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PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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Un uomo muore in carcere, dopo 66 giorni di sciopero della fame, ed ai media non interessa

Post n°2017 pubblicato il 06 Luglio 2017 da massimocoppa
 

UN UOMO MUORE IN CARCERE, DOPO 66 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME, ED AI MEDIA NON INTERESSA

Se si volesse un’ulteriore, plastica, prova delle vergognose carenze della stampa italiana, la notizia che compare oggi su qualche giornale ne costituirebbe perfetto campione.
Per lavoro leggo diversi quotidiani ogni giorno e, in tutta onestà, solo oggi ho appreso che, nientemeno, c’è un uomo che è morto in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame e 30 della sete.
Sessantasei giorni ed il silenzio più totale!
Salvatore “Doddore” Meloni aveva 74 anni ed un sogno: l’indipendenza della Sardegna dallo Stato italiano.
È un obiettivo che potrà far indignare o sorridere, ma che merita rispetto: se non altro perché ha riscosso un sacrificio umano.
Meloni era in carcere perché incallito evasore fiscale; era un evasore per principio, affermando che non voleva pagare nulla allo Stato italiano. E già in passato si era fatto nove anni di reclusione, sempre per lo stesso motivo. È del tutto evidente che si trattasse di una sorta di perseguitato per motivi politici: non è spiegabile, altrimenti, l’impegno con il quale la cosiddetta “Giustizia” lo ha castigato continuamente. Chi altri, in Italia, è mai finito in carcere, per anni e anni, per evasione fiscale?!
Un uomo che, per motivi ideali, per quanto discutibili, rinuncia scientemente a nutrirsi e protrae la sua protesta fino ad un epilogo perfettamente prevedibile, non aveva meritato finora una riga di giornale!
Com’è possibile?
Forse non c’era più spazio, perché bisogna dare la precedenza a Belen che cambia fidanzato, o all’ennesimo filmino simpatico che appare sui siti Internet d’informazione. E sì, perché se guardate la homepage del “Corriere della Sera” o di “Repubblica”, due siti ai primi posti per visualizzazioni, vedrete che le notizie serie stanno in un lato e finiscono ben presto; tutto il resto sono cazzate: video amatoriali, sport, curiosità e gossip, gossip, gossip.
E le notizie “serie” sono, in genere, qualche leccata di culo al governo o a Renzi, qualche osanna a favore del pareggio di bilancio (non fa niente che l’economia sia ferma), qualche critica ai populisti che non sono al governo (perché quelli che sono al governo, invece, ipso facto non sono più populisti) e qualche fatto di sangue.
Finora si diceva che i giornali stampati dovevano dare approfondimenti, mentre l’on line ed i telegiornali erano per l’acquisizione veloce della notizia. In realtà ormai la riflessione è quasi scomparsa dappertutto, e nemmeno le notizie tout court vengono date: altrimenti non si spiega come mai un uomo che si uccide con uno sciopero della fame non viene ricordato da nessuno e non mobilita nemmeno uno dei tanti indignati permanenti che ci circondano.

 
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