Creato da: raccontatevi il 06/03/2006
vita di una trentenne in fuga

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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 30 Marzo 2006 da raccontatevi

Settantadue. Erano le ore che passarono dal post it. Nella notte precedente aveva provato a chiamarlo, cellulare spento, segreteria non più attiva. Marianne ricordava ancora la sera in cui Paul aveva cambiato il suo classico messaggio in segeteria con " Se non sono reperibile è perchè sono col mio sogno, se invece sei tu, allora mi manchi" e poi il beep finale che concludeva la voce allegra di Paul. Lasciò il cellulare sul tavolo, si preparò la sua tisana. La città era ricoperta di neve, erano tre giorni che non faceva altro che nevicare. Quella mattina sarebbe rimasta volentieri a casa, spegnere ogni contatto. Il suo viso perso e in quell'attimo una telefonata. Corse e senza troppa curanza rispose. Sperava fosse Paul, invece dall'altra parte della cornetta fu solo la segretaria, l'avvisava del meetting del giorno. Si vestì in silenzio, attraversò la città vuota per le prime feste di  Dicembre e furono subito solo carte e progetti. Nei corridoi si mormorava da giorni che col nuovo anno al lavoro ci sarebbero state grosse possibilità di crescita e in azienda Marianne aveva già catturato la stima non solo di molti colleghi ma anche del capo, dopo tutto il suo curriculum era molto interessante. Sarebbe stata un'altra nuova occasione per ripartire?. Cambiare ancora?. Questa volta non avrebbe voluto, ma i silenzi e le risposte che tardavano ad arrivare non lasciavano nessuna sicurezza in lei. E si sa quando non si cercano certe situazioni, queste arrivano senza farti troppe domande. Dopo la pausa pranzo, Marianne fu chiamata in ufficio, sapeva già quale sarebbe stato l'esito di quell' incontro, sapeva già quale sarebbe stata la sua risposta nonostante avesse voluto altro, in quel momento. Arrivò puntuale, bussò e dall'altra parte della porta "Prego Marianne, l'aspettavamo." Accanto alla sua sedia, Federico, un suo collega. In realtà aldilà del nome e della figura professionale all'interno dell'azienda non sapeva un granchè di lui. Per dirla tutta, Marianne, non aveva mai ampliato le conoscenze, si era sempre limitata nelle cortesie dei pranzi di lavoro e quelle brevi pause caffè quando non c'era Paul.La riunione durò poco più di un paio di ore, doveva ripartire, lei lo sapeva, non si era stupita di questa novità, ma a differenza dei vecchi spostamenti questa volta sarebbe mancata per molto più tempo e questa volta la destinazione fu New York. La Grande Mela. Un infinità di ricordi. Fu solo una stretta di mano e un sorriso a concludere la giornata. Lasciò l’ufficio, prese le sue cose, scese in auto raggiunse il suo appartamento e tra i profumi ancora di loro pianse ancora una volta.

 
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Commenti al Post:
raccontatevi
raccontatevi il 30/03/06 alle 12:45 via WEB
Buongiorno Cara. Un oceano di mezzo, un'altra volta. New York affascina parecchio. Ritornerò? Già sto mettendo per scontato che parto.. un bacio Amica
(Rispondi)
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 30/03/06 alle 12:51 via WEB
Non mi era dispiaciuta come città e per un po' avevo accarezzato l'idea di trovarmi un lavoro e andarci a vivere per un perido non troppo lungo ma abbastanza per capire quella realtà. Bacio a te, belle amie ;-)
(Rispondi)
 
 
 
raccontatevi
raccontatevi il 30/03/06 alle 12:59 via WEB
Tre mesi poi non son tanti. La lingua non è un problema, certo una con la -r- che dice good moRning è affascinante. :)
(Rispondi)
 
 
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 30/03/06 alle 13:11 via WEB
Per un francese o per chi ha studiato nella lingua di Voltaire, pronunciare perfettamente l'inglese è come fare un torto a Giovanna D'Arco ;-), però c'è chi ci riesce benissimo.. ahimè non io.. Non ho dubbi sul fascino del tuo "good moRning" :))
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
raccontatevi
raccontatevi il 30/03/06 alle 13:17 via WEB
Hai citato, a mio avviso, la Donna più spettacolare del corso della storia. Oh mon dieu, Voltaire... avrei prefetio un Charles Baudelaire e i suoi pulet malassis. :)
(Rispondi)
 
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