Un sogno particolare causato da un farmaco o un tentativo di collegamento dall’oltretomba?
UNA TELEFONATA DALL’ALDILA’
Ultimamente ho dovuto affrontare una fastidiosa e dolorosa tendinite alla mano sinistra, peraltro dall’origine misteriosa.
Il mio medico di base mi ha prescritto un fortissimo antinfiammatorio ed una pomata. Il trattamento doveva durare quattro giorni ed il medicinale era così potente da dover essere preso in una sola dose giornaliera.
Oltre a portarmi i soliti crampi addominali (cosa che mi succede per tutti i medicinali “forti” o assunti prolungatamente), solo leggendo il foglietto delle istruzioni (che sembrava più che altro un lenzuolo) ho appreso di una particolarità veramente singolare: l’uso di quel farmaco può provocare una intensa attività onirica…
Così mi sono spiegato a posteriori il motivo per cui, in quei giorni, sognavo moltissimo. Diciamo meglio: ricordavo i sogni. Sì, perché pare che tutti sogniamo, ma pochi di noi se ne ricordino.
Io dormo in maniera alquanto discontinua ed agitata. In sei ore di sonno mi sveglio almeno altrettante volte. Ebbene, in quella settimana mi sono accorto di riuscire a sognare anche se dormivo per dieci minuti! Dunque, certamente il farmaco che assumevo aveva avuto un ruolo in questa strana circostanza.
Tra i tantissimi sogni fatti, uno mi è rimasto particolarmente impresso: e non saprò mai se sarebbe venuto ugualmente, se la medicina lo avesse provocato per una pura conseguenza chimica o ne avesse semplicemente amplificato la potenza. Fatto sta che ho sognato una persona scomparsa: qui al Sud questo fatto, di per sé, ci mette in fibrillazione, perché la nostra cultura ritiene che significhi certamente qualcosa: un presagio, un avvertimento, una bella terna di numeri da giocarsi al lotto…
Ho sognato che ricevevo una telefonata da Davide “Frizzantino” D’Ambra, uno storico giornalista ischitano scomparso da alcuni mesi. Nel sogno ero pure cosciente che fosse morto ma, chissà come mai, non mi meravigliava che mi stesse telefonando.
Lui mi disse subito, ex abrupto come era il suo stile, “Coppa, ti devo dire una cosa”; e io: “Professo’ (era stato docente di scuola superiore, NdR), dimmi”. E lui: “Senti un po’…”.
Ed in quel momento mi ha svegliato Mr. Thomas Ripley, il mio gatto!
Maledizione!
Non saprò mai cosa “Frizzantino” volesse dirmi! Forse mi voleva dare qualche numerello da giocare, svelarmi dove fosse nascosta una borsa piena d’oro, rivelarmi i risultati delle prossime dieci partite di calcio o l’identità dei prossimi dieci sindaci… O mettermi in guardia da qualche pericolo… Chissà!
Non mi è tornato più in sogno, anche perché ho smesso di prendere quel farmaco. Forse dovrei assumerlo nuovamente, come negli anni Sessanta si prendeva l’LSD, perché così mi si aprirebbero di nuovo “le porte della percezione”, per rivelarmi qualcosa di clamoroso sul mondo che sta di là.