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Il "grande" filosofo americano dice: “Toh, sulla guerra in Afghanistan mi sono sbagliato”…
Post n°1817 pubblicato il 10 Ottobre 2011 da massimocoppa
Michael Walzer, la faccia come il culo “E’ stata ed è ancora una guerra giusta, a differenza di quella dell’Iraq: protetta dai talebani, la rete di Al Qaeda aveva attaccato l’America e si doveva reagire con le armi. Ma è una guerra che non si può più vincere e che quando ce ne andremo, anche se forse noi non ce ne andremo mai del tutto, lascerà l’Afghanistan nel caos. Dieci anni fa, io la appoggiai. Ma non mi sarei mai aspettato uno sbocco del genere. Credevo che avremmo vinto subito, e che l’Afghanistan si sarebbe stabilizzato e democratizzato. Invece è un Paese in preda alla corruzione, al tribalismo, alla guerriglia, alla droga, e di cui non si può prevedere il futuro a lungo termine. E’ desolante. E’ un nostro tragico fiasco. Ed è una lezione per i nostri leader: non si interviene in un Paese straniero se non si hanno mezzi adeguati, non si ha un piano per il dopo, e non si hanno gli uomini per attuarlo”. Queste parole sono state dette al “Corriere della Sera” di qualche giorno fa. Ed a pronunciarle è stato Michael Walzer, un famoso filosofo americano apparentemente della sinistra liberal; e tuttavia non un pacifista, ma un “falco”, nel senso che appoggiò l’intervento americano in Afghanistan, e non senza qualche ragione. Tuttavia è scioccante ed inaccettabile che adesso, dopo tanti anni, tanto sangue e tanti soldi spesi, Walzer se ne esca con la candida ammissione di aver sottovalutato l’Afghanistan! Santo Iddio! E questo sarebbe un famoso studioso?! Non aveva mai sentito parlare del fatto che l’Impero Britannico (dico, l’Impero Britannico!) prima e l’Unione Sovietica (dico, l’Unione Sovietica!) poi se ne erano dovuti andare, in epoche diverse, sconfitti ed umiliati da un territorio aspro ed ostile, sia per morfologia che per abitanti?! Walzer è nato nel 1933: potrei essergli figlio. Eppure queste sono cose che io sapevo dall’età di quindici anni, mentre lui, il grande studioso, non le aveva mai sentite menzionare. Non capisco: non leggeva nemmeno i giornali?
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