Dopo tanti mesi torno a recensire un libro.
Questo perchè dopo tanti mesi ho trovato il tempo per tornare al mio primo amore: carta stampata e rilegata :-)
Forte del tam tam mediatico ho acquistato l'ultimo libro della serie egiziana di Wilbur Smith. Ammetto che, a parte la trilogia in questione, che io, appassionata della terra del Nilo, ho particolarmente apprezzato, non ho letto altro dello stesso autore. Il mio commento non va quindi a lui, o al suo modo di scrivere.
Che dire, aspettandomi un romanzo, mi sono invece sbellicata dal ridere e non credo sia una recensione positiva. A pensarci bene ho rimpianto la commovente scena finale della trilogia, dove il mago Taita osserva, struggendosi d'amore, la stella di Lostris appena nata (licenza poetica accettabile, perchè sì, le stelle nascono e muoiono...). Una scena madre di poco lontana dal gran finale di Via col Vento, che peraltro adoro.
Il quarto volume ha rovinato tutto. Belle le descrizioni ambientali, molto intense. Però che la lotta immane tra le forze del male (la strega Eos) ed il valoroso difensore della Verità, si riassuma in una malsana e vigorosa scopata (benchè della durata record di 2 giorni e mezzo), beh, dai... FA RIDERE!!!
Non ci si aspettavano colpi di scena a suon di incantesimi degni di Harry Potter, nè tantomeno un'epica battaglia in stile Signore degli Anelli, ma nemmeno un colpetto di reni, "gijima" e via, puff, tutto risolto.
Chissà, se gli antichi avessero scoperto prima questo modo di risolvere le battaglie, i vari re, faraoni e principi della Terra avrebbero inviato a combattere un sol uomo (o donna), magari anche il più dotato del regno, o la più incantevole e bella, ma di certo avrebbero risparmiato le vite di molti "valorosi eroi" difensori della patria.
Certo, è anche vero che in questo caso la Terra ora sarebbe sovrappopolata. E forse Omero non avrebbe scritto delle gesta degli Achei...
E forse avrei fatto meglio a non acquistare il libro.