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Ray Bradbury, "Fahrenheit 451"

 

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Un uomo può perdonare
a un altro uomo
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                     Winston
                        Churchill

 
 

Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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SACCHEGGIATO IL PALAZZO DEGLI ASSAD, MA I LIBRI NON LI HA VOLUTI NESSUNO...

Post n°2206 pubblicato il 13 Dicembre 2024 da massimocoppa
 

SACCHEGGIATO IL PALAZZO DEGLI ASSAD,
MA I LIBRI NON LI HA VOLUTI NESSUNO...

Ancora una volta esperti, analisti, studiosi, osservatori e gli immancabili servizi segreti di tutto il mondo non hanno né previsto, né visto ciò che stava per accadere sotto i loro occhi: in una settimana uno sconosciuto gruppo islamico è stato capace di rovesciare una dittatura che durava da prima che io nascessi: quella della famiglia Assad, in Siria.
Ribelli laici prima ed islamici dopo avevano fallito nell’ultimo decennio: ci è riuscita Tahrir Al-Sham, un’organizzazione inserita dai Paesi occidentali e dall’Onu nelle liste dei gruppi terroristi, guidata dal misterioso Abu Mohammed al-Jolani, nome di battaglia di un bell’uomo che, in passato, ha militato anche in al Qaida e nell’Isis, ma che oggi promette una Siria moderata, tollerante ed ispirata ai valori del miglior Islam della storia, quello illuminato di secoli fa, un impero liberale che accettava e proteggeva le minoranze e non vessava le donne.
Vedremo. Voglio essere ottimista, ma i precedenti storici non aiutano. Ricordo bene che l’ultima generazione di talebani, quelli tornati al potere in Afghanistan da poco, aveva garantito, anche in occasione della conferenza stampa di insediamento al potere, che le donne sarebbero state libere di fare qualsiasi cosa, tanto per dirne una: e sappiamo invece come sta andando. Sono segregate e sottomesse, a dir poco.
Tuttavia mi sia consentita una notazione su un fatto apparentemente minore, ma che per me riveste un grande significato.
Le cronache giornalistiche ci informano che il palazzo presidenziale degli Assad, a Damasco, è stato completamente saccheggiato: non è rimasto niente. Asma, la moglie del presidente Bashar, aveva quattro stanze solo per le scarpe: questa sì che era una cabina-armadio! Praticamente decine e decine di donne ora hanno scarpe nuove… Tra l’altro, questa delle calzature pare essere una fissazione delle mogli dei dittatori: famosa è rimasta l’incredibile collezione di Imelda, la vedova del presidente filippino Marcos.
Tuttavia, un ambiente è stato risparmiato: la biblioteca di cento metri quadrati con tutto il suo contenuto. Non è stato danneggiato, ma neanche rubato, nemmeno un libro!
Tutto il mondo è paese: neanche in Siria si ama più leggere, non solo da noi. È una sciocchezza sullo sfondo di una tragedia nazionale, con tutti gli orrori e le morti causate dal regime e di cui si sapeva, ma che ora vengono mostrate a favore di telecamera. Eppure, non so perché, questo fatto dei libri che non sono stati rubati mi intristisce.
Gesù ha detto: “Non si vive di solo pane” (vangeli di Matteo e Luca, ma il concetto era già nel Deuteronomio ebraico). Ma forse questo il popolo siriano, che è musulmano, non lo sa.

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L’ASSURDA RIELEZIONE DI TRUMP

Post n°2205 pubblicato il 06 Novembre 2024 da massimocoppa
 

L’ASSURDA RIELEZIONE DI TRUMP

Dall’alba di stamattina rimugino su quanto accaduto negli Stati Uniti. Non mi sorprende la rielezione di Donald Trump alla presidenza della più importante super-potenza mondiale, perché ormai da anni sono rassegnato al peggio e le cocenti disillusioni del passato mi hanno reso molto prudente (peraltro ne avevo previsto la vittoria già a luglio, dopo l’attentato): ma trasecolo per le proporzioni della sua riconferma.
In pratica ha vinto in quasi tutti gli Stati ed ha vinto anche il voto popolare: quando fu eletto la prima volta vinse nei collegi ma prese tre milioni di voti in meno di Hillary Clinton; stavolta ha preso cinque milioni in più di Kamala Harris.
Sulle motivazioni di quanto accaduto stanno già emergendo analisi convincenti, e tutti le possiamo leggere sui media on line. Quello che qui voglio invece sottolineare è che questo risultato è sconvolgente, e per varie ragioni.
Nonostante la Harris fosse indubbiamente un candidato abbastanza debole, credo che gli americani avrebbero dovuto votare per il male minore, perché è difficile immaginare un male maggiore di Donald Trump.
È un personaggio pessimo, sia come uomo che come politico. Soprattutto, mi domando come sia possibile che una donna voti un uomo che si vanta di prenderle per la vagina, stringendola con la sua manona; che va a letto con una pornostar mentre la moglie è incinta di suo figlio e poi la paga (reato penale) per mentire alla magistratura; che non è un granché nemmeno a letto, nonostante il suo asserito machismo, perché la stessa pornostar ha dichiarato che il rapporto fra i due fu breve e deludente; che ha fatto in modo, nominando alla Corte Suprema giudici ultra-conservatori, che l’aborto sia diventato di fatto impossibile nella maggioranza degli Stati americani; un uomo che insulta spesso e volentieri le donne, ultima in ordine di tempo la Harris, con insulti sessisti e maschilisti.
Poi mi domando come, in generale, sia possibile per l’elettore medio americano votare per un politico che si vantava di essere un grande imprenditore, salvo poi scoprire che è fallito in tutte le sue attività di palazzinaro, coprendo illecitamente i bilanci; per un capo delle forze armate il quale, ai tempi del Vietnam, ha evitato di andare in guerra e, anzi, si è poi preso gioco pubblicamente degli “sfigati” americani morti sia nel Sud Est asiatico che nella seconda guerra mondiale; per un negazionista dei cambiamenti climatici che, a fronte di migliaia di morti ogni anno per le bizze del tempo, punta ad intensificare l’inquinamento promettendo più gas, più petrolio e più carbone per tutti; per una persona così profondamente antidemocratica ed anti-istituzionale da insultare violentemente ogni avversario, mancando completamente di rispetto alle più elementari regole dell’educazione, da sfuggire ad ogni confronto basato sui fatti, a mentire così sistematicamente e grossolanamente da risultare un bugiardo patologico ed un calunniatore seriale; da non aver riconosciuto la sconfitta ad opera di Biden ed aver ispirato ed istigato l’assalto al Parlamento, compiacendosene poi; per uno che cerca in tutti i modi di sfuggire ai vari processi in corso, ovviamente insultando anche i giudici; che ha ottenuto dalla Corte Suprema, da lui formata, l’incredibile risultato che un presidente americano in carica non è perseguibile per nessun tipo di reato commesso durante la presidenza: quindi anche, teoricamente, ordinare l’uccisione di un avversario politico; che è amico di Putin e flirta con tutti i dittatori del mondo, compreso il leader della Corea del Nord Kim Jong-Un, e che ha dichiarato a più riprese che farà terminare subito la guerra in Ucraina, probabilmente costringendola ad arrendersi alla Russia, e si disimpegnerà dalla Nato.
Ecco, uno così, in un mondo normale, non dovrebbe prendere neanche un voto, anche se promette che non farà aumentare i prezzi. Pagare di meno la benzina giustifica l’eutanasia alle istituzioni democratiche? Io credo di no, ma evidentemente la maggioranza degli americani la pensa diversamente. Al di là delle inadeguatezze di Kamala Harris, in un Paese civile contro Trump avrebbe dovuto vincere anche il cavallo di Caligola. Anche perché si può capire l’averlo votato la prima volta: non sapevamo ancora, bene, chi e cosa fosse Trump. Ma dopo tutto quello ha combinato, e dopo averlo bocciato la seconda volta, tributargli nuovamente un ampissimo consenso è una perseveranza che, più che erronea, è diabolica; ed avrà conseguenze globali, anche per noi italiani.

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IL MINISTRO E L’INFLUENCER, QUALCHE RIFLESSIONE

Post n°2204 pubblicato il 13 Settembre 2024 da massimocoppa
 

IL MINISTRO E L’INFLUENCER, QUALCHE RIFLESSIONE

Nella patetica vicenda dell’ex ministro Sangiuliano e della sua accusatrice, Maria Rosaria Boccia, sedicente imprenditrice ed abile manipolatrice dei social, si è molto parlato ed è inutile ripetere concetti già espressi da altri.
Tuttavia, di tutto quanto accaduto, mi resta forte l’impressione avuta sin dal primo momento. Più che altro si tratta, in realtà, di una conferma: che le donne stanno una spanna sopra.
Ancora una volta gli uomini hanno dimostrato di farsi guidare dal testosterone (in realtà vorrei dirlo in un’altra maniera, ma non voglio essere volgare), mentre le donne si fanno guidare dalla testa.
Continuamente, nella storia, vediamo uomini di potere farsi invischiare in una “trappola al miele”, come il KGB sovietico definiva in gergo l’adescamento di un bersaglio maschile ad opera di una bella spia russa. Mai, e dico mai, si è vista una donna di potere farsi influenzare o addirittura guidare da un uomo, fosse anche un amante o un compagno.
La premier Meloni, tanto per dirne una recente, ha liquidato Gianbruno in due minuti dopo lo scandalo delle riprese interne in cui faceva il cretino con le giornaliste in televisione.
Qualche parola bisogna spenderla anche per la vistosa signora Boccia. Apparentemente dirige lei le danze. Lei ha fatto scoppiare lo scandalo, lei ha tenuto il governo sulla graticola per giorni, lei ha spopolato sui social, lei ha costretto la Meloni a far dimettere Sangiuliano.
Ma ora? È finita, non può aspettarsi nient’altro. La sua è una cupa gloria effimera. Anzi, in realtà si è autodistrutta. D’ora in poi, e comprensibilmente, NESSUNO vorrà avere a che fare con una tizia che registra tutte le telefonate e tutte le conversazioni, fa riprese di nascosto con gli occhiali ipertecnologici ed alla prima contrarietà ti sputtana su Internet.
E che modi sono! A prescindere se abbia ragione o torto nel merito, se abbia subito un’ingiustizia o meno, com’è possibile comportarsi così? Chi di noi ha mai fatto qualcosa di simile? Io non so neanche come si registra una telefonata! Questo la dice lunga sul personaggio.

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ALAIN DELON, ARCHETIPO DELLA BELLEZZA MASCHILE

Post n°2203 pubblicato il 20 Agosto 2024 da massimocoppa
 

ALAIN DELON, ARCHETIPO DELLA BELLEZZA MASCHILE
Con Alain Delon muore un simbolo senza tempo della bellezza maschile.
Delon era talmente avvenente, pure in età matura, da essere diventato addirittura un modo di dire, almeno in Italia: di un uomo incredibilmente attraente non si sarebbe più detto “è un Adone”, con riferimento all’antichissima figura mitologica addirittura pre-greca, ma qualcosa del tipo “è un Alain Delon”, “può competere con Alain Delon”, o “è bello come Alain Delon”.
Per far capire ad un interlocutore o, più probabilmente, ad una interlocutrice quanto fosse bello un uomo, facilmente poteva uscire un’espressione tipo: “Sembra Alain Delon”.
La cosa valeva anche al contrario: “Chi ti credi di essere, Alain Delon?”, poteva capitare di dire ad un tizio caratterizzato da un’eccessiva autostima, da una percezione esagerata della propria avvenenza, a qualcuno che magari dichiarava che avrebbe sicuramente conquistato quella certa bellissima donna inavvicinabile.
Praticamente l’attore francese era diventato un prototipo, un archetipo: come Sofia Loren per la bellezza femminile (più recentemente si è fatto riferimento a Belen, tanto per capirci, anche se la classe è ben diversa).
Ho l’età per aver ascoltato affettuosi battibecchi di questo tipo tra uomini e donne: “Guarda che non sei mica Alain Delon!”; “Sì, ma nemmeno tu sei Sofia Loren!”.
Una cosa è certa: nessuna donna si è mai sognata di accusare Alain Delon di averla molestata. Non è successo quand’era giovane ed al colmo della celebrità, e nemmeno dopo che era scomparso dai radar, travolto da vicende personali burrascose e, infine, dalle malattie. Nessuna lo farà neanche ora. Che differenza con Gerard Depardieu! Un altro mito del cinema, ma piuttosto affascinante più che bello, e da alcuni anni travolto da continue accuse e denunce per molestie e vere e proprie violenze sessuali.
Non c’è “Me Too” che regga con Alain Delon: anzi, semmai è lui ad essere stato molestato sempre, continuamente, dalle donne (ed anche dagli uomini). La sua sola esistenza avrebbe giustificato un “Me Too” al contrario: ma si sa che noi uomini di una certa età, per cultura e formazione di un tempo, non consideriamo come una violenza l’interesse da parte di una donna, specie se bella, anche se ossessivo. Ed anche Delon, infatti, pur avendone diritto, non si è mai lamentato delle continue violazioni della sua privacy, della sua libertà, della sua sfera privata. E non sono fantasie: Claudia Cardinale ha ricordato sul “Corriere della Sera” di ieri che alla fine di ogni giornata di lavoro sul set (ai tempi del “Gattopardo”, per esempio), “uomini e donne facevano la coda per fare sesso con lui, e si formava una lunga fila”.
Beato lui.
Inoltre bisogna sottolineare che egli non era solo un bell’involucro, ma aveva un cervello ed una personalità di prim’ordine.
Indubbiamente, però è stato anche “troppo” macho, almeno per la sensibilità di oggi. Pare abbia lasciato la stupenda Romy Schneider, che pure avrebbe considerato sempre una delle donne più importanti della sua vita, con un semplice biglietto. Oggi l’avrebbe forse liquidata con un messaggio Whatsapp. Sconcertante, poi, il lunghissimo rapporto con Mireille Darc, della quale tutto si poteva dire fuorché che fosse, francamente, una bella donna: lui, un sex symbol assoluto, l’aveva però scelta fra tutte. Così come lasciano perplessi le sue posizioni forti contro l’omosessualità ed il movimento Lgbtq+ in generale. Ed anche la sua amicizia con Jean-Marie Le Pen, il padre di Marine Le Pen, quando ancora il Front National francese era impresentabile ed ostracizzato, considerato un partito fascista o addirittura nazista. I due si erano conosciuti durante il servizio militare in Indocina (dove Delon andò volontario) ed erano sempre rimasti amici, quando cioè essere amico di Le Pen poteva significare screditarsi di fronte ad un’intera nazione. Però bisogna dargli atto di avere avuto fegato e, per quanto concerne alcuni suoi atteggiamenti verso le donne ed il cosiddetto “terzo sesso”, che dire? Ma niente, perdiana! Era Alain Delon, se lo poteva permettere.

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LA LEGGENDA DEL MOSSAD TORNA AD INGRANDIRSI

Post n°2202 pubblicato il 05 Agosto 2024 da massimocoppa
 

LA LEGGENDA DEL MOSSAD
TORNA AD INGRANDIRSI

L’intelligence di Israele sembra aver ritrovato lo smalto dei suoi giorni migliori.
Il leggendario Mossad, il servizio segreto estero, semplicemente conosciuto come “l’Istituto” nella comunità mondiale dello spionaggio, negli ultimi giorni ha messo a segno due colpi da maestro nell’ambito delle uccisioni mirate di leader terroristi.
Anche se il colpo finale ha l’aspetto di un missile, di un drone o di una bomba, sono gli agenti segreti del Mossad ad individuare e confermare la presenza del bersaglio in un certo luogo ed in un certo momento, geolocalizzandolo per fornire le coordinate di tiro.
Qualche giorno fa a Beirut, nel quartiere degli Hezbollah, un comandante della potente milizia filoiraniana, Fuad Shukr, responsabile di quello stillicidio di missili sparati dal Libano sui territori settentrionali di Israele, è stato eliminato da un drone militare con la stella di Davide.
Passano ventiquattr’ore ed il bersaglio colpito è ancora più clamoroso: nientemeno che Ismail Haniyeh, uno dei massimi leader di Hamas che viveva tranquillo nel Qatar, ragionevolmente certo che Gerusalemme non avrebbe rischiato un incidente diplomatico colpendolo nel luogo del suo dorato esilio.
Questo tipo di calcoli, in realtà, non riveste certezza matematica, perché lo Stato ebraico, nella sua storia, ha spesso attaccato infischiandosene delle conseguenze politiche. Nel 2010 il Mossad ha condotto una spettacolare operazione a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dove una squadra di ventisei uomini concorse all’uccisione, nell’hotel dove alloggiava credendo di essere al sicuro, di un leader delle brigate Ezz ed Din Al Qassam, il braccio militare di Hamas, Mahmoud al Mabhouh, operando a viso aperto ed in pieno giorno, sparendo poi senza lasciare traccia.
Haniyeh, col senno di poi, non si sarebbe arrischiato a partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Massoud Pezeshkian, eletto in consultazioni anticipate dopo la morte del suo predecessore, Ibrahim Raisi, in un misterioso incidente aereo, per il quale si è già vociferato sullo zampino del Mossad – ancora.
Haniyeh è stato colpito nel palazzo dove era ospitato. Dapprincipio si è parlato di un missile israeliano; poi, considerati anche i danni ridottissimi all’edificio, sembra più probabile trattarsi di una bomba: piazzata dal Mossad, ovviamente, forse addirittura con mesi di anticipo.
Commenta il “Corriere della Sera” di oggi: “Mai è stato così chiaro alla Repubblica Islamica che il Mossad è ovunque”.
L’efficienza del Mossad è un mito con forti fondamenti reali sin dalla nascita di Israele, nel 1948. Oltretutto ha una lunga tradizione di omicidi mirati: basterebbe ricordare il programma ultradecennale col quale sono stati raggiunti ed uccisi, in tutto il mondo, i responsabili del massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi del 1972 di Monaco, in Germania; per non parlare, negli ultimi anni, dei responsabili del programma nucleare iraniano, tra scienziati, funzionari e militari, colpiti da emissari che hanno operato direttamente in loco.
Di pari passo, anche il servizio segreto israeliano interno, lo Shin Beth, e quello militare, l’Aman, hanno goduto di una fama meritata.
Tuttavia lo splendore dell’intelligence ebraica si era appannato, negli ultimi anni, a partire almeno dal 2006.
In quell’occasione le forze armate israeliane invasero il Libano per regolare i conti dopo l’uccisione di tre soldati ad opera di Hezbollah. Si trovarono però di fronte ad una resistenza inattesa ed il breve conflitto si concluse con un bilancio opaco ed amaro. La milizia filoiraniana aveva fatto passi da gigante sia come organizzazione logistica (con trincee, rifugi, tunnel sotterranei, depositi), che come abilità di combattimento. Possibile mai, si polemizzò allora, che il Mossad e l’Aman non sapessero niente della clamorosa riorganizzazione di Hezbollah?!
A sua volta lo Shin Beth ha avuto la sua Waterloo nello scorso ottobre, quando si fece sorprendere dall’incursione di Hamas in territorio israeliano, partita dalla Striscia di Gaza, che costò la vita ad oltre mille civili e la presa di centinaia di ostaggi: azione che ha portato al conflitto a Gaza, che dura ancora oggi. In quell’occasione, in verità, le carenze e le responsabilità israeliane nell’aver ignorato o sottovalutato moltissimi segnali di avvertimento furono piuttosto diffuse e riguardarono anche le forze armate di frontiera.
Ma con questi ultimi colpi l’intelligence israeliana si è risollevata alla grande ed è tornata ad essere una fondamentale pedina nell’ambito della deterrenza israeliana. Il concetto che viene portato avanti da Gerusalemme è che quando il Mossad ti mette nel mirino, la tua morte potrà essere solo rimandata, ma difficilmente sventata.
A mio parere tre sole organizzazioni, al mondo, presentano questa caratteristica, cioè mantenere i “file” dei loro nemici sempre aperti, chiudendo la pratica solo con la loro morte, non importa quanto tempo occorra: il Mossad, come detto, i servizi segreti russi (Fsb, eredi del mitico Kgb) e… la mafia.

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