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                     Winston
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Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

 

 

SILENZIO TOMBALE DI “REPUBBLICA” SULLO SCIOPERO DELLA CGIL!

Post n°2194 pubblicato il 12 Aprile 2024 da massimocoppa
 

SILENZIO TOMBALE DI “REPUBBLICA”
SULLO SCIOPERO DELLA CGIL!

Ieri la Cgil e la Uil hanno tenuto uno sciopero nazionale che è andato dalle quattro alle otto ore, a seconda dei luoghi, per protestare contro il continuo stillicidio delle morti sul lavoro, ma anche per riprendere il filo conduttore delle argomentazioni relative alla disoccupazione, alla precarizzazione, al fenomeno delle paghe insufficienti e via discorrendo.
Ebbene, di questo sciopero sia ieri che oggi è possibile leggere sul “Corriere della Sera”, giornale storicamente vicino alla borghesia ed agli industriali, MA NON SU “REPUBBLICA”, altrettanto storicamente vicina alla sinistra.
Sembra incredibile, ma uno dei più importanti quotidiani italiani non ha scritto una sola riga su quella che è, al di là di come la si pensi, indubbiamente una notizia, visto che parliamo di uno sciopero nazionale.
Com’è possibile questo?
Mi viene in mente una sola spiegazione: che “Repubblica”, essendo notoriamente fiancheggiatrice del Partito Democratico (come ieri lo era dei Ds, prima ancora del Pds e, ere geologiche fa, del Partito Comunista), ha aderito a quella che è oramai la natura stessa del Pd: cioè un partito borghese, conservatore, conformista e nemico dei diritti dei lavoratori, anche perché non ha nel suo programma l’abolizione di provvedimenti vergognosi del fu segretario Matteo Renzi, come il “Jobs Act”, vale a dire l’istituzionalizzazione del precariato, e non prevede neanche la reintroduzione dell’art. 18, quello che vietava i licenziamenti senza giusta causa.
La Schlein, apparentemente, ci sta provando a “dire qualcosa di sinistra”, ma evidentemente il Pd è ormai ontologicamente incapace di dedicarsi a temi quale i diritti dei lavoratori, giusto per citarne uno.

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L’ATOMICA IRANIANA, UNA POSSIBILITÀ ORMAI IMMINENTE

Post n°2193 pubblicato il 11 Aprile 2024 da massimocoppa
 

L’ATOMICA IRANIANA, UNA POSSIBILITÀ ORMAI IMMINENTE
Uno dei “regali” più avvelenati della presidenza Trump, che dovrebbe far riflettere innanzitutto il Partito Repubblicano americano e tutti quegli americani (e sono tantissimi) che sostengono questo pericoloso e cialtronesco personaggio, è costituito dalla denuncia e dal susseguente annullamento dell’accordo che Obama stipulò con l’Iran per consentire alla Repubblica Islamica di sviluppare l’energia nucleare ma a soli scopi civili, proibendone l’uso militare.
Per il tycoon l’Iran era un Paese malefico, e fin qui si potrebbe anche concordare: peccato che la classifica personale di Trump su chi sia pericoloso per il pianeta sia molto particolare, visto che assolve la Russia di Putin e la Corea del Nord di Kim Jong Un, per non dire che egli addirittura simpatizza umanamente per questi due dittatori e li considera amici personali (specialmente lo Zar russo).
La conseguenza di tutto ciò è che, nonostante i sabotaggi informatici e l’eliminazione fisica di scienziati e tecnici a cura del Mossad israeliano, il programma nucleare di Teheran è andato avanti: forse lentamente, ma di certo tenacemente, riottoso ad ogni ostacolo ed incurante delle reazioni internazionali.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), nel suo ultimo rapporto, rivelato dal “Washington Post”, afferma che l’Iran è così avanti che, entro pochi mesi, avrà il suo primo ordigno nucleare.
L’arricchimento del plutonio, specie nella centrale di Fordow, è ormai al 60 %. Per l’uso militare bisogna arrivare al 90 %. In effetti è un tetto apparentemente ancora lontano, ma secondo gli esperti è raggiungibile facilmente.
Il fatto è che l’Iran, e non da oggi, possiede interamente sia la tecnologia che le materie prime per arrivare alla bomba atomica: è solo una questione di volontà.
Non è detto, perciò, che i mullah vogliano arrivare all’esito estremo: anzi, affermano spesso che le armi di distruzione di massa sono contrarie ai principi dell’Islam.
Tuttavia è un dato di fatto che l’ordigno nucleare sia ormai dietro l’angolo, nell’apparente indifferenza del mondo il quale, a quanto pare, ha ormai accettato l’ingresso di una seconda potenza islamica, benché di orientamento sciita, nel club dei Paesi atomici (il Pakistan possiede l’atomica già da molti anni).
Da considerare, inoltre, che una bomba atomica serve a ben poco senza missili balistici in grado di trasportarla sull’eventuale bersaglio: ebbene, anche da questo punto di vista non ci sono problemi: Teheran ha sviluppato da tempo un settore missilistico di tutto rispetto, con vettori di tecnologia simile a quelli, temibili, nordcoreani e capaci di colpire con precisione anche a migliaia di chilometri di distanza.

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VIVA LA CGIL CHE SI SCHIERA PER L’ART. 18 E CONTRO IL “JOBS ACT”!

Post n°2192 pubblicato il 04 Aprile 2024 da massimocoppa
 

VIVA LA CGIL CHE SI SCHIERA PER L’ART. 18
E CONTRO IL “JOBS ACT”!

In un’intervista, apparsa ieri sull’edizione nazionale di “Repubblica”, il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha annunciato la battaglia del sindacato per l’abolizione del “Jobs Act”, vergognoso apparato normativo che istituzionalizza il precariato nel lavoro, e per la reintroduzione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, quello che prevede l’impossibilità di licenziare un lavoratore in assenza di una giusta causa.
Il “Jobs Act”, vale a dire quel sistema che, di fatto, legalizza lo sfruttamento dei dipendenti e la loro precarizzazione a vita, insieme all’abrogazione dell’art. 18, uno scudo magnifico a tutela dei lavoratori, sono stati due regali avvelenati di Matteo Renzi, il turbocapitalista alla cinese, nemico dei lavoratori, sodale del grande capitale e dei petrosceicchi arabi.
In pochi mesi di governo Renzi ha fatto danni enormi, riportando l’orologio dei diritti dei lavoratori indietro di cento anni.
Ma se, da un lato, è comprensibile che il leader del maggior sindacato italiano, oltretutto con un lungo passato alla guida dei duri e puri della Fiom metalmeccanica, voglia adoperarsi al massimo delle sue forze per la tutela dell’istituto del lavoro, è inammissibile, per non dire incomprensibile, che non lo faccia il Partito Democratico!
Renzi non è più al governo da tempo, non è più a capo del Pd: anzi, non è nemmeno più nel partito, per cui non regge la scusa che non ci si può mettere facilmente contro il proprio capo… Eppure, per la formazione della Schlein non sembra che abolire quella schifezza del “Jobs Act” e reintrodurre l’art. 18 siano una priorità.
In realtà quest’atteggiamento si spiega facilmente col fatto che il Pd, sin dalla sua nascita, non è più un partito di sinistra, ma l’ennesimo partito borghese, per cui è ovvio che dei lavoratori gli importi ben poco.
Ben venga, dunque, l’iniziativa della Cgil e speriamo che porti frutti.

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IL CHIP NEL CERVELLO, CI SIAMO ARRIVATI: COSA NE VERRA’?

Post n°2191 pubblicato il 30 Gennaio 2024 da massimocoppa
 

IL CHIP NEL CERVELLO, CI SIAMO ARRIVATI:
COSA NE VERRA’?

È un aggettivo di cui si abusa spesso, ma stavolta credo sia adeguato: l’impianto di un chip “Neuralink” nel cervello di un essere umano è un evento “storico”.
Penso che questo sia un fatto che, in futuro, dividerà la storia dell’umanità tra un prima e un dopo.
L’annuncio è stato dato dal controverso imprenditore Elon Musk: dunque, Neuralink è una realtà. Ci vorrà tempo per vedere i risultati, e non è detto che tutto vada liscio: la persona che si è prestata a quest’operazione chirurgica è certamente a conoscenza dei pericoli per la sua salute e addirittura per la sua vita, ma altrettanto certamente li ha accettati in cambio di una somma di denaro astronomica, considerato anche il volume di affari di Musk, uno degli uomini più ricchi del mondo.
Apparentemente le finalità di questa sperimentazione sono ottime: ridare la vista ai ciechi e guarire i paralitici innanzitutto, in una specie di riedizione dei miracoli del Vangelo. Ma poi, anche, governare i device e gli impianti elettronici (cellulare, computer, server, Internet, domotica, strumenti di lavoro e così via) con la sola forza del pensiero!
Dunque, siamo di fronte ad un evento epocale. Sia chiaro che questo non implica, necessariamente, un giudizio positivo su di esso. Anzi, le implicazioni etiche sono enormi e, in effetti, la questione è abbastanza inquietante.
Siccome quasi tutte le invenzioni umane sono destinate sia ad usi benigni che maligni, è facile immaginare che sarà così anche in questo caso: solo che le conseguenze e le dimensioni del fenomeno, stavolta, sono veramente immense e devastanti.
Per prima cosa, è un fatto, siamo alla nascita dell’uomo bionico, del cyborg: non più e non solo essere umano, ma uomo e macchina insieme. Avremo un cervello parzialmente elettronico, a cui (già succede) aggiungere arti meccanici e, in futuro, organi interni completamente artificiali.
La fantascienza diventa realtà. Ci sono interi generi letterari (basti pensare alla narrativa cyberpunk) e cinematografici che già da decenni hanno esplorato un futuro dove la biologia e la tecnologia si fondono, tratteggiando però un quadro da incubo ed un mondo distopico.
Diciamo che da quest’iniziativa di Musk c’è molto da temere, oltre che molto da guadagnare. Mi spaventano soprattutto due aspetti: la disumanizzazione dell’essere umano, che da oggi si incammina ancor di più verso la simbiosi con le macchine, e la possibilità di controllo che un regime dispotico o la criminalità organizzata possano realizzare utilizzando chip i quali, impiantati nel nostro cervello per consentirci di fare cose finora impensabili, diventino il cavallo di Troia per controllarci e condizionarci completamente, realizzando il sogno ultimo di tutti i regimi totalitari della storia.

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LA POLIZIA CHE DIFENDE I MANIFESTANTI NON SI ERA MAI SENTITA...

Post n°2190 pubblicato il 23 Gennaio 2024 da massimocoppa
 

LA POLIZIA CHE DIFENDE I MANIFESTANTI
NON SI ERA MAI SENTITA...

Alle volte la passione politica è capace di creare una fase di tale surrealismo da generare eventi impensabili e senza precedenti.
Quando la premier Meloni e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sono stati recentemente a Forlì, il viceministro alle Infrastrutture  e Trasporti, Galeazzo Bignami, leader di Fratelli d’Italia in Romagna, si è platealmente inferocito per una manifestazione pacifica, ma rumorosa, di alluvionati.
Secondo lui rovinavano la bellissima atmosfera della visita di cotante autorità e dovevano essere zittiti ad ogni costo. Ha sbraitato contro i dirigenti di polizia presenti, accusandoli di inefficienza ed inettitudine, ed è stato poi sentito chiamare al telefono un certo “Matteo”: Salvini, suo superiore al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, o Piantedosi, ministro dell’Interno e responsabile, quindi, dell’ordine pubblico?
Comunque sia, gli è stato risposto dall’interlocutore che le manifestazioni pacifiche ed autorizzate rientrano nelle libertà garantite in democrazia e non possono essere represse.
Il sindacato dei funzionari di polizia, a sua volta, ha protestato per l’atteggiamento del sottosegretario Bignami e ricordato che manifestare è un diritto.
Perciò parlavo di situazione surreale: credo che sia la prima volta nella storia, in tutto il mondo ed anche nei Paesi democratici, che la polizia si batta per il diritto a manifestare; che la polizia difenda i manifestanti dal governo, e non viceversa come di solito...

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