Creato da: mandria0 il 26/05/2006
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 07 Giugno 2006 da mandria0

CHE COS’è L’OTTO PER MILLE

Come otto per mille viene definito il meccanismo con cui lo Stato italiano, attraverso la scelta dei contribuenti, devolve l'8% dell'intero gettito fiscale IRPEF allo Stato, alla Chiesa Cattolica o ad altre confessioni religiose, per scopi definiti dalla legge.

COSA NE PENSIAMO NOI

Visto che in tv , nei giornali e per radio ci vengono  spesso presentati spot  poco chiari  che invitano a devolvere l’ 8 per mille alla chiesa cattolica, ricerca ,volontariato ecc. ci è sembrato opportuno effettuare una breve ricerca su questo argomento così delicato e protetto da aulica sfera che nessuno dei nostri media convenzionali si permette di approfondire. 

Sempre rispettando le scelte di ciascuno ci sembra doveroso sottolineare alcuni aspetti della questione che possono risultare determinanti nella scelta della destinazione dell’8 per mille.

Innanzitutto vi invitiamo a firmare il certificato di destinazione. Sappiate che le quote di chi si astiene dalla scelta vengono comunque ripartite secondo la percentuale dei firmanti quindi ci sembra onesto e corretto che un cittadino destini il suo finanziamento dove meglio preferisce.

Per quanto riguarda  la scelta non ci permettiamo di dare indicazioni, preferiamo fare emergere alcune cifre e lasciare ad ognuno le doverose considerazioni.

Per cominciare, con la legge finanziaria del 2004 si è stabilito che dalla quota devoluta allo Stato vadano sottratti 80 milioni di euro, che vengono impiegati per sostenere la GUERRA IN IRAQ ( spese ordinarie).Se inizialmente l’8 per mille allo Stato doveva servire ad interventi straordinari per la fame nel mondo,calamità naturali ,assistenza rifugiati e conservazione dei beni culturali, potete capire la leggera, ma proprio leggera, contraddizione che si è creata.

La Chiesa cattolica,che tanto si prodiga in messaggi intrisi di immagini di solidarietà e aiuto ai disperati è l’unica chiesa che non devolve una lira ad “interventi sociali e culturali” preferendo destinare i fondi a “finalità religiose e di culto” e “sostentamento al clero”. Considerando che,accaparrandosi circa l’87% della somma totale, l’introito della Chiesa cattolica si aggira intorno a 936 milioni di euro(cifre del 2004) ci sembra quantomeno poco onesto muovere il cuore della gente con un certo tipo di messaggi e poi devolvere l’80 % di questa somma in stipendi ecclesiastici, manutenzione di immobili e gestione del patrimonio. Se poi consideriamo che anche il 44% della somma destinata allo Stato è destinata alla “conservazione di beni culturali destinati al culto cattolico” il totale incrementa ancora.

Siamo invece stati piacevolmente colpiti da come le altre chiese devolvano le loro somme che, seppur  esigue, sono destinate a scopi più nobili. Basti pensare che la Chiesa Valdese investe esclusivamente in progetti sociali, assistenziali e culturali (rispetto dei diritti umani, interventi per bambini e anziani, profughi e rifugiati).L’ Unità delle chiese ebraiche destina fondi alla lotta al razzismo e all’aiuto ai portatori di handicap, le Assemblee di Dio erogano l’intera somma ad interventi umanitari in Italia e nel terzo mondo, l’ “Unione Chiese cristiane avventiste del settimo giorno”rifiuta, addirittura, di destinare i fondi ottenuti (2,4 milioni di euro nel 2004) alle esigenze di culto e al sostentamento del clero: i fondi ricevuti sono devoluti esclusivamente a scopi umanitari, sociali, assistenziali e culturali.

Ora non vogliamo assolutamente mettere sullo stesso piano la fede di ognuno con la configurazione della propria chiesa ma siamo fermamente convinti che questi due aspetti non possano, per comodità e giustificazione, essere sempre e comunque separati ed analizzati singolarmente.

 
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