« MAESTRI | LELA E GLI OCCHI CHE RIDONO » |
Un'amica mi ha chiesto di guardarmi dentro e io l'ho fatto. Come sempre penso troppo, sono cerebrale, mi guardo dentro e mi metto in discussione, considero importante capire e imparare dai propri errori. Piacersi e autocompiacersi troppo è pericoloso, credo sia giusto ascoltare le "critiche" costruttive degli amici, di chi ti conosce e ti vede da fuori, se pur con occhio affettuoso. PERO' mi chiedo se esiste un limite e la mia risposta è sì! Quindi alzo lo sguardo intorno a me, se chi mi critica ha con sè stesso l'atteggiamento opposto, se ripete sempre che si piace, come a dire che è perfetto così com'è..."io sono fatto/a così e mi piace" allora le critiche non le accetto più... Ogni rapporto, di qualunque natura esso sia, è condizionato nella sua essenza dalle due parti che sono in relazione tra loro, se non funziona non è mai responsabilità di una sola delle parti, il disagio, la negatività non sono mai da una parte sola. Non ci sto più a sentirmi la sola responsabile dell'esito di una relazione, di qualunque relazione, sia di amicizia, di lavoro o d'amore... Mi assumo completamente la mia responsabilità, la mia...cioè esattamente il 50%. Non posso più confrontarmi con chi non si confronta mai con se stesso se non per autoapprovarsi, perchè questo non è un dialogo, nè un confronto, ma un esercizio autodistruttivo e io di soffrire gratis ho finito. Non permetto più a nessuno di farmi sentire inadeguata a standard che non sono i miei, ma i suoi. Certo che sbaglio, sono umana, ma, sorry, non sono l'unica...
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