concise. Poi c'è quello che ne usa troppe. E' il classico tipo da riflessione profonda. Quello che magari inizia da un discorso e attraverso rigiri e maneggi va a finire da tutt'altra parte. Oppure addirittura si perde e voi vi ritrovate con un verbo in meno. Oppure ancora dovete rileggere tutto almeno 4 volte perchè avete perso il soggetto e non riuscite a capire chi fa cosa e quando, nello stile di beautiful che, persa una puntata è perso l'ultimo matrimonio. E vi ritrovate che quello è stato con la figlia della moglie che però ha avuto un figlio dal fratello del marito che non sapeva di essere il cognato perchè il padre era innamorato dell'altra. In questi casi un consiglio: stop. Metteteceli voi i punti e le virgole, tanto il succo del discorso non subirà variazioni abissali. E' risaputo che queste persone dicono dicono, ma alla fine non dicono nulla, quindi se anche non si fanno capire poco cambia.

Un altro utilizzatore delle virgole alla com'esce esce è l'indeciso. In questi casi le virgole, messe a caso, sono accompagnate anche da tanti ma, se e forse. Girate al largo, perchè con gli indecisi non c'è storia. Prima che abbiano deciso che film vedere al cinema hanno già proiettato il primo tempo. E al ristorante hanno chiuso la cucina.

Usate la virgola, con buon senso e moderazione. Serve a voi che scrivete a capire cosa state farneticando. E chi legge non rischia un principio di soffocamento a leggere tutto d'un fiato in attesa di una virgola che non c'è.
La punteggiatura porta respiro. E il respiro porta ossigeno al cervello. Motivo in più per usarla bene.

Una categoria che proprio non posso vedere sono gli amanti dei puntini di sospensione. Sono allergica. Ti dicono due parole e ci piazzano 3 puntini (rigorosamente 3), poi altre parole, mica tante, al massimo arrivano alle 5 di fila, e di nuovo i puntini. Che pizza!!
Se devi dirmi qualcosa dilla che diamine! Oppure mi autorizzi a pensare che sei asmatico o, peggio, che il cervello ti funziona al rallentatore ed ha bisogno di respirare ogni 20 sillabe.
Oppure, ma questa è cattiva, che non sai che dire e stai disperatamente cercando un costrutto frasistico nei meandri della tua memoria che, nella migliore delle ipotesi, sarà una stronzata megagalattica.

Fra gli amanti della "sospensione" inserisco anche la categoria di quelli che "la sanno a memoria" per cui i puntini rappresentano semplicemente il tempo che serve alla loro memoria per tirare fuori frasi ristagnanti, di cui, ho purtroppo constatato, non ne conoscono il reale significato.

Infine ci sono quelli del "lascio capire", che credono di giocare con doppi sensi da grandi conquistatori e ti scrivono: "tu sei.........." E mentre tu ti domandi cosa sei, immaginando tutta la poesia del principe azzurro "irresistibile, affascinante, intelligente, che cosa cacchio sono??" ti arriva un ".... sei qui...." che ti stronca. Eccerto che son qui, e faccio pure male a starci, perchè a leggere ste' due parole in croce infilzate da 50 puntini di sospensione mi fa pensare agli spiedini e mi viene fame.

Vado a cena che è meglio.

P.S. Per comodità ho scritto usando il maschile, ma tengo a sottolineare che le descrizioni calzano a pennello ad entrambi i sessi. Perlomeno questa è la mia esperienza :-)

Commenti al Post:
walkingtroughthefog
walkingtroughthefog il 28/05/07 alle 17:03 via WEB
ok, vado a ricontrollare la mail che ti ho appena inviata per contare quante figure di cacca ho fatto/che tipo di persona sono! ;) ghgh ormai mi son fregata! non ho più scampo! ciauu! walk
 
 
lunedi.bs
lunedi.bs il 29/05/07 alle 00:33 via WEB
ehehhehe!!! ormai sei classificata :-))
 
Lare_il_silenzio
Lare_il_silenzio il 28/05/07 alle 23:28 via WEB
Un uso smodato della punteggiatura porta a chiedersi con chi stiamo parlando. E' capitato anche a me molto tempo fa. E ora, avvolte rileggendo quelle parole pieni di "sospensioni", mi chiedo chi era la persona che mi stava parlando. Io, forse, purtroppo, sono fissuto in una casa dove l'italiano, quello con la I maiuscola, veniva considerato una lingua sacra. E ancora, spesso, innorridisco davanti a usi e consumi di questa lingua, compreso la punteggiatura. Bellissimo post, amore!
 
 
lunedi.bs
lunedi.bs il 29/05/07 alle 00:45 via WEB
Oddio, un'idea di chi fosse, o faceva finta di essere, io ce l'avrei, ma meglio soprassedere :-) Crescere in una casa dove si chiedeva molto in termini di proprietà di linguaggio può sembrare oggigiorno vessativo. Eppure io ringrazio mia madre, per avermi donato il primo libro e per aver preteso tanto impegno nello studio. Anche se poi impegnativo non era: io lo trovavo divertente!
 
   
piandeloa
piandeloa il 14/04/12 alle 15:43 via WEB
he he un "chi era" seguito, nella tua risposta, da un "chi fosse". Geniale, anche se in questo caso il condizionale può anche passare, sebbene inelegante.
 
     
lunedi.bs
lunedi.bs il 14/04/12 alle 16:24 via WEB
??? Fosse è un congiuntivo. E usare i congiuntivi NON è mai inelegante :-)))
 
armega
armega il 07/06/07 alle 13:27 via WEB
Simpatico argomento, mi hai fatto tornare in mente la spiegazione del proverbio "Per un punto Martin perse la cappa", che lessi in un libro delle medie. Si racconta che il monaco Martino non divenne priore perché, in occasione della visita del Vescovo, volendo scrivere sulla porta del convento "Porta patens esto. Nulli claudatur onesto" ossia "Stia aperta la porta, non si chiuda a nessun uomo onesto", mise il punto non prima ma dopo la parola "nulli". Il significato dell'iscrizione divenne:"La porta non si apra per nessuno, si chiuda per l'uomo onesto", il Vescovo s'incazzò di brutto e il povero Martino rimase monaco. Saludos!
 
 
lunedi.bs
lunedi.bs il 07/06/07 alle 19:12 via WEB
E' vero, la ricordo anch'io. Stava sul libro di grammatica, un bel librone blu alquanto pesantuccio da trasportare :-))
 
piandeloa
piandeloa il 14/04/12 alle 15:43 via WEB
Post perfetto. E non una virgola fuori posto.
 
 
lunedi.bs
lunedi.bs il 14/04/12 alle 16:24 via WEB
Mi considero promossa, dunque.
 
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