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Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da mandria0
Foto di mandria0

EVVIVA LO ZECCHINO… ROSSO!!

Capita, talvolta, girando per la rete di venire a conoscenza di “curiosità” che hanno dell’incredibile. E quello che ho scoperto l’altro giorno è proprio uno di questi casi.

A quanto pare una delle più popolari canzoni per bambini (lanciata appunto dallo “zecchino d’oro” ) non sia altro che un testo con palesi riferimenti storici alla lotta di classe con le sue rivendicazioni salariali, all’occupazione nazista e alla resistenza partigiana.

La canzone in questione è la celebre “44 GATTI”. Di seguito è riportato il testo accompagnato da dovute delucidazioni.

44 GATTI

Nella cantina di un palazzone
tutti i gattini senza padrone
organizzarono una riunione
per precisare la situazione.

(ecco i sindacati che si riuniscono in gran segreto per la rivoluzione operaia)

Loro chiedevano a tutti i bambini,
che sono amici di tutti i gattini,
un pasto al giorno e all'occasione,
poter dormire sulle poltrone!

(Buoni pasto e riduzione dell'orario di lavoro.. sacrosanto!)

Naturalmente tutti i bambini
tutte le code potevan tirare
ogni momento e a loro piacere,
con tutti quanti giocherellare.


(Nooo, il compromesso come base della conquista, la corruzione dilagante)

Quando alla fine della riunione
fu definita la situazione
andò in giardino tutto il plotone
di quei gattini senza padrone.

(ecco i lavoratori che scendono in piazza a far sentire la propria voce)

Quarantaquattro gatti,
in fila per sei col resto di due,
marciarono compatti,
in fila per sei col resto di due,
coi baffi allineati,
in fila per sei col resto di due,
le code dritte dritte,
in fila per sei col resto di due.

Che ci crediate o meno ecco cosa è avvenuto nel '44:

"Sessant’anni fa, il 1° marzo 1944, gli operai delle grandi città
del Nord occupato dai nazisti scendevano in sciopero.
Le agitazioni si prolungarono per un’intera settimana coinvolgendo,
si calcola, circa mezzo milione di lavoratori.
L’esito, sotto il profilo strettamente economico, non fu positivo:
le rivendicazioni non vennero accolte, la repressione al contrario fu assai dura.
Ma l’impatto politico fu enorme: lo sciopero aveva dimostrato
che le formazioni partigiane organizzatesi in montagna non erano isolate,
che le città non erano abitate solo dalla paura e dalla rassegnazione. "

 
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